Parco urbano a Cefalà Diana (PA) | Elio Caprì

Cefalà Diana / Italy / 2000

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Lo snodo principale a cui è legata l'attuale e consolidata interdipendenza fra parco urbano e struttura urbana, prende avvio dall'esperienza americana della seconda metà del XIX secolo con la quale "si compie l'assimilazione dell'architettura dei giardini (landscape gardening) nella pianificazione urbana, anzi nella pianificazione del territorio" (Puppi). La serie di parchi urbani bostoniani progettati da Olmsted nella seconda metà dell'800, che si configurano come un unicum pressoché ininterrotto che attraversa osmoticamente l'intero agglomerato urbano ed è parte attiva e propositiva nell'ambito della disciplina pianificatrice, diviene l'esempio più pregnante del "verde" come elemento di qualificazione territoriale della struttura della città. Ne è conseguito, con l'accumularsi delle esperienze, l'affermarsi di un rapporto dialettico fra ambiente, territorio e città le cui problematiche sono oggi oggetto della più attenta e lucida attività di programmazione. Il parco urbano può quindi a pieno diritto venire inteso come strumento di intervento utile a qualificare e a razionalizzare anche i margini del tessuto urbano, qualora sorga in posizione periferica, aggregandosi a un tessuto urbano storico. Un tessuto urbano storicamente contestualizzato ha offerto, come nel caso specifico di Cefalà Diana, spunti di grande interesse legati a un sistema regolatore e divenire maglia o tracciato, qualificante l'intervento sul paesaggio sia dal punto di vista del riferimento alla storia specifica del luogo, prendendo in esame come elemento dimensionante la piazza "cuore" dell'abitato, sia sotto il profilo di un’attenzione alle tradizioni in senso più lato, quasi un rievocare la stagione del giardino geometrico, utilizzando come sistema di misurazione la canna siciliana (1 canna = 2,06 metri). È proprio questo sistema di misurazione che nel progetto di parco urbano per Cefalà Diana costituisce la base numerica e la griglia geometrica di riferimento derivata dall'antico tessuto urbano. Il progetto di parco urbano per Cefalà Diana tenta di ristabilire un contatto con un capitolo della storia dei giardini allo scopo di rendere leggibile e attuabile il ristabilimento di un equilibrio fra città e territorio. Il parco urbano di Cefalà Diana utilizza quadrati e ottagoni (anche la forma triangolare e quella rettangolare derivano dal quadrato, l'una per sottrazione, l'altra per aggregazione armonica), percorsi diagonali e aree di raccordo con elementi arborei. L'uso stesso dei materiali scelti, richiama alla memoria lo studio e le autentiche textures delle pavimentazioni legate alla storia delle città minori siciliane. È quindi nell'ideologia del rivolgersi alla storia e al patrimonio culturale di ciascun luogo civilizzato che il parco urbano di Cefalà Diana trova i suoi punti di contatto con il giardino inglese a cavallo fra XIX e XX secolo, reinterpretandolo in chiave moderna e tuttavia recuperandone alcune valenze significative come, per esempio, il variare della fioritura che dai bianchi e gialli primaverili di robinie e di acacie, si arricchisce del rosso senza foglie di jacaranda e della fioritura estiva dei "piumini rosa" di albizie. L'area scelta per la realizzazione del parco urbano è posta a cerniera tra il tessuto edilizio del centro abitato e la zona destinata ad uso e fruizione dell’emergenza del castello di origine saracena. L'impianto planimetrico - orizzontale dell'area del parco urbano si rifà al sistema analizzato per l'invaso della piazza riportando nell'area di progetto misure di "canne inferiori" (10, 5, 2, 1 canna); cioè è evidente nelle piazzette pedonali interne, nei percorsi pedonali, nelle delimitazioni delle aree a prato, e anche alle "linee direttrici ribaltate" delle essenze arboree. L'analisi delle tessiture delle pavimentazioni esistenti è stata utilizzata per collegare anche con i materiali di rivestimento dei percorsi pedonali "il parco" col nucleo urbano. La pretesa progettuale è stata quella quindi di progettare e di realizzare un parco urbano che sia strettamente collegato storicamente, morfologicamente e tipologicamente sia a livello di stratificazione e di sviluppo planimetrico col sistema della piazza principale, sia a livello dei materiali usati ed impiegati per il rivestimento e le costruzioni dei percorsi pedonali, dei muretti di contenimento e degli ulteriori elementi di definizione, con il centro abitato di Cefalà Diana e con la storia e con il suo sviluppo urbanistico. Nel parco sono presenti inoltre panchine di sosta, fontanelle, cestini per rifiuti, punti luce per illuminazione, segnaletica interna ed esterna. Le essenze arboree indicate sono state scelte in rapporto al sito. Sono state considerate, oltre le dimensioni e la sagoma generale delle piante anche altri criteri quali il tipo di ramificazione, la forma e il colore dei fiori, la forma e il colore delle foglie, il colore e la struttura della corteccia, sempre in rapporto alla morfologia e alla altimetria dell'area oggetto dell'intervento. La superficie occupata dall’intervento del parco urbano è di circa 18.000,00 mq.
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    Lo snodo principale a cui è legata l'attuale e consolidata interdipendenza fra parco urbano e struttura urbana, prende avvio dall'esperienza americana della seconda metà del XIX secolo con la quale "si compie l'assimilazione dell'architettura dei giardini (landscape gardening) nella pianificazione urbana, anzi nella pianificazione del territorio" (Puppi). La serie di parchi urbani bostoniani progettati da Olmsted nella seconda metà dell'800, che si configurano come un unicum pressoché...

    Project details
    • Year 2000
    • Work started in 1998
    • Work finished in 2000
    • Client Amministrazione Comunale di Cefalà Diana
    • Status Completed works
    • Type Parks, Public Gardens
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