Regium Waterfront | Ilario Tassone

Completamento del Waterfront di Reggio Calabria Reggio Calabria / Italy / 2007

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Il progetto

Il fronte a mare della città del Piano De Nava, il “chilometro più bello d’Italia”, seppure ristrutturato e ampliato negli anni ‘90 utilizzando la copertura del tratto urbano della ferrovia, non è più in grado, se non altro dimensionalmente, di svolgere la sua funzione di logo tridimensionale della città. E’ necessario oggi rinominarlo, a partire dalla lettura del quadro paesaggistico morfologicamente omogeneo che lo accoglie – il tratto di costa compreso tra le due fiumare Calopinace e Annunziata, che trova nelle due aree residuali oggetto del Concorso (una contigua all’area portuale, corrispondente al tratto di costa prossimo alla foce della Fiumara Annunziata su cui sono tuttora presenti manufatti obsoleti e degradati; l’altra relativa alla zona dalla stazione ferroviaria, intorno alla foce della Fiumara Calopinace) la risorsa per disegnare le testate terminali di una nuova Via Marina.

Il Concorso, che senza dubbio pone un problema centrale per Reggio Calabria, è stato interpretato come l’occasione per ampliare il fronte a mare restituendogli il ruolo di facciata principale della città, di porta ideale in grado di ridefinire i rapporti tra quello che può essere considerato come il suo centro storico, ovvero la parte ricostruita dopo il 1908, e le espansioni degli ultimi decenni, e per proporre i due edifici omologhi che ospiteranno il Museo e il Centro Polifunzionale come condensatori sociali della vita contemporanea, spazi pubblici nei quali il consumo dell’arte e della comunicazione diventa un coinvolgente spettacolo urbano.

Questi interni urbani, ospitati in volumetrie semplici e convincenti, ma anche architettonicamente avanzate, misurate sulle effettive disponibilità economiche e organizzative della città, possono diventare i protagonisti di una ristrutturazione che può portare Reggio Calabria al livello degli altri centri del Nord, accettando l’idea che la città, nonostante i suoi problemi, è da sempre parte integrante dell’idea di Europa, come peraltro il suo secolare simulacro letterario e visivo dimostra ampiamente, ed è in grado di pensare il proprio futuro in forme meno ipotetiche e incerte.

La scelta che ha ispirato il progetto è stata quella di ridurre la complessità dell’intervento al rapporto tra i due volumi primari, dimensionalmente uguali, che accolgono il Centro Polifunzionale e il Museo del Mare e le funzioni connesse.

Si tratta di due forti elementi architettonici, dal rigoroso impianto geometrico, distanti ma perfettamente allineati secondo una direttrice che costituisce il terzo lato della triangolazione tra la Via Marina, il Viale Zerbi e la collimazione delle due aree di intervento. Sono propilei monumentali che segnano l’accesso al mare e dal mare si propongono come ultimi testimoni della grecità perduta dei luoghi. L’allineamento dei propilei è segnato sull’acqua da una punteggiata di boe, una virtuale strada, luminosa nella notte, che delimita la fascia balneabile del tratto di mare. I due volumi, metafora di giganteschi reperti archeologici, con la loro singolarità architettonica valorizzano l’intero tratto del litorale e, anch’essi illuminati nella notte, come un magico portale di accesso inquadrano la cimasa della città sull’acqua, proponendosi come uno degli elementi fondamentali di quella Metropoli dello Stretto costituita dai centri che si affacciano sulle sponde del mitico braccio che unisce la Calabria alla Sicilia ipotizzata da Giuseppe Samonà.

Il Masterplan

Il Masterplan è stato redatto sulla base degli indirizzi e delle prescrizioni contenuti nei documenti di gara, ed è finalizzato alla definizione dell’inquadramento dell’intero ambito progettuale, delle connessioni con il contesto urbano di riferimento, degli elementi principali della accessibilità carrabile e pedonale, della sequenza e della distribuzione delle funzioni in cui andranno a collocarsi i due edifici singoli oggetto di progettazione preliminare: il Centro Polifunzionale e il Museo del Mediterraneo.

La proposta è basata, per quanto riguarda i due edifici sopra menzionati, sul progetto di un segno forte e ben definito, di immediata riconoscibilità, suddiviso in due parti uguali che costituiscano due testate di un unico sistema organicamente interconnesso da servizi, verde, attrezzature. Un sistema funzionale si integra con i segni e gli spazi della città, basato su una sequenza di destinazioni e di relazioni che consenta la riqualificazione e il completamento del waterfront, riconoscendo alla spiaggia il ruolo di una vera e propria struttura urbana, in continuità e a completamento del raccordo tra le strade, le piazze e il mare realizzato negli anni ‘90 in occasione della sistemazione superficiale dell’intubata lungo la Via Marina.

Per gli ambiti non interessati dai due edifici, soggetti a copertura finanziaria pubblica, la sistemazione urbanistica è stata pensata per un mix funzionale che possa garantire la realizzazione in concessione di privati con la procedura del project financing, in un quadro direttore che individui elementi di indirizzo progettuale.

Il Masterplan per i due ambiti è in sintesi così descrivibile.

Il progetto dell’ Ambito 1 è riassumibile nei seguenti punti.

- Connessione del fronte mare con le quote principali della città consolidata: la quota della via Marina e della viabilità lungo la fiumara del Calopinace attraverso una nuova strada che scende dalla stessa via Marina costeggiando il parco ferroviario e raggiunge con un ponte le due bretelle stradali lungo il torrente; la quota del corso Garibaldi che attraverso la Villa Comunale e il sovrappasso pedonale previsto nel bando può raggiungere la spiaggia sottostante.

- Ripascimento della spiaggia e riqualificazione del fronte mare con individuazione di una fascia di aree per la ricettività alberghiera, di servizi per la balneazione e la nautica, separate da spazi pubblici arredati con vegetazione autoctona..

-Realizzazione di una nuova strada urbana che consenta l’accesso in sequenza alle aree per i servizi, per la ricettività e agli spazi a verde pubblico, in una alternanza di visuali che si aprono dal verde verso il mare.

- Restauro paesaggistico della foce della fiumara Calopinace.

- Localizzazione nei pressi della fiumara di moli e banchine di tipo galleggiante.

- Realizzazione di manufatti di semplice e rigorosa volumetria con caratteristiche architettoniche analoghe alle opere da realizzarsi nell’Ambito 2.

Il progetto dell’ Ambito 2 è riassumibile nella previsione dei seguenti punti.

- Alternanza architettonicamente significativa di spazi e percorsi pubblici e/o a verde con aree edificabili.

- Rinaturazione dell’area triangolare posta tra il torrente Annunziata e l’affluente Caserta, organizzata con due testate a parco, di cui una costituita dall’ esistente pineta da riqualificare e l’altra destinata alla ricettività alberghiera, attrezzata con parcheggi e con una piazza alla quota della spiaggia.

- Realizzazione del Museo del Mediterraneo collocato con lo stesso orientamento dell’Edificio Polifunzionale dell’Ambito 1 e con la stessa traccia planimetrica, segnale visuale speculare a livello urbano e territoriale.

- Realizzazione di un parco lineare che filtra le visuali verso il mare e verso la fascia di riqualificazione e ripascimento della spiaggia.

- Eventuale riuso dei silos esistenti lungo la banchina portuale oggi dismessi per strutture ricreative e di ristorazione inserendoli in un sistema lineare di verde quali resti di archeologia industriale. .

- Realizzazione della nuova strada carrabile di accesso al Museo del Mediterraneo, ai parcheggi pertinenziali distribuiti su due livelli e ai parcheggi pubblici inseriti in fasce verdi di protezione visuale .

- Individuazione delle aree destinate ad attrezzate nautiche, a laboratori artigianali, botteghe a servizio dei nuovi moli previsti all’interno e all’esterno del porto.

- Restauro paesaggistico della foce della fiumara Annunziata.

In sintesi la filosofia generale per la costruzione del Masterplan è stata quella di caratterizzare la spiaggia urbana come spazio collettivo della città, luogo di incontro e socializzazione, una sorta di piazza lineare corredata da adeguati elementi di arredo.

Per quel che riguarda gli standard urbanistici, sono stati rispettati:

i parametri di parcheggio pari al 15% dell’area massima edificabile di ciascun ambito, mentre per le due strutture principali (Centro Polifunzionale e Museo del Mediterraneo) sono stati adottati gli standard minimi di 400 posti auto per struttura;

gli indici generali di progettazione relativi all’area massima edificabile e alla superficie degli spazi pubblici o di uso pubblico e tutti gli elementi programmatici di prescrizione o di indirizzo contenuti nel Documento Preliminare alla Progettazione.

Il Centro polifunzionale

Il Centro Polifunzionale è previsto nell’area fra il parco ferroviario e la linea di costa e si pone come terminale a sud del “più bel chilometro d’Italia”, ponendosi come il terminale delle sistemazioni al livello del mare realizzate alla fine degli anni ‘90. L’impianto planimetrico e l’altezza del volume proposto è di m 28,00, come quella del Museo del Mare che lo fronteggia nell’area portuale, in una logica di continuità visiva e figurativa. Al dialogo a distanza tra i due volumi, reso evidente dalla fila di punti luminosi galleggianti che li collega, si contrappone il sistema di aggancio alla città attraverso il passaggio aereo che dalla Villa Comunale scavalca l’area ferroviaria e si proietta come belvedere sullo scenario dello Stretto.

Il programma funzionale si articola in tre parti distinte collegate da un percorso di tipo ascensionale dalla quota del mare fino al belvedere (quota +19,00) e di tipo discendente con l’arrivo dall’alto, cioè dal cavalcavia.

La parte basamentale, largo 30 m., ospita su due livelli i parcheggi per 500 posti, e la grande hall d’ingresso caratterizzata da uno spazio a tutt’altezza attraversato dalla rampa pedonale. La rampa, pensata come vera e propria promenade interna, si avvolge in un vuoto che permette di cogliere in un unico sguardo l’altezza dell’edificio e nello stesso tempo di osservare con un punto di vista mobile il paesaggio circostante. Il basamento, tagliato da fessure orizzontali, ha una sagomala di dimensioni ridotte rispetto al volume superiore, così come nell’edificio de Museo del Mediterraneo,ed è circondato da un profondo e ombroso portico che durante il giorno stacca il volume dal suolo enella notte lo sospende sul fascio delle luci dell’interno..

La parte superiore s’innesta a quota 10,00 m. con un corpo largo 45 m. e alto 18,00 m., in cui gli spazi interni si integrano in un alternarsi di doppi livelli, di trasparenze, di aperture e passeggiate aeree. Al primo livello troviamo la sala auditorium (1200 mq.), la sala conferenze (400 mq.), i laboratori artigianali ( 600 mq.) di cui alcuni pensati a doppia altezza, il ristorante e gli uffici. Questi vengono ricavati all’interno del vuoto originato dalla piega del muro perimetrale dell’edificio, vera e propria distorsione di una delle pareti esterno capace di dare profondità ed ombra interna. Oltre che dalla hall, l’accesso è previsto dalla rampa pedonale che arriva in un grande terrazzo belvedere ruotato rispetto all’orientamento lineare degli altri corpi funzionali. Il terrazzo è messo in comunicazione diretta con un altro belvedere rivolto verso l’Etna e verso l’imbocco a sud dello Stretto. La sua spazialità è connotata dalla copertura costituita dal solaio inclinato della sala cinematografica, che contribuisce alla costruzione di un luogo orizzontale compresso contrapposto alla grande dimensione del paesaggio esterno. L’insieme degli spazi aperti costituiscono un sistema di luoghi pubblici in un’idea di piazza coperta e di passeggiate lineari che attraversano l’intera dimensione dell’edificio, inglobando i vari spazi funzionali.

Il cavalcavia a q. +19,00 m che dalla Villa Comunale attraversa il parco ferroviario e taglia l’edificio termina con una belvedere a sbalzo sul mare collegato al suolo mediante una scala panoramica. L’orientamento del passaggio condiziona la terrazza belvedere che si ripete sui due livelli dell’edificio. Al sistema libero di passeggiate che si snodano su tutta l’estensione della pianta in una sequenza di visioni generali e di segmenti di inquadrature di paesaggio, si contrappone l’alternarsi di parallelepipedi in vetro destinati a palestra, aule multimediali, emeroteca, sala conferenze, grande sala cinematografica (1200 mq) e un lungo spazio espositivo. La continuità del solaio di copertura è interrotta da due ampie bucature, una in corrispondenza delle rampe pedonali, l’altra , una lunga fessura lineare, in corrispondenza della piega assunta dal muro alla quota +13,00 e riportata su tutta l’altezza del corpo di fabbrica. Il sistema a gradoni collocato alla sua base (quota +13,00) si pone come luogo contemplativo che, se da un lato guarda il suo contrapposto (il Museo del Mediterraneo), dall’altro si apre al paesaggio urbano e naturale circostante.

I due estremi dell’edificio sono pensati come due grandi vuoti in cui è possibile leggere la sezione degli spazi contenuti rimandando alla sezione viva del Museo del Mediterraneo in modo che i due interventi possono essere considerati come parti interrotte di uno stesso manufatto e come propilei di una virtuale porta.

Il Museo del Mediterraneo
Il complesso relativo al Museo del Mediterraneo sorge sull’area adiacente al Porto nei pressi della Fiumara Annunziata, area oggi prevalentemente occupata dal fascio di binari e da alcune fatiscenti costruzioni abusive. L’edificio, dimensionalmente uguale al Centro Polifunzionale del quale riprende la giacitura, è articolato su più livelli ed è attraversato da un percorso pedonale che permette l’accesso dalla quota di Viale Zerbi. La passerella suddivide il volume nelle sue principali sotto-unità funzionali: il Museo del Mediterraneo e l’Acquario.

Il progetto si compone sulla sequenza degli spazi pubblici: dalla pineta si accede alla rampa pedonale, della dimensione di 10 m., una vera e propria passeggiata aerea che sovrasta una piazza e consente l’accesso alla q. +17.00 m. del Museo. La passeggiata aerea non si conclude semplicemente nel raggiungimento, per mezzo di una scala, della terrazza-foyer con visuale aperta sul mare, vero e proprio spazio di smistamento dell’intero edificio, bensì lacera l’involucro del Museo proiettandosi sullo specchio d’acqua, al quale si raccorda attraverso una rampa di scale che serve una piattaforma galleggiante, utilizzabile eventualmente come molo. Dalla terrazza-foyer, attraverso un percorso in ascesa, si raggiunge uno spazio di distribuzione ritagliato tra diversi volumi prismatici (che ospitano sale per seminari e spazi educativi entrambi a doppia altezza e uno spazio per expò speciali a tripla altezza) e l’accesso all’ incisione sulla pelle del volume del Museo nella quale sono ubicati servizi (a q. +20.00 m.), gli uffici e una sala riunioni (a q. +23.00 m.). Le superfici vetrate dei volumi prismatici, che galleggiano nel vuoto alla q. + 17.00 m., consentono una visuale proiettata verso lo spazio interno, illuminato da un taglio nella copertura, e aperto sul mare.

Sempre alla quota di +17.00 è previsto l’accesso all’Acquario e alla Biblioteca, che si sviluppano, il primo secondo un percorso espositivo discendente, il secondo ascendente. La passeggiata aerea, funziona, pertanto, quale elemento che inverte la direzionalità della composizione spaziale, verso l’alto nei volumi prismatici e nella Biblioteca, verso il basso nell’Acquario. La Biblioteca, raggiungibile attraverso una rampa di raccordo contenuta tra la sua superficie vetrata e la pelle esterna, è ubicata alla quota di +23.00 m.: essa è servita da un ulteriore sistema di scale ricavate all’interno dell’incisione dello stesso involucro, accessibile attraverso una passerella aerea.

L’Acquario, una volta oltrepassata la biglietteria ubicata a q. + 17.00 m., si sviluppa su una superficie di 2000 mq. disposti su più livelli, serviti a partire dalla quota del mare da un sistema di rampe che costituiscono il percorso espositivo vero e proprio articolato secondo una spazialità complessa. Il manufatto si configura quale volume prismatico dai contorni ben definiti, il cui spazio interno va componendosi dalla quota di +5.50 m. alla quota di + 14.00m, per poi svuotarsi progressivamente.

L’accesso al Museo del Mediterraneo non avviene esclusivamente attraverso la passerella aerea, ma anche dalla via carrabile alla quota del mare, dove sono previsti i parcheggi.

L’accesso carrabile avviene attraverso un sistema di rampe che circoscrivono un elemento trapezoidale in cui è ubicato un parcheggio su due livelli. La copertura del suddetto elemento, alla quota di +8.00m, è adibita a piazza accessibile da Viale Zerbi, fruibile direttamente attraverso un sistema di gradinate che la raccordano alla quota urbana di +8.00m e da un sistema di rampe carrabili anche per i mezzi di emergenza.

Alla quota di +5.50 m., oltre all’Acquario, è prevista una zona adibita a deposito nonché un’area tecnica: entrambi si affacciano direttamente sullo specchio d’acqua, dove affondano i setti che sostengono la parte sul mare del sovrastante Museo A questo livello la sagoma del prisma è di dimensioni ridotte rispetto al perimetro ed è circondata da un profondo e ombroso portico che stacca il volume dal suolo.

A quota +8.00m., la piazza pubblica si dilata verso il mare consentendo l’accesso al Laboratorio di Restauro, anch’esso aperto sulla Sicilia, e, attraverso un sistema di rampe contrapposte, alla quota di +14.00 m. nonché al lungomare.

A quota +14.00 m., come già detto, lo spazio si dilata investendo tutto il perimetro del volume prismatico. Una rampa rettilinea adagiata lungo la direttrice della passeggiata aerea, consente, oltrepassando un vuoto spaziale, di raccordarsi alla quota della passerella pedonale.

L’ingresso vero e proprio dello spazio museale ha luogo a questo livello, ulteriormente dotato di bar e ristorante distanziati dallo stesso e dall’Acquario attraverso un gioco di vuoti. Il volume del Museo si configura quale prisma vetrato adagiato su un piano inclinato digradante verso il mare sul quale aggettano, a loro volta i prismi sovrastanti delle Sale per Seminari, degli Spazi Educativi, del Padiglione per Expo e degli spazi per fini speciali. Nella concavità della doppia pelle sono collocati i servizi igienici, lo spazio distributivo destinato al percorso d’emergenza, il bookshop.

L’obbiettivo è stato quello di dissolvere i volumi per l’alloggiamento delle funzioni richieste in un sistema di spazi pubblici complesso, articolato e sorprendente nei suoi scorci piranesiani, nei quali l’intesa luce meridionale filtra attraverso profonde fessure nella semplice e rigorosa stereometria dell’involucro.
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    Il progettoIl fronte a mare della città del Piano De Nava, il “chilometro più bello d’Italia”, seppure ristrutturato e ampliato negli anni ‘90 utilizzando la copertura del tratto urbano della ferrovia, non è più in grado, se non altro dimensionalmente, di svolgere la sua funzione di logo tridimensionale della città. E’ necessario oggi rinominarlo, a partire dalla lettura del quadro paesaggistico morfologicamente omogeneo che lo accoglie – il tratto di costa compreso tra le due fiumare...

    Project details
    • Year 2007
    • Client Comune di Reggio Calabria
    • Status Competition works
    • Type Waterfront / multi-purpose civic centres / Parking facilities / Multi-purpose Cultural Centres / Libraries / Pavilions / Bars/Cafés / Restaurants
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