TORINO ESPOZIONI - Biblioteca civica centrale e Teatro Nuovo di Torino | mara luciani

Il Complesso di Torino Esposizioni, rilevante esempio di architettura razionalista
tra le due guerre, concentrato di storia dell’architettura, di cultura e
di innovazione strutturale, è nato nel 1937 come “Palazzo della Moda” su
progetto dell’arch. Ettore Sottsass; ha subìto nel corso degli anni, a cura di
progettisti di grande capacità, quali Roberto Biscaretti di Ruffia, Pier Luigi
Nervi e Riccardo Morandi, diverse trasformazioni fino a diventare un organismo
architettonico noto in tutto il mondo come eccezionale esempio
di ingegneria strutturale. Il palazzo Sottsass-Nervi è stato intensamente
utilizzato nel corso degli anni Sessanta e Settanta, diventando sede del Salone
dell’Automobile di Torino e di numerosi altri eventi fieristici. Dal 1989
l’attività fieristica è stata trasferita al Lingotto.
Le scelte progettuali sono state improntate al rispetto della concezione
architettonica e strutturale originaria, al miglioramento del comportamento
statico e sismico dell’opera per tendere alla massima valorizzazione
della sua immagine iconica. Il progetto ha posto riguardo: alla definizione
degli elementi distributivi, funzionali e tecnici dell’intero complesso e delle
singole funzioni; all’efficienza energetica e impiantistica del complesso, tenendo
in elevato conto la questione della sostenibilità ambientale (geotermia),
attraverso la minimizzazione dei consumi ed il contenimento dell’inquinamento
atmosferico, oltre che la necessità di indipendenza gestionale; alla
totale progettazione degli allestimenti e degli arredi per le diverse fruizioni.
Il rapporto del nuovo complesso di Torino Esposizioni con il contesto prossimo
(Parco del Valentino, fiume Po e Castello del Valentino) è stato affrontato
mediante lo studio degli aspetti urbanistici, della viabilità, dei parcheggi, dei
percorsi della mobilità debole (cicli/pedoni/mezzi elettrici e ad alimentazione
pulita), nonché del rapporto degli spazi interni con le aree pubbliche esterne