Restauro e rifunzionalizzazione dell’ex Convento di San Panfilo a Spoltore (PE) | CASa Associati

La complessa configurazione dell’edificio deriva dalle sue vicende storiche e dalla stratificazione di interventi che ha subito. La fondazione del complesso, realizzato dai Benedettini, è ascrivibile all’XI secolo, ma l’attuale impianto, a tre bracci con chiostro centrale, è opera dei Francescani e risale al periodo barocco. Il convento, soppresso nel 1866, diventa nel 1912 residenza privata della famiglia Cerulli Irelli, che eseguirà una serie di interventi di gusto eclettico neo medioevale. L’edificio, interamente realizzato in laterizio, si sviluppa su quattro livelli. Tre bracci pseudo ortogonali tra loro, lungo i quali si dispongono oltre 70 ambienti, delimitano il chiostro con pozzo centrale. Nonostante i prospetti sul chiostro siano stati edificati in pieno periodo barocco, il gusto è ancora tardorinascimentale: ad un primo ordine di pilastri con basi e capitelli modanati si sovrappongono paraste ribattute. Tutte le arcate sono a tutto sesto e le tamponature al secondo livello con bifore risalgono all’intervento novecentesco. Nelle lunette del chiostro sono presenti due pregevoli cicli di affreschi, realizzati tra il XVII e il XVIII secolo, con episodi di vita di S. Francesco di Paola e di S. Francesco di Assisi. I lavori di consolidamento strutturale e restauro per il suo riuso a fini turistico-ricettivi, iniziati nel 2009 con gli interventi in copertura, hanno interessato i diversi elementi strutturali, oltre al ciclo di affreschi del chiostro e alla facciata principale, restituendo all’edificio la sua antica bellezza e rendendolo idoneo ad ospitare le attività dell’azienda agricola e agrituristica Collecese, i cui soci sono gli eredi della famiglia Cerulli Irelli.  Gli interventi sono stati progettati prestando particolare attenzione agli elementi di notevole pregio e con chiara valenza storica dell’edificio, per migliorare la sicurezza statica, ridurre il rischio sismico dell’edificio e nello stesso tempo adeguare funzionalmente l’edificio alla nuova funzione ricettivo-turistica con un linguaggio che non domina l’edificio, ma lo valorizza senza cancellarne l’identità.