BTicino Concept Space a San Francisco | Lapo Lani

La nuova sede dell’azienda BTicino a San Francisco (USA) è situata nel distretto del design, posto nelle immediate adiacenze del centro della città. Disposto al primo piano di un edificio industriale destinato a contenere showroom di riconosciute aziende internazionali di design, lo spazio, articolato all’interno di un open space, è stato pensato come un ambiente unico, all’interno del quale vengono circoscritti spazi destinati ad usi differenti, delimitati solo da separazioni trasparenti e removibili. Entrando dall’unico ingresso, si avvicendano le seguenti aree funzionali: showroom/casa domotica, sala training e spazio tecnico.

L'intervento, teso ad enfatizzare la struttura architettonica esistente - dotata di una tipica identità industriale -, interpreta il programma richiesto attraverso un allestimento programmabile. Riducendo ai minimi termini, sia stilistici che espressivi, la presenza architettonica dell'arredamento, è emerso uno spazio neutro e generico, capace di assorbire qualsiasi tipo di definizione funzionale attraverso gli scenari BTicino. Mentre la presenza dell'allestimento è ridotta all'essenziale, interpretata come un'infrastruttura o un servizio, l'ambiente viene definito attraverso programmi ambientali, trasformabili e integrabili nel tempo, atti a selezionare e gestire gli impianti tecnologici attraverso la variabile tempo.

Lo spazio architettonico è stemperato all’interno di un ambient, un'entità non definita da coordinate geometriche, ma capace di provvedere alla più immateriale qualità di vivibilità, dotandosi della massima potenzialità in relazione alla possibilità di utilizzo e di gestione; un ambiente continuo, aperto, dal perimetro incerto e indefinito, dove tutte le gerarchie architettoniche e compositive vengono superate a favore di una complanarità incorporea fatta esclusivamente di qualità ambientali - luci, suoni, immagini, informazioni, aria condizionata, ecc.

Gli elementi di arredamento, come tutte le strutture di allestimento, perdono valore rispetto all’evoluta presenza espressiva e di programmazione dell'ambiente. Adesso qualsiasi funzione può convivere in qualsiasi spazio; qualsiasi luogo può essere programmato e gestito da qualsiasi altro. Ad una bassa identità architettonica corrisponde un evoluto e sofisticato sistema di controllo dell’atmosfera. Tutto coesiste in un unico liquido ambientale, in cui l’eterogeneità e l’espressività vengono dolcificate fino ai margini ultimi dell’astrazione.

L'ambiente, reso ipersensibile dal leggero e delicato sistema di allestimento, diviene dinamico e mobile attraverso il continuo fluire dei programmi d'illuminazione, delle proiezioni di immagini, dei video, delle diffusioni dei suoni e delle musiche, delle trasmissioni di informazioni, dei condizionamenti dell’aria, dei movimenti degli elementi di separazione, ecc. Uno spazio quindi in cui l'assoluta libertà riconduce l'impianto architettonico all'unico livello dell'infrastruttura; un ambiente emozionale, affettivo, in cui gli impianti e i servizi hanno la capacità di creare nuovi luoghi immaginari.

Siamo all’interno di uno spazio emozionale, in cui gli scenari ambientali hanno la capacità di ispirare luoghi immaginari, affettivi, sentimentali, introspettivi, spirituali; un luogo dove nuovi scenari abitativi possono prendere anima dalla più recondita immaginazione.