House LC | studioforma

Like an erratic rock
The intervention lies within a typical suburban context, poor in tensions and density. The lot, narrow and elongated, is parallel to a blind neighborhood street. The client's request for a house with wide views of the outdoor areas, in relation to the shape of the site and the features of the context, generated the specific typology of the project: an introverted house, articulated around two courtyards in a relationship of diagonal symmetry between them.
The construction consists of a reinforced concrete frame, with honeycomb brick walls, continuing an Italian tradition which, by necessity, has used the reinforced concrete frame within a substantially massive masonry logic. The project consciously assumes continuity with this tradition: in the raw construction, all the frame structures were entirely covered in brick, to create continuous support on which a 3.5 cm thick traditional plaster, made of pure hydraulic lime, could be applied. No external wall insulation sounds empty, the insulation is all internal.
All the house's primary spaces are organized on the ground floor; on the first floor a smaller, set-back volume houses an area dedicated to work and study.
Few openings on the external fronts, large plaster surfaces shimmering under the light, the rawness of certain details: everything aspires to give an abstract image to the construction, to deceive on its real scale, thus placing it in a critical relationship with the weird suburban domesticity of the surroundings.
The creation of a lively garden in the small external surfaces left free from the building, together with the use of a special Vicenza limestone for all the horizontal surfaces in contact with the plaster, contribute to reinforcing the idea of an "erratic rock" drowned in a typical suburban urbanization.

Photography: Francesca Ióvene - www.francescaiovene.com

Collaborators: Davide Vitali, Sara Cacciati

 
[IT]
Come un masso erratico
L’intervento si inserisce all’interno di un tipico contesto suburbano, caratterizzato da deboli tensioni e poca densità. Il lotto, stretto e allungato, è parallelo a una strada di quartiere a fondo cieco. La richiesta del committente di un’abitazione con grandi vetrate aperte verso le aree esterne, relazionata alla forma del sito e alle caratteristiche del contesto, ha generato la specifica tipologia proposta: una casa introversa, articolata attorno a due corti simmetriche rispetto alla diagonale.
La costruzione consta di uno scheletro in calcestruzzo armato, tamponato con blocchi in laterizio alveolare, sulla scia di una tradizione italiana che, per necessità, ha impiegato il calcestruzzo all’interno di una logica sostanzialmente muraria. Il progetto abbraccia consapevolmente la continuità con questa consuetudine costruttiva: al grezzo, tutte le strutture erano completamente coperte dal laterizio, a definire un supporto continuo su cui è stato applicato l’intonaco tradizionale in pura calce idraulica, dello spessore di 3.5 cm. Nessun cappotto che suona a vuoto, l’isolamento è tutto interno.
Tutti gli ambienti primari dell’abitazione sono organizzati a pianterreno; al primo piano un volume
più piccolo, arretrato, ospita un’area dedicata al lavoro e allo studio.
Poche aperture sui fronti esterni, ampie campiture di intonaco materico che vibrano sotto la luce, l’essenzialità di alcuni dettagli: tutto ambisce a restituire un’immagine astratta della costruzione,
a ingannare la percezione della sua effettiva scala, per stabilire una relazione critica
con la domesticità suburbana del contesto.
La creazione di un giardino mosso e colorato nelle piccole superfici rimaste libere del lotto, insieme all’impiego di un calcare vicentino per le superfici orizzontali a contatto con l’intonaco, contribuisce
a consolidare l’idea di un “masso erratico” immerso in una tipica urbanizzazione periferica.