Concorso di idee sulla riqualificazione della Piazza Libertà | Angelo Stefano Bettoni

Leffe / Italy / 2010

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PREMESSA

Il progetto di riqualificazione della Piazza Libertà di Leffe in provincia di Bergamo di seguito proposto, tende al miglioramento della qualità sotto il punto di vista estetico, fruibile, funzionale e sociale dell’area attuale.Si basa principalmente sulla ridefinizione e il miglioramento dello spazio pubblico nell’ambiente urbano, cerca di riconoscerne e comprenderne le qualità nonché di valutarne le potenzialità per conseguire un generale miglioramento e attuare adeguate trasformazioni. Il progetto interpreta le condizioni e trasforma la piazza esistente in uno spazio pubblico, in luogo della comunicazione e dell’interazione fra i cittadini e le persone che la vivono o semplicemente la attraversano.Principio guida della proposta progettuale è stato intendere la piazza non più come un contesto marginale, anonimo e generico, ma come uno spazio omogeneo avente una precisa e ben definita identità. Oggi la piazza o per meglio dire la ‘non-piazza’ è costituita da vuoti senza forma, frutto di trasformazioni disordinate nel tempo, spazi di flusso e di scambio senza una vera e propria identità. Il termine “piazza” definisce convenzionalmente un ampio spazio contornato da edifici (vuoto tra pieni), dal quale si diramano diverse strade; questo concetto non ne valorizza l’importanza dal punto di vista sociale e si identifica con la condizione odierna di Piazza Libertà. L’intervento architettonico si inserisce nel contesto senza stravolgerlo senza stravolgere il contesto in cui si trova e si pone come obiettivo il recupero della funzione di polo generatore di incontri. La scelta progettuale di base è quella di non separare le due principali funzioni della piazza, quella veicolare e quella pedonale, ma di intrecciarle in un unico spazio di relazione a misura d’uomo. È necessario che lo spazio di chi si muove a piedi, degli abitanti che vi si recano per attraversarla, sostarvi, incontrarsi… garantisca la fruibilità libera e multiforme dello spazio e favorisca la molteplicità di usi e di funzioni. La strada entra nella piazza e diviene continuità urbana con la piazza stessa. Nell’intervento viene conservata la fontana, elemento che ne determina l’identità spaziale e diviene il fulcro della centralità intesa come essenza culturale del nuovo concetto di piazza urbana; la rivisitazione della stessa si propone come interprete di un’ idea di continuità e fa emergere il rapporto con il contesto in cui è costruita. Il progetto della piazza prevede una continua permeabilità ed intreccio tra le diverse funzioni e gli edifici circostanti tanto che si potrebbe prevedere una estensione di queste attività anche nella piazza come simbolo di attrazione e vivibilità.

1 IL PROGETTO:

Genesi dei tracciati ordinatori

Il nuovo spazio urbano è disegnato e definito a partire da tracciati ordinatori che sono espressione ed interpretazione di particolari condizioni morfologiche e tipologiche proprie del contesto in cui ci si è trovati ad operare, è anche attraverso la riproposizione interpretata e la sottolineatura di questi elementi che il progetto prende forma, si inserisce in modo armonico e si rapporta con il contesto esistente. Nella fattispecie, l’analisi e lo studio dei luoghi ci ha condotto a definire due macroelementi, due figure generatrici: il cono e il quadrato che, opportunamente relazionati ed intrecciati tra loro in un gioco di sovrapposizioni ed incastri generano nuove forme e nuova spazialità.

Il cono

Con il termine “cono” si vuole indicare un elemento che genera un collegamento visivo, che canalizza lo sguardo verso un determinato punto significativo, sia esso un panorama, un edificio o più semplicemente un oggetto. E’ doveroso fare una distinzione tra due generi di coni visivi: - artificiali ovvero presenti in modo latente e che il progetto tende a sottolineare e rafforzare attraverso la disposizione di elementi o il disegno della pavimentazione; - naturali generati da caratteristiche fisiche dei luoghi, ben percepibili e che non necessitano di operazioni di rafforzamento. Punto caratterizzante del progetto è la ricerca di coni visuali potenzialmente interessanti ma poco percepibili e la loro messa in evidenza. Da queste considerazioni muove la volontà di creare un elemento di collegamento tra i nuovi parcheggi a nord del monumento ai Caduti e le aree a sud ed in particolare gli edifici gentilizi. In quest’ottica è stato ricreato un percorso che prende origine dalla scalinata a lato del monumento, attraversa tutta la piazza e termina all’imbocco di via San Michele sulla quale affacciano gli edifici gentilizi. Lungo il suo sviluppo si incontra, sul lato ovest il nuovo sagrato e sul lato est la piastra delle fontana; il cono interseca questi due fatti spaziali, si sovrappone allo spazio della fontana fin quasi ad annullarlo e viene a sua volta quasi cancellato dal sagrato; questo gioco di intrecci e sovrapposi- zioni che è percepibile anche per la diversità delle pavimentazioni crea una sorta di legame tra i diversi elementi, generando tensione formale. Questo percorso può essere considerato il primo elemento generatore ed organizzatore dello spazio. Come diretta conseguenza si vengono a creare altri due coni visuali che sono anch’essi stati oggetto di rafforzamento. Ad ovest del cono principale e in adiacenza ad esso si sviluppa il cono artificiale generato per collegare e avvicinare in un rapporto di vicendevolezza il monumento ai Caduti al sagrato, ad est, invece, si sviluppa un altro cono che, partendo da via Papa Giovanni XXIII si allarga sempre più verso nord fino ad inquadrare tutta la piazza e ad avere come punto focale la fontana. L’unico cono naturale presente e ben identificabile al momento del sopralluogo è quello che, si sviluppa percorrendo Via Dante in direzione della piazza; da qui il campo visivo riesce a spaziare dal campanile alla chiesa alle case gentilizie; questo inquadramento prospettico, essendo già ben percepibile, non è stato oggetto di ulteriore rafforzamento.

Il quadrato

Il quadrato è l’elemento di disegno che si genera a partire dalla facciata della chiesa assumendo il ruolo di nuovo sagrato in una sorta di richiamo simbolico che, come meglio descritto nel prossimo paragrafo, vuole rappresentare la proiezione del sacro verso lo spazio pubblico. La forma quadrata del sagrato è traslata e riproposta su tutta l’area di intervento e utilizzata per sottolineare sia punti notevoli, quali il campani- le e il monumento, che elementi secondari quali l’ingresso al teatro e il fronte edificato prospiciente la chiesa. La differenza tipologica e concettuale dei luoghi evidenziati dalla presenza del quadrato a disegno della pavimentazione è resa evidente grazie alla differenziazione cromatica della pavimentazione impiegata. Solo il sagrato essendo l’elemento da cui trae origine il sistema ha una forma ben riconoscibile, per gli altri spazi sopra citati la pianta quadrata è evocata e resa riconoscibile mediante la formazione di segni, dislivelli o inserti di altro materiale nel piano pavimentato. A connettere il sagrato con gli altri spazi della piazza è riproposta, come disegno nella pavimentazione, una forma quadrata dalle dimensioni nettamente maggiori, al cui interno si trova la fontana che fa da cerniera tra il sagrato e il fronte edificato opposto. Questa cornice realizzata con materiale ligneo, crea una maggiore centralità alla piazza, riconoscendo come elemento generatore la fontana esistente, il cui basamento si caratterizza da una gettata in cemento lisciato con settori geometrici dalle grandi dimensioni che riprendono i tracciati ordinatori presenti nel progetto.

Il sagrato

Il sagrato è fin da subito stato identificato come elemento significativo e si è scelto di intervenire conservando l’esistente con la relativa pavimentazione e ampliarlo proiettandolo verso la fontana. Attraverso questa operazione il sagrato acquisisce maggior fisicità, la perimetrazione viene realizzata e sottolineata da una piastra in ferro che, incassata nella pavimentazione, ne percorre il perimetro fino a disegnare un quadrato centrato sulla facciata della chiesa. Questa figura che si viene a creare sul pavimento vuole essere, come già detto, oltre che un disegno di pavimentazione, una figura simbolica, la proiezione della facciata della chiesa sul livello del terreno, una sorta di portale che si protende verso lo spazio pubblico e diventa un elemento connettivo e filtrante tra lo spazio sacro interno alla chiesa e lo spazio pubblico. La porzione in ampliamento sarà realizzata in modo che la parte nuova e l’esistente si integrino perfettamente impiegando quindi pavimentazione dello stesso tipo e con lo stesso disegno di quella che attualmente identifica il sagrato. Si è scelto di riproporre la stessa pavimentazione per tutti quegli spazi caratterizzati, come nel caso della chiesa, da una forte valenza simbolica, è il caso del monumento ai Caduti e del campanile. L’impiego del porfido a cubetti perimetrato dalla piastra in ferro diventa quindi elemento peculiare e identificativo degli spazi dalla valenza simbolica molto marcata; la ricerca e la riproposizione dello stesso linguaggio formale e tipologico è dettata anche dalla volontà di mettere in rapporto due luoghi relativamente di- stanti tra loro: il sagrato e il monumento ai Caduti.

Il monumento ai Caduti

Oggi relegato ad un angolo quasi dimenticato, il monumento è l’elemento che non verrà modificato dall’intervento ma per il quale è previsto un intervento volto a riconferirgli importanza. Tale obiettivo viene realizzato lavorando sull’immediato intorno e cercando di avvicinare il monumento alle aree a sud per portarlo in una condizione di centralità. Per raggiungere questo obiettivo si è cercato di stabilire due tipi di connessione con l’area a sud ed in particolar modo con il sagrato, una connessione di tipo visivo e una di tipo formale e materico. La connessione visiva è ottenuta disponendo delle alberature a filari che secondo direttrici ben definite incanalano e indirizzano lo sguardo, tali alberature formano una sorta di canale prospettico che termina nel sagrato e ha come quinta gli edifici gentilizi qualora lo spettatore si trovi nei pressi del monumento e il monumento stesso qualora lo spettatore, uscito dalla chiesa, rivolga lo sguardo verso nord. Dal punto di vista formale, così come avviene per il sagrato, ai piedi del monumento è disegnato uno spazio quadrato sul quale il monumento sembra poggiare quasi diventasse un nuovo basamento, uno spazio che ne amplifica e sottolinea la presenza e che, per tipologia costruttiva, perimetro in ferro raso pavimentazione e cubetti in porfido, richiama formalmente quanto avviene sul sagrato. Lo spazio creatosi si trasforma in un luogo vivibile e comunicatore con lo spettatore, grazie alle sedute multi direzionali, gli spruzzi d’acqua e lo spazio per le biciclette.

La fontana

Elemento che oggi sorge su una sorta di isola pedonale, nel progetto vuole divenire fulcro e baricentro della nuova spazialità, nodo di connessione degli spazi tra la chiesa e il fronte edificato opposto nonché degli spazi compresi tra gli stessi. Nel progetto la fontana conserva la posizione e la conformazione attuale; anche dal punto di vista altimetrico la quota di imposta resta invariata attraverso la creazione di un piano leggermente rialzato realizzato in cemento il cui disegno a grandi settori evoca l’idea di un insieme di grosse piastre monolitiche su cui trova appoggio la fontana. La forma circolare viene ripresa e ripetuta creando una seduta in legno che si sviluppa lungo tutto il perimetro della vasca; dalla seduta si protendono a raggera otto braccia che alternativamente diventano ulteriori panche ad estensione di quella circolare o scendono a terra, si integrano con il piano pavimentato e generano un disegno di pavimentazione che trova nella fontana il suo punto focale. Nel punto in cui il legno a disegno della pavimentazione incontra il cono principale, per via della differenza di quota, si genera, in alzato, una linea netta di demarcazione tra i due spazi; è qui che la fascia in legno assume duplice funzione: sottolinea ancora di più lo stacco tra i due elementi e, sfruttando il dislivello, ridiventa seduta. Un intreccio di funzioni che sottolinea il concetto di integrazione e di molteplicità delle funzioni, idea base su cui si sviluppa il progetto. In corrispondenza del braccio che prendendo origine dalla panca si proietta verso sud è stato realizzato un taglio nella pavimentazione che diventa una nuova vasca d’acqua, questa volta a filo pavimento, da cui trae origine il portale.

Il portale

Trova origine dall’elemento acqua ed è costituito da lame in ferro e colonne in legno, interpretazione in chiave contemporanea dell’antico telaio per la tessitura e della sua forza motrice, l’acqua. Il portale è parte integrante e caratterizzante della fontana, trae origine da essa e si proietta verso il fronte edificato. Il primo dei quattro portali nasce dal centro della fontana: un elemento a L in ferro si innalza per poi protendersi verso l’edificato e trovare termine e appoggio nella colonna in legno posta a delimitazione della sede stradale. Un sistema di canalizzazioni convoglia l’acqua prelevata dalla vasca alla colonna in legno e da qui all’architrave, per poi restituirla alla vasca stessa sotto forma di cascata, ad evocare, simbolicamente, una sorta di tessuto appeso che genera all’infinito e si annulla tornando all’elemento primario da cui ha tratto origine. Il portale viene ripetuto in serie in direzione sud. Le altre tre lame, a differenza di quanto accade per la prima, traggono origine dalla vasca a terra e diventano elemento di sostegno per una seduta in legno che si rivolge al fronte della chiesa. L’elemento acqua, fondamentale per l’industria tessile di un tempo diventa, nel progetto elemento generatore del portale (simbolo del telaio e elemento fondamentale per l’industria tessile) sottolineando la stretta dipendenza dell’industria storica dalle risorse naturali.

Il tracciato stradale

Dal punto di vista viabilistico si è scelto, per le considerazioni precedentemente enunciate, di eliminare la “rotatoria” sulla quale trova collocazione la fontana e di realizzare un solo asse viario che fiancheggiando la piazza sul lato est nelle vicinanze del fronte edificato collega le vie Viani e Dante con la via Papa Giovanni XXIII. Su questo nuovo asse si innestano le vie carrabili San Michele e Gallizioli, fino all’altezza del teatro comunale la via sarà a doppio senso, da qui proseguirà il senso unico in direzione sud. L’intervento di riqualificazione si estende anche per il tratto iniziale di via Papa Giovanni XXIII: la sede stradale viene ridotta e sul lato est è realizzato un percorso pedonale protetto da un viale alberato dove trovano collocazione delle panchine. Il verde è impiegato sia come elemento di riqualificazione della via che come elemento di separazione e filtro tra l’area destinata ai pedoni e la sede stradale; la riduzione di questa quasi ai minimi consentiti dal codice ha lo scopo di riservare maggiore spazio ai pedoni ed indurre gli automobilisti a moderare la velocità. Il viale alberato, costituito da essenze di medio/basso fusto disposte a cadenza regolare all’interno di aree rettangolari verdi, diventa il naturale percorso di collegamento che, partendo dal centro paese (rappresentato dal Palazzo Comunale) trova il suo punto d’arrivo nella nuova piazza e precisamente in corrispondenza dell’accesso al teatro comunale.

Le aree di sosta

In considerazione del fatto che a nord del monumento ai Caduti è in fase di realizzazione un parcheggio, si è scelto di sopprimere buona parte dei posti auto insistenti sulla piazza. In fase di studio sono state definite e valutate due diverse tipologie di sosta: la sosta lunga e la sosta breve. La prima, che comprende un nume- ro relativamente elevato di utenti con esigenze di sosta indicativamente oltre la mezz’ora, verrà utilizzato il nuovo parcheggio; per la seconda categoria, in cui sono ricompresse le soste legate alla fruizione delle attività commerciali, verranno utilizzati i posti auto reperiti nella piazza; nello specifico verranno creati parcheggi in linea nei pressi del monumento dei Caduti a nord e a pettine nei pressi dell’imbocco di via Papa Giovanni XXIII a sud. La sosta in questi posteggi sarà regolata da disco orario in modo da limitarla al tempo strettamente necessario allo svolgimento delle commissioni, favorendone l’uso a rotazione.

2 L’ARREDO URBANO

L’arredo urbano è un elemento essenziale e costante in ogni progetto. Durante la progettazione è emersa la volontà e la necessità di inserire nel nuovo contesto spaziale un arredo urbano che fosse anch’esso elemento caratterizzante dei luoghi, il cui disegno, la cui forma e i materiali derivassero e fossero fortemente legati a logiche e scelte formali proprie e caratteristiche di questo intervento. Si è quindi scelto di rivolgere l’attenzione anche a questa tematica che, spesso e volentieri, è trattata in modo superficiale e si limita ad una scelta operata tra una gamma di elementi forniti “da catalogo”, presi e collocati nel contesto urbano senza troppi studi. L’arredo descritto nei prossimi paragrafi non è quindi derivato da scelte operate a catalogo, ma è stato concepito e disegnato in modo da interpretare al meglio i fatti spaziali propri di questo intervento. In questo senso esso diventa partecipe e riflette in scala più piccola le scelte formali perseguite in scala maggiore. Il disegno quasi minimale e la scelta di materiali poveri quali il legno e il ferro si traduce in facilità di realizzazione, di assemblaggio e di manutenzione, tutte operazioni che potrebbero essere svolte anche da artigiani locali.

Le aiuole e le alberature

Le aiuole e le alberature trovano precisa collocazione all’interno dell’area di intervento, la disposizione non è casuale ma tesa a sottolineare e replicare anche in alzato gli spazi e le direttrici che vengono disegnate e identificate sulla pavimentazione. Le alberature sono disposte a filare e per lo più collocate in corrispondenza di allineamenti strategici. Svolgono a funzione di incanalare lo sguardo verso un elemento significativo, lo inquadrano, lo sottolineano e lo avvicinano allo spettatore. Il verde si sviluppa alla quota del terreno sia sotto forma di tagli netti nella pavimentazione che sotto forma di vere e proprie aiuole la cui perimetrazione è costituita da una lama in ferro che emerge dalla pavimentazione per un altezza di circa 20 cm.

Le panchine

Sullo spazio piazza e in particolare in corrispondenza delle aree verdi, sono state collocate delle panchine realizzate impiegando lame in ferro per la struttura e legno per la seduta. Il disegno è minimale: la seduta è un asse in legno dello spessore di 8 cm che si sviluppa in lunghezza; esso è sostenuto da elementi in ferro che hanno origine dalla lama che perimetra le aiuole diventandone perciò una sorta di prolungamento. La dimensione delle strutture di sostegno è esigua rispetto alla consistenza della seduta, questo fa percepire la panca come un elemento in legno sospeso nel vuoto, come un segno orizzontale netto e pulito. La stessa linearità è presente anche nelle sedute situate di fronte al monumento dei caduti, in quanto nascono dal profilo in ferro come sostegno e sviluppano uno schienale dalla funzione multidirezionale aggregativa. Al di sotto della seduta sono installati dei corpi illuminanti lineari che, nelle ore serali ne sottolineeranno la presenza e illumineranno in modo indiretto le aree circostanti. Il fascio luminoso viene interrotto in modo netto dalla seduta, si viene a creare in tal modo una linea di demarcazione netta tra luce e ombra, la seduta in legno viene quasi assorbita dalla luce soffusa di fondo, quasi astratta dal contesto e smaterializzata; si genera così una sorta di negativo della panchina, in cui è la luce a prendere corpo e consistenza.

L’elemento schermante

Per i posti auto realizzati a sud è prevista la formazione di un elemento a schermatura degli stessi; si tratta di un sistema costituito da elementi in ferro a sezione quadrata posti in verticale e di altezza variabile che, ripetuti in serie a distanza di circa 15 cm l’uno dall’altro lungo il perimetro dei parcheggi, formano una sorta di barriera, di filtro visivo che risulta utile sia a mascherare l’eventuale presenza dei veicoli che ad individuare gli spazi destinati alla sosta e perimetrarne la relativa area di pertinenza. La volontà progettuale è stata di rendere il più possibile impercettibile, di cercare di nascondere e cancellare la presenza dei veicoli attraverso l’impiego di un elemento che diventa arredo urbano, rimarcando così il concetto precedentemente enunciato secondo il quale nella nuova concezione spaziale l’auto deve essere percepita come elemento estraneo al contesto.

Il cubo

Come enunciato in precedenza, la sede stradale è disegnata e delimitata da elementi puntuali che trovano collocazione ai lati della sede stradale stessa. Si tratta di elementi cubici dallato di 40 cm realizzati in lamiera preverniciata che, oltre ad assolvere alla funzione di dissuasori per impedire alle auto di sconfinare nelle aree propriamente destinate ai pedoni, e a disegnare e perimetrale il tracciato stradale, sono dei veri e propri corpi illuminanti perché racchiudono al loro interno una lampada. Non è quindi un semplice complemento d’arredo ma, al contrario è un elemento complesso e polivalente. La faccia rivolta verso la strada presenta un taglio orizzontale mentre sulla faccia opposta il taglio è verticale; da queste forature si sprigionano delle lame di luce il cui scopo è quello di illuminare rispettivamente la sede stradale e le aree pedonali. L’elemento cubo è dunque elemento separatore ma anche interprete di due diverse situazioni spaziali delineando, da una parte il profilo stradale attraverso la lama di luce orizzontale e dall’altra creando una sorta di paletto virtuale e immateriale che indica al pedone il termine dello spazio a lui dedicato. Si ritorna quindi sul concetto base di multifunzionalità, ostacolo o elemento separatore e corpo illuminante e d’arredo; e si sottolinea l’integrazione tra spazio veicolare e pedonale con un solo elemento unificatore, il cubo. L’integrazione è quindi resa palese dall’uso degli stessi oggetti per entrambe le funzioni.

Il posteggio per le biciclette

Posizionato nell’area di sosta di fonte al Monumento dei Caduti, anche questo elemento, diventa un chiaro riferimento alla tradizione tessile, essendo concepito con forme che richiamano l’elemento del telaio a pettine, quale appunto la successione di più lame che vengono realizzate in ferro. Il disegno presenta richiami al cubo, tramite i tagli, e l’utilizzo dello stesso materiale, il ferro, e all’elemento schermate, in quanto dotato di una piastra base da cui si genera. Tali caratteristiche comuni permettono di definire anch’esso come elemento d’arredo urbano, che si integra nella spazialità della piazza.

L’illuminazione

L’illuminazione delle nuove aree sarà realizzata impiegando diverse tipologie di lampade i cui fasci luminosi vengono sfruttati per funzioni altrettanto diverse, per sottolineare la presenza di elementi caratterizzanti o semplicemente per garantire un adeguata illuminazione degli spazi. Tutti i corpi illuminanti saranno dotati di lampade con tecnologia a LED così da ottenere una riduzione dei costi di esercizio sia dal punto di vista energetico che manutentivo. Al fine di limitare l’impatto visivo generato dall’utilizzo dei pali convenzionali, è stato previsto l’impiego di corpi illuminanti a terra o comunque con uno sviluppo in altezza relativamente limitato. Su tutta la piazza e nelle vie che si dipartono da essa saranno installati corpi illuminanti in grado di generare una luce rasente il terreno, di assicurare un adeguato fattore di illuminazione e contenere l’inquinamento luminoso entro i limiti fissati dalla normativa vigente. Gli edifici significativi prospicienti la piazza saranno individuabili grazie alla presenza di un’illuminazione più intensa e direzionata, che contribuisca a metterli in evidenza e a renderli riconoscibili; è il caso delle facciate dei fabbricati gentilizi ai piedi delle quali è prevista l’installazione di corpi illuminanti a terra capaci di generare un fascio luminoso rivolto verso l’altoche illumini completamente il prospetto e ne evidenzi la presenza durante le ore notturne. Per quanto riguarda la chiesa, il campanile e il monumento ai Caduti, verranno installati corpi illuminanti in grado di evidenziarne in modo forte e deciso la loro presenza e identificarli come vere e proprie scatole generatrici di luce. L’area della fontana e del portale sarà illuminata da lampade ad immersione e da lampade installate al di sotto della seduta in legno e ai piedi del portale stesso. La concezione del modo di illuminare sopra descritto muove dalla volontà di ricreare, nelle ore serali e notturne una sorta di grande palco a cielo aperto dominato da una luce soffusa, sul quale gli elementi illuminati con maggior intensità diventano gli attori.

L’utilizzo dei materiali

Dal punto di vista materico il progetto proposto prevede l’impiego di materiali prevalentemente naturali quali la pietra e il legno. Durante la fase di disfacimento delle strutture esistenti, parte delle pavimentazioni in porfido esistenti dovranno essere recuperate per poi essere reimpiegate per l’esecuzione delle nuove pavimentazioni. La pietra naturale è impiegata per le pavimentazioni sia in forma di cubetti che di lastre, i materiali saranno appositamente trattati in modo da renderne ruvida la superficie così da ridurre, in caso di pioggia, il rischio di scivolamento sia per pedoni che per i veicoli. Le pietre impiegate dovranno avere ottime qualità di resistenza all’aggressione da agenti atmosferici, chimici, ai cicli gelo/disgelo e all’usura generata da traffico veicolare. Il legno è impiegato soprattutto per l’arredo urbano e in particolare per la realizzazione delle sedute, unica eccezione riguarda l’area in corrispondenza della fontana dove il legno viene impiegato sia come pavimentazione, che come struttura vera e propria. E’ in corrispondenza della panca realizzata attorno alla fontana che trae origine una fascia in legno larga 45 cm che, sviluppandosi a terra perimetra e incornicia tutta l’area. Il legno inteso come elemento strutturale portante è impiegato a sostegno del portale, qui una serie di colonne a sezione quadrata 40×40 cm sostengono le lame in ferro che prendono origine dalla vasca d’acqua. Il ferro è impiegato sia per l’arredo urbano, (per le aiuole, gli elementi dissuasori, il portale etc.) che come elemento di pavimentazione, impiegato per segnare in modo netto il limite tra diversi spazi, come nel caso della perimetrazione dei quadrati. Attraverso l’impiego di elementi in ferro è realizzato anche il disegno della pavimentazione del cono, generato dalla ripetizione in serie di lame disposte parallelamente le une alle altre a distanza reciproca di 50 cm. Per la realizzazione di questa texture è previsto l’impiego di binari recuperati dalla dismissione di vecchie tratte ferroviarie. Il cemento lisciato è impiegato solo ed esclusivamente per la pavimentazione, nello specifico: - per la texture del cono principale dove è impiegato a riempimento delle fasce di 50 cm che si vengono creare tra una lama di ferro e l’altra; - per la realizzazione della pavimentazione nei pressi della fontana dove è posato in grandi dimensioni, a formare una sorta di elementi monolitici che fanno da solido basamento alla fontana e alla struttura del portale.

3 RIFERIMENTI PROGETTUALI

E’ attraverso l’analisi storica condotta attorno al tema dell’industria tessile che sono stati individuati elementi caratteristici propri dell’industria stessa che, attraverso un processo di reinterpretazione in chiave simbolica e contemporanea sono trasposti nel progetto; qui acquisiscono il valore aggiunto delle funzionalità intesa come espressione e interpretazione delle esigenze odierne. La riproposizione degli elementi non vuole dunque essere un processo di monumentalizzazione degli stessi ma è volta a conferirgli sia un carattere simbolico che funzionale. È un segnale di continuità tra presente e passato in cui il paese di Leffe s’identifica in quanto testimonianza della tradizione tessile locale ed è un segno che caratterizza anche il progetto della nuova piazza. I richiami alla tradizione non sono mai esposti in forma museale, come oggetti da guardare, ma, al contrario sono inseriti in modo armonico nel contesto, ne fanno parte integrante, sono elementi da “usare”. Non si è voluta creare una sterile esposizione di cimeli, si è fatto in modo che gli elementi mutuati dalla tradizione fossero “vicini” e venissero fatti propri e “usati” dalla cittadinanza. Si è cercato di avvicinare il più possibile gli elementi della tradizione alla quotidianità in modo da stimolare, generare curiosità e interesse, indurre le persone ad indagare nel campo delle tradizioni e delle origini culturali o più semplicemente a non dimenticarle. La moderna reinterpretazione degli oggetti di richiamo alla tradizione tessile, quali il pettine, la struttura del telaio in legno e la bozzoniera, coinvolgono non solo la forma ma anche l’utilizzo del materiale o della composizione. Così la rivisitazione della fontana esistente, fulcro del nuovo progetto, assume anche una valenza storica con richiamo alla tradizione tessile del telaio e in particolare alla bozzoniera, sia dal punto di vista compositivo e materico che funzionale in quanto vi è uno specifico richiamo all’acqua, indispensabile nel passato come forza motrice per il suo funzionamento. Anche il pettine, elemento necessario per la tessitura, presenta la sua trama e viene rielaborato come disegno nella pavimentazione del cono assumendone anche la stessa essenza, quale appunto la lamina di ferro. Lo stesso elemento si ripresenta anche come elemento tridimensionale e di schermatura dei parcheggi, sottolineando anche in questo caso il recupero dell’essenza del materiale: il ferro. Accanto alla fontana anche il portale diviene una reinterpretazione dell’elemento predominante la tradizione tessile, il telaio, in particolare in riferimento alla sua struttura compositiva, alla sua occupazione nello spazio e al suo legame con l’acqua; anche il richiamo al materiali (legno e ferro) viene mantenuto. Questi riferimenti alla tradizione prendono forma in simbiosi con il progetto, creando continuità e integrazione tra passato e presente, tra uomo e vivibilità del luogo comune, definendo un elemento unico, la piazza.
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    PREMESSAIl progetto di riqualificazione della Piazza Libertà di Leffe in provincia di Bergamo di seguito proposto, tende al miglioramento della qualità sotto il punto di vista estetico, fruibile, funzionale e sociale dell’area attuale.Si basa principalmente sulla ridefinizione e il miglioramento dello spazio pubblico nell’ambiente urbano, cerca di riconoscerne e comprenderne le qualità nonché di valutarne le potenzialità per conseguire un generale miglioramento e attuare adeguate...

    Project details
    • Year 2010
    • Client Comune di Leffe
    • Status Competition works
    • Type Public Squares / Urban Furniture / Monuments
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