RIQUALIFICAZIONE DI MANDONICO - LECCO

Concorso - PRIMO PREMIO Dorio / Italy / 2011

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dalla relazione di progetto: STATO DI FATTO: IERI – OGGI – DOMANI? Il luogo scelto per fondare un nuovo nucleo urbano è sempre stato legato, nella storia, a due fattori fondativi principali: gli aspetti difensivo e commerciale. Il primo portò alla crescita di tutti gli innumerevoli borghi arroccati di cui la nostra Penisola è ricchissima. Il secondo, quello commerciale, lega ad un filo comune la storia delle città e quella delle vie di comunicazione, siano esse strade, fiumi, mari o approdi marittimi. Questo è un fattore che ancora oggi possiamo riscontrare nella crescita urbana e nell’espansione delle nostre città: le aree commerciali e industriali sono sempre disposte linearmente ai lati dell’autostrada o della strada tangenziale, oppure, nel caso di piccoli nuclei di provincia, sono sempre protratte verso la “linfa vitale” proveniente dalla vicinanza di una maggiore città. Seguendo il filo logico esposto, si può affermare che Mandonico nasce più di cinquecento anni fa sulle orme di quello che oggi è divenuto il “sentiero del viandante”, un’antica mulattiera che collegava tutti i borghi situati nella sponda Est del Lago. Il sentiero perciò è l’infrastruttura commerciale prescelta e dalla quale il borgo trae la sua ragione d’essere, l’arteria vitale ed essenziale. Con l’avvento della modernità e lo svilupparsi del nuovo sistema commerciale legato ai traffici ferroviari e veicolari, si assiste ad un cambio epocale nel sistema dei trasporti legati al commercio. Non si tratta più, come accaduto precedentemente, di migliorie e innovazioni all’interno di un medesimo sistema, ma di una nuova matrice che si sostituisce alla precedente. Le nuove vie di comunicazione sviluppatesi sulla riva del Lago, seppur distanti poche centinaia di metri dall’antico nucleo di Mandonico, lo escludono di fatto dalla modernità, causandone l’attuale spopolamento e declino. Entrando nello specifico dei temi che definiscono la proposta progettuale, si può idealmente suddividere l’intorno dell’area di attuazione in tre differenti ambiti temporali che corrispondono ad altrettanti ambiti territoriali. L’ambito di IERI, lento, caratterizzato da un sapiente equilibrio tra l’attività umana e la natura, identificato dalla presenza dell’antica mulattiera come principale via di comunicazione, il cui declino ne ha sì provocato l’abbandono, ma al tempo stesso ne ha consentito la conservazione delle qualità naturalistiche ed ambientali. L’ambito di OGGI, rapido, caratterizzato da reti infrastrutturali veloci, quali la ferrovia e la strada carrabile lungo-lago, causa e ragione dello sviluppo turistico e della densificazione dei centri urbani sulle rive del Lago. A questi due ambiti il progetto si propone di sovrapporre un terzo modello di sviluppo, quello del DOMANI, identificato da una complementarietà d’intenti tra i due ambiti attualmente esistenti, attraverso una lettura critica di ciò che ciascuno di essi può apportare per uno sviluppo futuro consapevole: un nuovo ambito temporale in grado di ripristinare una connessione efficace tra i due stati precedenti.

STATO DI PROGETTO Definita la destinazione d’uso come uno dei fattori più delicati nell’affrontare il tema della rivitalizzazione di un antico nucleo abitato abbandonato, alcune ulteriori considerazioni a riguardo possono essere di aiuto nel formulare una proposta che riteniamo idonea rispetto alla volontà dell’Amministrazione e ai requisiti posti dal bando di concorso. Definiti i due ambiti temporali caratterizzanti il territorio, e posto il concetto della loro CONNESSIONE come elemento fondativo del nuovo processo di rivitalizzazione, la proposta progettuale coglie le indicazioni fornite dal bando e analizza quali possano essere gli scenari futuri che ricondurrebbero il borgo di Mandonico a una duratura conservazione funzionale e paesaggistica, facendo leva sulle caratteristiche per le quali si distingue. Qualunque destinazione d’uso si intenda proporre, dovrà essere in grado di salvaguardare e valorizzare quelle caratteristiche uniche che il borgo tutt’oggi è capace di preservare. L’orografia dell’intorno, il sapiente legame tra l’architettura e il paesaggio esistente, la vegetazione e i colori armoniosi e peculiari del territorio del Lago, sono elementi dei quali nessun progetto può privarsi. Allo stesso tempo un migliore legame con Dorio permetterebbe quel ragionevole flusso antropico necessario alla conservazione del patrimonio. La nuova destinazione d’uso dovrà essere capace di garantire un carico di utilizzo tale da evitarne l’abbandono, ma al tempo stesso da non rendere eccessivo il peso antropico, onde evitare lo stress che ne deriverebbe per l’ambiente e il patrimonio edilizio stesso. Né troppo, né poco, si potrebbe banalmente sintetizzare. Sarà fondamentale perciò: […] cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio (cit. Italo Calvino – Le città invisibili) evitando ciò che nel lontano 1910 Adolf Loos già preconizzava: Posso condurvi sulle sponde di un lago montano? Il cielo è azzurro, l’acqua verde e tutto è pace profonda. I monti e le nuvole si rispecchiano nel lago e così anche le case, le corti e le cappelle. Sembra che stiano lì come se non fossero state create dalla mano dell’uomo […]. Ma cosa c’è là? Una stonatura si insinua in questa pace, come uno stridore inutile […]. C’è una villa. L’opera di un buono o di un cattivo architetto? Non lo so. So soltanto che la pace, la quiete e la bellezza se ne sono già andati […] Il contadino non lo fa […]. Egli ha voluto costruire una casa per sé, per la sua famiglia e per il suo bestiame e gli è riuscito. Proprio come è riuscito al suo vicino e al suo avo […]. È’ bella la casa? Sì è bella proprio come sono belle la rosa e il cardo, il cavallo e la mucca.


L’ALBERGO DIFFUSO L’attuazione di programmi di recupero e rivitalizzazione di centri abbandonati passa inevitabilmente per le loro concrete possibilità realizzative. Numerosi sono i casi noti di interessanti idee propositive rimaste sulla carta o, ancor peggio, iniziate e mai terminate per mancanza di fondi e/o per una cattiva programmazione temporale degli interventi. Viste queste considerazioni, la proposta in oggetto vuole garantire una concreta possibilità di realizzazione e durata dell’intervento, senza che questo debba causare inevitabilmente una ripercussione negativa sui conti dell’Amministrazione. L’albergo diffuso appare perciò una soluzione adeguata e funzionalmente sicura e che garantirebbe anche la possibilità di procedimenti di micro-perequazione tra pubblico e privato, sia in fase realizzativa che in fase gestionale, anche pensando ai diversi flussi turistici nelle diverse stagioni dell’anno. Una struttura che potrebbe essere di appoggio al sentiero del viandante, potrebbe accogliere visitatori temporanei per brevi o lunghi periodi, con uno spazio per la ristorazione che la renderebbe ideale anche per fruitori locali, aspetto necessario per formare quel sentimento di appartenenza comune fondamentale nei processi di rivitalizzazione.

LA STRADA DELL’ASINO – LA STRADA DELL’UOMO “L’uomo avanza dritto per la propria strada perché ha una meta; sa dove va, ha deciso di raggiungere un determinato luogo e vi si incammina per la via più diretta. L’asino procede a zig zag, ogni tanto si perde dietro a qualche cosa, da quella natura balzana che è, va a zig zag per evitare le pietre più grosse, per scansare i tratti ripidi, per cercare l’ombra; se la prende il meno possibile. L’uomo possiede la ragione per moderare i sentimenti, sa frenare le passioni e gli istinti in vista dello scopo che si propone. L’intelligenza comanda alla bestia che è in lui, gli detta le norme di vita che ricava dall’esperienza […] L’asino ad altro non pensa che a infischiarsene di tutto. Nei primi paesi abitati i carri passavano dove riuscivano ad infilarsi tra anfratti e dirupi; un ruscello rappresentava un ostacolo non indifferente. Così incominciarono a formarsi sentieri e strade. All’incrocio di queste, lungo i corsi d’acqua, sorsero i primi villaggi; le case si allinearono lungo le strade tracciate dal passaggio degli asini. Vi si costruì intorno una cinta di mura […] là dove arrivava la strada degli asini si apersero le porte delle città. Il borgo diventa grande metropoli. Parigi, Roma, Istanbul sono sorte sul percorso degli asini.“ (cit. Le Corbusier)

LA NUOVA INFRASTRUTTURA (+ PERCORSO – PENDENZA) La proposta progettuale prevede la suddivisione in due macro aree di intervento:
la prima CONSERVATIVA, votata alla protezione, al recupero e alla valorizzazione di elementi quali l’edificato esistente, i percorsi e i sentieri, i muri di contenimento dei terrazzamenti, le aree coltivate e le aree boschive naturali;
la seconda inerente alla NUOVA INFRASTRUTTURA, un’innovativa concezione di percorso che, districandosi tra gli elementi naturali rurali, consentirà l’accesso al borgo ad un’ampia fascia d’utenza
Il risultato è un percorso di nuova concezione che permetta una totale accessibilità al borgo di Mandonico. Aumentandone la lunghezza se ne diminuisce la pendenza. Esso diventa un percorso dal carattere contemporaneo ma inserito nell’ambiente attraverso l’utilizzo di materiali naturali, che agevolmente si districa tra i muri in pietra dei terrazzamenti e la folta macchia boschiva; un sentiero che conduce in un luogo, il borgo di Mandonico, ma che diventa esso stesso luogo, permettendo al visitatore di fruire dell’offerta naturale del Lago, degli innumerevoli scorci che vi si aprono, di sedersi, riposare, respirare e riprendere il cammino. Il nuovo percorso si inserisce nel contesto naturale/rurale in totale armonia con il paesaggio esistente; composto da materiali contemporanei, si appoggia alle aspre pendenze come un tappeto formato da una struttura leggera realizzata con elementi in acciaio cor-ten a sostenere una pavimentazione in legno, materiale totalmente naturale, caldo, gradevole in tutte le stagioni dell’anno e di grande duttilità e facilità di manutenzione. La semplice struttura cor-ten/legno si modifica durante il percorso creando peculiari elementi di arredo urbano, come sedute, segnaletica informativa, etc., sempre in continuità ed armonia con il percorso stesso e l’intorno urbano.

IL LINGUAGGIO ARCHITETTONICO (CONTEMPORANEITA’ E FLESSIBILITA’) Il forte carattere paesaggistico di cui si vuole far carico il progetto è confermato anche in fase progettuale architettonica dal tipo di intervento che si propone per ciò che concerne la realizzazione materica dell’albergo diffuso. Il progetto non prevede alcun tipo di nuova edificazione che possa impedire di mantenere assolutamente inalterata l’immagine tipologica e volumetrica esteriore del borgo e di conseguenza i rapporti dimensionali tra i corpi edilizi esistenti. La sapiente relazione tra architettura del luogo e intorno paesaggistico è certamente un valore da salvaguardare e valorizzare, aspetto questo che ha spinto ad immaginare una futura Mandonico nella quale sia possibile inserire una nuova funzione senza modificare in alcun modo la sua immagine nel paesaggio. La strutura dell’albergo diffuso consente il riutilizzo di corpi svincolati tra loro, all’interno di una strategia di fruizione unitaria. In quest’ottica il borgo di Mandonico è stato suddiviso in quattro poli funzionali:
L’AREA ACCOGLIENZA, che comprende il cuore gestionale dell’albergo diffuso, la hall/reception e l’ufficio informazioni;
Una zona ricreativa, coincidente con le PISCINE PANORAMICHE, anch’essa fruibile sia dagli ospiti dell’albergo che da esterni (si ausipica una proprietà Comunale, convenzionata con l’albergo diffuso);
L’area ricettiva, dedicata alle CAMERE per gli ospiti dell’albergo diffuso;
Ed una zona di servizi e RISTORAZIONE, convenzionata con l’albergo, per servire i suoi ospiti, ma aperta anche al pubblico esterno, nell’ottica di fornire ulteriore ragione di introito economico all’Amministrizione di Dorio, anche nell’eventualità di una cessione totale a privati.
Questi spazi sono stati ricavati all’interno dei volumi esistenti, attraverso l’interposizione di una “scatola interna”, finita in acciaio cor-ten, che permette di raggiungere un corretto equilibrio tra contemporaneo e preesistente, che è il cardine dell’intervento di rivitalizzazione. Anche per le logiche del restauro conservativo, la costruzione di scatole all’interno delle fabbriche storiche, peraltro utilizzando materiali contemporanei quali il cor-ten, consente maggiore flessibilità distributiva senza intaccare le strutture storiche e rende percepibile e chiaro l’intervento: permette infatti di apprezzare e valorizzare l’antico, evitando quella sorta di collage tra nuovo e storico spesso causa di smarrimento per chi osserva un intervento di recupero. Inoltre, intervenire all’interno dei volumi preesistenti con un nuovo elemento contemporaneo, autonomo rispetto alla struttura portante degli edifici rurali in pietra, consentirà all’Amministrazione di mantenere quel grado di flessibilità indispensabile in interventi della portata di quello in oggetto, sia dal punto di vista di un futuro cambio di destinazione d’uso, sia per ciò che concerne possibili manutenzioni, modifiche all’intorno o varianti strategiche nell’utilizzo del borgo.
Il progetto propone infine la costruzione di una spina distributiva ipogea, da realizzarsi alle spalle dei corpi di fabbrica oggi disposti naturalmente in modo pressoché lineare lungo il sentiero del viandante. Questo è l’unico intervento, tra quelli ipotizzati, che contribuisce all’aumento del costruito, senza però influire in alcun modo sui volumi fuori terra esistenti e immediatamente percepibili nel paesaggio. La nuova spina distributiva servirà senza soluzione di continuità tutti gli spazi della nuova struttura ricettiva, dal ristorante-caffetteria fino alle camere. Si precisa comunque che tale nuova costruzione, a tutti gli effetti un ampliamento dell’esistente con funzione di servizio, è unicamente funzionale alla migliore distribuzione e fruizione degli spazi esistenti; infatti, nella concezione originaria di “albergo diffuso”, i diversi corpi funzionali potrebbero essere semplicemente collegati da percorsi esterni, come succede in un qualsiasi centro città dove per spostarsi da un edificio all’altro si esce all’aperto per poi rientrare. [...]
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    Project details
    • Year 2011
    • Client Comune di Dorio
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Urban Renewal
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