Recupero del mulino ad acqua in loc. Fiaccati - Roccapalumba (Pa) | calogero alongi

Museo etnoantroplogico privato Roccapalumba / Italy / 1998

0
0 Love 2,582 Visits Published
IL MULINO FIACCATI DI ROCCAPALUMBA
L’edificio si trova a Roccapalumba, una località nelle vicinanze di Palermo.
Si tratta di un mulino ad acqua costruito nel 1887 dalla famiglia Avellone sugli argini del Fiumetorto, nel feudo Fiaccati, in una posizione molto favorevole dal punto di vista commerciale.
L’impianto, incuneato tra le rocce, incanalava l’acqua del fiume e la portava in una grossa “urga” (diga) in pietra squadrata, componente essenziale del mulino, in quanto anche durante la notte, grazie alla sua posizione, essa poteva riempirsi e assicurare la macina per il giorno successivo. Dall’ urga l’acqua si immetteva in un altro corso d’acqua alle spalle del mulino da cui si diramavano due corsi, che portavano l’acqua alle cascate (“vutti”), cunicoli alti circa 12 metri, quasi verticali, in pietra. L’acqua che veniva incanalata nelle cascate finiva sulle pale di una ruota tutta in ferro che, imperniata in basso, aveva al centro un asse in ferro che fungeva da albero di trasmissione, trasmettendo il movimento della ruota, dato dalla velocità dell’acqua, alla macina.
Il mulino è costruito in ottima pietra a vista di provenienza locale, legata con malta.
L’edificio consta di un corpo centrale di circa m. 21,00 x 8,00 e suddiviso in tre ambienti.
L’ingresso avviene superando un’apertura ad arco sulla cui chiave è incisa la data di costruzione del mulino, il 1882. In questo primo ambiente si trovano le mangiatoie, negli altri due , separati tra loro da due grandi archi a tutto sesto, si trovano i due impianti per la molitura del grano.
Una scala conduce al piano superiore, costituito da due piccole stanze su due distinti livelli, che ospitavano l’alloggio del mugnaio, con travi a vista in legno.
Il complesso rurale è poi completato da un invaso (“urga”) posizionato alle spalle del mulino, completo di canaletta e di chiuse di sbarramento in pietra squadrata, permettendo quindi il funzionamento del mulino anche durante i periodi di siccità.
Staccato ma facente parte integrante del complesso si trova un corpo di fabbrica separato, a pianta rettangolare, che veniva usato come pagliaio e stalla.
Sulle pareti interne dell’edificio sono collocate una serie di “cavigghie”, rami di albero conficcati al muro con l’estremità sporgente arrotondata, adoperati per appendere selle e bisacce, mentre sui muri esterni sono ancora presenti gli anelli in ferro usati per legare gli animali in sosta.
La struttura prima dell’intervento si presentava in buone condizioni e comprendeva parte della canalizzazione (saia), di forma ovoidale, e la canalizzazione di uscita verso gli invasi (vutti) che, scaricando l’acqua , determinava il movimento delle due ruote in ferro a pale sottostanti la “mola”.
Le murature perimetrali sono in conci parzialmente squadrati misti ad altri informi; la copertura è a falde inclinate con manto in coppi alla siciliana.
I presupposti culturali e metodologico-progettuali su cui si è impostato il progetto di restauro e consolidamento del mulino ad acqua di Roccapalumba, hanno avuto come riferimento il dibattito, le conoscenze, le certezze e le incertezze, che dall’elaborazione della prima Carta del Restauro (1931) fino alla più recente del 1972 fino ai nostri giorni, hanno sviluppato ed elaborato la teoria del restauro.
- L’intervento di restauro del complesso rurale è stato finalizzato non solo ad un recupero morfologico o ad una esercitazione di metodologie sul restauro, ma ha tenuto conto anche del problema del riuso dell’edificio.
Superata la fase di conoscenza della struttura, il progetto si è indirizzato verso la fase progettuale, che ha riguardato in primis la conservazione del fabbricato attraverso interventi di consolidamento e restauro dei sistemi costruttivi tradizionali, quali coperture, intonaci, murature e pavimentazioni,con l’intento di rendere più leggibile la struttura, poi la progettazione dei percorsi esterni e il ripristino dei rapporti funzionali estetici e storici del manufatto con l’ambiente circostante, infine la ricerca di una nuova funzione per un uso continuo e costante del manufatto.
L’obiettivo è stato quindi quello di recuperare a livello morfologico l’unità insediativa, creando al suo interno una utilizzazione, quella a Museo etno-antropologico e idraulico, che ne garantisca l’uso e la fruizione continua nel tempo, tendendo alla realizzazione di un percorso scenografico che, enfatizzato dall’illuminazione, valorizzi la qualità delle preesistenze e creando numerosi rimandi fisici, visivi e simbolici tra contenitore e contenuto.
La parte espositiva è stata organizzata tra le mole e le mangiatoie, e divisa in sezioni sull’ambiente domestico, l’agricoltura e l’artigianato; a questa è stato affiancato uno spazio per mostre permanenti e una sezione documentaria.
La prima parte dell’intervento ha riguardato il locale che ospitava le stalle, che si trovava in pessime condizioni, a causa di infiltrazioni di acqua a seguito del crollo della copertura avvenuto anni addietro. Sono stati effettuati dei saggi sulla muratura ai vari livelli, per verificarne la consistenza, ottenendo risultati soddisfacenti; quindi nelle parti individuate sono state effettuate delle perforazioni sulla muratura con successivo rabbocco con malta di calce additivata.
La fase successiva ha poi riguardato la sarcitura delle lesioni presenti e il rispristino di alcuni tratti di muratura con materiale analogo a quello originario.
Gli elementi in legno sono stati dimessi e recuperati, mentre sono state sostituite le travi ammalorate con altre di uguale fattura.
La copertura è stata ricostruita secondo le indicazioni della Soprintendenza, dopo essere stata opportunamente isolata, riutilizzando le tegole originarie.
L’intervento si è occupato inoltre della rimozione dei vecchi intonaci che ha messo a vista la muratura, la quale, dopo essere stata pulita con acqua nebulizzata, è stata lasciata a faccia vista.
Tutti i serramenti sono stati smontati, sottoposti a pulitura, e rimontati; quelli non recuperabili sono stati sostituiti con altri similari, così come gli elementi in ferro.
La pavimentazione non più recuperabile è stata sostituita con una pavimentazione in cotto, mentre quella in ciottoli di fiume e basole di pietra è stata integrata nelle parti mancanti con materiale di analoga qualità e pezzatura.
La scala di accesso al piano superiore è stata consolidata e rivestita con mattoni di cotto siciliano.
I prospetti esterni sono stati puliti e sigillati, mentre il muro di parapetto sul fiume è stato restaurato per la parte esistente e ricostruito per la parte mancante con pietrame della stessa pezzatura.
0 users love this project
Comments
    comment
    user
    Enlarge image

    IL MULINO FIACCATI DI ROCCAPALUMBAL’edificio si trova a Roccapalumba, una località nelle vicinanze di Palermo. Si tratta di un mulino ad acqua costruito nel 1887 dalla famiglia Avellone sugli argini del Fiumetorto, nel feudo Fiaccati, in una posizione molto favorevole dal punto di vista commerciale. L’impianto, incuneato tra le rocce, incanalava l’acqua del fiume e la portava in una grossa “urga” (diga) in pietra squadrata, componente essenziale del mulino, in quanto anche durante la notte,...

    Project details
    • Year 1998
    • Work started in 1997
    • Work finished in 1998
    • Client Sig. Giuseppe Pollina
    • Status Completed works
    • Type Country houses/cottages / Museums
    Archilovers On Instagram