CASA LIBERACE | bernardo re

Edificio Residenziale Plurifamiliare sostenuto da una Struttura in acciaio Cor-ten e calcestruzzo leggero strutturale a vista. Formia / Italy / 1995

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R E L A Z I O N E


 


PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN EDIFICIO A CARATTERE RESIDENZIALE A RIDOSSO DEL RIONE CASTELLONE IN VIA MAMURRA IN FORMIA SU LOTTO IDENTIFICATO NEL MAPPALE 1597 DEL FOGLIO N°21 DEL COMUNE DI FORMIA DI PROPRIETA' DEL TEN.COLONNELLO BENEDETTO LIBERACE


 


indice:


-inquadramento urbanistico del lotto secondo la normativa urbanistica vigente da pag. 01;


-descrizione del lotto nella conformazione attuale e nei rapporti col circostante da pag. 03;


-volontà progettuale da pag. 04;


-reperto archeologico e opera d'arte da pag. 05;


-descrizione del progetto da pag. 07;


-fattibilità dell'opera in rapporto alle norme di P.R.G. pag.11;


-fattibilità in relazione al vincolo di P.T.P. da pag. 11;


-fattibilità in relazione al vincolo della 1089/'39 da pag. 12;


-fattibilità in relazione ai reperti archeologici da pag. 12;


-allegati da pag. 13;


 allegato n°1: Atto di Cessione redatto dal Notaio dott. Gino Bartolomeo Rep.45890 Racc.5943 e relativi allegati, fra il Sindaco del Comune di Formia Michele Forte in rappresentanza del Comune e il Sig. Liberace Filippo, padre di Liberace Benedetto; col quale il Comune di Formia indennizzava il Liberace di un esproprio di una area avvenuto molti anni prima con il terreno in questione particella 1597 foglio 21 di Formia classificandolo come edificabile e con le caratteristiche citate appresso.


 allegato n°2: Certificato Storico Catastale in cui si attesta la proprietà completa del lotto di Liberace Benedetto nonché gli estremi e la superficie relativa.


 allegato n°3: Certificato sull'esistenza vincolo paesistico del 24/11/1993 prot. n°13016 dell'Assessorato Urbanistica-Assetto del Territorio-Tutela Ambientale della Regione Lazio.


 allegato n°4: Certificato sull'esistenza vincolo L.1089/'39 del 10/02/1994 prot. n°3048 della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici.


 allegato n°5: Certificato sull'esistenza vincolo archeologico del 23/09/1994 prot. n°15844 della Soprintendenza Archeologica per il Lazio.


 


INQUADRAMENTO URBANISTICO DEL LOTTO SECONDO LA NORMATIVA URBANISTICA VIGENTE


 


        norma di P.R.G.


Il terreno così come classificato sul Certificato di Destinazione Urbanistica dello 04/06/1987 allegato "C" all'Atto Rep.45890 Racc. 5943 redatto dal Notaio Gino Bartolomeo (allegato n°1) è individuato nel mappale 1597 del foglio n°21 del Comune di Formia ha la seguente destinazione urbanistica:


" sottozona di completamento B1, tipologia edifici contigui; interventi ammessi: piani particolareggiati o lottizzazioni convenzionate con soluzioni plano volumetriche; destinazione d'uso prevalentemente residenziale. Sono ammesse altre destinazioni che non contrastino con le caratteristiche prevalentemente residenziali della sottozona; indice di fabbricazione fondiario massimo 5mc/mq; altezza massima delle nuove costruzioni da disciplinare in conformità all'art.8 del D.M. 02/04/1968; gli edifici coperti a tetto non devono avere pendenza superiore al 30%; sono consentiti gli allineamenti sul filo strada purché nel rispetto della distanza minima di ml 10.00 tra pareti finestrate di edifici antistanti."


 Il terreno ha una superficie di mq 290.00 come risulta dalla visura catastale (allegato n°2).


 Pertanto la cubatura consentita è


mq 290.00 x 5 mc/mq = mc 1450.


 


 vincolo paesistico ai sensi della L.1497 del 29/06/1939 e


 L.431 dello 08/08/1985 art.1 secondo capoverso


 


Il lotto ricade nell'ambito di P.T.P. n°14 tav. E1.


sulla base del Richiesta Esistenza vincolo paesistico ai sensi della L. 1497, l'Assessorato all'Urbanistica. Assetto del Territorio nella risposta del 24/11/1993 prot. n°13016 (allegato n°3) ha così classificato il lotto: "si comunica che il lotto di terreno in oggetto .. risulta sottoposto a vincolo paesistico ai sensi della L. 29/96/1939 n°1497 sulla "Protezione delle Bellezze Naturali e Panoramiche", per effetto dei D.M. 17/05/56 (zona costiera Sperlonga-Gaeta-Formia) e 22/05/85 (integrazione delle dichiarazioni di notevole interesse pubblico nei comuni di Terracina-Fondi-Monte S. Biagio-Sperlonga-Itri-Gaeta-Formia e Minturno)......e pertanto i relativi progetti che interessano il lotto di terreno in esame, dovranno essere presentati a questo Assessorato....". Considerando però l'art.1 della L.n°431 dello 08/08/1985, ricadendo il lotto in zona B1 di completamento lo stesso non è da considerarsi sottoposto a vincolo.


 


 vincolo ai sensi della Legge 1089/39.


 


Essendo il lotto, in linea d'aria fra i 200 e i 250 metri di distanza dalla torre di S. Erasmo, mi sono preoccupato di effettuare la relativa richiesta esistenza vincolo.


 La Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici ha risposto con Certificato prot. n°3048 del 10/02/1994 (allegato n°4) in cui risulta che la torre di Castellone non risulta fra i beni vincolati anche se pur tuttavia riveste interesse storico artistico.


 


 vincolo archeologico sul lotto 1597 foglio 21 di Formia


 


Ulteriore richiesta esistenza vincolo è stata poi inoltrata alla Soprintendenza Archeologica per il Lazio per constatare se il lotto luogo dell'intervento proposto era sottoposto a vincolo archeologico. La Soprintendenza ha risposto con certificazione prot. n°15844 del 23/09/1994 (allegato n°5) dal quale risulta che la particella 1597 del foglio 21 di Formia risulta ad oggi priva di vincolo archeologico.


 A tale riguardo, è stata nella medesima richiesta inoltrata la proposta di effettuare sondaggi preliminari a spese del proprietario dell'area dietro fornitura di capitolato della Soprintendenza; tale richiesta è rimasta inascoltata e dopo una serie di errori dovuti a insufficiente documentazione in possesso dell'ufficio governativo, poi fornita e chiarita dallo scrivente, l'ufficio preposto ha concluso come su riportato: il lotto risulta privo di vincolo.


 


DESCRIZIONE DEL LOTTO NELLA CONFORMAZIONE ATTUALE E NEI RAPPORTI COL CIRCOSTANTE


 


 Il lotto in questione è sito immediatamente a ridosso del rione medievale di Castellone ed è separato da esso da via Mamurra. Esso confina a Nord-ovest con via Mamurra, a Sud-Est con un terreno in gran parte di proprietà comunale oltre il quale è presente una costruzione molto allungata di edilizia economica e popolare degli anni '40-'50 e in piccola parte di proprietà privata col quale vi è un rapporto di costruzione in adiacenza laddove è presente il muro dell'attuale locale garage, a Ovest-sud-ovest con un terreno di proprietà privata con una costruzione residenziale relativamente recente (anni '70) a pareti finestrate, e ad Est-nord-est con terreno di proprietà comunale sistemato a giardinetto pubblico.


 Il lotto si presenta di forma molto allungata verso via Mamurra e stretto nell'altra. L'unico lato che affaccia su strada presente o futura è quello Nord-ovest lungo via Mamurra, e guarda la Rampa Capo Castello che è l'accesso al rione medievale di Castellone. Lungo via Mamurra attualmente vi sono due ingressi, da uno si accede ad un locale attualmente adibito a garage, sito sull'estremo ad Est, realizzato con muratura perimetrale di blocchetti e copertura in eternit e/o lamiera; uno dei lati affaccia su un piccolo giardino recintato anch'esso da un muro in blocchetti di calcestruzzo alto circa m 2.20 e coperto da un pergolato a vigna; dall'altro ingresso, coperto da una tettoia in calcestruzzo a due falde spioventi e tegole rosse, e chiuso da una saracinesca, si accede al rimanente pezzo del lotto che risulta essere recintato da un muretto di blocchetti ad altezza variabile sormontato da rete metallica, lungo via Mamurra, e da sola rete metallica alta circa m 2.00 lungo i rimanenti lati. Questo ultimo pezzo di lotto si presenta con aspetto incolto e trascurato con due alberelli da frutta ormai inutili e due tracce alte trenta centimetri di muri privi di fondazione. Piccola parte del confine Ovest-sud-ovest è rappresentata dai resti di un muro di epoca romana che si interra proprio sul confine del lotto con andamento inclinato da Nord verso Sud dopo aver attraversato ortogonalmente via Mamurra. Tali reperti sono in uno stato di assoluto abbandono.


 Lungo il lato Sud-est il terreno, dopo aver superato in piano la recinzione del lotto in rete metallica e paletti di ferro in pessimo stato, scende in forte pendenza verso le case popolari con un differenziale di quota di circa otto metri; tale declivio è ricolmo di sterpi e praticamente inaccessibile.


 


VOLONTA' PROGETTUALE


 


 Desiderio del Committente è quello di realizzare sul lotto la sua unica residenza nonché altri tre appartamenti per i Suoi tre figli ancora in giovanissima età. Trattasi quindi di un intervento privo di ogni fine speculativo e le scelte progettuali adottate e chiaramente delineate e descritte nei grafici lo dimostrano. Il lotto, proprio per la sua conformazione molto stretta e allungata e le sue esigue dimensioni non è certamente idoneo per una destinazione a giardino privato, a maggior ragione pubblico né tanto meno per una destinazione ad area di sosta, tal è che le previsioni di P.R.G. lo individuano come zona di completamento B1. Visto inoltre che lo stesso lotto è stato, dopo l'esproprio di una parte più ampia di cui era piccola parte, restituito dopo venti anni al Liberace dall'amministrazione comunale a titolo di totale indennizzo dell'esproprio come terreno con le caratteristiche edificatorie e vincolistiche attestate nel certificato urbanistico allegato all'atto di cessione dello stesso, sembra proprio che lo stesso lotto abbia l'unica valida, seria ed inequivocabile vocazione di essere edificato per uso residenziale. C'è inoltre da aggiungere che una qualunque realizzazione sul lotto medesimo non impedirebbe assolutamente la fruizione panoramica del rione medievale di Castellone e della relativa omonima torre poiché la vista degli stessi non è possibile dal lotto che è in posizione molto ribassata rispetto ad essi e inoltre non si infrappone fra strade pubbliche o luoghi dal quale è possibile il pubblico godimento del bene e il bene stesso; né tantomeno precluderebbe la vista dei reperti archeologici di epoca romana che attraversano ortogonalmente via Mamurra e si interrano, nascondendosi nel lotto proprio sul confine Ovest-sud-ovest.


 Conscio della situazione di fatto, e della peculiarità e singolarità intrinseca del contesto ambientale in cui doveva muoversi, chi scrive è stato particolarmente stimolato all'assunzione ed espletamento dell'incarico che ha portato dopo lunga ricerca al risultato mostrato nei disegni.


 Lo scopo prefisso è stato quello di cercare un punto di connessione formale e virtuale con i reperti archeologici di epoca romana, con il rione di Castellone poco distante ricco di anfratti tortuosi a tratti spigolosi e a tratti morbidi e sinuosi tutti a rigorosissima misura d'uomo e tutti rispettosi di quell'existens minimum che va ben aldilà di quella tipica fondamenta della corrente razionalista, e, infine, con le piccole zone verdi che separano il lotto dall'abitato di epoca più recente (dopoguerra); una di queste aree verdi, quella a Nord-ovest, di proprietà dello stesso Liberace, splendidamente tenuta a giardino con viti e alberi da frutta, sita fra i tornanti della rampa Capo Castello, e l'altra ad Est-nord-est di proprietà comunale con pini marittimi e alberelli ornamentali sempre verdi.


 Tali mete denunciano la loro forma con la schiettezza e sincerità del loro intrinseco contenuto, così, altrettanto schietto, doveva essere l'edificio che denunciasse all'esterno il suo interno, i flussi delle sue linee di forza, e i colori genuini e non contraffatti dei materiali usati, e come unico ornamento i particolari costruttivi dettati dalla peculiare tecnologia proposta. E' grande il lasso di tempo che separa i reperti archeologici di epoca romana dall'edificio, e altrettanto grande sarà la luce dello sbalzo che dall'unico pilone doppio (unico perché si unisce in cuspide formando un arco a tre cerniere a sezione variabile e a sesto acuto) protende come in un viaggio nel tempo verso i reperti quasi a volerlo toccare, ma sicuramente a volerlo indicare e valorizzare con la sua leggerezza: la leggerezza di uno sbalzo in aggetto di 20m di luce per tre piani di calcestruzzo di cemento leggero bianco in vista legno, vetro e rame sorretto da strutture di sospensione in acciaio armonico ad alta resistenza, contro la staticità monolitica e ormai "morta" di un massiccio muro di calcestruzzo romano imbragato in opus reticolatum e coperto di rami e sterpi che in esso trovano dimora ed unico appiglio e, "guai a toglierli", poiché quel muro "vive" solo per essi poiché non ha più spazio da definire e lo spazio che definiva non è certo quello che in parte, con l'aiuto degli sterpi definisce ora, esso sembra vivere perché vive in noi il ricordo di qualcosa che c'era ma che non c'è e che non siamo neanche sicuri se fosse proprio così, ma ci è caro il ricordo pieno di sterpi. L'edificio allora deve sorgere come una Porta Virtuale nello spazio e nel tempo della memoria e quindi nello spazio architettonico attuale: una porta al rione medievale di Castellone accostandosi, additandoli, ai reperti archeologici, frapponendosi fra essi e quell'edilizia piatta e priva di connotazioni e contenuti artistici che è venuta formandosi intorno ad essi senza rispetto alcuno nascondendola all'occhio del viandante che, salendo via Mamurra, si appresta ad immettersi per le Rampe di Capo Castello.


 Il compito dell'arte e quindi a maggior ragione dell'architettura, è quello di proiettarci, guidandoci amorevolmente, verso il futuro, partendo dai legami intrinseci e imprescindibili col passato presente nei nostri ricordi e nei riferimenti esistenti ad essi legati.


 Quale stimolo migliore, che realizzare un'opera in un simile ingarbugliato e complesso contesto?


 


REPERTO ARCHEOLOGICO E OPERA D'ARTE


 


 E' molto importante, a mio avviso, soffermarsi un attimo su questo binomio, prima di affrontare il progetto in sé e dopo quanto appena esposto.


 UN REPERTO ARCHEOLOGICO è tale poiché in esso sono leggibili e quindi riconoscibili documentazioni più o meno chiare e/o più o meno marcate che testimoniano l'appartenenza dell'oggetto ad un determinato periodo storico e in quanto tale aiutano noi a prendere e colmare la conoscenza di esso; ciò è senza dubbio garanzia necessaria e sufficiente per definire un qualunque manufatto rinvenuto un reperto archeologico.


 UN'OPERA D'ARTE è tale se oltre ad essere leggibile e tangibile documentazione dell'appartenenza ad un determinato periodo storico (caratteristica di fatto comune ad un qualunque oggetto o manufatto appartenente ad un determinato periodo) ha in sé, chiaramente riconoscibile, un indagine profonda del rapporto armonico fra il materiale che compone la sua struttura e il risultato del suo aspetto finito, ovvero la sua forma i suoi colori, i suoi suoni, le sue sensazioni tattili e le sensazioni i ricordi e gli stimoli che la totalità di queste componenti crea in una unità armonica assolutamente inscindibile o discretizzabile.


 Condivisa tale differenza, e penso che ciò non sia difficile, è immediata la conclusione che mentre tutte le OPERE D'ARTE sono già "reperti archeologici", ossia oggetto di tutela, già subito la loro nascita, ossia sono "senza tempo": un'opera d'arte vive al di là del tempo poichè indaga l'Armonia, un REPERTO ARCHEOLOGICO può senza dubbio anche non essere un'OPERA D'ARTE, anzi, molto spesso non lo è.


 Noi ci troviamo, senza dubbio davanti ad una situazione del genere: davanti cioè ad un REPERTO ARCHEOLOGICO (il muro romano che attraversa via Mamurra) che non può in ogni caso essere considerato un'OPERA D'ARTE ma un semplice manufatto edilizio di epoca romana felice testimone residuo di un'ottima tecnologia esecutiva che i nostri avi sono riusciti a dimenticare, ma non è un'opera d'arte, poichè l'espressione armonica migliore di tale tecnologia non è da ricercare in esso e tantomeno è visibile o riconoscibile nelle sue forme, equilibri, conformazione globale.


 Attenzione, ciò ovviamente non toglie che non sia importante come reperto archeologico e che io non lo consideri tale.


 Quello di cui in realtà sono assolutamente convinto è che non si fa assolutamente niente, anzi meno che niente, per fare in modo che reperti archeologici che non sono opere d'arte come il nostro muro, diventino tali con interventi mirati, attenti, umili ma non banali, tesi a far del manufatto parte integrante, inscindibile ma sempre perfettamente riconoscibile di un qualcosa d'altro che per contenuti armonici è riconoscibile come un'opera d'arte e se il reperto è parte significante di esso e di cui esso non può fare a meno che diventi opera d'arte anch'esso, non in sé ma perché parte del nuovo contesto. Ciò di fatto renderebbe il reperto organico, legato al tempo in cui è visto perché diverrebbe egli stesso, nel e col nuovo contesto progettato, senza tempo. Non è forse un'opera d'arte una quercia ultra centenaria?, e non è forse senza tempo?, e un vero Architetto non deve relazionarsi ad essa, come ad un qualsiasi altro luogo di natura, in maniera inscindibile, intrinseca, biunivoca, organica per fare in modo che l'architettura sia del luogo e il luogo dell'architettura come parte dell'Unica Natura che ci contiene e lega?, e perché un malcapitato reperto archeologico non può diventare parte di questa musica solo perché qualche bigotto si bea nel vederlo inutile e morto?: questa è la ragione per cui ho accettato l'incarico e presento la soluzione che appresso vado a descrivere.


 


DESCRIZIONE DEL PROGETTO


 


 La prima cosa di cui mi sono preoccupato appena ricevuto il mandato è stata quella di provare a verificare se all'interno del lotto in particolare verso i reperti archeologici su via Mamurra fossero presenti reperti immediatamente al di sotto del piano campagna o anche più in basso; chiesi allora, parallelamente ad una richiesta di esistenza vincolo archeologico, il permesso alla relativa Sovrintendenza competente il permesso per poter effettuare gli scavi a carico del Committente col relativo capitolato; interessante, per quanto sopra detto, sarebbe stato trovare qualcosa e relazionarcisi in fase progettuale, non esiste infatti alcuna legge di tutela che impedisce o denigra un simile corretto approccio, per fortuna. La risposta è stata negativa in ogni senso ossia il terreno è privo di vincoli e non è necessario effettuare gli scavi. Poco male, poichè, sfruttando la presenza austera e vegliarda nonché malridotta di quelli presenti all'esterno del lotto all'estremità a Nord-Ovest, ho fatto finta che essi virtualmente proseguano interrati e quindi nascosti all'interno del lotto all'estremità Ovest, come un torrente di pietra che dalla collina di Castellone scende verso il mare, ed ho così progettato il mio edificio come se lo saltasse con una passerella di venti metri in aggetto verso il confine del lotto (rispettando ovviamente le distanze e le prescrizioni normative) che protende la sua estremità verso l'emergenza di epoca romana. Il significato è perfetto: l'edificio c'è ed è così perché c'è l'emergenza archeologica e lascia intuire la sua eventuale prosecuzione; l'emergenza archeologica torna ad essere significante perché diventa parte integrante del significato architettonico e quindi artistico dell'edificio. L'edificio è dinamico e agile in materiali, struttura e forma il reperto statico e pesante sembrerà rivivere in un torrente di pietra o nell'acqua che un tempo scorreva in esso.


 L'edificio sarà sorretto da un unico pilone in acciaio CORTEN la cui conformazione in sezione è quella di un arco sghembo a tre cerniere e a sesto acuto; i due montanti dell'arco saranno disposti lungo l'asse Nord-Sud al limite dei rispettivi confini e andranno man mano avvicinandosi l'un l'altro fino a toccarsi in sommità a circa 15 metri di quota rispetto al piano strada. L'arco avvolgerà l'edificio all'incirca all'altezza del primo scalino della prima rampa della Rampa di Capo Castello. L'edificio dal pilone proseguirà con un aggetto di circa venti metri verso Ovest, mentre, sul lato Est andrà a poggiarsi con una luce di circa 12 metri che funge da contrappeso ad un corpo monolitico in calcestruzzo di cemento bianco leggero avente anche funzione stabilizzante per i carichi orizzontali sia longitudinali che trasversali che anche torsionali e verticali con andamento sussultorio. Dalla sommità dell'arco partirà un ventaglio di stralli di acciaio armonico gli estremi del quale, di sezione maggiore, con l'aiuto di una trave a quadri cassone cellulare sempre in acciaio CorTen sagomata ad arco rovescio e sospesa ai rimanenti stralli che le impediscono di instabilizzarsi, andranno a sostenere una coppia di stralli verticali ad Ovest ed una ad Est; la prima a sostenere all'incirca a metà luce i tre piani a sbalzo formati come dei vassoi con i bordi irrigiditi completamente in c.l.s. bianco leggero, e i secondi sul lato Est di rinvio alla struttura di contrappeso formata da ciò che rimane dei piani e dalla succitata monolitica struttura in c.l.s. di calcestruzzo bianco forse alleggerito che collega tutti i piani sulla verticale e alla fondazione.


 Tutte le tramezzature dei piani, esterne e interne sono in materiale leggero, legno pannellato e rinforzato o c.l.s. bianco leggero o vetro, assecondo dei punti; tutte le falde inclinate saranno in legno lamellare con manto di finitura in rame, ciò in maniera tale da fornire un'ottima adattabilità alla leggerezza e alla deformabilità, soprattutto sotto sisma, della struttura.


 Tale particolare e singolare scelta ha di fatto consentito di lasciare totalmente privo di volumetria ed ingombri, eccezion fatta per i due rami del pilone, quasi la totalità dell'intero piano terra, eccezion fatta per mq 34.17 occupati dal garage (14.17mq) e dal magazzino (20.00mq) all'interno del quale è prevista una piccola scala a chiocciola interna che lo collega col secondo piano; la scala di collegamento ai piani superiori sarà ad andamento circolare e sarà aperta e isolata dal marciapiedi solo dai cancelli; fra il pilone e il garage-magazzino verranno realizzati tre posti macchina, ognuno con cancello basculante di accesso indipendente, separati l'un l'altro solo da un cordoletto in rialzo di cm 3 di altezza nel punto più alto della sezione triangolare; i tre posti auto saranno separati dalla scala e dal resto del cortile giardino da un muretto alto m 1.00 in mattoni rossi a due teste con i più alti trenta centimetri in c.l.s. leggero bianco; Sui lati del pilone, lungo via Mamurra, si apriranno due cancelli realizzati, come la basculante dei posti macchina, in tubolari d'acciaio a correnti verticali come nel progetto allegato, tramite essi sarà possibile accedere alla scala; affianco al cancello lato Ovest sarà realizzato un ulteriore ingresso a basculante analogo ai precedenti tramite il quale si accederà a un percorso in mattoni rossi che porterà al garage e al magazzino; il resto del lotto, tutto sul lato ad Ovest, resterà così com'è, tutto sarà recintato come riportato sul progetto allegato con un muro in mattoni rossi e cordolo superiore in c.l.s. bianco leggero a vista e sovrapposti verticalmente tubolari in acciaio di cm 5.00 di diametro disposti ad interasse di cm 20.00 con al di sopra un ciuffo di spine d'acciaio saldate fra loro a cespuglio di forma pressoché circolare di cm 25.00 di diametro alternate a scaletta di cm 20.00 una in basso e l'altra in alto. Sul fondo del lotto la recinzione arriverà fin dove sarà consentito dalla presenza del reperto archeologico a confine.


 Il piano terra, laddove realizza cubatura, avrà un interpiano di metri 2.59.


 I piani superiori saranno serviti da una scala elicoidale sita fra i due montanti del pilone, aperta al piano terra.


 Al PRIMO PIANO che avrà un interpiano di metri 3.00 saranno due appartamenti:


- uno ad Ovest (appartamento A) si comporrà di


  salone soggiorno-pranzo con camino di mq 26.12,


  disimpegno all'ingresso di mq 2.17,


  disimpegno corridoio lungo il lato Sud di mq 8.40, 


  disimpegno fra i due bagni di mq 1.14,


  cucina esposta a Nord-ovest di mq 7.33,


  un bagno esposto a Nord-ovest di mq 5.60,


  un servizio buio di mq 2.50,


  L3: camera da letto matrimoniale esposta a Nord-ovest mq 16.62,


  L2: camera da letto esposta a Nord-ovest e ad Ovest di mq 11.92,


  L1: camera da letto esposta a Ovest-Sud-Ovest di mq 11.66,


  quest'ultima con balconcino di mq 3.36,


  una fioriera larga cm 30.00 che si rastrema verso il basso collega le finestre dal salone-soggiorno alla camera matrimoniale;


  per una SUPERFICIE UTILE RESIDENZIALE DI mq 93.460, e


  per una SUPERFICIE UTILE NON RESIDENZIALE DI mq 3.36; 


- uno ad Est (appartamento B) si comporrà di


  disimpegno dall'ingresso intorno al vano scala di mq 3.22,


  salone soggiorno-pranzo con camino a Sud-Est di mq 25.41,


  cucina piano-cottura esposta a Nord-Ovest di mq 6.21,


  disimpegno corridoio esposto a Sud-Est di mq 4.32,


  L1: camera letto matrimoniale esposta a Nord-Ovest di mq 13.28,


  L2: camera da letto esposta a Nord-Ovest di mq 10.54,


  bagno esposto a Nord-Ovest di mq 5.38,


  una fioriera larga cm 30.00 che si rastrema verso il basso collega le finestre dalla camera da letto matrimoniale al bagno,


  per una SUPERFICIE UTILE RESIDENZIALE di mq 68.36, e


  per una SUPERFICIE UTILE NON RESIDENZIALE di mq 0.00;


 Al SECONDO PIANO che avrà un interpiano di metri 3.00 sarà


- un appartamento ad Ovest (appartamento C) si comporrà di


  salone soggiorno-pranzo con camino di mq 24.64,


  disimpegno corridoio lungo il lato Sud di mq 7.54, 


  disimpegno fra i due bagni di mq 1.14,


  cucina esposta a Nord-ovest di mq 6.28,


  un bagno esposto a Nord-ovest di mq 5.60,


  un servizio buio di mq 1.27,


  L3: camera da letto matrimoniale esposta a Nord-ovest mq 14.81,


  L2: camera da letto esposta a Nord-ovest e ad Ovest di mq 11.92,


  L1: camera da letto esposta a Ovest-Sud-Ovest di mq 11.66,


  quest'ultima con balconcino di mq 1.56,


  un balcone di mq 5.56 


collegante le finestre dal salone soggiorno alla camera da letto matrimoniale


  per una SUPERFICIE UTILE RESIDENZIALE di mq 84.860, e


  per una SUPERFICIE UTILE NON RESIDENZIALE di mq 7.120;


 


- ad Est si accederà alla zona giorno (appartamento D) dell'appartamento più grande la cui zona notte sarà situata al terzo piano, tale zona giorno si comporrà di


  ingresso di mq 3.29,  


  salone soggiorno-pranzo esposto a Nord-O e Sud-E di mq 41.78, 


  servizio esposto a Nord-Ovest di mq 2.20, 


  studio esposto a Sud-Est di mq 6.58,


  cucina esposta a Nord-O e Sud-Est di mq 10.310,


 sul cui estremo ad Est trova arrivo la scala a chiocciola che parte dal locale magazzino,


  un balcone di mq 4.40, 


 collega sul lato Nord-Ovest le finestre del salone con quella della cucina,


  un balcone di mq 12.74,


 è presente analogamente lungo il lato Sud-Est,


 dal salone si accederà attraverso la scala elicoidale, divenuta interna alla zona notte ricavata al terzo piano,


  per una SUPERFICIE UTILE RESIDENZIALE di mq 64.790, e


  per una SUPERFICIE UTILE NON RESIDENZIALE di mq 17.14;


 


 Al TERZO PIANO ci sarà


-la zona notte dell'appartamento D, essa si comporrà di


 disimpegno di mq 17.04,


 bagno esposto a Nord-Ovest di mq 5.29, 


 L2: camera da letto esposta a Est-Sud-Est di mq 12.98,


 L1: piccolo studio esposto a Sud-Est di mq 6.00, 


 bagno esposto a Nord-Ovest di mq 4.17,


 L3: camera matrimoniale esposta a Sud-Est e Ovest di mq 16.28,


 L1: camera da letto esposta a Nord-Ovest di mq 10.95,


 una ampia terrazza di mq 32.16


 avvolge tutte le stanze ad Ovest,


 una ampia terrazza di mq 28.84,


 avvolge tutte le stanze ad Est,


 in fondo alla terrazza ad Est verrà realizzata


 una fioriera di nel quale verrà piantato un alberello che sarà potato secondo la forma sferica, la stessa fioriera avrà anch'essa funzione stabilizzante,


  per una SUPERFICIE UTILE RESIDENZIALE di mq 72.710, e


  per una SUPERFICIE UTILE NON RESIDENZIALE di mq 61.00;


 la copertura di questo piano sarà realizzata con tetto a falde debolmente inclinate rivestite in rame e con struttura in legno lamellare con quote di imposta variabili fra un minimo di m 2.15 e un massimo di m 3.10.


 In sintesi avremo:


al piano terra:


  una SUPERFICIE UTILE RESIDENZIALE di mq 0.0000, 


  una SUPERFICIE UTILE NON RESIDENZIALE di mq 34.170,


  una CUBATURA di mc 108.330;


al primo piano:


  una SUPERFICIE UTILE RESIDENZIALE di mq 161.82, 


  una SUPERFICIE UTILE NON RESIDENZIALE di mq 3.3600,


  una CUBATURA di mc 572.775;


al secondo piano:


  una SUPERFICIE UTILE RESIDENZIALE di mq 149.65, 


  una SUPERFICIE UTILE NON RESIDENZIALE di mq 24.260,


  una CUBATURA di mc 524.426;


al terzo piano:


  una SUPERFICIE UTILE RESIDENZIALE di mq 72.710, 


  una SUPERFICIE UTILE NON RESIDENZIALE di mq 61.000,


  una CUBATURA di mc 240.790;


 


c o m p l e s s i v a m e n t e


 


  una SUPERFICIE UTILE RESIDENZIALE     di mq 384.18,


  una SUPERFICIE UTILE NON RESIDENZIALE di mq 122.79,


  una CUBATURA                          di mc 1446.421,


 


  per una cubatura consentita           di mc 1450.


 


 FATTIBILITA' DELL'OPERA IN RAPPORTO ALLE NORME DI P.R.G.


 


L'opera è stata concepita e progettata nel pieno e totale rispetto delle norme urbanistiche attualmente in vigore.


Nel rispetto dell'art.2 della L. n°1187 del 19/11/1968 su cui si è espressa la più autorevole giurisprudenza:


-Sentenza Consiglio di Stato n°315 del 20/03/1992,


-a conferma del T.A.R. Piemonte sez.1 09/04/1980 n°167;


-Sentenza Consiglio di Stato n°1058 del 22/10/1992;


-Corte Costituzionale n°92 12/05/1982;


-Cassazione Sezione Unica Civile n°3987 10/06/1983;


-Consiglio di Stato Adunanza Plenaria n°7 dello 02/04/1984 id. 10/04/1984 n°10;


-Sezione VI n°713 dello 01/10/1984; id. 06/10/1984 n°748;


-Consiglio di Stato Sez. V n°1058 del 22/10/1992.


 Inoltre il terreno è stato restituito dall'amministrazione stessa al proprietario a titolo di totale indennizzo di un esproprio di cui il lotto attuale era piccola parte, dopo venti anni di causa, come terreno edificabile e con le caratteristiche edificatorie riportate, pertanto è dovuta al proprietario la capacità edificatoria totale del lotto 5 mc/mq poichè la stessa è stata ed è parte imprescindibile della determinazione del valore del lotto a titolo di indennizzo.


 


FATTIBILITA' IN RELAZIONE AL VINCOLO DI P.T.P.


 


 Il lotto è di fatto situato in zona urbana, esso non è assolutamente visibile dal mare poichè nascosto da edifici più alti, come non è assolutamente visibile da monte poichè il Rione di Castellone lo sovrasta in altezza nascondendolo, non reca pertanto danno alcuno alle varie fruizioni panoramiche interponendosi con la sua sagoma. L'intervento è stato però studiato per relazionarsi virtualmente ad esse richiamando e ricordando con le sue forme il panorama antico, esso è stato studiato in modo da far dimenticare a chi lo percorre ovviamente solo da vicino molte cose brutte che lo circonderanno e che ci sono tutt'ora.


 


FATTIBILITA' IN RELAZIONE AL VINCOLO DELLA 1089/'39


 


 Tale vincolo dal punto di vista burocratico di fatto non esiste sulla torre di S. Erasmo che è proprio al limite dei 250 metri, però c'è da dire che il problema non si pone poichè nessuna parte dell'edificio progettato sarà visibile (purtroppo) dalla torre, persino la punta più alta del pilone, fra essa e il lotto c'è tutto il Rione di Castellone che è sito tutto su una collina rispetto al lotto e lo sormonta come è facilmente riscontrabile nella documentazione fotografica allegata.


 


FATTIBILITA' IN RELAZIONE AI REPERTI ARCHEOLOGICI SITI SU VIA MAMURRA ALL'ESTREMITA' OVEST DEL LOTTO


 


 La Relazione con i Reperti Archeologici di Epoca Romana siti su via Mamurra all'estremità Ovest del lotto è stata fra i motivi ispiratori e informatori dell'intera opera e su di essa ho già ampiamente dibattuto in altra sede di questa relazione pertanto ad essa rinvio.


 


F O R M I A


../07/1995                            Bernardo         Re


                                      a r c h i t e t t o


 

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    R E L A Z I O N E   PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN EDIFICIO A CARATTERE RESIDENZIALE A RIDOSSO DEL RIONE CASTELLONE IN VIA MAMURRA IN FORMIA SU LOTTO IDENTIFICATO NEL MAPPALE 1597 DEL FOGLIO N°21 DEL COMUNE DI FORMIA DI PROPRIETA' DEL TEN.COLONNELLO BENEDETTO LIBERACE   indice: -inquadramento urbanistico del lotto secondo la normativa urbanistica vigente da pag. 01; -descrizione del lotto nella conformazione attuale e nei rapporti col circostante da pag....

    Project details
    • Year 1995
    • Work started in 1995
    • Work finished in 1995
    • Status Unrealised proposals
    • Type Multi-family residence
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