Concorso Internazionale di Architettura | Arsenio Manzione

Progetto premiato (4° classificao - II fase) Umbertide / Italy / 2006

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Concorso Internazionale di Architettura "Umbertidea" - XIX Premio Tetraktis. Concorso di idee per la riqualificazione delle aree adiacenti il Centro Storico di Umbertide (PG).

Progetto ammesso alla 2^ fase e qualificato al 4° posto.


R E L A Z I O N E I L L U S T R A T I V A

L'area di concorso, nel contesto urbano di Umbertide, non è soltanto l'unica rimasta libera tra il centro storico e la città contemporanea, ma è il luogo in cui nello stesso tempo diviene sia il centro storico, sia la città contemporanea. Non è tanto il pur evidente statuto di cerniera – storica e funzionale – a denotarne il carattere, quanto il fatto che in essa le virtualità del passato e del futuro si materializzano nel loro continuo intersecarsi. È su questo divenire insieme che il progetto intende operare.

È questa condizione che il progetto assume quindi come punto di partenza per una ipotesi di riqualificazione che, approfondendo la riflessione sulla identità spaziale del luogo, pone il rapporto tra preesistenze e nuovo non in termini oppositivi di continuità/rottura, ma come poli di una dialettica che – inevitabilmente – avviene nella città consolidata. In quest'ordine d'idee, l'area di concorso si conferma nella sua centralità strategica, come laboratorio nel quale trovare soluzioni per i problemi attuali e delineare – anche in un processo partecipativo (v. punto 9) – scenari di assetto futuro di più ampia portata, con auspicabili ricadute sull'intero territorio cittadino. In tutto ciò si riassume il senso del motto: "Umbertideazione".

1. Spazi civici

All'attuale carattere composito (e occasionale) degli usi dell'area, il progetto oppone una ridefinizione degli spazi aperti prevalentemente orientata alla fruizione del pubblico. La piazza, luogo dell'incontro e dello sguardo, è oggi inesistente a causa della circolazione capillare e della diffusione indiscriminata del parcheggio. Non si vuole riproporre la classica dicotomia pedone – automobilista, parteggiando per l'uno o per l'altro secondo una visione più o meno "conservativa" o "innovativa". Appare invece opportuno ristabilire una gerarchia di utilizzazioni, ricreando nel cuore dell'area di concorso un sistema di piazze, dispositivo peraltro ricorrente nelle città medievali, la cui presenza è leggibile nel tessuto del centro storico di Umbertide (le attuali piazza Matteotti e piazza Forte Bracci). Per l'organizzazione di questo sistema di piazze, si ipotizza preliminarmente – come si vedrà al punto 2 – una viabilità che lambisce l'area e la dotazione di un parcheggio sotterraneo (v. punto 3).

Il progetto degli spazi civici mira a valorizzare il patrimonio monumentale esistente e il centro storico nel suo complesso, così da rendere quest'ultimo più facilmente accessibile, anche grazie al collegamento del centro all'interno delle mura medievali con la città storica e contemporanea. Si delineano quindi tre ambiti di spazi pubblici: 1) tra la Collegiata e la Rocca; 2) tra la Rocca e il complesso fieristico-espositivo di progetto (v. punto 5); 3) tra la Rocca e piazza Trocascio.

Il primo ambito si compone di una sezione in superficie e di una al livello del torrente Reggia. Si ricostituisce in superficie un sagrato per la Collegiata: un'area pavimentata, dotata di corpi illuminanti ed elementi di arredo, e protetta dai veicoli mediante dissuasori. Per il torrente Reggia si prevede una sistemazione di tipo prevalentemente naturalistico, sulla scorta di una lettura attenta della iconografia storica del luogo. Rispetto alla creazione di colmate o passeggiate sopraelevate – soluzioni proprie di un certo modo di concepire il riuso dei materiali urbani storici – si è decisamente ribaltato il punto di vista, lasciando emergere e non occultando il torrente stesso. Si è pertanto ridisegnato un corso d'acqua che superasse la rigidità del tracciato ingegneristico attuale, avendo sempre come riferimento la cartografia storica, nel senso però di ritenere la "verità" storica in un'accezione analogica, piuttosto che filologica. Il sito del torrente Reggia, esteso in larghezza, come ci viene peraltro restituito dall'immagine cartografica fino agli anni '30 del Novecento – a partire dalla ricostruzione di Fratta nel 1521 (in particolare nel tratto del torrente in prossimità della "chiusa del battifosso") – si fa così occasione per creare un frammento di natura, dominato dal verde e dall'acqua, prolungamento del parco fluviale nel centro della città e, alla scala territoriale, del "cuneo" verde leggibile nella vista aerea di Umbertide. Una serie di sedute si dispone nel verde. Una passerella in acciaio su elementi in cemento sovrasta questo piccolo "prato in profondità", collegando – idealmente e materialmente – la Rocca e la Collegiata. Affacciandosi ai parapetti in superficie si potrà quindi osservare uno scenario minimo di simulazione archeologica, dove il passato è anticipazione e previsione del futuro: uno sguardo in profondità che si offre qui in tutto il suo potenziale evocativo. L'acqua discende da una serie di aperture collocate nel muro rivestito di acciaio corten, e si raccoglie in una vasca, sorta di ansa del torrente Reggia rinaturalizzato.

Il secondo ambito di spazi civici si compone di un parterre pavimentato intorno al complesso espositivo-fieristico e di una gradonata che permette di recuperare il dislivello esistente tra la Rocca ed il complesso stesso, invitando il visitatore ad esplorare, in superficie, l'area nella sua intera estensione. Alla gradonata si accosta poi una rampa pedonale che permette l'accesso, in sotterraneo, all'area fieristico-espositiva, collegando il parcheggio al di sotto di quest'area con gli spazi civici del centro di Umbertide. La rampa è addossata ad un muro di vetro, nel cui interno cavo trovano posto essenze arboree, esaltate dalla illuminazione naturale ed artificiale.

Il terzo ambito è organizzato, a ridosso della gradonata – tra la Rocca e piazza Trocascio, sul sito identificato come "Foro Bovaro" alla fine del XIX secolo –, con una pavimentazione il cui disegno individua una serie di "spicchi" separati da lunghe sedute rivestite in acciaio corten, con fasce basamentali di illuminazione. Il centro per l'arte contemporanea viene dotato di un nuovo ingresso; l'area antistante la Rocca potrà così essere adibita in occasione di certi eventi a spazio per proiezioni all'aperto, utilizzando la gradonata come posti a sedere. I tre ambiti prima descritti saranno dotati di elementi di alberature (lecci), arredo urbano (dissuasori, cestini porta-rifiuti, fioriere, grate per alberi, etc.), corpi illuminanti. Per la pavimentazione degli spazi civici, si propone l'impiego di tre tipi di superfici: la pietra calcarea, il travertino e la terra battuta stabilizzata.

2. Circolazione

La viabilità è stata riorganizzata tenendo conto della centralità dell'area, ma in maniera da evitarne una impropria musealizzazione. Si intende ridurre sensibilmente il traffico privato e la sosta. Il transito veicolare si concentra quindi tangenzialmente all'area di concorso, lungo via Vittorio Veneto e via Gabriotti. All'interno dell'area, la circolazione è limitata ai mezzi pubblici e autorizzati: opzione, questa, necessaria per permettere una fruizione a misura d'uomo che valorizzi l'insieme dell'area stessa con il centro storico. Tale scelta permette inoltre lo svolgimento di grandi manifestazioni nell'area centrale del concorso, come richiesto dall'Amministrazione. Una fermata per i mezzi pubblici è prevista lungo via V. Veneto, all'altezza di piazza Trocascio. Per l'accesso radiale all'area, si riconferma l'importanza di via Forlanini, via dei Patrioti, via Roma e via Garibaldi, con gli attuali sensi di marcia. Rotatorie saranno poste in corrispondenza dei nodi di traffico di via V. Veneto – via Garibaldi – via Gabriotti e di piazza Guardabassi, con il passaggio a livello.

3. Parcheggio e sosta

Visto da nord, il cuore dell'area si presenta attualmente come un grande parcheggio in superficie. Sebbene del tutto impropria, non è priva di suggestione l'immagine della Rocca medievale e della cinquecentesca Santa Maria della Reggia emergenti da un letto di lamiere pronte al moto. Ma si tratta appunto di un'immagine... In realtà, la riduzione dei posti auto superficiali è necessaria per recuperare spazi di uso pubblico con dotazione di attrezzature ed elementi di arredo urbano. Insieme alla realizzazione di parcheggi sotterranei, tale riduzione deve tuttavia fare i conti, da un lato con la notevole entità del parco auto da ricoverare, dall'altro con i limiti previsti dal budget. I posti auto sono localizzati prevalentemente nel parcheggio posto al di sotto del complesso destinato a mercato/fiere/esposizioni ed alla sede della Polizia municipale (v. punto 6), tra via V. Veneto, via Spinetti ed il torrente Reggia. Al parcheggio si accede tramite due rampe su via dei Patrioti, mentre la risalita/discesa a piedi avviene dai due nuclei scala-ascensore. Dal parcheggio, una rampa pedonale conduce nello spazio antistante la Rocca. Il parcheggio sotterraneo, dotato di servizi igienici e locali di deposito, ospita 154 posti auto. Nell'ottica del contenimento del parcheggio nell'area si è preferito concentrare i posti auto in profondità, lasciando un numero ridotto di stalli superficiali alla sola sosta temporanea, in particolare tra piazza Trocascio e via Bovicelli e tra via Spinetti e via Madonna del Giglio.

4. Ambiti vegetali, percorsi pedonali, pista ciclabile

Il progetto punta ad incrementare la dotazione di spazi ed elementi verdi, a partire dalla "rinaturalizzazione" del torrente Reggia. Il verde esistente è stato preservato laddove possibile quasi per intero. Il giardino pubblico lungo via dei Patrioti viene conservato, con l'aggiunta della sede dell'ufficio informazioni (v. punto 7), solo parzialmente emergente dal terreno, la cui posizione risulta mutata rispetto a quella proposta nel progetto per la prima fase del concorso, al fine di conseguire una migliore integrazione con il complesso fieristico-espositivo e per permettere un più agevole accesso pedonale. Filari di alberi di leccio sono previsti lungo via Gabriotti e via V. Veneto a delimitazione dell'area. Tali essenze mitigano l'impatto del traffico veicolare, con benefici effetti dai punti di vista acustico, visivo e di riduzione dell'inquinamento). Nel triangolo residuale a valle di via Gabriotti si ipotizza la ricostituzione di un giardino con essenze locali; analoga sistemazione si propone per il tratto ribassato che lambisce il torrente Reggia a nord di piazza Guardabassi. Gli spazi aperti intorno alla Rocca, alla Collegiata e a piazza Trocascio sono restituiti, come si è detto, alla fruizione pedonale. Una passerella con struttura in acciaio e pavimento in doghe di legno costeggia le mura medievali al di sopra del torrente Reggia e collega il ponte di piazza Mazzini con quello di via Gabriotti. La pista ciclabile esistente, alle spalle del circolo ricreativo, viene prolungata fino al giardino lungo via dei Patrioti.

5. Spazi e attrezzature per mercato, fiere, esposizioni

Gli spazi e le attrezzature per lo svolgimento del mercato, di fiere ed esposizioni sono localizzati nella piazza Caduti del lavoro, che l'iconografia storica rappresenta come luogo degli scambi di Umbertide Tale luogo veniva identificato come "Mercato" nella Mappa topografica della terra della Fratta del 1805 e poi come "Piazza del Mercato" nella Pianta di Umbertide del 1883. Nel XVI secolo il mercato si teneva invece nel "Borgo di sopra", nei pressi di S. Erasmo. Il rimando al passato non è però limitato alla scelta della localizzazione. Il concept del complesso fieristico-espositivo è stato elaborato, infatti, tenendo un dialogo per così dire "metodologico" con le morfologie dei tessuti del centro storico, che si traduce in un analogo principio progettuale basato su regole di composizione quali l'accostamento, la singolarità (e la coralità), la ripetizione (più o meno differente), lo slittamento. Il luogo del complesso fieristico-espositivo non è stato scelto solo in virtù di una esigenza di coerenza rispetto alle localizzazioni storiche, ma anche sulla base di una valutazione della sua posizione di cerniera nell'ambito dell'area di concorso, nonché del suo potenziale ruolo strategico nel contesto urbano complessivo. Ulteriori valutazioni dai punti di vista delle condizioni ambientali di orientamento, della accessibilità veicolare e pedonale, della possibilità di realizzare un parcheggio in profondità, hanno concorso alla scelta di cui si è detto.

Un unico edificio – inteso come un condensatore di relazioni (v. punto 10) – contiene gli spazi fieristici ed espositivi e la sede della Polizia municipale. Le attività del mercato possono svolgersi anche all'aperto: negli spazi al di sotto delle coperture in acciaio e negli spazi scoperti del lotto compreso tra via V. Veneto e via dei Patrioti, con possibilità di estensioni puntuali in occasione di eventi tematici (fiere dell'antiquariato, della fotografia, della ceramica, etc.). Una successione di spazi delinea quindi un insieme diversificato di situazioni di fruizione e di uso: spazi aperti, spazi esterni protetti dalle coperture, spazi coperti di transizione (la hall), spazio espositivo vero e proprio all'interno del contenitore in acciaio e vetro. L'insieme degli spazi interni coperti e degli spazi esterni coperti e scoperti configura una superficie destinabile ad attrezzature per attività fieristiche ed espositive pari a 1.385 mq. In aggiunta a questi spazi esterni, è possibile utilizzare una fascia di circa 700 mq per il mercato all'aperto (di prodotti ortofrutticoli ed alimentari, di articoli vari, nonché per gli eventi tematici a cui si è fatto cenno), collocando le relative attrezzature a ridosso del muretto di contenimento da realizzarsi sul lato nord-ovest del complesso fieristico-espositivo.

L'accesso allo spazio espositivo avviene attraversando una macchina comunicativa (v. punto 11), una parete vetrata posta al di sotto della copertura in acciaio corten, ma distaccata da questa. La transizione tra la macchina comunicativa e lo spazio espositivo interno si fa mediante una hall, dalla quale si accede anche alla biglietteria-bookshop. Lo spazio espositivo – i cui allestimenti potranno essere realizzati anche in raccordo con il Centro per l'arte contemporanea – si organizza in un ambiente unico, di altezza pari a 7,30 metri, divisibile mediante partizioni temporanee amovibili. Un controsoffitto semitrasparente è realizzato in teli sospesi con struttura in profilati di alluminio al di sopra dello spazio compreso tra le due file di pilastri e da questo distaccato nella sua intera lunghezza. Gli impianti tecnologici sono alloggiati nello spazio tra l'intradosso del controsoffitto e le travi reticolari della struttura principale. Dal controsoffitto discendono, a questo sospesi, pannelli verticali utilizzabili sia come supporti espositivi (che definiscono percorsi diversamente configurabili in occasione delle esposizioni e delle fiere), sia come elementi di segnaletica. Gli elementi di arredo degli spazi espositivi saranno di tipo temporaneo, come gli allestimenti: sarà quindi possibile, all'occorrenza, trasformare gli spazi in sala conferenze-proiezioni, mediateca, etc. Sono presenti inoltre servizi igienici separati per sesso, con l'aggiunta di una unità per portatori di handicap e di un locale deposito. Al livello superiore, in un corpo vetrato emergente dal rettangolo dello spazio espositivo, trova posto la caffetteria, cui si accede tramite il blocco scala-ascensore.

Due coperture forniscono riparo all'esterno dello spazio di esposizione: una davanti alla hall e l'altra, sul retro, al di sotto della caffetteria, dove è presente anche uno dei due nuclei della risalita dal parcheggio. Un totem segnaletico in acciaio a ridosso di questo nucleo di risalita fuoriesce dalla copertura, fungendo da elemento di richiamo a distanza con l'indicazione delle manifestazioni temporanee in corso. I materiali del centro fieristico-espositivo sono l'acciaio per le strutture, il vetro per le chiusure e per il solaio di calpestio della caffetteria, il cemento faccia vista per il nucleo scala-ascensore. Le facciate in vetro sono del tipo "sospeso", e fissate alla struttura portante principale mediante profilati tubolari in acciaio e relativi sistemi di fissaggio delle singole lastre. Lastre che appaiono direttamente all'esterno, conferendo così ai prospetti dell'edificio espositivo l'immagine di una cortina continua trasparente (o, a tratti, translucida). La copertura degli ambienti espositivi e della caffetteria sono in vetro, con dispositivi di oscuramento a comando elettronico, costituite da lamelle brise-soleil poste all'esterno delle vetrate di copertura e fissate alla struttura di queste. La pavimentazione dello spazio espositivo sarà in resina di colore verde acqua, colata in opera, mentre quella della caffetteria sarà costituita da lastre di vetro. Le coperture degli spazi esterni sono in acciaio corten. Esse si innestano nelle strutture in acciaio e in cemento armato dei corpi che compongono il complesso fieristico-espositivo; la copertura presente sul prospetto d'ingresso poggia inoltre su un pilone esterno, posto in posizione angolare, costituito da un fascio di sei profilati circolari in acciaio.

6. Sede dei Vigili urbani

In seguito a discussione in loco con l'ufficio interessato, relativa al fabbisogno di spazi, si sono individuati e dimensionati gli ambienti da destinare allo svolgimento delle attività. Il comando Vigili avrà un accesso autonomo su via dei Patrioti, con possibilità di parcheggio delle proprie vetture nell'area tra le due rampe veicolari al parcheggio sotterraneo. L'edificio, a pianta quadrata, è accostato al contenitore espositivo e si snoda su tre livelli. Al piano terra, l'ingresso conduce al front-office, con spazio di attesa per gli utenti; sul fondo, una camera di sicurezza e un locale servizi igienici. L'accesso ai piani superiori è assicurato da un ascensore interno e dalla scala esterna. Al primo piano si accede in una sala di attesa, con servizi igienici per il pubblico e per il personale; sono presenti inoltre la sala operativa con cinque postazioni, la sala radio e l'ufficio del comandante. Al secondo piano, oltre alla sala di attesa e ai servizi igienici, si trovano due uffici e l'archivio. I materiali impiegati sono il cemento con intonaco bianco per la facciata e l'acciaio per i brises-soleil della finestratura d'angolo. La scala esterna è in cemento a vista, con corrimano in acciaio.

7. Ufficio informazioni

La sede dell'ufficio informazioni è nel giardino pubblico lungo via dei Patrioti, di fronte al complesso fieristico-espositivo, e a questo collegato mediante un percorso pedonale. Questa posizione, modificata come si è rilevato rispetto al progetto per la prima fase del concorso, permette una immediata visibilità da parte dei visitatori che raggiungono il centro di Umbertide. Esso è immediatamente accessibile anche all'utente che, lasciato il parcheggio, si avvia verso il centro storico. Questa localizzazione, inoltre, consente di preservare il giardino pubblico nelle sue essenze più significative: la sede dell'ufficio informazioni è concepita infatti come un piccolo corpo emergente dal terreno per un'altezza di circa 2 metri. Esso sarà parzialmente ricoperto di verde. L'ingresso, di altezza pari a 3,00 metri, visibile dal complesso fieristico-espositivo, immette in un piccolo vestibolo da cui parte una rampa (a norma per i portatori di handicap) che conduce all'ufficio informazioni, posto a 90 centimetri al di sotto della quota di terreno del giardino. A servizio dell'ufficio informazioni vi sono i locali igienici, separati per sesso, oltre quello per i portatori di handicap. L'illuminazione dei diversi ambienti è di tipo zenitale, con lucernari piani in copertura (di vetro traslucido sui servizi). L'edificio è realizzato con setti di cemento armato a faccia vista.

8. "Fabbricato 1" su via Roma

Per l'edificio al termine di via Roma si propone la demolizione del solo piano attico, per una profondità di circa 10 metri dal filo stradale, per favorire il raccordo armonico con il costruito adiacente. L'intervento si limita al ridisegno della facciata. Non si tratta di puro restyling, ma di una minima "correzione" che intende stabilire un rapporto significativo tra il fabbricato, le emergenze della Collegiata e della Rocca, l'accesso all'area fieristico-espositiva e la sistemazione degli spazi civici intorno e al livello del torrente Reggia. L'immagine di riferimento è la torre medievale, rielaborata secondo forme e materiali schiettamente contemporanei. L'edificio esistente viene quindi rivestito con una seconda "pelle" in pannelli apribili di vetro (di forma rettangolare allungata) che corrono tra i ballatoi dei balconi; una fascia in acciaio corten è posta in corrispondenza della parte della facciata esistente priva di aperture. Questa seconda pelle, sorta di schermo vitreo lievemente inclinato verso l'esterno, risvolta all'angolo sul torrente Reggia, seguendo un andamento digradante verso quest'ultimo. La nuova facciata in vetro su via Roma è punteggiata da pannelli in acciaio corten disposti secondo una scrittura casuale, ma posti sempre in corrispondenza dei pieni della facciata originaria retrostante.

9. Progetto cittadino

Le modalità di presentazione di un progetto all'interno di un concorso non permettono, in genere, di immaginare e descrivere compiutamente i modi di attuazione di una proposta di riqualificazione urbana. Con questi limiti intrinseci, l'ipotesi resta impermeabile al confronto e, soprattutto, alla verifica di compatibilità rispetto ai bisogni e ai desideri degli abitanti, mentre sarebbe auspicabile sottoporla a discussione all'interno di un processo partecipativo. È qui, allora, il senso di un progetto urbano che si fa con i cittadini: un "progetto cittadino". Ed è qui, anche, l'interesse di un approccio relazionale, e non puramente prescrittivo, alla modificazione di una parte strategica della città. Modificazione che è, in fondo, uno dei tasselli della costruzione di una città che, come ben si evidenzia dal Bilancio sociale 2005, "cresce insieme ai suoi cittadini".

Pensare come l'abitante (inteso secondo un'accezione estesa che comprende anche il turista) percepisce ed immagina questa parte della città; come la vede proiettata nel futuro: in questa proiezione – che è, insieme, memoria, immagine, affezione, aspettativa – quale può essere il ruolo del progettista ? Non certo quello di un artista che consegna un'opera finita e immutabile; piuttosto quello di un artigiano e, nello specifico, di un sarto che confeziona – come propone Patrizia Gabellini – un "vestito a misura di contesto". [Cfr. P. Gabellini, "Di cosa parliamo quando parliamo di urbanistica ? Tre modi per rispondere: con una definizione, con un libro, con un caso", in Maria Chiara Tosi (a cura di), Di cosa parliamo quando parliamo di urbanistica, Roma, Meltemi, 2006, pp. 135-142.]

Restando nella metafora, la materia primordiale per confezionare un abito è il corpo che deve indossarlo; nel caso di un progetto urbano è, invece, il corpo metaforico dei cittadini che dovranno abitarvi. In questo senso, il progetto urbano può quindi ritrovare il ruolo di promotore nell'orientamento dei bisogni e dei desideri degli abitanti. Desideri e bisogni che si esprimono, certo, attraverso la rappresentanza politica, ma per l'ascolto dei quali possono aprirsi anche forme più dirette di comunicazione e di confronto, come avviene ordinariamente in diversi paesi europei (ad esempio, la Francia e l'Olanda). La "misura del contesto" esprime dunque la natura partecipativa del progetto urbano: non un bricolage di desiderata frammentari ed individualistici, ma un insieme di operazioni coordinate tra diversi soggetti ed istituzioni, finalizzate alla messa in rete di questi desiderata mediante una regia complessiva. Una regia capace di costruire un percorso strategico condiviso per proiettare la città nel futuro, senza però distogliere lo sguardo dal passato. In questa direzione sarà possibile contribuire a far emergere in maniera più vivida i tratti essenziali del "sistema città" di Umbertide, declinando nella concretezza materiale dell'ambiente di vita i grandi temi civici dell'ambiente, della cultura, della solidarietà e della memoria.

10. Condensatore di relazioni

Il complesso degli spazi e delle attrezzature per mercato, fiere ed esposizioni, localizzato nella piazza Caduti del Lavoro, è concepito non come un "oggetto" architettonico in sé compiuto, ma piuttosto come un condensatore di relazioni. Si propone qui una ipotesi di ridefinizione del rapporto con lo spazio urbano che tenga conto delle connessioni e delle compatibilità tra le diverse attività che si svolgeranno nel complesso e nel suo intorno. Il condensatore di relazioni è un dispositivo che si organizza su tre livelli e che comprende, in sotterraneo, il parcheggio con le due rampe veicolari e la rampa pedonale che conduce in prossimità della Rocca; al livello terra, gli spazi fieristico espositivi con la "macchina comunicativa", la sede della Polizia municipale, i blocchi di risalita del parcheggio, il percorso di collegamento con l'ufficio informazioni nel giardino pubblico, gli spazi esterni coperti e scoperti per il mercato; ai livelli superiori, le altre funzioni connesse alle attività espositive e al comando della Polizia municipale. L'edificazione di progetto è pensata per permettere l'adeguato svolgimento di tutte queste funzioni: il rapporto con l'identità spaziale del luogo non viene assunto, quindi, nei termini di una riproposizione di modelli tipologici e morfologici esistenti. Su un palinsesto in continua mutazione quali sono le città contemporanee – anche quelle di origine medievale – è forse più utile (ed interessante) privilegiare la relazione tra le diverse attività, presenti e future, piuttosto che la continuità morfologica, relativa alla pura dimensione estetica del paesaggio urbano.

11. Macchina comunicativa: tempo / immagine / luce

La macchina comunicativa è costituita da uno schermo composto da pannelli di vetro "intelligente". Questi pannelli possono configurarsi secondo due stati – trasparente e opaco – corrispondenti ad un cambiamento di fase ON/OFF. Lo schermo così definito diviene veicolo di informazioni, utilizzabile anche in modo interattivo, grazie alla presenza di dispositivi di produzione di immagini, colori, suoni, scritture. Lo schermo della macchina comunicativa si offre allo sguardo in una continua variabilità di assetti, mutevoli in relazione agli eventi ospitati (oltre che, naturalmente, come schermo passivo, all'avvicendarsi delle condizioni atmosferiche). La macchina comunicativa non è quindi soltanto un elemento di richiamo, ma l'interfaccia – materiale e immateriale – tra lo spazio espositivo ed il contesto urbano. È un dispositivo interattivo che dà luogo ad un ciclo comunicativo che si manifesta nel continuo mutare di situazioni percettive e di fruizione.

Queste diverse situazioni si riassumono in quattro configurazioni basiche : 1) trasparente diurna: la "macchina comunicativa" riflette l'immagine ambientale, facendosi supporto di rifrazione del cangiare del tempo atmosferico, della presenza degli uomini come ombre, dei riflessi come luci; 2) trasparente notturna: la macchina lascia intravedere gli spazi espositivi interni illuminati, il movimento delle persone tra gli oggetti; 3) translucida diurna: la macchina è schermo di proiezione, ed il flusso di informazioni proiettate e diffuse – video/scritture/suoni – "dialoga" con l'intorno (cambiamenti di stato luce/ombra, rumore ambientale, etc.); 4) translucida notturna: la macchina è schermo di proiezione, ma con un maggiore effetto di presenza delle informazioni proiettate e diffuse, grazie alla oscurità esterna e alla quiete della notte.

Lo schermo della "macchina comunicativa" è composto da 36 pannelli di dimensioni unitarie pari a 2,22 m x 1,25 m. Il pannello si avvicina al modulo mediatico 16 : 9. Si configura così uno schermo sul quale è possibile proiettare una immagine complessiva oppure una serie di immagini, in modo da ottenere diverse combinazioni basate sul modulo, tenendo presente che il rapporto 16 : 9 si conserva ancora accostando quattro o sedici moduli. Il principio di funzionamento della "macchina comunicativa" si basa sull'impiego di cristalli liquidi: ciascun pannello è composto di due lastre di vetro, di spessore pari a 11 mm, tra le quali è interposta una pellicola a cristalli liquidi. Tra questa pellicola e le due lastre di vetro sono poi interposte altre due pellicole intermedie di contatto. Le due facce della pellicola centrale a cristalli liquidi sono ricoperte di uno strato trasparente conduttore di elettricità, e collegate ad un conduttore elettrico fissato in prossimità del bordo della lastra stessa. In questo modo, lo schermo sarà collegato ad una alimentazione elettrica, con relativo trasformatore. In posizione OFF, lo schermo non è connesso alla rete elettrica e risulta quindi translucido. In posizione ON, invece, l'attivazione di un campo elettrico tra i due strati conduttori distesi sulla pellicola centrale produce l'allineamento dei cristalli liquidi, con il conseguente cambiamento di fase da translucido a trasparente. In posizione ON lo schermo diventa un supporto ottimale per la proiezione di immagini (sull'intero schermo o, in modo parziale, su ciascun modulo costituito dal singolo pannello). È possibile utilizzare dispositivi di retroproiezione come proiettori LCD, VLP e diaporama, i quali, posti dietro lo schermo e combinati ai pannelli in vetro, assicurano una grande qualità di immagine in termini di luminosità e di contrasto. Le caratteristiche di interattività consentono di creare una fascia della "macchina comunicativa" ad altezza d'uomo con contenuti diversificati rispetto al resto dello schermo. Su questa sorta di "basamento mediale", durante una proiezione di immagini/video/scritture, il sistema riconosce automaticamente la posizione del dito dell'utilizzatore. Mediante l'utilizzo di sensori CCD video, un software di analisi d'immagini valuta le immagini in continuazione, localizzando la posizione del dito dell'utilizzatore e convertendola in movimento del mouse in tempo reale. Ciò permette, ad esempio, di creare un'interfaccia direttamente gestibile e configurabile dall'utente – che può "manipolare" e organizzare secondo personali percorsi il flusso di informazioni – interfaccia configurabile come veicolo di informazioni relative all'area espositivo-fieristica e, in generale, agli eventi della città di Umbertide. Le caratteristiche tecniche della "macchina comunicativa" si riassumono in: alto coefficiente di trasmissione luminosa (pari al 77% allo stato trasparente); impiego di vetro di sicurezza (norme EN 356 P4 A); elevato isolamento acustico: Rw = 36 dB (norma ISO 717); limitato consumo di elettricità: circa 5 W/mq; manutenzione e pulibilità semplificate (non dissimili da quelle del vetro ordinario).

12. Prefattibilità ambientale

Le soluzioni di progetto sono state in larga misura concepite in vista del miglioramento delle condizioni ambientali. Un intervento specificamente rivolto in tal senso è la riduzione cospicua del traffico automobilistico nell'area e la conseguente riorganizzazione dei flussi, come auspicato nel bando di concorso. (v. precedente punto 2) Concorre inoltre al miglioramento ambientale l'intervento proposto di rinaturalizzazione del torrente Reggia, con l'estensione dello stesso e la creazione di uno specchio d'acqua. Ciò produrrà effetti benefici sul microclima, permettendo la fruizione degli spazi naturali intorno al torrente da parte dei cittadini e dei visitatori. L'accesso all'acqua avverrà secondo situazioni diversificate, le quali permetteranno a tale elemento naturale di svolgere le sue molteplici funzioni di riequilibrio ambientale. Anzitutto di barriera contro le inondazioni, poiché lo specchio d'acqua in progetto si comporta come una sorta di cassa di espansione della portata naturale del torrente Reggia, esso potrà sopportare un rilevante incremento del livello dell'acqua nei periodi di piena. Quindi di riduzione delle sostanze inquinanti del torrente, di modifica della temperatura, di riserva costante d'acqua nei periodi di siccità. Un dispositivo di riciclo dell'acqua sarà posto in opera per alimentare lo specchio, anche attraverso la raccolta delle acque meteoriche e di scolo del sovrastante sistema di piazze. Per la comunità civica di Umbertide, ciò potrà costituire un primo passo verso la diffusione di sistemi di recupero delle acque, il cui utilizzo potrebbe estendersi in futuro anche ai singoli edifici cittadini.

La presenza dell'acqua sarà inoltre importante nella sua valenza propriamente estetica. In questo senso, essa si fa elemento caratterizzante del soundscape di questa area centrale di Umbertide. Il "suono" dell'acqua farà così da mediazione tra il paesaggio sonoro in superficie e quello in profondità: il fruscio dell'acqua che scorre lungo il muro (raccogliendosi poi nello specchio), le voci che si incrociano dal basso e dall'alto, i passi sulla passerella pedonale intorno alle mura medievale, i rumori della vita ordinaria della città, l'eco del mercato e degli scambi. Riguardo agli aspetti bio-architettonici, si farà uso – sia nel progetto degli spazi civici, sia in quello architettonico – di materiali il più possibile naturali, la cui scelta tiene conto del positivo bilancio ecologico che li caratterizza: per le pavimentazioni degli spazi civici, in particolare, alla pietra naturale si accosta l'impiego della terra battuta stabilizzata per creare superficie permeabili che, evitando una massiccia cementificazione del suolo, consentano di mantenere un equilibrato rapporto tra artificio e natura. Si sono considerate, inoltre, nella scelta dei materiali le caratteristiche positive relativamente alla manutenzione nel tempo, al consumo e alla efficacia energetica, alla durabilità.

concetti chiave :
progetto cittadino
processo partecipativo
sistema di piazze e progetto degli spazi civici
simulazione archeologica
condensatore di relazioni
macchina comunicativa


Capogruppo : Arch. Luigi Manzione
Progettisti : Arch. Gaetano Cerminara - Arch. Antonio Colasurdo - Ing. Arsenio Manzione - Arch. Michele Pescina
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    Concorso Internazionale di Architettura "Umbertidea" - XIX Premio Tetraktis. Concorso di idee per la riqualificazione delle aree adiacenti il Centro Storico di Umbertide (PG).Progetto ammesso alla 2^ fase e qualificato al 4° posto.R E L A Z I O N E I L L U S T R A T I V AL'area di concorso, nel contesto urbano di Umbertide, non è soltanto l'unica rimasta libera tra il centro storico e la città contemporanea, ma è il luogo in cui nello stesso tempo diviene sia il centro storico, sia la città...

    Project details
    • Year 2006
    • Client Comune di Umbertide (PG)
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Urban Furniture / Town Halls / multi-purpose civic centres / Restoration of old town centres
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