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Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara Ferrara / Italy / 2010

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Il tema si presenta assai complesso, sia per la delicatezza degli argomenti in gioco sia per il luogo fortemente evocativo e carico di significati assoluti e locali. KNOWCOO in questa occasione ha scelto d’intraprendere una strada che solo in parte segue le indicazioni dettate dalla Fondazione: dopo lunghe riflessioni sul tema e vivaci confronti con gli esperti d’ebraismo facenti parte del team di progettazione, si è deciso di trasgredire alcuni punti del disciplinare, ritenuti inadeguati alla soluzione del progetto. Uno dei punti fondamentali è la depotenziazione del carcere: collocare un Museo dedicato anche (ma non solo) alla Shoa in una prigione è un’operazione a doppio taglio. Essenziale è evitare l’analogia tra l’Olocausto e il sistema carcerario. Inoltre, la mission del Museo dichiarata nel bando di gara è l’apertura verso Ferrara e il mondo, la realizzazione di una presenza nella e per città. Si è dunque deciso di intervenire coraggiosamente sulle mura di cinta (anziché realizzare piccoli varchi, come suggerito dal disciplinare) aprendo il Museo alla città, donando parte della superficie aperta ai ferraresi, creando un sistema di piazze pubbliche e semipubbliche dove incontrarsi in ogni momento della giornata, favorendo lo scambio ed il confronto.
Non si è però effettuata un’operazione di totale rimozione della memoria: le carceri sono state e restano un riferimento nella storia locale e la città ha diritto di conservarne il ricordo. È stato quindi conservato e ristrutturato l’edificio C (sede delle celle maschili) convertendolo da luogo di segregazione a culla della cultura, ospitando spazi per esposizioni temporanee, un’ampia sala studio e la foresteria per accogliere visiting professor provenienti da ogni parte del mondo. Annesso a questo, ad accogliere i visitatori, un nuovo edificio di testa (il blocco D), di grande semplicità costruttiva, con una facciata semitrasparente che consente alla città di permeare il luogo, ospitante funzioni dedicate ad un ampio pubblico e fruibili quotidianamente come il bookshop, la mediateca, la sala conferenze ed il ristorante panoramico. Alti rostri alludono alla menorah e rendono visibile il centro culturale anche a distanza.
A concludere il sistema edilizio, in un complesso disegno degli spazi aperti, il Museo vero e proprio (il blocco B), un monolite, uno scrigno, un’arca che custodisce la tradizione. Il nocciolo non è però ostile e impermeabile: una pelle si stacca dal nucleo e parla al mondo con quei mitzvot, i precetti, universali, validi per ogni uomo, quali che siano il suo credo o religione. I raggi del sole, attraversando la pelle metallica traforata, ripetono all’interno la Parola di Dio attraverso l’inconsistente magia della luce.
Anche nella progettazione degli spazi interni Knowcoo ha rielaborato le indicazioni del bando: dividere i percorsi dedicati alla storia dell’ebraismo in Italia e ai principi della religione non sembrava la via corretta. L’intreccio tra i due offre invece maggiori spunti di riflessione ed emozioni decisamente più intense. Si sono quindi concepiti due percorsi percorribili in più direzioni: tre rampe ascendenti dalle ampie dimensioni (che le rendono così esse stesse sale espositive), ospitano al primo piano la storia del popolo in viaggio, al secondo la Torah in quanto pensiero ebraico e al terzo la liturgia, raccontata attraverso le feste ebraiche; tre ampie sale centrali e quadrangolari sono dedicate più specificatamente all’ebraismo in Italia, accantonando il criterio cronologico e allestendo separatamente gli eventi “negativi” (il pregiudizio e la persecuzione nei suoi aspetti religiosi, sociali e razziali), da quelli “positivi” (i contributi costruttivi dell’ebraismo in Italia) concludendo con uno spazio che offra un momento di meditazione sull’esperienza vissuta durante la visita al Museo.
Le sale e le rampe possono essere fruite indipendentemente (scegliendo PRIMA il percorso dedicato alla storia ed ai principi basilari della religione e POI quello legato alle vicende nazionali o viceversa) o contemporaneamente (intervallando i tre momenti delle rampe con quelli delle sale). Si cerca così di giungere alla sintesi dell’idea del museo come spirale (Le Corbusier a Chandigarh, F.L.Wright a New York) con il museo a sala (Schinkel a Berlino, Stirling a Stoccarda). Anche l’organizzazione degli spazi esterni ha un ruolo fondamentale per traghettare il messaggio di apertura e dialogo che il MEIS vuole comunicare: oltre alla piazza antistante il blocco D viene donato alla cittadinanza anche un percorso ciclo-pedonale fruibile liberamente in ogni ora del giorno che consente il collegamento tra il centro storico e la darsena. Le aree che circondano il complesso edilizio sono altresì accessibili liberamente durante gli orari di apertura del centro culturale, limitando le azioni di controllo e security solo agli spazi interni museali ed espositivi. Anche dal punto di vista simbolico, il giardino e le piazze sono carichi di significati: la presenza dell’acqua evoca la Torah (l’acqua viva è l’immagine della Torah che alimenta di vita il giardino dell’Eden); il giardino è suddiviso in aree dove vengono coltivati gli alberi cari alla tradizione ebraica, le piante officinali e le “sette specie”, lasciando libera un’area per la realizzazione della Sukka; il sistema delle piazze invita le culture ad incontrarsi e confrontarsi.
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    Il tema si presenta assai complesso, sia per la delicatezza degli argomenti in gioco sia per il luogo fortemente evocativo e carico di significati assoluti e locali. KNOWCOO in questa occasione ha scelto d’intraprendere una strada che solo in parte segue le indicazioni dettate dalla Fondazione: dopo lunghe riflessioni sul tema e vivaci confronti con gli esperti d’ebraismo facenti parte del team di progettazione, si è deciso di trasgredire alcuni punti del disciplinare, ritenuti inadeguati alla...

    Project details
    • Year 2010
    • Client Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna
    • Status Competition works
    • Type Restoration of old town centres / Multi-purpose Cultural Centres
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