Casa 1+1=1 | RICA*

Torrelodones / Spain / 2010

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ARCHITECTS:
Iñaqui Carnicero Alonso-Colmenares, Lorena del Rio

TECHNICAL ARCHITECT:
Manuel Iglesias

BUILDING CONSTRUCTION:
Antón Iakobiny Pitch S.L.


La “Casa 1+1=1”, progettata da ICA arquitectura (Iñaqui Carnicero Alonso-Colmenares e Lorena del Rio), si trova a Torrelodones, piccola cittadina fuori Madrid.
La storia della casa 1+1=1 ha inizio quando due amici decidono di investire i propri risparmi nell’acquisto di due case per vivere con le proprie famiglie. I soldi a loro disposizione gli permettono di optare per una casa di circa 60 mq in un quartiere semi-perifierico di Madrid oppure di acquistare, insieme, un lotto nell’area nord fuori Madrid dove le norme urbanistiche consentono la costruzione di case di grandi dimensioni e sperimentare un nuovo modello di alloggio condiviso.

La casa 1+1=1 è concepita come un bene condiviso che si allontana dalle convenzioni sociali che tradizionalmente ci inducono a utilizzare il legame sentimentale come unico modello di mutuo impegno e utilizza l'amicizia come collegamento tra le due famiglie che scelgono di condividere un immobile per abitarvi e godere dei suoi benefici.

L’incarico consiste dunque nel dare vita a un progetto ambivalente, in grado di sviluppare due case unifamiliari che possano essere, all’occorrenza e con poche modifiche, trasformate in una sola…da cui, dunque, il nome “1+1=1”.
Fino al momento dell’eventuale vendita le due famiglie condividono le spese e i servizi comuni di una casa che da soli non potrebbero mai permettersi.

Il sito scelto si trova sul fianco di una collina, su un terreno in pendenza verso sud, con vista sul Monte del Pardo e, in lontananza, sullo skyline di Madrid. Sul lotto non vi sono alberi, ma solo arbusti e vegetazione autoctona e due massi di granito, tipici della zona, che per le grandi dimensioni sono stati inclusi come elementi nella casa: il primo come supporto strutturale della grande soletta in calcestruzzo della terrazza e il secondo all'ingresso di una delle due unità abitative.

La casa è funzionalmente organizzata su tre livelli. Il primo, seminterrato, quasi nascosto, sfrutta la pendenza per creare un garage. Il secondo livello consiste in un unico spazio continuo e completamente aperto verso il paesaggio per mezzo di una parete vetrata che si chiude solo sul lato nord con un muro di cemento armato. La continuità della pavimentazione prolunga visivamente l'interno verso l'esterno e genera la sensazione di uno spazio molto più grande di quanto non sia in realtà. Il terzo piano, infine, ospita le camere da letto e, grazie alla sua maggiore superficie, genera alle estremità del piano inferiore due portici e un grande aggetto sulla facciata sud con conseguente miglioramento dell'efficienza energetica. L'ingresso della luce solare avviene solo in inverno il che contribuisce ad aumentare la temperatura in casa in modo naturale e ne impedisce l’innalzamento nei caldi mesi estivi. Questo riduce notevolmente i costi energetici già ridotti grazie all’uso dei pannelli solari in copertura.

Gli elementi d’arredo sono stati raggruppati e legati tra loro in modo tale che al piano terra l'arredamento sia ridotto a un solo elemento che racchiuda al suo interno più funzioni: ripostiglio, cucina, salotto e ingresso. Al primo piano, tutti gli armadi sono concentrati in un'unica fascia, alta 1.30 m, che si sviluppa lungo il lato sud e che agisce come un grande ‘cuscino’ per migliorare l'isolamento termico del primo piano. D'altra parte vi è un’unica finestra longitudinale, che corre lungo tutta la facciata sud, che incornicia la massima porzione di orizzonte all’interno della casa.

I vincoli econimici hanno fatto sì che la casa sia stata risolta con piccoli gesti, il minimo per ancorare l'edificio al paesaggio.

The design of these two semi detached houses is addressed in a non-conventional way. Although the program for both houses is identical, the layout is not symmetrical. From the beginning the two units were conceived as one single project. Not only does the project answer to the clients needs, but it also offers the possibility of being transformed into one single house, envisaging a wider range of scenarios for its future use.

Although the house is located on a slope, oriented to the south, with many rocky outcrops and is called “los Peñascales” – rocky area in Spanish- the building does not relate to them, it turns its back to the immediate surroundings and rather interacts with the distant Pardo forest and with Madrid´s skyline. In my opinion, this is the key decision of the project, from which the rest derives.

The house somehow denies the surroundings and the abrupt topography of the site by delicately leaning on the rocks with a large horizontal plane that defines the footprint of the building. This noble plane, where the daily life goes on, is covered by a floor made with white calcareus stone.

Once this reference level has been established, the house is organized in two independent parts. Underneath are located the service uses and the car parking, and above the living area of the house. The entrance to the house appears between these two different worlds, through an almost hidden stair, situated around a huge rock.

One single volume houses the rest of the program. It is a hermetic, horizontal prism related to the “footprint plane” in its placement, shape and dimension. Here is where the rest of the program like bedrooms, a little toilet and the main bathroom is organized as well as the zones destined to the study. Against the hillside, the almost hanging concrete box leaves underneath the necessary height for the ground floor to be protected from the sun while preserving the views to the horizon.

A unique bay window located at 1,40 meter of height allows to trim the skyline of the landscape and uniformly illuminates the concrete ceiling. The horizontal void that runs almost through the whole building brings natural light into the first floor, allowing the sun to enter diagonally into the ground floor through the central double height. The independence of levels is only interrupted by double heights that put in relation both spaces described previously.

The objects of the house are clustered and related to one another in such way that in the ground floor, the furniture is reduced to one single element that has very different functions: storage, kitchen, sitting area and entrance windbreak. In the first floor, all the wardrobes are concentrated in one single strip that is attached to the façade, improving the thermal behavior of the building and therefore reducing its energy consumption.

This house hosts two dwelling units, but lacks of house scale. It uses the abstraction of the traditional dwelling elements to mislead the visitor and to attract his attention to specificity of the environment.



La normativa urbanística vigente en muchos de nuestros municipios no responde a las necesidades que la sociedad de hoy en día demanda. Durante los últimos años, la especulación ha sido la principal razón que ha movido al mercado inmobiliario en España. El motivo fundamental que ha impulsado a las personas a adquirir un inmueble ha sido la revalorización que este mismo inmueble tendría con el paso del tiempo.
La historia de la vivienda 1+1=1 comienza cuando dos amigos deciden invertir sus ahorros en la compra de dos casas donde vivir con sus familias. El dinero del que disponían les permitía optar a una vivienda de aproximadamente 60 m2 en un barrio medio de la ciudad de Madrid. Como alternativa contemplan la posibilidad de comprar entre los dos una parcela en un municipio de la sierra norte madrileña, donde la normativa urbanística permite la construcción de viviendas muy grandes, las menos demandadas por la sociedad, y aprovechar esta situación para plantear un nuevo modelo de vivienda compartida.
Si eliminamos el factor de la especulación y asumimos que ciertos elementos de la vivienda de hoy en día pueden ser compartidos, nos encontramos con posibilidades hasta ahora poco desarrolladas debido a una mentalidad anticuada.
La vivienda 1+1=1 se plantea como un bien compartido que se aleja de las convenciones sociales que tradicionalmente nos encaminan a utilizar el vinculo sentimental como único modelo de compromiso hipotecario, y se sirve de la amistad como enlace entre dos unidades familiares que deciden compartir un bien para habitarlo y disfrutar de sus bondades.
El encargo consiste por tanto en resolver un programa ambivalente capaz de desarrollar dos viviendas unifamiliares susceptibles de ser transformadas en una sola. En un hipotético caso de venta, las dos viviendas a través de muy pocas modificaciones de la planta pasarían a convertirse en una sola. Hasta que eso ocurra, si es que llega ha suceder, las dos unidades familiares comparten los gastos y los servicios comunes de una vivienda que jamas podrían permitirse de manera individual.

El solar escogido esta situado en Los Peñascales, una urbanización localizada entre dos pequeños municipios de la sierra norte de Madrid, a media ladera en un terreno que desciende hacia el sur, coincidiendo con las mejores vistas del monte del pardo y el skyline ya lejano de la ciudad. En la parcela no existían árboles que respetar, tan solo arbustos y vegetación autóctona, sin embargo destacaban dos grandes rocas de granito, muy características de la zona que debido a su gran tamaño se incorporaron como un elemento más de la casa. La primera de ellas como soporte estructural de la gran losa de hormigón que define la terraza y la segunda, definiendo la entrada de una de las dos viviendas.
Funcionalmente se organiza en tres niveles. El primero, semienterrado, casi oculto, resuelve el encuentro con la pendiente y genera un lugar en sombra donde poder dejar los vehículos. El segundo nivel consiste en un único espacio continuo y abierto completamente al paisaje a través de un cerramiento de vidrio que tan solo se cierra en la fachada norte por medio de un muro de hormigón armado. La continuidad del pavimento prolonga visualmente el interior hacia el exterior y produce la sensación de un espacio mucho mayor del que en realidad es. Finalmente el tercer nivel que alberga los dormitorios y que debido a su mayor superficie genera en la planta inferior dos porches en los extremos y un voladizo en la fachada sur. Esta operación permite que mejore sustancialmente la eficacia energética de la casa. La entrada de los rayos de sol al interior se produce únicamente en invierno ayudando a elevar de manera natural la temperatura de la casa y sin embargo impide su impacto durante los calurosos meses de verano. De esta manera se reducen considerablemente los gastos energéticos que también se ven disminuidos por los paneles solares situados en la cubierta.

En el diseño del mobiliario estuvo presente la idea de unicidad, es decir la idea de aglutinar el mayor número de elementos en uno solo y de esta manera liberar la mayor superficie de la planta de cada una de las dos viviendas que no supera los 140 m2.
Esta idea que tiene que ver con la contención sin duda afecta a la percepción del espacio y la escala de la propia vivienda. Esto es algo que puede observarse en distintos puntos de la casa. En planta baja se asocian la cocina, el espacio de almacenaje, la estantería, un espacio para sentarse y el cortavientos de entrada. Estos elementos pierden su forma tradicional y se unen formando un único objeto que resuelve todas estas funciones y se integra en el espacio con naturalidad. De la misma manera en la planta primera todos los armarios se concentran en una única franja de 1.30 metros de altura que se desarrolla a lo largo de la fachada sur y que actúa como un gran colchón que mejora el aislamiento térmico de la planta primera. Por otro lado define una única ventana longitudinal, que recorre toda la fachada la fachada sur con el fin de incorporar la máxima dimensión del horizonte al interior de la casa.
Las restricciones económicas han hecho que la casa se resolviera con pocos gestos, los mínimos para anclar la construcción al paisaje.
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    ARCHITECTS: Iñaqui Carnicero Alonso-Colmenares, Lorena del RioTECHNICAL ARCHITECT: Manuel IglesiasBUILDING CONSTRUCTION: Antón Iakobiny Pitch S.L.La “Casa 1+1=1”, progettata da ICA arquitectura (Iñaqui Carnicero Alonso-Colmenares e Lorena del Rio), si trova a Torrelodones, piccola cittadina fuori Madrid. La storia della casa 1+1=1 ha inizio quando due amici decidono di investire i propri risparmi nell’acquisto di due case per vivere con le proprie famiglie. I soldi a loro disposizione gli...

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