Una idea per la ricostruzione | Massimiliano Menegale

Architetture per l' emergenza L’Aquila / Italy / 2009

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Il tema dell’ emergenza, della necessità urgente, della soluzione immediata ma spesso tardiva è divenuto negli ultimi anni davvero pressante su molti fronti. Emergenza energetica, climatica, economica… Tutti stati di instabilità ed insicurezza causati dall’ uomo stesso, che irresponsabile per decenni si accorge solo quando il problema inizia a divenire ingovernabile che esso realmente esiste.
Proprio per far fronte ad una accresciuta coscienza di “mal gestione” passata di problematiche e temi di varia natura, oggi l’ uomo cerca di superare la fase adolescenziale della propria evoluzione sul pianeta ed inizia a cercare di mettere in atto comportamenti e strategie atte non solo a fare rientrare l’ emergenza, ma anche ad iniziare una nuova era più consapevole e responsabile.
Abbiamo cercato nella nostra proposta progettuale di condensare questo auspicabile atteggiamento nel concetto stesso di abitazione – riparo – rifugio temporaneo.
Una struttura portante in acciaio, atta ad assorbire sollecitazioni in caso di sisma e che consenta di impilare su più piani unità abitative modulari, e tamponamenti con pannelli multistrato a base legnosa e di lana di roccia, per una edilizia di emergenza solida ma leggera, ecosostenibile e dalle buone performance termiche invernali.
Anche i solai e le pavimentazioni sarebbero assolutamente prefabbricate e modulari, per potere creare in serie e velocemente, nonché con costi sensibilmente più bassi, delle unità pronte ad essere assemblate a secco sul luogo di necessità.
La ventilazione cercherebbe di essere per quanto possibile naturale, innescata da differenze di temperatura e pressione grazie a camini solari. Sarebbero comunque previsti degli estrattori meccanici attivati nel caso in cui il tiraggio del camino per le condizioni climatiche esterne non fosse sufficiente a garantire un ricambio d’aria adeguato. Un controsoffitto con andamento curvo, e realizzato con onduline metalliche per aumentare la superficie di scambio termico, creerebbe nelle zone in sommità dell’ unità abitativa delle aree “calde”, innescando in questo modo da subito il processo di ventilazione passiva. L’ aria raffrescata verrebbe immessa negli ambienti invece da bocchette a parete nella parte bassa dei paramenti verticali.
I moduli di abitazione sarebbero intervallati da moduli tecnici, più stretti, nei quali correrebbero non solo le canalizzazioni di mandata ed espulsione dell’ aria, ma anche le tubazioni per l’ approvvigionamento idrico negli angoli cottura e nei servizi igienici, e gli scarichi sia delle acque nere e grigie che delle canne fumarie. Tali moduli tecnici, stretti e lunghi, terminerebbero sul lato preferibilmente sud con dei camini in metallo e sommità a vetro singolo, onde creare grazie all’ incidenza dei raggi solari una zona di surriscaldamento per aumentare il tiraggio dei camini solari, inseriti difatti in tali moduli (una sorta di sistema Barra – Costantini).
Ciò che è accaduto recentemente in Abruzzo ci ha poi fortemente colpiti. Riteniamo sia importante superare il dolore conservandone la memoria. Ricordare. Le pareti di tamponamento delle unità abitative sarebbero come già detto più sopra in multistrati di legno e lana di roccia. Per attenuare l’ onda termica in estate e donare massa ai paramenti verticali, si è pensato di agganciare ad una struttura di sostegno metallica dei gabbioni in rete elettrosaldata, ed al loro interno inserire frammenti di calcinacci e macerie. In tal modo la reazione all’ avversità si configura anche come abbattimento nel costo dello smaltimento delle macerie stesse, e come riteniamo sia giusto, queste ultime permangono nel luogo dove avevano un senso prima di divenire muri sgretolati, dove erano case, riparo, rifugio prima di divenire dolore, perdita, pianto.
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    Project details
    • Year 2009
    • Client Rivista ''THE PLAN''
    • Status Completed works
    • Type Modular/Prefabricated housing
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