Concorso di idee per la riqualificazione del centro storico della frazione di Palazzolo di Sona | eddy paiola

Menzione Sona / Italy / 2011

1
1 Love 2,200 Visits Published
Nel paese di Palazzolo di Sona, si presenta una situazione molto comune, quella che forse potrebbe essere definita dall’etnologo e sociologo francese Marc Augè come la realtà dei non luoghi, cioè tutti quegli spazi che hanno la prerogativa di non essere identitari, relazionali e storici. Fanno parte dei non luoghi per esempio tutte le strutture nate per la necessità di una velocità accelerata, come, nel nostro caso, la strada che attraversa il centro storico del paese. Questa strada, oltre ad essere una struttura che di per sé è povera di caratteristiche antropologiche, limita e priva il luogo in cui si sviluppa di tutte quelle che erano le sue precedenti qualità e potenzialità: l’identità relazionale e simbolica di centro storico.

Questo aspetto è rilevabile innanzitutto da dei segni molto concreti : la strada è molto più grande del necessario è imperante e dominante, e soffoca quegli spazi che dovrebbero essere primariamente dei luoghi sicuri di interazione di incontro e socialità. La curva che la stessa compie in piazza V. Veneto, per esempio, invoglia lo scorrimento veloce e aumenta la pericolosità degli attraversamenti pedonali e della vita di relazione del centro storico del paese. La restante superficie è un luogo anch’esso a servizio della viabilità automobilistica: i parcheggi.

Piazza V. Veneto nella restante parte è un grande parcheggio, l’area inferiore è il Parcheggio adiacente a Cà Vecchie, e per tutta la lunghezza della strada principale ci sono parcheggi perpendicolari.

Come si può notare nell’immagine qui a fianco, l’area di progetto è quasi tutta occupata da strada e relativi parcheggi, non sono presenti luoghi identitari, i collegamenti sono deboli, qualche marciapiede ed è presente un accenno di verde pubblico con delle piccole aree verdi piantumante . La strada e i parcheggi occupano praticamente tutto lo spazio disponibile che ne risulta dequalificato e privo di identità e qualità.

Nel paese di Palazzolo, in prossimità dell’ambito di intervento, sono stati individuati due elementi identitari molto importanti per la dimensione storico culturale dell’ambiente antropicizzato:

-La torre scaligera; torre di segnalazione in età scaligera,
poi successivamente torre campanari

-La chiesetta di S. Antonio da Padova

Questi documenti di umanità, testimoni della ricchezza della storia della frazione di Palazzolo di Sona, sono sicuramente degni di considerazione da parte di una progettazione consapevole e desiderosa di costruire uno spazio urbano ricco di identità, che sia anche storico e quindi culturale.

proposta progettuale :

Da queste considerazioni sono scaturiti alcuni temi su cui basare la proposta progettuale dell’intervento di riqualificazione, e in particolare :

-la connessione fisica e concettuale del tessuto urbano,

-la viabilità e la mobilità

-la rivitalizzazione dei luoghi identitari

-la qualità architettonica.

La connessione

Come si evince dalle analisi preliminari la realtà attuale di questi spazi centrali è riconducibile ad una situazione di divisione e di sconnessione. Una strada ad effettivo scorrimento veloce, anche se limitato, è comunque un elemento che è privo di caratteristiche antropologiche. Non è a misura d’uomo, non consente relazione, non crea cultura. Riqualificando funzionalmente e qualitativamente è possibile ridare identità a quei luoghi che, come precedentemente descritto, ne sono stati privati. Il tema della connessione del tessuto urbano abbraccia tutto il progetto e nasce proprio in risposta ed in opposizione alla realtà attuale. Se la situazione è una realtà di divisione, di conflitto, di lacerazione, per contrapposizione si ricerca la qualità urbana tramite appunto la connessione fisico-simbolica dei luoghi.

Per perseguire questo obiettivo si è operato a diversi livelli :

-il primo livello è concettuale e consiste nella scelta di negare l’identità della strada ( nei punti più significativi) portandola alla stessa quota della piazza e dandole quindi la stessa pavimentazione “nobile”. Si creano quindi delle piazze-piastre che connettono le due parti di tessuto, in questo modo non avremo strada che definisce per difetto una superficie da destinare a piazza, ma, bensì, una piazza con una zona in cui è consentito, per motivi di viabilità, il transito delle auto. La situazione è quindi ribaltata, ne risultano delle superfici che concettualmente non hanno il loro limite con la strada, ma sono in continuazione da tessuto a tessuto. Questa operazione consente di sottolineare ideologicamente la supremazia dell’uomo e delle relazioni umane sulle alienanti strutture della modernità: i non luoghi. Vengono quindi identificate tre grandi superfici pavimentate con cui materializzare questa operazione di connessione : piazza V. Veneto, piastra Ca’Vecchie e piastra Chiesetta.

Piazza V. Veneto viene anche allargata in termini di superficie, per rafforzare l’identità di grande spazio pubblico centrale. In prossimità di Ca’Vecchie e della chiesetta invece le due piastre-piazze creano attraversamenti pedonali protetti ma anche spazi pubblici di relazione, incontro, identità.

-Il secondo livello di connessione avviene tramite la mobilità pedonale: se da una parte le varie piazze-piastra consentono l’attraversamento da una parte all’altra in sicurezza, per collegare le stesse tra di loro, si progettano invece dei percorsi pedonali. Questi vengono pavimentati con gli stessi materiali delle piastre per sottolineare percettivamente ancora di più questo principio di connessione che si è voluto perseguire. Ne risulta quindi un progetto unitario pieno di relazione fra i vari elementi che lo compongono, collegati idealmente ma anche fisicamente con percorse e veduta

-Il terzo livello è un livello materiale: attraverso uno studio attento della pavimentazione si riesce a sottolineare ulteriormente la connessione del tessuto. Vengono infatti progettati grandi inserti bianchi, in pietra bianca locale, che ordinano la pavimentazione e allo stesso tempo “cuciscono” idelmente il tessuto che prima era lacerato. La pavimentazione principale è di due tipi : lastre di porfido e lastre di pietra di prun rosate , posate entrambe con lo stesso disegno in una esecuzione ordinata, gradevole e moderna. I materiali sono due e vanno a legarsi anch’essi in un ideale abbraccio. Nella piazza di V. Veneto predomina la pavimentazione con il Porfido, mentre nelle due piastre di Ca’Vecchie e della Chiesetta predomina la pietra di Prun rosa: nella parte intermedia questi si “mescolano” alternandosi in una gradazione di rispettiva dissoluzione.

La viabilita’ e la mobilità

Il progetto di riqualificazione prevede di modificare lievemente la viabilità dell’area, in particolare si propone di mantenere invariata la viabilità principale e di effettuare un senso unico in prossimità della vecchia pesa. Questa operazione permette di creare un passaggio sicuro che consenta sia la connessione verticale di Ca’Vecchie, sia la riqualificazione della zona fino alla chiesetta tramite un largo viale pedonale che collega le due piazze-piastre. In generale il tracciato viario viene rettificato funzionalmente e progettato con le misure standard di 3,5 mt. per corsia.

La mobilità pedonale, soprattutto quella in “sicurezza” è garantita da appositi attraversamenti e da relativi percorsi pedonali protetti. Tutto l’ambito di progetto, come precedentemente descritto è caratterizzato dalla connessione di tutti i suoi elementi e anche la mobilità pedonale rispecchia questa caratteristica.

La rivitalizzazione dei luoghi identitari

Gli elementi che precedentemente sono stati identificati come storico-identitari, la torre scaligera e la chiesetta, vengono inseriti nel progetto come elementi di grande importanza. Si crede infatti nella assoluta necessità di collegare la modernità con le sue radici storiche per poter creare degli spazi pubblici culturali e appunto ricchi di identità. Si è deciso anche in questo caso di agire su due livelli : uno architettonico e uno materico-spirituale:

-A livello architettonico in piazza V. Veneto si inserisce un innesto nell’ ordine della pavimentazione che consente di collegare idealmente la torre stessa, con la Piazza e con i suoi abitanti. Materializzando due linee parallele che conducono alla Torre, si crea una prospettiva privilegiata che permette all’osservatore di guardare la torre inserita in questo asse nella pavimentazione. Per avere un collegamento ideale con il secondo elemento, abbiamo progettato una passerella aggettante che dalla conclusione della nuova piazza V. Veneto conduce ad un punto sopraelevato nella piastra di Ca’Vecchie. Da questo belvedere è possibile apprezzare la Chiesa di San Antonio da Padova. Questo elemento architettonico consente anche l’evidenziazione di una della caratteristiche peculiari del Paese di Palazzolo di Sona, cioè la sua posizione collinare e quindi la predominanza di salite e discesce. L’elemento orizzontale denota questo fatto materializzando l’orizzonte in contrapposizione alla salita.

-A livello materico, sempre per denotare ulteriormente l’importanza della connessione simbolica degli elementi storico identitari con il nuovo progetto, si prevede di utilizzare l’elemento “sacro” e “spirituale” dell’acqua . Una prima grande vasca d’acqua viene progettata all’interno delle
1 users love this project
Comments
    comment
    user
    Enlarge image

    Nel paese di Palazzolo di Sona, si presenta una situazione molto comune, quella che forse potrebbe essere definita dall’etnologo e sociologo francese Marc Augè come la realtà dei non luoghi, cioè tutti quegli spazi che hanno la prerogativa di non essere identitari, relazionali e storici. Fanno parte dei non luoghi per esempio tutte le strutture nate per la necessità di una velocità accelerata, come, nel nostro caso, la strada che attraversa il centro storico del paese. Questa strada, oltre ad...

    Project details
    • Year 2011
    • Status Competition works
    • Type Urban Furniture
    Archilovers On Instagram
    Lovers 1 users