GIOIELLERIA IDA DE BONIS | Emanuele Fidanza

GIOIELLERIA AL CORSO UMBERTO I° CAVA DE' TIRRENI / Italy / 2010

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Progettare una gioielleria, a mio avviso, non è cosa semplice soprattutto quando la committenza, Sig. Ida De Bonis è una donna esigente e con le idee molto chiare . Che si andava ad intervenire in un negozio di altri tempi, dove il falegname lavorava in cantiere e non veniva rinnovato da circa 50 anni ma soprattutto perché nasce da una famiglia di gioiellieri sin dal 1865 . Il negozio era dotato di una “devanture” con due vetrine la cui capienza espositiva era esigua. Inoltre influiva sul prospetto,per motivi di sicurezza, la classica cabina a doppia porta. Nell’interno si viveva un’atmosfera particolare, tutti mobili con intarsi fatti a mano, un controsoffitto disegnato con lastre in vetro bianco che nascondevano gli archi esistenti… a me piaceva molto. Ero convinto che avremmo potuto salvare qualche mobile, erano manufatti di altri tempi, non avvitati , ma chiodati e incollati su posto, impossibile da salvare. Quando uno pensa ad una gioielleria crede che al di fuori della merce esposta il resto sia contenuto in cassaforte. Si sbaglia : c’è bisogno di tanto spazio solo per i contenitori dei gioielli ognuno di forma diversa a seconda dell’articolo, tant’è vero che una parte del negozio era adibito solo a questo … ma andava recuperato. Le esigenze sono cambiate. E qui incomincia la sfida: realizzare una gioielleria con galleria espositiva d’ingresso, ridisegnare tutti i mobili e recuperare solo le fedeli casseforti ricavando un deposito – ufficio per accogliere i rappresentanti in tutta privacy. Dopo l’approvazione del progetto la fase importante era quella di renderlo sicuro, rifare tutti gli impianti di allarme e di videosorveglianza, la scelta dei materiali che dessero un tocco di eleganza contemporanea ma con uno spunto tradizionale, nonché rispettare tutte le normative di sicurezza al fine di ottenere i placet positivi dai vari organi competenti. Quindi, in fase di progettazione, la prima cosa era quello di proteggere le vetrine e la porta d’ingresso con cristalli anti effrazione … risolto poi con cristalli extra chiari tipo 19s garantiti dalla ditta fornitrice. Portato a nudo il “contenitore” sono emerse tutte le potenzialità , già simulate attraverso i rendering ma che adesso si tramutavano in realtà. La committenza inoltre chiedeva due piccole vetrine, il più possibile visibili in quanto avrebbe esposto gioielli importanti. Da questo è nata l’idea: due vetrinette semincassate contrapposte collocate nello squarcio della muratura portante d’ingresso, di immediata visibilità e che si intergrano con il portale in pietra lavorato a subbia così come il rivestimento dell’imbotto con diverse lavorazioni. Dalla parte sporgente superiore parte un ferro a “C” che salendo verso l’alto forma una “L” che delimiterà l’altezza di tutti gli arredi interni e funge da supporto per le cerniere delle vetrine della galleria. La cassaforte “grande” è stata spostata al centro dell’arco che delimitava il vecchio deposito facendola diventare la “quinta” del negozio, con un retro pannello in legno che nasconde la porta scorrevole di separazione del nuovo ufficio. Volutamente l’altezza della quinta è stata disegnata all’interno dell’arco in modo che nello spazio retrostante si intravede la volta a vela pitturata color oro dove spicca un lampadario in vetro veneziano. L’ufficio, è caratterizzato da armadiature con disegni geometrici simmetrici che costituiscono il deposito “nascosto” dando spazio ad uno scrittoio del ‘700 napoletano e relative sedie. Gli arredi della zona vendita sono stati curati per accogliere le meticolose indicazioni della committenza, i banchi vendita oltre ad avere una vetrinetta ospitano una cassettiera che fa da base e mensole per accogliere i vari formati di carta per il confezionamento. Spiccano due poltroncine Frau. I pavimenti in “rebecca” sono disegnati con geometrie ortogonali con dimensioni variabili con inserti in pietra lavica che esaltano la razionalità del disegno caratterizzato anche dalla lavorazione delle lastre con cavetto su due lati . L’illuminazione tra gli archi riflette il concetto del pavimento, con strisce luminose e faretti ad incasso. I lavori sono iniziati a settembre 2010, e consegnati in tempo …. Il 28 novembre 2010 in modo che il primo dicembre si potesse inaugurare. L’inaugurazione è stata fatta il 2 dicembre 2010. Ringrazio calorosamente IDA e la famiglia DE BONIS che conosco da quando ero bambino, forse è per questo che mi piaceva molto il negozio vecchio. Ma del nuovo sono soddisfatto. EMANUELE FIDANZA interior designer
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    Progettare una gioielleria, a mio avviso, non è cosa semplice soprattutto quando la committenza, Sig. Ida De Bonis è una donna esigente e con le idee molto chiare . Che si andava ad intervenire in un negozio di altri tempi, dove il falegname lavorava in cantiere e non veniva rinnovato da circa 50 anni ma soprattutto perché nasce da una famiglia di gioiellieri sin dal 1865 . Il negozio era dotato di una “devanture” con due vetrine la cui capienza espositiva era esigua. Inoltre influiva sul ...

    Project details
    • Year 2010
    • Work started in 2010
    • Work finished in 2010
    • Type Showrooms/Shops / Interior Design / Custom Furniture / Lighting Design
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