FRIEM Headquarter

Segrate / Italy / 2010

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Progettisti:
Angelo Lunati, Luca Varesi

Design team:
Thilo de Gregorio, Rossella Locatelli, Francesco Marilli, Mariana Sendas, Giulia Vrespa, Roberto Lamanna

Consulenti:
strutture: CeAS S.r.l.
impianti: Primeco S.r.l.

L’intervento riorganizza complessivamente l’area adibita alla produzione di convertitori elettrici, ubicata in un comparto industriale lungo la strada statale Cassanese, ad est di Milano.
L’idea principale è quella di definire il limite dell’area di intervento con un muro continuo, così da creare una condizione di chiusura dell’isolato.
L’edificio costituisce quindi un “inspessimento” di tale muro in corrispondenza dell’angolo, definendo un fuori ed un dentro: un giardino interno e gli spazi pubblici lungo strada.
Il programma prevede spazi per la ricerca al piano terra, introversi e rivolti quindi verso il giardino interno, e gli uffici amministrativi al piano primo.
Il volume si piega intorno all’angolo e si allunga con due corpi a sbalzo caratterizzati da nastri vetrati continui; il primo aggetta verso le betulle ed ospita gli spazi direzionali; il secondo si protende verso la strada e ospita gli uffici operativi.
All’estremo ovest, verso la strada statale, il volume si erge a segnalare la sua presenza con un elemento verticale costituito dalle centrali tecniche. La pelle metallica, costituita da lamiere sagomate e forate in acciaio inox opaco, avvolge interamente l’edificio come una tenda continua, conferendo al volume un carattere unitario, in cui parti opache e trasparenti risultano ambiguamente definite. La pelle filtra la luce con differenti gradi di apertura, in relazione all’esposizione solare ed al livello di intimità degli spazi interni.

Rispetto agli spazi indifferentemente aperti, proposti generalmente per gli edifici per il terziario, o alle forme anonime che fungono da sfondo a grandi scritte colorate, tipiche delle aree suburbane di qualsiasi città europea, la percezione generale è quella di un edificio in sostanza omogeneo, il cui carattere speciale è delegato alla complessità del rivestimento. La texture degli elementi metallici è stata sviluppata in più fasi, inizialmente cercando di utilizzare elementi industriali comuni, quali lamiere stirate, forate e piegate, per poi arrivare a una soluzione specificamente disegnata, per assecondare l’idea di un rivestimento la cui varietà si materializza a più livelli, tanto in pianta quanto in prospetto.
Il contrasto tra l’apparente monoliticità dell’intervento e la sua smaterializzazione più nel dettaglio, partecipa allo sforzo d’astrazione su cui si basa tutto il progetto; gli conferisce un’identità precisa e riconoscibile, in cui il carattere urbano di landmark si unisce alla preziosità di tessitura.

Gli uffici operativi sono in corrispondenza dei due aggetti vetrati, uno verso il giardino interno, l’altro verso l’esterno; in corrispondenza di alcuni ambienti il rivestimento si dilata di più per permettere di ritrovare il rapporto con il paesaggio.
In contrasto con l’ortogonalità dell’edificio principale, il giardino occupa gli spazi tra i due corpi e la parte produttiva esistente attraverso forme più organiche, piantumate a Betulla e Convallaria.
L’intento, attraverso le essenze scelte, è quello di creare un ulteriore filtro tra gli affacci degli uffici e l’area più operativa, nonchè di convogliare i percorsi verso gli ingressi di clienti e addetti in percorsi più definiti.

L’edificio, seppur abbia un coefficiente di forma penalizzante ed un impegnativo rapporto tra parti trasparenti e parti opache, è progettato per avere una classificazione energetica di tipo A CENED. Al momento rimane da implementare il sistema di copertura metallica, già predisposto per essere rivestito da pannelli fotovoltaici in silicio amorfo.
Il progetto persegue gli obiettivi di contenimento energetico attraverso una serie di strategie quali un sistema-involucro ad alte prestazioni sia per le porzioni opache che per quelle trasparenti, sistemi di schermatura esterna dall’irraggiamento solare, tende interne, sistemi impiantistici basati su pompe di calore, recupero delle acque piovane a scopi irrigui.
La centrale termo frigorifera, posta nella torre tecnica, è composta da due pompe di calore, una di riserva all’altra al 60%, con una caldaia per esterno a basamento che ha sola funzione d’intervento nella stagione invernale qualora si abbia il blocco contemporaneo delle due unità principali sopra descritte.
La climatizzazione estate/inverno dei locali avviene mediante ventilconvettori montati nel controsoffitto, la distribuzione del fluido termovettore tramite un circuito a 4 tubi, con linee e gruppi di pompaggio indipendenti. Le pompe di calore alimentano anche le batteria di raffreddamento e/o riscaldamento dell’unità di trattamento aria, posta nel piano interrato, attraverso circuiti secondari.

L’involucro di tenuta all’acqua e all’aria, posizionato dietro al rivestimento metallico, è costituito da porzioni opache e trasparenti. Le prime sono costituite da facciate continue e serramenti in alluminio a taglio termico con vetrocamere ad alta prestazione; più specificamente, la lastra esterna di spessore 8 mm è temperata con trattamento H.S.T., l’intercapedine sp. 16 con riempimento in gas argon, la lastra interna stratificata sp. 4+4 mm con pvb acustico e basso emissivo. La trasmittanza della vetrazione è pari a Ug=1,1 W/m²K, l’abbattimento acustico, particolarmente significativo per la localizzazione dell’edificio in aera aeroportuale, è pari a 42 dB. La stratigrafia è organizzata con un pannello sandwich in legno e lana minerale di 150 mm di spessore, accoppiato sulla parte esterna ad una membrana impermeabile traspirante resistente ai raggi UV, completata verso le zone interne da una controparete isolata in cartongesso a 3 lastre. La trasmittanza complessiva del pacchetto descritto è pari a U=0,058
W/m²K.

La scelte costruttive, come la carpenteria metallica, i sistemi di facciata e le partizioni a secco, sono caratterizzate dalla facilità di gestione in fase di realizzazione. Nel cantiere, semplicità di esecuzione e facilità di posa dei sistemi costruttivi, hanno permesso un’organizzazione ben definita dei lavori, con l’obiettivo di dare maggior preponderanza di sistemi costruttivi assemblati a secco, riducendo così gli spazi di stoccaggio. Questa modalità ha consentito un maggior controllo della tempistica e della qualità costruttiva, grazie alle lavorazioni in fabbrica e all’indipendenza dalle condizioni atmosferiche di cantiere.

Negli spazi interni la luce filtra attraverso la texture metallica dell’involucro; questi dispositivi hanno una funzione di controllo della luce, creando allo stesso tempo un’atmosfera interna di intimità, di riservatezza. Nella zona d’ingresso prevale invece la luce zenitale. Per ottenere un rapporto diretto con l’esterno, anche per motivi normativi, in alcuni ambienti si trovano delle ampie parti vetrate. L’intenzione è quella di rendere ambigua la relazione tra parti opache e trasparenti, tanto all’esterno quanto all’interno, come si ci si trovasse di fronte a qualcosa che è al contempo muro, tenda e frangisole.
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    Progettisti:Angelo Lunati, Luca VaresiDesign team:Thilo de Gregorio, Rossella Locatelli, Francesco Marilli, Mariana Sendas, Giulia Vrespa, Roberto LamannaConsulenti: strutture: CeAS S.r.l.impianti: Primeco S.r.l.L’intervento riorganizza complessivamente l’area adibita alla produzione di convertitori elettrici, ubicata in un comparto industriale lungo la strada statale Cassanese, ad est di Milano.L’idea principale è quella di definire il limite dell’area di intervento con un muro continuo, così...

    Project details
    • Year 2010
    • Work finished in 2010
    • Client Friem S.p.A.
    • Status Completed works
    • Type Corporate Headquarters
    • Websitehttp://www.onsitestudio.it
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