Concorso nazionale di progettazione | Arsenio Manzione

"Riqualificazione ed arredo urbano di viale Cicerone a Latina" Latina / Italy / 2005

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1.Lettura del contesto

L'area del concorso è costituita essenzialmente da viale Cicerone, delimitato a nord da via Virgilio, a sud da viale Petrarca, e perimetrato ad est e ad ovest dai fabbricati residenziali esistenti. Quest'area può essere letta come una sorta di terminale dell'asse che, dal nucleo originario di Piazza del Popolo – il "Quadrato" di fondazione – giunge all'edificio del Tribunale. Si tratta di una zona dai caratteri non particolarmente rilevanti dal punto di vista dell'architettura urbana, eppure localizzata in una posizione centrale e strategica nel contesto della città. Ciò che la rende particolarmente interessante è la presenza di una intensa vita sociale.

Percorrendo viale Cicerone a partire dall'incrocio con viale Petrarca si può avvertire un progressivo intensificarsi della vita sociale: da un iniziale tratto dove appare dominante la funzione residenziale, la presenza di chioschi di piccolo commercio situati nella fascia alberata centrale del viale sembra segnare – tra via Monti e via Giustiniano – una maggiore densificazione degli scambi, confermata anche dalla presenza di numerose attività commerciali al piano terra degli edifici che delimitano il viale stesso. Una ulteriore caratterizzazione è poi assunta dall'area tra via Giustiniano e via Monti: qui il dinamismo del commercio si riduce, sopravvenendo di nuovo il predominio della residenza, alla quale si accompagna la presenza di due spazi pubblici: il parco giochi e la piazza con la vasca d'acqua.

2.Ipotesi e criteri progettuali

La lettura del contesto mette in luce l'esistenza di precise connotazioni morfologiche e funzionali che definiscono uno statuto dei luoghi che assumiamo come canovaccio per il progetto. La prima questione è quella di coniugare la dimensione locale dell'intervento con l'intento di dover ipotizzare un insieme di soluzioni tali da prefigurare un modello sperimentale di progettazione di arredo urbano e di riqualificazione di quartiere. In questo senso la scommessa è difficile ed appassionante, tanto più che la riqualificazione di viale Cicerone assume una valenza quasi paradigmatica, ponendosi come "esperienza pilota" per il progetto urbano di Latina.

L'ipotesi che presentiamo si basa su alcuni punti che riteniamo essenziali alla scala del progetto urbano in un quartiere come quello di viale Cicerone: a) una strategia d'intervento intenzionalmente "minimalista", nel senso di produrre momenti puntuali di riqualificazione che costruiscono nel loro insieme sinergico, e non per semplice sommatoria, una proposta unitaria; b) il rispetto degli elementi esistenti (anzitutto gli ambiti vegetali); c) l'accoglimento di ciò che in generale esiste nell'area (pure in termini di dissonanze) poiché è anche dall'eterogeneo e dall'ibrido che prende forma il quartiere. In questo senso, si assumono come preesistenze a pieno titolo il parco giochi e la piazza con la vasca d'acqua, sui quali non si prevede deliberatamente alcun intervento.

Il progetto per viale Cicerone individua due grandi ambiti, o sotto-aree: quella compresa tra viale Petrarca e via Giustiniano e quella compresa tra via Giustiniano e via Virgilio. Perché questi due ambiti ? Non si tratta di una partizione artificiale da sovrapporre, ma piuttosto di una soluzione "naturalmente" indotta dallo statuto dei luoghi. Nella prima sotto-area si riqualifica e si razionalizza essenzialmente un ambito costituito da alcune attività preminenti: la circolazione veicolare, la sosta/parcheggio, il commercio, il verde. Si è partiti dalla riorganizzazione del viale, mantenendo la presenza della fascia verde alberata centrale e le corsie di marcia veicolare ai lati di tale fascia. Si è potenziato quindi il numero di posti auto, studiando la loro disposizione sia rispetto all'uso da parte dei residenti, sia rispetto alla fruizione da parte di coloro che vi si recano per gli acquisti. Questa prima zona svolge il tema della strada giardino. La fascia centrale alberata assume l'identità di un centro commerciale all'aperto. Senza alcuna intenzione di riprodurre il carattere di uno shopping mall – del resto improponibile nel contesto di un quartiere residenziale come il nostro – si è ipotizzata una sequenza di box commerciali disposti in gruppi di quattro. Si è cercato inoltre di preservare al massimo la presenza degli alberi e della superficie permeabile, riducendo gli ambiti pavimentati agli spazi antistanti i box ed ai percorsi di raccordo tra gli stessi. I frequentatori possono quindi fare i loro acquisti passeggiando all'ombra degli alberi; sedersi sulle panchine disposte in ordine casuale sul prato, gettando magari uno sguardo sul giornale aperto dell'abitante seduto al loro fianco. L'arredo della strada giardino è completato dalla presenza di corpi illuminanti, contenitori per i rifiuti, grate per gli alberi.
Sottolinea l'entrata all'area all'incrocio di viale Cicerone con viale Petrarca una serie di elementi verticali in acciaio che possono montare stendardi o locandine.

La seconda sotto-area, compresa tra via Giustiniano e via Virgilio, si pone in un rapporto di complementarità rispetto alla strada giardino, declinando il tema prevalente del sistema passeggiata – piazza. Al movimento ed alla intensità degli scambi della strada giardino si sostituisce qui un ambito di tranquillità, in un luogo che vuole essere anzitutto di sociabilità e di incontro. Condizione essenziale per tutto ciò è la scelta di rendere questa sotto-area interamente pedonale, convogliando la circolazione veicolare lungo via Giustiniano e prevedendo di conseguenza una razionalizzazione dei percorsi, come si può vedere nei grafici. La passeggiata – piazza è la chiusura di viale Cicerone a nord, con la testata degli edifici residenziali preesistenti rivestiti in mattoni rossi, fondale significativo sia in senso visivo che simbolico. È dunque chiusura e nello stesso tempo elemento di mediazione tra il parco giochi ad ovest e la piazza con vasca d'acqua ad est.

È il minerale che segue al vegetale, la calma che succede all'attività, l'incontro che subentra allo scambio. È una sorta di "corridoio urbano" – ma anche di soggiorno o di salotto, per restare nella metafora della città-casa – volutamente semplice. Pochi elementi gli danno forma, poiché saranno gli uomini a dargli vita: una pavimentazione dal disegno in filari e conci di dimensioni diverse ma ripetute secondo una sequenza casuale di iterazioni discrete; poche grandi sedute disposte secondo giaciture reciprocamente ortogonali; corpi illuminanti che si alternano a destra e a sinistra, senza tuttavia formare assi rigidi di simmetria. A fungere da filtro tra il parco giochi e la piazza d'acqua e, insieme, da punto finale e catalizzatore del progetto, è una nuova piazza. L'invaso della piazza è generato dalla riproposizione di una figura che evoca il quadrato di fondazione. Per fugare, tuttavia, un intento "totalizzante", questo quadrato non appare che parzialmente, e leggermente ribassato, nell'invaso del "corridoio-urbano". Qui è segnato dalla presenza di un diverso disegno della pavimentazione, ad elementi rettangolari regolari. Una vasca d'acqua, anch'essa di forma rettangolare, precede una composizione di elementi di attrattiva simbolica realizzata con profilati scatolari in acciaio ed illuminati con luci dal basso. L'acqua è posta ad un livello leggermente più basso del semiquadrato ed è un semplice piano liquido che riflette la luce ed i giochi d'ombra del colonnato d'acciaio. Il quadrato si ricompone traslato rispetto all'asse del "corridoio urbano". Esso penetra nel parco giochi secondo una giacitura intenzionalmente ricavata da quella del grande parco urbano previsto dal piano di Littoria di Oriolo Frezzotti, ossia dall'elemento della raggiera dell'impianto stradale originario che punta verso sud-est. Questa nuova piazza quadrata è delimitata da un muro su due lati, con un'ampia apertura che dal parco giochi lascia intravedere dapprima la piccola vasca d'acqua ed il colonnato e poi, più oltre, la grande vasca circolare e la piazza sullo sfondo.

Il processo compositivo a monte della nuova piazza nasce da un'operazione che rimanda metaforicamente alla costituzione originaria del luogo. Non tanto alla sua origine "mitica" di città di fondazione costruita durante il fascismo come capoluogo degli insediamenti di bonifica dell'Agro pontino, quanto alla sua origine propriamente geologico-morfologica. Questo processo ripropone come un immaginario scavo archeologico, di cui la presenza di diversi livelli è evidente nel progetto, mentre l'aggiunta di un muro ne articola il senso su un piano volutamente diverso da quello dell'autenticità storica. È un processo (inventivo, dunque) di sottrazione di strati sovrapposti nel tempo fino a giungere all'elemento originario costituito dall'acqua, elemento principe della latina tellus. Così, questo piccolo piano liquido che riflette le sagome illuminate di un altrettanto immaginario colonnato, è lì per "raccontare" l'inizio di una lunga storia la cui scena si situa dalle parti del "Caput fluminis", alle sorgenti del romano Nymphaeum.

3.Tipologia di box per attività commerciali

Il box per attività commerciali è costituito da un elemento modulare di dimensioni in pianta 5,40 x 4,15 m, realizzato con struttura in profilati di acciaio tipo HE 200 B disposti ai quattro angoli, così da lasciare libero l'intero spazio interno. La facciata principale del box presenta un'apertura per la sua intera lunghezza con sistema a libro costituito da sei elementi ruotanti su cardini, suddivisi in due sezioni completamente apribili in modo da produrre un ingombro minimo. Al di sopra delle porte una fascia piena di altezza 0.80 m corre lungo l'intera facciata. Sul lato posteriore è inserito un elemento in cemento faccia-vista, sorta di nicchia al cui interno è alloggiato uno scaffale retro banco. È presente inoltre un locale bagno di dimensioni utili pari a mq 1,90. L'arredo all'interno del chiosco consiste in un banco vendita di dimensioni 2,70 x 0,80 m e di uno scaffale angolare per la presentazione di articoli.

L'attività commerciale si prolunga all'esterno del chiosco, al di sotto della copertura aggettante che si è pensata di generose dimensioni sia per offrire adeguato riparo alle transazioni all'esterno, sia per definire un elemento di decisa visibilità e di richiamo. La copertura è realizzata con struttura in profilati di acciaio tipo IPE su disegno, con sovrastante lamiera in acciaio, con forature rettangolari allungate per il passaggio della luce sulla zone antistante il chiosco. Per la tipologia di chiosco presente in viale Cicerone si prevede l'impiego di acciaio corten e di cemento faccia vista. Ferme restando le caratteristiche dimensionali e formali della tipologia, sarà possibile tuttavia diversificare l'impiego dei materiali nella riproposizione di questa in altre zone della città (ad esempio, facendo uso di lamiera verniciata ed intonaco bianco o pigmentato in luogo della combinazione acciaio corten – cemento faccia vista).


Ente banditore: Comune di Latina
Progettista capogruppo: Antonio Colasurdo
Gruppo di progettazione: Luigi Manzione
Arsenio Manzione
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    Project details
    • Year 2005
    • Client Comune di Latina
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Urban Furniture
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