Concorso nazionale d’idee per la riqualificazione di piazza della Torricella | Arsenio Manzione

Progetto premiato (3° posto) Scarperia / Italy / 2000

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Relazione illustrativa

Il comparto urbano costituito dalla sezione nord-ovest del centro storico di Scarperia entro e fuori le mura trecentesche rappresenta un luogo urbano emergente: la riqualificazione di Piazza della Torricella e delle aree adiacenti si propone come un intervento di ridefinizione e valorizzazione dello spazio pubblico di questo luogo. Piazza della Torricella intrattiene una relazione dialettica con la Piazza dei Vicari: la seconda, posta alla confluenza delle due maggiori arterie dell’impianto ortogonale e definita dalla presenza degli edifici rappresentativi della città – il Palazzo dei Vicari, la Prepositura, l’Oratorio della Compagnia della Madonna di Piazza, la Chiesa degli Agostiniani -, costituisce la piazza “storica” di Scarperia, simbolo della memoria collettiva e nucleo essenziale della sua storia urbana; la prima appare, invece, una sorta di medium tra il passato e il futuro della città.

Luogo di preesistenze storiche – le mura, la Torre, l’ex Casa del fascio –, la Piazza è un sito da sempre legato alle esigenze della contemporaneità piuttosto che alla pura rappresentazione della storia. Questo carattere di luogo “necessario” – comune in un certo senso alle realizzazioni dell’urbanistica medioevale - è verificabile nella stessa formazione storica dell’area. Il disegno dell’invaso è determinato, infatti, dall’andamento delle mura sulla scarpata verso ovest, nella parte più agevolmente difendibile della città di fondazione. L’uso originario della Piazza è quello di orto urbano, come si rileva dalla ricostruzione della struttura urbanistica nel XIV secolo.

Nella seconda metà del Settecento, si assiste alla progressiva scomparsa delle osterie e degli alberghi, localizzati nei pressi della Torricella, per i viaggiatori in transito tra Firenze e Bologna e, nel contempo, alla densificazione edilizia lungo la via dei Melai (oggi via Magenta) e la via della Torricella (oggi via Palestro). Durante il fascismo, nel clima di un generale “ritorno” all’immagine medioevale del luogo, si attuano importanti lavori di restauro (anche di ripristino) nel Palazzo dei Vicari e di nuova edificazione, quale la costruzione della Casa del fascio, realizzata sulla preesistenza della fabbrica di coltelli del XIX secolo. Piazza della Torricella è anche luogo di rapporto con il pregevolissimo paesaggio agrario, un paesaggio evocato ed intravisto, più che realmente percepito, a causa della grande altezza delle mura, delle quali si prevede il restauro con apertura di “finestre” sul paesaggio nel tratto su cui allo stato attuale insiste l’ex Casa del fascio. Posta com’è alla confluenza tra memoria storica e necessità dell’uso, essa costituisce una cerniera, metaforica quanto concreta, tra la persistenza e la trasformazione, tra la rievocazione dei modi di vita tradizionali e la prefigurazione di quelli futuri.

Nella riqualificazione del settore nord-ovest del centro storico di Scarperia, Piazza della Torricella assume dunque un ruolo centrale e strategico, capace di favorire, grazie all’ampliamento delle sue dimensioni e alla sistemazione delle aree al contorno, la formazione di un vero e proprio sistema di spazi pubblici. Esso è allo strato attuale già presente in modo virtuale ed implicito : l’intervento che qui si propone tende appunto a rendere esplicita la costituzione di questo sistema. Oggi Piazza della Torricella risulta priva di una precisa definizione, sia dal punto di vista morfologico (dato il degrado massiccio dell’edificio dell’ex Casa del fascio), sia dal punto di vista dell’uso in quanto spazio della comunità (data la dominante ed impropria funzione di parcheggio). Per conferire a questa parte di città qualità di spazio pubblico, riteniamo sia necessario anzitutto limitare drasticamente la funzione di parcheggio, attraverso la riduzione dei posti auto a circa un terzo di quelli attuali. La localizzazione di tali posti auto viene ipotizzata sull’area di sedime dell’edificio dell’ex Casa del fascio, lungo via Magenta, di cui si prospetta la demolizione, in quanto, pur presentando esso degli elementi d’interesse formale e storico (specie la facciata lungo la strada), l’operazione diviene necessaria al fine di conservare, anche in misura minima – come contemplato nella Relazione d’indirizzo – l’attuale funzione di parcheggio a servizio del centro storico. Sembrano, infatti, difficilmente conciliabili le esigenze di conservare la funzione di parcheggio e, nel contempo, di mantenere delle testimonianze significative della ex Casa del fascio, all’interno di un disegno di riqualificazione complessiva degli spazi pubblici.

In ragione della esigua quantità di posti auto conservabili, si sottopone all’attenzione dell’Ente una possibile ipotesi alternativa (cfr. schemi grafici annessi alla Proposta di piano di recupero) che prevede il mantenimento della facciata dell’ex Casa del fascio lungo via Magenta, la ristrutturazione di parte del preesistente edificio (su di una superficie pari a circa la metà di quella attuale) e la sua destinazione a spazio per esposizioni temporanee legate alla rievocazione della storia e della memoria cittadina (produzione artistica, artigianale e testimonianze relative agli aspetti della cultura materiale) e funzionali alla fruizione della piazza in occasione della “Giornata rinascimentale”. Questa ipotesi permetterebbe la persistenza dell’elemento di maggiore rilevanza dell’ex Casa del fascio e, allo stesso tempo, la conservazione dell’allineamento del fronte costruito su via Magenta, a discapito, tuttavia, della creazione di un’area di parcheggio, ritenendosi incompatibile la presenza di posti auto nella piazza con la sua riqualificazione in quanto luogo pubblico, destinato alla sola fruizione pedonale (come Piazza dei Vicari).

In entrambe le ipotesi, si è ricercata come principio direttore la compatibilità ambientale dell’intervento, sia nel senso del rispetto verso il contesto fisico, sia nel senso della sopravvivenza e della valorizzazione del contesto culturale dell’area.
Si è optato, infatti, per il mantenimento delle quote attuali di livello, nonché delle strutture esistenti (la gradonata e l’aiuola a terrazze in prossimità della Porta di S.Agata). Nessun rilevante volume fuori terra è previsto. L’ampliamento delle dimensioni della piazza, con l’annessione dell’area di sedime dell’ex Casa del fascio, richiedono di “differenziare” il sito, attraverso piccoli interventi che favoriscano altrettanto piccoli, ma significativi, spostamenti di senso, in grado di creare, in assenza di rigidi elementi costruiti, “situazioni” urbane definite.

La ridefinizione della piazza rimane dunque affidata anzitutto al progetto di suolo e agli elementi di arredo urbano: al disegno e alle qualità sensibili e visive della pavimentazione; alla sua articolazione su tre leggere variazioni di livello; al progressivo slittamento cromatico delle pietre (dal grigio dominante della pietra serena, agli inserti grigio-marrone della stessa e a quelli bianco-avorio della pietra di Carrara). Il disegno della pavimentazione estende le sue tracce anche al di fuori dell’invaso vero e proprio della piazza, per affermare la continuità ed la globalità dell’intero comparto oggetto d’intervento. L’arredo – lampioni, sedute, cestini, dissuasori – ripropone nei materiali l’uso del ferro associato alla pietra locale, declinandosi però anche in termini “contemporanei”, tanto dal punto di vista morfologico, quanto da quello tecnologico.

Progetto di suolo, progetto di arredo e progetto della luce, convergono nell’intenzione di imprimere alla piazza un carattere di “contemporaneità” che convive con l’ “antico”, come ulteriore – e, in un certo senso, ancora necessaria – stratificazione nel palinsesto-città, rapportandosi, nel tempo e nelle forme della sua stessa contemporaneità, alla memoria delle preesistenze e alla incombenza, mai sopibile, della storia. Unico elemento volumetricamente rilevante, ma tuttavia discreto, è il pergolato-installazione che nasce anch’esso nell’ordine “implicito” del luogo, riprendendo il modulo dimensionale in pianta della torre e la giacitura della gradonata esistente da via Filippo Lippi a Porta S. Agata. Uno specchio d’acqua posto al perimetro del pergolato, con accessi al suo spazio interno, vuole rievocare, unitamente al suddetto pergolato, una sorta di memoria “cristallizzata” della destinazione originaria ad orto urbano dell’area.

La qualificazione degli accessi pedonali al centro storico intende riadeguare l’accesso verso il retro del Palazzo dei Vicari, sistemando la gradonata con pedate con rizzada e il verde nelle aiuole a terrazza e sostituendo il parapetto esistente in legno con nuovo elemento in ferro. L’altro accesso necessita, invece, della creazione ex-novo dei gradoni, del rifacimento del tratto mancante del muro di contenimento su via Filippo Lippi e dell’illuminazione, mediante lampioni di disegno simile a quello degli elementi presenti sull’altra gradonata. Riguardo al verde compreso tra le due gradonate, nella scarpata ovest, si ipotizza l’illuminazione dal basso, con effetto scenografico, a completamento del sistema di accesso pedonale al centro storico.

La sistemazione della scarpata nord ovest a valle delle mura si profila attuabile secondo due segmenti, aventi caratteristiche e vocazioni diverse. Nel primo di essi, tra la gradonata verso porta S. Agata e la curva di via Filippo Lippi, la proposta si limita alla sola illuminazione del verde, con effetto di valorizzazione. Nel secondo segmento, invece, si prevede la creazione di un’area attrezzata con sedute, tavoli, gioco-bambini e di uno spazio di sosta per le autovetture, con accesso carrabile. Un percorso pedonale collega porta S. Agata con quest’area attrezzata, in corrispondenza della curva di livello +280 m.

La sistemazione del percorso di collegamento tra il centro storico e l’insediamento PEEP si propone di creare una più marcata definizione dei limiti laterali di tale percorso, da configurare come trait d’union tra il nucleo antico e quello contemporaneo, agendo in modi diversi su ciascuno dei due lati. Sul lato verso nord si dispone una piantumazione a siepe, di essenza locale, interposta tra gli esistenti lampioni, la quale permette la visione del pregevole paesaggio verso la scarpata, “introducendo” così all’entrata al centro storico. Sull’altro lato, una piantumazione in linea con pioppi cipressini (Populus italica), ad intervalli di circa 5 metri, ripropone il modello dei viali di accesso alle ville storiche del Mugello.






Ente banditore: Comune di Scarperia (Fi)
Progettista capogruppo: Luigi Manzione
Collaboratori: Arsenio Manzione
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    Project details
    • Year 2000
    • Client Comune di Scarperia (FI)
    • Status Competition works
    • Type Public Squares / Urban Furniture / Parking facilities / Multi-family residence
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