Lezioni di Campus - Progetto vincitore | Pietro Caruso

Principio ispiratore del progetto è il concetto di TERMINAL, inteso come nodo origine/destinazione dei percorsi di formazione che i giovani promuovono per la loro vita. Accogliere gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori, per offrire informazioni sui servizi dell’Ateneo e sull’offerta didattica delle singole Facoltà, diventa il primo approdo vissuto da chi intende proseguire il suo viaggio nell’Università della Calabria. Il terminal è anche luogo di scambio e di aggregazione, in cui l’Università del dialogo si confronta con il pensiero di chi si unisce in associazioni per perseguire obiettivi comuni. Sulla base di queste considerazioni, il progetto, invece di enfatizzare l’andamento lineare che caratterizza l’intero Campus, opera dell’architetto V. Gregotti, trova ispirazione formale nell’idea del viaggio, inteso come percorso di una superficie che si ripiega e si incurva, creando una diversificazione formale dello spazio, mentre gli ingressi si delineano come fessure e cavità della stessa superficie. Su questa forma fluida si innalza un solido quasi sospeso, omaggio alla razionalità lineare del ponte e dei cubi, idea generatrice del progetto del Campus. La ricerca di integrazione con il contesto ambientale si manifesta nella caratterizzazione dello spazio pubblico, inteso come luogo di richiamo, di arrivi e di partenze, spazio che si affaccia sul ponte “P. Bucci”, mantenendo un’identità forte anche su quello inferiore, dal quale, tra l’altro, si può avere un ulteriore accesso. La stessa geometria, morbida e fluida, ben si armonizza con i profili delle distese collinari che caratterizzano il territorio di Arcavacata di Rende. Il tetto è sempre connesso alla vita degli studenti, luogo di sosta, di incontro, di scambio. Anche i diversamente abili possono passeggiare lungo una rampa protetta da un nastro orizzontale in cui si può visualizzare, passo dopo passo, angolazione dopo angolazione, una mappa funzionale del Campus, risalendo, a ridosso di un’ampia gradonata, fino in cima, in un giardino piantumato di ulivi, tipici di questo territorio, offrendo così lo spettacolo di una visione a 360° del territorio circostante. Il linguaggio del progetto si traduce in una rete di messaggi e segni ispirati che stimolano la sovrapposizione, evocano la contrazione, in un virtuosismo di movimenti orizzontali e verticali. La forma estetica si integra alla vita dell’Università, permettendo una completa permeabilità degli spazi interni ed esterni. L’opera trascende il suo ruolo di nucleo operativo di accoglienza, per diventare un punto di riferimento unico per chi vive il Campus.