Nuova sede municipio di PARATICO (BS) | bamboo studio

Paratico / Italy / 2010

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INQUADRAMENTO SCIENTIFICO
Le costruzioni che si aggregano attorno a uno spazio collettivo creano la città che, noi crediamo, rappresenta la forma più avanzata di vita organizzata, delle sue relazioni sociali e delle possibilità che l’uomo ha di incontrare l’altro suo simile. La città è il luogo predisposto per vincere il sentimento della solitudine per intrecciare relazioni per modificare il circostante e farci modificare da esso. I rimandi e le suggestioni che riesce a trasmettere uno spazio costruito non possono lasciarci indifferenti.
Quella città che alle ore 15 e 32 del 15 luglio 1972 ha vissuto il simbolico passaggio dal modernismo al postmodernismo, (demolizione del complesso Pruitt-Igoe, progettato dall’Architetto Minoru Yamasaki, a Saint Louis, versione ottimamente riuscita di macchina per abitare di Le Corbusier), che assomiglia sempre di più a un teatro, a una serie di palcoscenici in cui gli individui possono elaborare la loro magia personale assumendo molteplici ruoli. E’ come un labirinto, come alveare di reti di interazione sociale, l’enciclopedia diventa un folle album pieno di ritagli colorati che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro, non seguono alcuno schema, né razionale né economico.
Oggi la città rizomatica, eterogenea, molteplice, polisemica, procede grazie a una trama di linee eteroclite che continuano a rinviare le une alle altre, cercando un’alternativa all’architettura oggettuale, scultorea dei megaedifici che ricoprono vaste superfici che la lenta stratigrafia storica ci ha consegnato. I mats, i fiels (campi) oppure matrici offrono questa alternativa rispondendo alle richieste ricorrenti nei confronti di una certa indeterminatezza nella scala e nella figura, nella flessibilità d’uso e nella mescolanza funzionale.
L'accelerazione del ritmo temporale prodotta dal progressivo ingresso nel mondo dell'informazione, e l'assunzione del presupposto che tutto possa diventare oggetto di comunicazione, porterà, per dirla con Gianni Vattimo, ad una "riduzione della storia sul piano della simultaneità".
Tale nuova condizione della contemporaneità, espressione del vorticoso dinamismo che avvolge il processo di trasformazione del reale, da un lato crea una riduzione della distanza prospettica da parte dell'osservatore nei confronti dell'evento producendo un senso di "appannamento" della visione delle cose: un po' come accadeva con i soffietti delle vecchie macchine fotografiche quando un impedimento alla loro naturale estensione non consentiva all'obiettivo di mettere a fuoco l'immagine.
La diversa percezione del mondo che sembra ormai consistere in “una serie di primi piani dalla durata effimera, è la causa del proprio stato di disorientamento il cui paradosso sta nel trovare “la sua legittimazione sulla base di una performatività commisurata all'efficienza dei circuiti d'informazione, privati o pubblici, che riesce ad attivare”.
Quanto suddetto era importante per far comprendere il nucleo concettuale da cui prende le mosse il nostro percorso immaginativo/realizzativo che sta nella stretta relazione tra progetto e luogo e che si traduce in un sottile, insinuante atto di "appropriazione" da parte del manufatto architettonico nei confronti del sito, della sua realtà fisica, della luce, del colore, delle stesse presenze materiali variamente dislocate al suo interno.
Il nostro approccio si gioca in un sottile rapporto tra impulso creativo e riflessione razionale, raggiungendo il suo esito conclusivo attraverso un complesso processo di elaborazione formale volto a liberare l'energia latente nelle pieghe della topografia del contesto destinato all'intervento costruttivo. Questa impostazione, esplicitamente intende porre in primo piano la realtà concreta dell'ambiente circostante/naturale al fine di rendere l'organismo architettonico ricco di contenuti formali ed espressivi.
In questa prospettiva, il progetto si presenta come un itinerario d'indagine, e di attenta ricerca di valori da incorporare al suo interno, ed anche del più invitante, seducente modo di porre l'immagine architettonica nei riguardi di chi entra in relazione con essa.
Il nostro tentativo è quello di sviluppare una doppia visione del progetto: l'una, dilatata, ad ampio raggio, indirizzata all'elaborazione del rapporto con il luogo; l'atra, ravvicinata e impostata sul rapporto con la fisicità, con la materialità dell'oggetto.
Così se, da un lato, l'intento è quello di rendere il manufatto architettonico profondamente radicato al sito (naturale/artificiale), dall'altro, è quello di proporre il medesimo come un'entità astratta, isolata, autonoma, distaccata da qualunque definito ambito spaziale, per la forza espressiva che essa sprigiona e, conseguentemente, per l'attenzione che richiama su se stessa.
Si tratta di una modalità comunicativa che fa uso sistematico della figura retorica dell'antitesi, ossia del dialettico confronto di due affermazioni in sé contrapposte. L'essenza del progetto, in questo modo, perde la sua univocità, e si apre a una molteplicità di visioni e interpretazioni.
Ma è un'ambiguità del tutto apparente, perché proprio in questa interna "contraddizione" risiede il fascino sottile del nostro progetto, nonché l'impulso a considerarla soggetto di sistematiche interrogazioni.

Queste interrogazioni sono carattere del progetto, dal punto di vista formale, che si distingue per la netta contrapposizione tra densità materica del contesto, e leggerezza delle strutture vetrate che formano l'immagine corpo di fabbrica.
L'applicazione di un doppio involucro monomaterico che avvolge l'esterno come l'interno, non consente di operare distinzioni tra elementi portanti e portati. Lo spazio, in questo modo, appare come un ampio, continuo, articolato invaso/contenitore, libero nei suoi percorsi, ricco di situazioni spaziali, e contrasti scalari dal forte impatto emotivo per chi li percorre.

PROPOSTA PROGETTUALE
Il lago, il fiume, la valle d’Oglio, la Val Calepio, la Franciacorta, terre e acque che si incontrano, culture e cittadini: così nasce l’identità “PARATICO”, di flusso, di confine, di mezzo, dinamica e aperta. Allo stesso modo, dall’incontro, dallo sweep di due curve, due onde, si genera il modello, l’architettura, la forma organica della “casa comune”.
Il linguaggio del progetto fatto di leggerezza, fluidità, luce e trasparenza, qualifica l’identità del comune: a livello simbolico e logistico, di percezione e fruizione, una forma-funzione di incontro, apertura e sviluppo, incontro di cittadini, idee e prospettive, di apertura dello spazio, dei volumi, delle funzioni e delle forme sviluppando il senso di appartenenza e dell’identità della comunità.
Tra piano terra, primo e secondo piano, sono distribuite le funzioni di agorà, arengario e auditorium, cioè di luogo pubblico, dove si amministra la cosa pubblica e si sviluppa la cosa pubblica. Un contenitore aperto a livello terreno con passaggi, spazi espositivi e di intrattenimento; aperto ai piani con affacci sull’interno e sull’esterno; aperto a livello aereo con una terrazza panoramica sul territorio.
In dettaglio:
LINGUAGGIO:
- forma generata dallo sweep di due curve
- volume compatto, definito, continuo, monolitico > immediata comprensione spaziale

PLANIMETRIA:
- apertura del lotto totale su via risorgimento
- ampio piazzale esterno delimitato parzialmente da due elementi/seduta (uno dei quali si stacca dal muro di contenimento su via XXIV maggio diventando seduta)
- 3 ingressi autonomi, 1 al municipio vero e proprio, 2 alle aree commerciali / ricreative / ambulatori. Eventuale possibilità di accedere alle aree commerciali/ricreative senza accedere al municipio (fruibilità indipendente/serale)
- 1 ingresso mezzi tramite galleria da via XXIV maggio
- l’ingresso principale giace sulla direttrice dei due elementi di centralità esistenti rotonda-fontana
- lo stesso asse stabilisce anche la direzione dei corpi scala


PIANO INTERRATO:
- parcheggio coperto riservato ai mezzi comunali
- archivi
- locale tecnico

PIANO TERRA:
- area polizia locale, aree commerciali, bar accessibile sia internamente che esternamente, aree ricreative, ambulatori
- area esterna a disposizione del bar x tavolini, sedute…
- ampia hall a tutt’altezza (parzialmente) con 2 aree a disposizione di esposizioni temporanee / stand / mostre fotografiche…
- ingresso coperto
- eventuale possibilità di avere accessi diretti alle aree commerciali/ricreative sia dall’esterno che dalla hall interna
- corpi scala indicativi delle aree di riferimento (scala arancio = area amministrativa, scala turchese = aree politica+tecnica)
- affaccio su area verde

PIANO PRIMO:
- aree politica, tecnica, amministrativa
- suddivisione fisica (non visiva) in 2 aree/comparti/funzioni con eventuale possibilità di collegamento “aereo” (passerella)
- aree di distribuzione/attesa facilmente identificabili
- affaccio al piano terra (spazio a tutt’altezza)
- area politica “aperta”: maggior vicinanza al cittadino
- l’ufficio del sindaco si affaccia sulla piazza dell’attuale palazzo civico

PIANO SECONDO:
- aula magna / auditorium con terrazza belvedere sul lago
- visuale a 360° sul contesto


Il piano colore prevede tinte in gradazione (anche materica) sia internamente, dal basso verso l’alto, che esternamente, dal volume al confine del lotto: chiaro rimando alla rappresentazione schematica dell’acqua in profondità e all’effetto provocato lanciando un sasso nell’acqua. Flash di colore connotano gli elementi significativi (corpi scala).
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    Project details
    • Year 2010
    • Client Municipio di PARATICO (BS)
    • Status Competition works
    • Type Town Halls
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