House for a Sea Dog | Dodi Moss

Simplistic in style, the space is a clear representation of a contemporary house cut into the roof tops of the historic layers of Genoa. It is a transformation that does not succumb to the ego of the designer, but that uses all existing elements not as the background but as the creative idea itself.
Entering through a small door 300 years old, the white lime that finishes the walls guide you into a house that preserves the charm of a ruin combined with refined details and solutions that blend together; an ancient roof restored to perfection, wall finishes preserved and restored by expert hands respected like in a monument.
A black slate staircase leads to the living space, minimal and filled with light, a place of well-being and simplicity that transitions to outdoor spaces. The city begins to reveal itself, showing its differences within a forest of roofs, towers, steeples and other terraces, some lush and some deserted.
Climbing one last staircase after 10 floors we are among the roof tops, in stark contrast to the dark, stone heart of the city below. On the terrace, like on a ship's deck, a wooden floor connects us to the warm materiality of the interior and brings us closer to the thought of the sea; the sea is not visible, but just like on the bridge of a ship it is difficult to forget that we are just a few meters away.

Architecture Firm: Dodi Moss
Lead Architects: Arch. Matteo Rocca, Jacopo Battistini

Photography: Anna Positano
www.annapositano.com   
www.instagram.com/annapositano/

[IT]

Uno stile semplice e concentrato sulle cose concrete, un’immagine nitida di una casa contemporanea ritagliata all'interno degli ultimi piani di una sovrapposizione millenaria in continuo evolversi come è il centro storico urbano della città.
 
Una trasformazione che non cede all'ego del progettista, ma che fa di ogni elemento esistente il contenuto e non lo sfondo dell'idea creatrice.
 
Il contesto è fatto di vicoli di un centro storico verace, la luce è quella abbagliante dei tetti di ardesia, superfici dorate ossidate dal sole riverberano attraverso le finestre di casa inaspettati raggi di luce.
 
Si entra per una piccola porta vecchia di 300 anni e la calce bianca che finisce le pareti ti trasportano in un'abitazione che conserva il fascino della rovina nei suoi elementi esistenti, abbinata a raffinati dettagli e soluzioni che inaspettatamente si sposano con una matericità rude di molti elementi della casa: un antico tetto restaurato a regola d'arte che ancora “volta” uno dei piani dell'abitazione, intonaci e paramenti murari restaurati e conservati da mano esperte proprio come in un monumento. Niente di monumentale nei muri, nei legni e nelle permanenze di questa casa, solo tracce dell'ordinario che regalano però squarci di immaginario su altri tempi e altri utilizzi in una casa a la page e sofisticata nella sua essenzialità.
 
Per una scala di ardesia nera, che si protende da un piccolo arco nello studiolo domestico, si accede allo spazio living, una scatola di luce minimale, luogo di benessere e semplicità che anticipa gli spazi esterni. La città si apre sui contrasti in una selva informe di tetti, torri, campanili grondaie, e altri affacciatoi (come si chiamano a Genova i terrazzi sui tetti) grandi e piccoli, lussureggianti e deserti. Una volta fuori ancora una scala e dopo 10 piani eccoci sui tetti in questo mondo parallelo, in netto contrasto con il cuore buio e di pietra della città bassa. Sugli esterni come su un ponte di una nave un pavimento di legno ci ricollega alla matericità accogliente degli interni e allo stesso tempo ti avvicina al pensiero del mare; il mare non si vede, ma sul “ponte 10” della nave è difficile dimenticarsi di esserci a pochi metri.