DIRTY

Dirty Milano
Nick Maltese crea gli interni di un locale che punta sulla schiettezza
 
Dirty Milano in Viale Regina Giovanna, nella vibrante area di Porta Venezia.

Il locale si presenta come luogo di rottura, come alternativa alla "classica" nighlife, dove l'immagine e il racconto valgono spesso più dell'esperienza in sé.

I tre soci – Mario Farulla, Gigi Tuzzi e Carola Abate – si sono confrontati in lunghi brainstorming fino a giungere all'idea finale.
«Abbiamo tolto tutto ciò che non ci piace, tutto quello che inutilmente ha creato sovrastrutture che hanno snaturato ed allontanato pian piano il cliente dalla vera essenza del bar: il divertimento. La nostra idea sposa appieno un movimento di controcultura, in cui un drink può essere buono senza entrare in tecnicismi spiegati senza richiesta al tavolo ed eliminando tutto lo show-off del bartender. Desideriamo un bar essenziale, proprio come il nostro stile. Proporremo un a drink list corta e semplice, basata su preparati della casa e grandi classici. Il tutto accompagnato da un’offerta food fino a tardissima notte. Pensiamo a piatti provocatori, che giocano con i concetti di "alto" e "basso" ribaltandoli. Nel menu immaginiamo champagne e mortadella, carne in scatola, hot dog e banane ad un euro, semplicemente perché la frutta fa bene!».
 
Per gli interni gli imprenditori hanno scelto di affidarsi a Nick Maltese Studio. Nick Maltese e Fede Pagetti, progettano uno spazio di grande impatto ispirato al Brutalismo, che riprende lo stile degli edifici sovietici degli anni 70. Grandi superfici in cemento grezzo saranno mosse da elementi grafici che omaggiano l'opera di Basquiat. Il bancone sarà il punto forte del bar, ovviamente siderale e crudo, con un tocco provocatorio dato dai piccoli peni stilizzati disegnati sul piano di lavoro, Un rimando ironico alla trasgressione della prima infanzia.
«Non ci sarà nessuna bottigliera -continua a raccontare Mario Farulla, solo prodotti ribrandizzati Dirty per arrivare all’essenza dell’esperienza gustativa e andare oltre le percezioni legate alla notorietà delle etichette. Ovviamente avremo anche bottiglie "bonus" da servire su richiesta del cliente, ma saranno nascoste. Il servizio sarà incentrato sul divertimento e sul coinvolgimento dell’ospite, con soli 35 posti interni sarà come mettere inscena feste private ogni sera. I barman non useranno jigger per misurare le quantità, ma sarà tutto preparato a mano libera per sottolineare l’importanza del vivere l'unicità del momento, con cocktail che non saranno mai copie di se stessi. Si tornerà agli anni 2000 con le soda gun per eliminare quanto più il termine abusato di “perfect serve”. In generale tutta l’attrezzatura sarà ridotta al minimo per far capire quanto molti strumenti siano inutili al fine del buon bere».
Dirty aprirà alle 19.00 per tirar tardi fino alle 4.00 del mattino, accogliendo le persone post discoteca e i lavoratori della notte. La sala sarà divisa in due da una tenda da macellaio, per accogliere in uno spazio più privato chi cerca maggiore riservatezza. Non ci sarà però una reservation policy. «Chi arriva primo si siede» ironizzano i proprietari
A completare l'atmosfera una colonna sonora he spazierà tra vari generi ma la cui base sarà hip-hop anni ‘90/2000 fino a sperimentazioni sonore più di nicchia.