una comunità per crescere, milano - via cenni | angus fiori

In questo ambito di intervento si è cercato di creare una piccola centralità per il quartiere e i suoi abitanti, progettando un complesso di abitazioni che si affacciano su una sistema di spazi comuni messi in relazione fra loro a più livelli, dove i percorsi pedonali, le piazze, gli attraversamenti, concorrono a formare una “rete continua di connessioni”.
La tradizionale suddivisione tra “spazi pubblici” e “spazi privati” vuole infatti essere superata in questo progetto, in cui si preferisce creare degli “spazi relazionali” e degli “spazi individuali”, strutturati per consentire continui scambi, relazioni, informazioni, tra le famiglie e gli abitanti.
Le unità residenziali previste sono dei piccoli edifici che hanno una grande flessibilità tipologica e possono adeguarsi alle differenti esigenze nel tempo sia nella composizione del numero e delle tipologie che nella volumetria delle singole unità. Le singole unità abitative sono composte da una componente fissa e da una variabile, dinamica sia orizzontalmente che verticalmente; in questo modo, per effetto della alta flessibilità aggregativa degli alloggi, sarà sempre possibile modificarne il numero e la dimensione. La caratterista intrinseca della singola unità residenziale è la flessibilità e la variazione compositiva: ogni edificio, seppur con lo stesso impianto planimetrico, può avere una volumetria diversa ed una differente composizione di facciata. I rivestimenti, infatti, pur avendo lo stesso sistema costruttivo di supporto, sono applicati in maniera differenziata alle varie unità, al fine di consentire l’identificazione degli utenti con la propria abitazione e creare delle variabili compositive. In questa soluzione, i rivestimenti di materiali e forme differenti amplificano l’immagine degli edifici singoli, unici ma anche appartenenti ad un insieme architettonicamente condiviso e compiuto. Gli ambienti giorno delle abitazioni sono sempre rivolti verso sud-est e l’involucro (copertura e facciata) sono spazi “climaticamente dinamici”.