Nuova sede del municipio di Paratico e spazi attigui | Christian Ciucciarelli

Nel progettare il nuovo Municipio è sembrata necessaria una totale demolizione dell’edificio esistente perché risultava obsoleto sia dal punto di vista funzionale che estetico. E’stato previsto un principale livellamento del terreno alla quota +217, che negli elaborati rappresenta la quota +0,00, ed è stata prevista una parziale demolizione del muro verso via XXIV Maggio per svuotare una parte dell’area e creare un Piano Seminterrato aperto ed illuminato naturalmente. Sul lato nord dell’area è stato previsto inoltre un ulteriore scavo fino al livello seminterrato per permettere l’accesso al parcheggio coperto e l’illuminazione di ulteriori locali.
Il nuovo Municipio è stato concepito perché fosse aperto verso la città in modo da conferire un significato simbolico di partecipazione della comunità alle attività che dentro all’edificio si svolgono. E’ un’architettura di fughe e slanci verso l’esterno quasi a cercare il contatto con il contesto e la gente; forme solide e autorevoli, ma anche trasparenze attraverso ampie vetrate, allusioni alla chiarezza e trasparenza con cui si vuole svolgere il lavoro all’interno dell’edificio. Gli studi volumetrici sono stati orientati affinchè l’edificio possa risultare all’occhio del suo spettatore e fruitore un organismo dinamico e mai scontato, le cui visuali possano sembrare sempre nuove ed accattivanti, i cui percorsi siano anche momenti conoscitivi dello spazio e del volume grazie all’interazione sensoriale di gradinate, passerelle, aggetti, dissimmetrie. Specifica attenzione è stata posta durante la progettazione alla esigenza di orientare il nuovo edificio in modo da avere le migliori condizioni di esposizione solare; le maggiori superfici vetrate infatti sono state esposte sui lati est ed ovest per una buona illuminazione nelle ore del mattino e del primo pomeriggio, ideale per gli uffici. Data inoltre l’ampiezza dell’edificio, è stata ipotizzata sin dall’inizio, come si dirà poi, una corte interna perché si creasse un doppio affaccio necessario anche ad una buona ventilazione interna.Il progetto nasce dalla composizione di quattro volumi orientati secondo le direzioni più favorevoli per l’esposizione; tre nastri sovrapposti, uno a sbalzo sulla grande piazza al Piano Seminterrato, uno a sbalzo verso via XXIV Maggio e via Risorgimento su cui si appoggia il volume dell’Aula Magna/Auditorium, a sbalzo sulla piazza d’ingresso e uno che si orienta simbolicamente in direzione del Lago. L’intersezione di tali volumi genera una corte interna, invisibile dalla strada, una sorta di “spazio a sorpresa” da cui si gode una visuale suggestiva dell’intera volumetria. Il cuore dell’edificio è però rappresentato dalla grande Piazza a livello seminterrato aperta verso il lato ovest, in prossimità della piazza esistente e del Palazzo Civico recentemente ristrutturato, per dare continuità allo spazio pubblico e riconnettersi al tessuto esistente; creando un grande invaso su cui si aprono spazi commerciali (locali a disposizione), una biblioteca, una ludoteca, uno spazio giovani e un’ampia vasca d’acqua, ideata per ricreare quel contatto speciale che il luogo ha con l’acqua, il potente “genius loci” dato dalla presenza fisica e storica del lago; la connessione con il livello stradale è risolta con una gradinata “monumentale”, una sorta di teatro in cui va in scena la vita cittadina. Nella progettazione del nuovo Municipio gli intenti si sono orientati anche verso una particolare attenzione estetica del risultato finale, sia dal punto di vista volumetrico sia per la scelta dei materiali che si fanno portatori di particolari rapporti sensoriali tra l’architettura e l’uomo. Ogni corpo volumetrico, che in linea di massima definisce una funzione, viene trattato con materiali diversi sia per la volontà di definire una gerarchia tra di loro, sia per generare nello spettatore una sensorialità diversificata nella percezione dei volumi. Le parti basse dell’edificio sono perlopiù trattate con la trasparenza del vetro, mentre i volumi dei piani superiori sono più solidi e solo apparentemente più pesanti; questo per generare una sensazione di sospensione e di inversione delle regole della statica, una sorta di “divertisment” caro all’architettura contemporanea. Di qui l’utilizzo del calcestruzzo facciavista per i volumi dell’Area Politica, una sorta di “tubo” che si affaccia a sbalzo verso ovest e verso sud, cercando il contatto con il contesto.
Una porzione del volume a piano terra e di quello che contiene la zona destinata alla Polizia Locale, è concepita come un blocco intagliato di travertino, che nella parte alta viene smussato quasi accidentalmente lasciando un’apertura vetrata molto suggestiva sull’atrio dell’Area 3; questo volume più solido prende luce attraverso tagli netti, una sorta di branchie intagliate sull’angolo che guarda verso il lago. Il volume dell’Auditorium è concepito come un corpo galleggiante sulla piazza, di grande forza sul piano della riconoscibilità; il legno utilizzato anche per il rivestimento di alcune aree del progetto vuole essere un richiamo dell’atmosfera lacustre delle banchine e passerelle galleggianti sull’acqua, un tributo alla presenza del lago e alle sue rive che cosi tanto legano emotivamente il paese e la sua gente.
La forza dell’architettura sta nel creare nuovi stati d’animo e ricreare quelli che sono nei luoghi già da secoli, aldilà del suo contenuto funzionale questo edificio vuole essere un regalo alla comunità, vuole divenire un forte simbolo di identità e riconoscibilità del luogo.