riqualificazione dei resti della torre civica, Pavia | Andrea Galanti

Una sorta di gabbia trasparente protegge la torre. Dall’esterno i pilastri a sezione ogivale, la pavimentazione perimetrale e la copertura (rastremata verso l’esterno) sono finiti a specchio, in modo da tentare una mimetizzazione con il contesto riflettendolo e sfruttando attraverso una sezione strutturale sottile, le capacità meccaniche dell’acciaio. La sensazione è quella di un corpo sospeso al di sopra delle rovine, in aperto contrasto con i volumi imponenti e fortemente materici del Duomo e degli altri edifici. E’ forse in corrispondenza dell’ingresso al memoriale (posto a sud) che si inizia a comprendere quello che poi accadrà all’interno della camera generata dai muri superstiti. Infatti anche la pavimentazione interna si presenta trattata allo stesso modo di quella esterna e della copertura in modo tale da innescare un gioco di specchi che moltiplica all’infinito il tronco della torre. Questo artificio ottico crea la finzione di una torre che non esiste più, che si moltiplica sia verso il basso che verso l’alto apparentemente senza fine.