Palazzo Nobile | Antonio Di Maro
La settima vita di un'immobile del 700 Naples / Italy / 2025
Nel 1700, Palazzo Nobile fu la grande residenza della famiglia Orsini, poi convento deputato
al noviziato, albergo di lusso, sede della Compagnia degli Illusi con Benedetto Croce, sala
cinematografica e molto altro ancora. Spesso, ci sono luoghi che deperiscono nel tempo
senza lasciare traccia ed altri che con la patina del tempo, acquistano fascino e
trasformandosi in un’antologia vivente di memoria e cultura. È quello che accade
nell’appartamento dell’architetto Antonio Di Maro dove memoria, architettura, cultura del
progetto, ricordi di famiglia e sentimento sono impaginati con garbo e sensibilità. “Ci sono
appartamenti che ti conquistano all’istante. Quando l’ho visitato per la prima volta ho
capito che c’era tutto quello che desideravo: una corte alberata, una pensilina dalle vetrate
policrome, due piani di scale nella composta penombra di un palazzo neorinascimentale,
volte a crociera, pavimenti ottocenteschi in cotto, una luce naturale così generosa da
attraversare trasversalmente tutto lo spazio e una cortina estesa a servizio dell’intero
appartamento”. Talvolta, la casa è qualcosa di più di un luogo in cui abitare. É espressione
della ricerca, è il luogo della metamorfosi, del buen vivre e persino delle sorprese. “Ed è
proprio durante i lavori di ristrutturazione che uno di questi colpi di scena si è rivelato in
tutta la sua forza narrativa: un vano scavato sotto una cortina tufacea forse utilizzato nel
passato come deposito di vini. Una scoperta inattesa, quasi un coup de foudre, che ha
acceso l’immaginazione progettuale e trasformato quello spazio in una suggestiva sala da
bagno. Le pareti di tufo sono state trattate e illuminate per enfatizzare la texture naturale,
in dialogo con l’essenzialità dello spazio che racconta la contemporaneità senza tradire
l’identità del luogo. Quando ho messo mano ai lavori sapevo bene che il primo scoglio da
affrontare sarebbe stato quello della matrice storico-artistica dell’edificio e dell’adattabilità
alla domotica attraverso la tecnica del cuci e scuci. D’altronde, il mio approccio progettuale
parte sempre dall’inquadrare il dove per poi spingermi all’intervento. La bellezza intrinseca
della pavimentazione in cotto andava preservata, quella degli archi a crociera esaltata. La
matrice della mia formazione parte dal neorazionalismo su scala urbana, l’approccio
all’architettura degli interni è arrivato dopo, con la neuroarchitettura, e di questo modello la
mia casa ne è manifesto compiuto”. Lo spazio è disegnato attraverso una sequenza ritmata
di archi e volumi semplici, tradotti in monoliti in ferro e policarbonato che rappresentano
l’autoritratto dell’architetto. “Il monolite parla di me, del mio approccio all’architettura
d’interni, di come con arroganza arrivo in modo spurio negli involucri antichi. Nessuna
concessione ossessiva al decorativismo: i pezzi che animano il mio spazio sono pensati per
contenere e per assolvere funzioni. Il policarbonato può avere dignità se ben utilizzato alla
stregua dei tubi di carico che utilizzo per le grosse condutture idrauliche delle città”. La casa,
secondo questo approccio diventa la summa creativa di progetti, in cui ogni elemento è
scelto con cura. Gli oggetti non sono mai casuali, ma raccontano storie, si mescolano ad
opere di artisti, di artigiani, quale memoria di nuovi incontri, di vecchie amicizie, di nascite.
Come la scultura site specific realizzata da Antonella Romano, commissionata dall’architetto
per celebrare la nascita della figlia Andrea, avvenuta in una notte di luna piena. L’opera che
si staglia con delicatezza nello spazio, è un omaggio poetico alla vita e alla continuità. La sua
presenza trasforma lo spazio in un racconto intimo e universale, con una forza narrativa che
dialoga con l’architettura e le emozioni di chi quell’architettura la abita.
Nel 1700, Palazzo Nobile fu la grande residenza della famiglia Orsini, poi convento deputatoal noviziato, albergo di lusso, sede della Compagnia degli Illusi con Benedetto Croce, salacinematografica e molto altro ancora. Spesso, ci sono luoghi che deperiscono nel temposenza lasciare traccia ed altri che con la patina del tempo, acquistano fascino etrasformandosi in un’antologia vivente di memoria e cultura. È quello che accadenell’appartamento dell’architetto Antonio Di...
- Year 2025
- Work started in 2025
- Work finished in 2025
- Status Completed works
- Type Apartments
- Websitehttps://www.antoniodimaro.it/portfolio-item/palazzo-nobile-napoli/
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