VHOM | David Vecchi

Il progetto della Vienna House of Music parte dall’idea di valorizzare il luogo in cui è inserito, un’area verde collocata sulla Ringstraße, ampio ed elegante viale che circonda il centro storico di Vienna e su cui si affacciano alcuni tra i più importanti monumenti della capitale. Posto all’ingresso del parco, l’edificio è pensato come un organismo flessibile, aperto alla città e ai suoi abitanti, una piazza urbana in cui rafforzare i legami sociali e sviluppare la cultura. Il carattere fluido della struttura che si alza e si abbassa rispetto al terreno con andamento sinuoso, permette all’edificio di instaurare un rapporto simbiotico con il contesto: la città e il parco vengono filtrati dall’edificio e l’edificio, adagiandosi sul terreno, si integra con l’ambiente circostante, quasi a divenirne la sua naturale estensione. Partendo dalla duplice natura dell’edificio, che assolve contemporaneamente alla funzione di scuola e di auditorium, si è scelto di porre i relativi ambiti di influenza in punti diametralmente opposti, in modo da garantire l’indipendenza dei flussi delle diverse utenze. Lo spazio generatosi dall’interposizione delle due aree funzionali ha dato poi luogo alla creazione di un patio interno, la cui posizione si presta naturalmente ad accogliere uno spazio per le rappresentazioni esterne. Nel patio è ricavata una cavea capace di ospitare circa 1400 spettatori. L’ondulazione della struttura offre viste generose e sempre mutevoli sia dall’edificio verso il contesto, sia dal contesto verso l’edificio. Il prospetto verso il parco riecheggia il paesaggio collinare della vicina Wienerwarld, ampia area verde che si estende attorno a Vienna. La pensilina d’ingresso collocata nella parte est rievoca invece la cupola di foglie del monumento alla Secessione Viennese. Il passaggio dalla città al parco, nel lato nord e nel lato ovest, è invece definito in prospetto da una grande arcata, forma architettonica che rimanda all’idea originaria del portale d’ingresso. L’edificio stesso diventa così porta d’accesso del parco dalla città. Osservato da terra l’edificio trasmette un senso di fluidità e dinamismo. La prima impressione è suscitata dall’incontro tra uno spazio criptico ed uno fluttuante e luminoso. Subito dopo aver superato l’arcata, il visitatore si ritrova a scivolare al di sotto di una grande volta dalle curve polimorfe e tese all’estremo, che in alcuni punti giunge a toccare il suolo fino ad aprirsi in una grande patio a cielo aperto. La curva definisce un paesaggio architettonico apparentemente senza barriere, uno spazio molteplice e avvolgente che offre punti di vista sempre diversi. Un luogo che si accorda con la dinamica dei movimenti umani i quali privilegiano, al posto della linea, l’andamento organico della curva. Questa, infatti, eliminando le gerarchie, favorisce i contatti sociali e lo scambio della conoscenza. Particolare attenzione è stata prestata al consumo energetico. La struttura è ventilata da un sistema naturale: la superficie ondulata offre, infatti, una bassa resistenza al vento, assicurando la sua libera circolazione e attivando una ventilazione incrociata in tutto l’edificio. Doppi vetri, pannelli solari fotovoltaici e un sistema di recupero dell’acqua piovana contribuiscono ulteriormente al risparmio energetico.