XX GIOCHI OLIMPICI INVERNALI - TORINO 2006 | GIUSEPPE SINDONI

LO STADIO COMUNALE Per le sue dimensioni e per la qualità del disegno costituisce, insieme alla Torre Maratona e al futuro Palazzo dell’Hockey, il nucleo dell’intervento previsto nel complesso dell’area. La relazione tra queste tre edificazioni deve determinare come accennato, l’architettura ed il volume del Palaghiaccio e l’urbanizzazione della piastra centrale. Il calcestruzzo della sua struttura, delle gradinate e delle facciate, abbinate alla qualità lapidea della Torre Maratona, devono trovare il contrappunto nei materiali di facciata del Palazzo dell’Hockey, che devono essere immediatamente riconosciuti come elementi di un intervento posteriore. Dovranno quindi coesistere due stili, due maniere di fare Architettura, che riflettono le rispettive epoche in armonia per relazionarsi e potenziarsi senza entrare in conflitto. Lo Stadio deve al contempo adattarsi alle necessità attuali, sia per quanto concerne il campo di gioco che la pista d’atletica, conservando la sua immagine restaurata. 2.2 IL PALAZZO DELL’HOCKEY Il Palazzo dell’Hockey, essendo un edificio chiuso e perciò privo di servitù d’orientamento, deve essere situato secondo la trama urbana torinese, coincidente con quella della Torre Maratona, per mantenerla e riconoscerla nel nuovo spazio olimpico. Da un punto di vista compositivo ed espressivo il Palazzo dell’Hockey deve esprimere il suo contenuto e pertanto per quanto possibile dare l’impressione di un gran “cubo di ghiaccio”. Di conseguenza un edificio radicalmente distinto dallo Stadio, ma che al contempo fa da contrappunto e insieme con la Torre Maratona occupa il nucleo centrale dell’area d’intervento.