Strutture per l'accoglienza provvisoria del Museo Nazionale d’Abruzzo
Progetto vincitore L’Aquila / Italy / 2010
5
1_Inquadramento generale del progetto
Il complesso nasce come completamento di un sistema architettonico preesistente, dallo spiccato valore storico-culturale, costituito dalla Fontana delle 99 Cannelle, il primo grande monumento realizzato a L’Aquila nel 1272, la chiesa di San Vito e gli edifici dell’ex Mattatoio che ospiteranno il Museo Nazionale d’Abruzzo. Il padiglione polifunzionale, al cui interno trovano spazio una galleria espositiva, una sala convegni, gli uffici, un bar caffetteria e una piccola sala lettura, si attesta all’estremità Nord-Ovest di quell’asse immaginario lungo il quale si localizzano i monumenti appena citati, parallelamente al fronte delle antiche mura urbiche risalenti al 1276
In particolare, l’ex Mattatoio ospiterà le opere d’ arte che, prima del sisma del 6 aprile del 2009, erano nelle sale del Forte Spagnolo; l’ importanza che rivestirà quindi il Museo Nazionale d’Abruzzo, ha avuto un peso in molte delle scelte progettuali che caratterizzano il padiglione.
2_Motivazioni delle scelte progettuali
Nell’intento di inserire il padiglione in un’importante area della città, rispettandone la complessità architettonica, la bellezza e la memoria storica, il progetto propone un sistema in cui il Museo Nazionale d’Abruzzo, la chiesa di San Vito e la Fontana delle 99 Cannelle costituissero altrettanti nodi strategici. I percorsi ne collegano le estremità, dando la possibilità al visitatore di accedere da qualunque punto, raggiungendone comodamente qualsiasi altro
3_Descrizione tipologico-funzionale dell’ intervento
3_1 L’impianto planimetrico
L’impianto planimetrico è fondato su di una griglia regolare a maglia quadrata che misura m 6 x 6, posta sulla giacitura dell’ex Mattatoio, di cui riprende fili e allineamenti. Il nuovo edificio è sostanzialmente formato da due corpi di fabbrica che si accavallano l’uno all’altro. Il primo ha un impianto a L: il lato lungo, verso la strada, si allinea alla facciata meridionale della preesistenza; il lato corto si allinea invece alla sua facciata settentrionale. Il secondo ha un impianto pentagonale, irregolare e allungato. Si proietta a sbalzo sia verso Nord, al di sopra dell’ingresso principale per chi proviene dalla rampa d’accesso carrabile, sia verso Sud, aggettando in quota sulla strada e segnalandosi così chiaramente, sia di giorno sia di notte, a chi percorre via Tancredi da Pentina.
3_2 Gli accessi
Al complesso si accede in auto o a piedi. Chi arriva in macchina, appena imboccata la rampa carrabile può parcheggiare all’interno di un garage seminterrato che, sfruttando il dislivello del terreno, è naturalmente ventilato e illuminato. Tale garage è in grado di ospitare 43 auto (con 4 posti riservati ai diversamente abili) oltre ad alcuni spazi per le moto. Il collegamento con il livello principale avviene tramite una scala e un ascensore (Figura 3). Il garage è stato pensato per funzionare anche indipendentemente dal nuovo complesso, non interferendo internamente con l’edificio; l’uscita pedonale dal garage è tuttavia posizionata in maniera tale da essere all’aperto ma al riparo dalla pioggia. Chi arriva invece a piedi percorrendo Via Tancredi da Pentina, può accedere al livello di calpestio dell’ ex Mattatoio, salendo una scala realizzata nel punto in cui le mura urbiche risultano crollate a causa del sisma. Tale scelta è motivata dal preciso intento di conservare la continuità complessiva del fronte murario grazie alla ricostruzione parziale di un muro in pietra locale, lasciando però due aperture ai lati in modo da crearvi in una l’accesso pedonale e nell’altra una discontinuità formale, a memoria del crollo causato dal tragico evento. Tale scelta progettuale è ovviamente subordinata a quanto decideranno le istituzioni competenti.
La scala appare prospetticamente strombata, seguendo a monte la giacitura dell’ex Mattatoio e a valle quella delle antiche mura. In alternativa, giungendo dal fronte Nord-Ovest e quindi dalla stazione ferroviaria, il visitatore può accedere al complesso attraverso un varco preesistente nelle mura, un percorso breve costituito da una rampa anch’essa parallela all’andamento delle mura e similmente strombata. Dal medesimo punto si può scegliere di seguire un percorso più lungo che risale il lotto lungo il confine, piega a destra e raggiunge la quota d’accesso principale agli edifici vecchi e nuovi del complesso e pensato per un uso quasi sia pedonale sia carrabile: può infatti funzionare per veicoli che in casi eccezionali (navette di trasporto visitatori, allestimento e disallestimento di mostre, ambulanza o altri mezzi di soccorso, auto VIP ecc.) abbiano l’ esigenza di raggiungere gli edifici. Alla sommità della rampa, l’ingresso al nuovo edificio è riparato dalle intemperie da un grande volume a sbalzo che ospita, al suo interno, la sala conferenze.
3_3 Gli spazi
Al piano terra, il nuovo edificio ospita gli ingressi (verso Nord e verso Sud, entrambi completamente vetrati), i collegamenti verticali (scale separate, più piccola per gli uffici e più grande e spettacolare per il pubblico, oltre a una coppia di ascensori) e uno spazio stretto e allungato destinato alle mostre, il principale dell’intero complesso, che prende luce esclusivamente da Nord e dall’alto, consentendo così un’illuminazione naturale ottimale oltre al massimo sfruttamento delle pareti come supporto espositivo. I servizi sono suddivisi in due blocchi, uno riservato agli uffici, l’altro aperto al pubblico; in prossimità di quest’ultimo sono anche ricavati la biglietteria e il guardaroba.
La hall d’ingresso permette di attraversare l’edificio da una parte all’altra e la sua flessibilità consente facilmente l’istallazione di spazi dedicati al merchandising. Al piano ammezzato sono collocati alcuni uffici. Al piano superiore è infine collocata una sala conferenze che funzionerà a servizio dell’intero complesso anche per videoproiezioni, concerti ecc, in grado di ospitare 96 persone e caratterizzata da un pavimento inclinato al fine di migliorarne il comfort visivo; sul lato opposto è una caffetteria panoramica esposta a Sud-Ovest verso il monte di Roio, le cui ampie vetrate sono caratterizzate da una tecnologia che sfrutta gel di silicio amorfo al fine di trasformarle in superfici fotovoltaiche. Tra la sala conferenze e la caffetteria si sviluppa una piccola area che può essere allestita a bookstore. L’accesso avviene utilizzando la scala principale e la coppia di ascensori. I servizi sono convenientemente disposti all’interno del blocco che racchiude anche gli ascensori.
3_4 Gli esterni
Gli spazi all’aperto sono pensati a servizio dell’intero complesso: offrono terrazze silenziose, panoramiche e circondate da verde; ma si gode anche della vista degli scultorei volumi della nuova fabbrica dialetticamente in contrasto ma tuttavia in sintonia con le preesistenze caratterizzate, com’è noto, da garbati ricordi di archeologia industriale. Il terreno destinato alla piantumazione è in parte in piena terra, in parte riportato sulla copertura del garage; la pavimentazione è in lastre di pietra di Vigliano.
4_ Indicazioni sui materiali e tecnologie proposte
4_1 La struttura
La struttura è interamente in acciaio. La necessità di garantire la massima sicurezza dal punto di vista sismico ha consigliato di sostenere, sia staticamente sia visivamente, gli sbalzi ricorrendo a tre grandi “alberi” astratti, dall’aspetto scultoreo, realizzati in scatolari d’acciaio intrecciati.
4_2 Le finiture
Le finiture esterne sono in pannelli d’acciaio Cor-ten e ampie vetrate in grado di garantire un buon livello d’isolamento termico oltre che acustico. Le finiture interne offrono un insieme relativamente neutro, con l’obiettivo di valorizzare tutto ciò che sarà messo in mostra. Al piano terra la pavimentazione è in resina grigia; le pareti e i controsoffitti semplicemente imbiancati. Ai livelli superiori si ripete un ambiente volutamente rassicurante e rilassante, fatto di colori tenui e giochi di luce creati dalla foratura dei pannelli di rivestimento.
4_3 La sostenibilità
Il padiglione è stato progettato all’insegna della riduzione dei consumi energetici: quest’ultima viene raggiunta attraverso l’utilizzo di un insieme di soluzioni capaci di assicurare all’interno il mantenimento del comfort ambientale - inteso come soddisfacimento dei requisiti di controllo del microclima - e dell’illuminazione naturale, limitando dunque al minimo i consumi da fonti convenzionali.
I criteri adottati fanno riferimento a un preciso principio bioclimatico secondo cui l’orientamento dell’edificio e lo studio del contesto climatico in cui viene realizzato, sono fattori fondamentali: da ciò scaturisce la possibilità di operare un significativo contenimento dei consumi energetici. Le tecnologie utilizzate nella progettazione del padiglione polivalente possono essere elencate e descritte come segue:
− isolamento termico con controllo dei ponti termici e infissi con camere a triplo vetro;
− sfruttamento dell’inerzia termica dei materiali utilizzati per un incremento della massa termica di tamponature e solai;
− massimo sfruttamento dell’illuminazione naturale;
− uso di sistemi solari attivi quali pannelli fotovoltaici integrati nelle falde esposte a sud della copertura a capanna, oltre al citato, innovativo sistema che usa gel al silicio amorfo per trasformare i vetri semplici in vetrate fotovoltaiche sulle facciate a Sud Ovest;
− utilizzo di tecnologie per il trattamento delle acque piovane che assicurino il risparmio idrico e il riutilizzo dell’acqua per impieghi compatibili. Tali acque vengono raccolte e stoccate in un serbatoio posizionato nel piano garage;
− sistemi domotici che controllano il funzionamento e i consumi degli impianti di illuminazione, ventilazione e sicurezza, garantendo comfort ed efficienza;
− utilizzo nelle facciate continue di vetri ad alte prestazioni energetiche per l’eliminazione dei fenomeni di abbagliamento debilitante e il controllo dei livelli di illuminamento.
L’inserimento del modello tridimensionale nel software Eco-tech ha permesso la verifica del soleggiamento dell’edificio nelle diverse ore del giorno, nei vari periodi dell’anno e in condizioni di cielo sia sereno sia nuvoloso. Tale strumento ha regolato le scelte relative all’involucro per il controllo delle superfici vetrate. Un maggiore approfondimento è risultato dall’inserimento dello stesso modello nel software Dialux per la verifica dei livelli d’illuminazione interna agli ambienti (Figura 6). Nello specifico, la scelta risultante del sistema vetrato a Nord-Est per l’area destinata alle esposizioni ha rispettato l’esigenza di avere bassi livelli di illuminamento, mentre quella per gli uffici consente il massimo sfruttamento della luce naturale per aumentare il comfort ambientale.
In sintesi, le soluzioni e le misure utilizzate, oltre a non provocare un incremento dei costi, consistono nella scelta di materiali e tecniche costruttive e impiantistiche capaci di ridurre i consumi energetici, limitando la dipendenza dell’edificio dagli impianti tradizionali, favorendo il comportamento spontaneo dell’organismo edilizio rispetto al clima e rendendo così il padiglione un vero e proprio climate sensitive building.
Il complesso nasce come completamento di un sistema architettonico preesistente, dallo spiccato valore storico-culturale, costituito dalla Fontana delle 99 Cannelle, il primo grande monumento realizzato a L’Aquila nel 1272, la chiesa di San Vito e gli edifici dell’ex Mattatoio che ospiteranno il Museo Nazionale d’Abruzzo. Il padiglione polifunzionale, al cui interno trovano spazio una galleria espositiva, una sala convegni, gli uffici, un bar caffetteria e una piccola sala lettura, si attesta all’estremità Nord-Ovest di quell’asse immaginario lungo il quale si localizzano i monumenti appena citati, parallelamente al fronte delle antiche mura urbiche risalenti al 1276
In particolare, l’ex Mattatoio ospiterà le opere d’ arte che, prima del sisma del 6 aprile del 2009, erano nelle sale del Forte Spagnolo; l’ importanza che rivestirà quindi il Museo Nazionale d’Abruzzo, ha avuto un peso in molte delle scelte progettuali che caratterizzano il padiglione.
2_Motivazioni delle scelte progettuali
Nell’intento di inserire il padiglione in un’importante area della città, rispettandone la complessità architettonica, la bellezza e la memoria storica, il progetto propone un sistema in cui il Museo Nazionale d’Abruzzo, la chiesa di San Vito e la Fontana delle 99 Cannelle costituissero altrettanti nodi strategici. I percorsi ne collegano le estremità, dando la possibilità al visitatore di accedere da qualunque punto, raggiungendone comodamente qualsiasi altro
3_Descrizione tipologico-funzionale dell’ intervento
3_1 L’impianto planimetrico
L’impianto planimetrico è fondato su di una griglia regolare a maglia quadrata che misura m 6 x 6, posta sulla giacitura dell’ex Mattatoio, di cui riprende fili e allineamenti. Il nuovo edificio è sostanzialmente formato da due corpi di fabbrica che si accavallano l’uno all’altro. Il primo ha un impianto a L: il lato lungo, verso la strada, si allinea alla facciata meridionale della preesistenza; il lato corto si allinea invece alla sua facciata settentrionale. Il secondo ha un impianto pentagonale, irregolare e allungato. Si proietta a sbalzo sia verso Nord, al di sopra dell’ingresso principale per chi proviene dalla rampa d’accesso carrabile, sia verso Sud, aggettando in quota sulla strada e segnalandosi così chiaramente, sia di giorno sia di notte, a chi percorre via Tancredi da Pentina.
3_2 Gli accessi
Al complesso si accede in auto o a piedi. Chi arriva in macchina, appena imboccata la rampa carrabile può parcheggiare all’interno di un garage seminterrato che, sfruttando il dislivello del terreno, è naturalmente ventilato e illuminato. Tale garage è in grado di ospitare 43 auto (con 4 posti riservati ai diversamente abili) oltre ad alcuni spazi per le moto. Il collegamento con il livello principale avviene tramite una scala e un ascensore (Figura 3). Il garage è stato pensato per funzionare anche indipendentemente dal nuovo complesso, non interferendo internamente con l’edificio; l’uscita pedonale dal garage è tuttavia posizionata in maniera tale da essere all’aperto ma al riparo dalla pioggia. Chi arriva invece a piedi percorrendo Via Tancredi da Pentina, può accedere al livello di calpestio dell’ ex Mattatoio, salendo una scala realizzata nel punto in cui le mura urbiche risultano crollate a causa del sisma. Tale scelta è motivata dal preciso intento di conservare la continuità complessiva del fronte murario grazie alla ricostruzione parziale di un muro in pietra locale, lasciando però due aperture ai lati in modo da crearvi in una l’accesso pedonale e nell’altra una discontinuità formale, a memoria del crollo causato dal tragico evento. Tale scelta progettuale è ovviamente subordinata a quanto decideranno le istituzioni competenti.
La scala appare prospetticamente strombata, seguendo a monte la giacitura dell’ex Mattatoio e a valle quella delle antiche mura. In alternativa, giungendo dal fronte Nord-Ovest e quindi dalla stazione ferroviaria, il visitatore può accedere al complesso attraverso un varco preesistente nelle mura, un percorso breve costituito da una rampa anch’essa parallela all’andamento delle mura e similmente strombata. Dal medesimo punto si può scegliere di seguire un percorso più lungo che risale il lotto lungo il confine, piega a destra e raggiunge la quota d’accesso principale agli edifici vecchi e nuovi del complesso e pensato per un uso quasi sia pedonale sia carrabile: può infatti funzionare per veicoli che in casi eccezionali (navette di trasporto visitatori, allestimento e disallestimento di mostre, ambulanza o altri mezzi di soccorso, auto VIP ecc.) abbiano l’ esigenza di raggiungere gli edifici. Alla sommità della rampa, l’ingresso al nuovo edificio è riparato dalle intemperie da un grande volume a sbalzo che ospita, al suo interno, la sala conferenze.
3_3 Gli spazi
Al piano terra, il nuovo edificio ospita gli ingressi (verso Nord e verso Sud, entrambi completamente vetrati), i collegamenti verticali (scale separate, più piccola per gli uffici e più grande e spettacolare per il pubblico, oltre a una coppia di ascensori) e uno spazio stretto e allungato destinato alle mostre, il principale dell’intero complesso, che prende luce esclusivamente da Nord e dall’alto, consentendo così un’illuminazione naturale ottimale oltre al massimo sfruttamento delle pareti come supporto espositivo. I servizi sono suddivisi in due blocchi, uno riservato agli uffici, l’altro aperto al pubblico; in prossimità di quest’ultimo sono anche ricavati la biglietteria e il guardaroba.
La hall d’ingresso permette di attraversare l’edificio da una parte all’altra e la sua flessibilità consente facilmente l’istallazione di spazi dedicati al merchandising. Al piano ammezzato sono collocati alcuni uffici. Al piano superiore è infine collocata una sala conferenze che funzionerà a servizio dell’intero complesso anche per videoproiezioni, concerti ecc, in grado di ospitare 96 persone e caratterizzata da un pavimento inclinato al fine di migliorarne il comfort visivo; sul lato opposto è una caffetteria panoramica esposta a Sud-Ovest verso il monte di Roio, le cui ampie vetrate sono caratterizzate da una tecnologia che sfrutta gel di silicio amorfo al fine di trasformarle in superfici fotovoltaiche. Tra la sala conferenze e la caffetteria si sviluppa una piccola area che può essere allestita a bookstore. L’accesso avviene utilizzando la scala principale e la coppia di ascensori. I servizi sono convenientemente disposti all’interno del blocco che racchiude anche gli ascensori.
3_4 Gli esterni
Gli spazi all’aperto sono pensati a servizio dell’intero complesso: offrono terrazze silenziose, panoramiche e circondate da verde; ma si gode anche della vista degli scultorei volumi della nuova fabbrica dialetticamente in contrasto ma tuttavia in sintonia con le preesistenze caratterizzate, com’è noto, da garbati ricordi di archeologia industriale. Il terreno destinato alla piantumazione è in parte in piena terra, in parte riportato sulla copertura del garage; la pavimentazione è in lastre di pietra di Vigliano.
4_ Indicazioni sui materiali e tecnologie proposte
4_1 La struttura
La struttura è interamente in acciaio. La necessità di garantire la massima sicurezza dal punto di vista sismico ha consigliato di sostenere, sia staticamente sia visivamente, gli sbalzi ricorrendo a tre grandi “alberi” astratti, dall’aspetto scultoreo, realizzati in scatolari d’acciaio intrecciati.
4_2 Le finiture
Le finiture esterne sono in pannelli d’acciaio Cor-ten e ampie vetrate in grado di garantire un buon livello d’isolamento termico oltre che acustico. Le finiture interne offrono un insieme relativamente neutro, con l’obiettivo di valorizzare tutto ciò che sarà messo in mostra. Al piano terra la pavimentazione è in resina grigia; le pareti e i controsoffitti semplicemente imbiancati. Ai livelli superiori si ripete un ambiente volutamente rassicurante e rilassante, fatto di colori tenui e giochi di luce creati dalla foratura dei pannelli di rivestimento.
4_3 La sostenibilità
Il padiglione è stato progettato all’insegna della riduzione dei consumi energetici: quest’ultima viene raggiunta attraverso l’utilizzo di un insieme di soluzioni capaci di assicurare all’interno il mantenimento del comfort ambientale - inteso come soddisfacimento dei requisiti di controllo del microclima - e dell’illuminazione naturale, limitando dunque al minimo i consumi da fonti convenzionali.
I criteri adottati fanno riferimento a un preciso principio bioclimatico secondo cui l’orientamento dell’edificio e lo studio del contesto climatico in cui viene realizzato, sono fattori fondamentali: da ciò scaturisce la possibilità di operare un significativo contenimento dei consumi energetici. Le tecnologie utilizzate nella progettazione del padiglione polivalente possono essere elencate e descritte come segue:
− isolamento termico con controllo dei ponti termici e infissi con camere a triplo vetro;
− sfruttamento dell’inerzia termica dei materiali utilizzati per un incremento della massa termica di tamponature e solai;
− massimo sfruttamento dell’illuminazione naturale;
− uso di sistemi solari attivi quali pannelli fotovoltaici integrati nelle falde esposte a sud della copertura a capanna, oltre al citato, innovativo sistema che usa gel al silicio amorfo per trasformare i vetri semplici in vetrate fotovoltaiche sulle facciate a Sud Ovest;
− utilizzo di tecnologie per il trattamento delle acque piovane che assicurino il risparmio idrico e il riutilizzo dell’acqua per impieghi compatibili. Tali acque vengono raccolte e stoccate in un serbatoio posizionato nel piano garage;
− sistemi domotici che controllano il funzionamento e i consumi degli impianti di illuminazione, ventilazione e sicurezza, garantendo comfort ed efficienza;
− utilizzo nelle facciate continue di vetri ad alte prestazioni energetiche per l’eliminazione dei fenomeni di abbagliamento debilitante e il controllo dei livelli di illuminamento.
L’inserimento del modello tridimensionale nel software Eco-tech ha permesso la verifica del soleggiamento dell’edificio nelle diverse ore del giorno, nei vari periodi dell’anno e in condizioni di cielo sia sereno sia nuvoloso. Tale strumento ha regolato le scelte relative all’involucro per il controllo delle superfici vetrate. Un maggiore approfondimento è risultato dall’inserimento dello stesso modello nel software Dialux per la verifica dei livelli d’illuminazione interna agli ambienti (Figura 6). Nello specifico, la scelta risultante del sistema vetrato a Nord-Est per l’area destinata alle esposizioni ha rispettato l’esigenza di avere bassi livelli di illuminamento, mentre quella per gli uffici consente il massimo sfruttamento della luce naturale per aumentare il comfort ambientale.
In sintesi, le soluzioni e le misure utilizzate, oltre a non provocare un incremento dei costi, consistono nella scelta di materiali e tecniche costruttive e impiantistiche capaci di ridurre i consumi energetici, limitando la dipendenza dell’edificio dagli impianti tradizionali, favorendo il comportamento spontaneo dell’organismo edilizio rispetto al clima e rendendo così il padiglione un vero e proprio climate sensitive building.
5 users love this project
Enlarge image
1_Inquadramento generale del progetto Il complesso nasce come completamento di un sistema architettonico preesistente, dallo spiccato valore storico-culturale, costituito dalla Fontana delle 99 Cannelle, il primo grande monumento realizzato a L’Aquila nel 1272, la chiesa di San Vito e gli edifici dell’ex Mattatoio che ospiteranno il Museo Nazionale d’Abruzzo. Il padiglione polifunzionale, al cui interno trovano spazio una galleria espositiva, una sala convegni, gli uffici, un bar caffetteria...
- Year 2010
- Status Competition works
- Type Pavilions
comment