Restauro del giardino storico di "villa Bonomo" e nuovo parco pubblico.

Realizzazione delle opere di urbanizzazione secondaria - sistemazione delle aree a standard della residenza - verde e giardini Bari / Italy / 2023

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Le opere previste dal presente progetto hanno riguardato la realizzazione di aree a standard della residenza sistemate a verde e giardino pubblico quale opera di urbanizzazione secondaria nell’ambito del Piano di lottizzazione n. 196/96 approvato con D.G.C. n. 540 del 26.09.2012. L’intervento riguarda la maglia di terziario-direzionale n. 46 del P.R.G. vigente del comune di Bari situata all’incrocio della via Amendola con la cosiddetta “3^ mediana bis”. L’area interessata dal “progetto del verde pubblico di quartiere” ha una superficie complessiva di circa mq 18.900 ed è in buona parte costituita dal lungo viale di accesso ad una villa ottocentesca (villa Bonomo) sottoposta a vincolo storico culturale notificato ai proprietari in data 03.07.1990. L’area a verde non vincolata comprende l’ampia superficie intorno al nuovo edifico (mq 5.400 circa) a cui si aggiunge un’area trapezoidale a valle del viale, esterna all’area vincolata, di mq 870. Per una superficie complessiva di mq 6.270, Successivamente, con l’approvazione di un “accordo di programma, questa area mq 7.435 circa.
Il progetto esecutivo, redatto dall’arch. Mario Ferrari PhD, prof. arch. Rocco C. Ferrari e – per la parte agronomica – dal dott. Agr, Francisco C. Sansiviero, è stato approvato con D.G.C. n. 756 del 26.11.2013; ha successivamente ottenuto parere della Soprintendenza MiBAC prot. n. 7203 del 28.05.2015 e Permesso di Costruire n. 48/2014 del 23.09.2016.


Considerando la planimetria, il vincolo – che interessa solo una parte dell’area – il diverso contesto delle due aree, si ritiene opportuno proseguire, separando descrizione e illustrazioni della parte vincolata (Parco Bonomo) da quella dell’adiacente restante giardino: la cessione delle aree a verde pubblico a confine con edifici di notevole altezza, la necessità di impiantare ex novo le essenze arboree, la presenza al margine di un importante giardino privato con alberi di notevole dimensione (reso stabile in questa zona dall’esaurimento della volumetria assegnata dal Piano regolatore) hanno portato i progettisti a disegnare un sistema di piani degradanti dal perimetro dell’edificio verso il livello del terreno vegetale, più basso di circa due metri. Il margine di queste aiuole conforma Questi piani convergono definendo una piazza alberata e illuminata, che accoglie i giochi per i bambini, mentre l’altezza dei muretti della prima aiuola offre una possibile seduta.


2 – DESCRIZIONE DEL PROGETTO DEL NUOVO GIARDINO


Come ricordato in premessa l’area a verde non vincolata confina con i nuovi edifici (che la esprimono); questi, per rispettare le quote di una preesistente strada, si trovano ad una quota superiore (di oltre due metri la differenza massima) a quella del terreno vegetale: Il progetto media questa differenza con tre terrazzamenti a quote digradanti, delimitati da muretti in mattoni posti su linee divergenti che, partendo dall’allineamento con il perimetro dell’edificio, si aprono verso i confini dell’area. Costituendo una serie di terrazze di sempre maggiore dimensione. Queste sono coperte da prato d’erba o da bassa vegetazione, a volte delimitate da siepi fiorite di varie essenze. Pochissimi gli alberi.


Questi terrazzi sono delimitati da bassi muretti in mattoni di laterizio, che mediano con il loro colore, il verde dei prati con il bianco del confinante edificio. Si è scelto di usare il mattone pieno anche per differenziarsi dall’uso del calcare che caratterizza la parte storica del Parco. Allontanandosi dalla tradizione ma inserendo uno degli elementi costruttivi più diffuso e di maggiore resistenza all’invecchiamento il mattone di argilla cotta, uno dei pochi elementi costruttivi che invecchiando migliora il suo aspetto, come dimostrano i tanti monumenti romani dispersi nella Penisola e in Europa.


I piani degradanti di queste aiuole verdi definiscono alla loro base una “piazza”. Delimitata dall’antico muro di cinta di una confinante villa (e dal verde dei grandi alberi secolari che ornano il suo giardino) questo spazio è pavimentato: larghe fasce di pietra si alternano alla pavimentazione in brecciolino (Soil Sement) e contengono alberi ad alto fusto, alternati ad elementi di illuminazione a palo secondo un preciso disegno geometrico. Tra le fasce in pietra, difesi dall’ombra degli alberi (verrà nel tempo con la crescita delle essenze impiantate) sono disposti i giochi per i bambini che danno un carattere ed una finalità d’uso a questa parte del giardino.


Oltre il margine della parte già realizzata, un progetto esecutivo (redatto in relazione ad un “accordo di programma” che ha variato quantità e destinazione delle parti ancora da edificare) definisce la conclusione formale a ovest di questo spazio, inserendo una piccola piazza rialzata e alberata che, affacciandosi sulla piazza con i giochi, forma un altro spazio di incontro e di sosta, di fronte ad uno specifico ingresso sul lato della via Amendola, di fronte all’ospedale pediatrico. Quest parte di giardino verrà realizzata successivamente, utilizzando per i muri gli stessi mattoni di argilla utilizzati per le altre parti già realizzate.


Il nuovo giardino, ruotando, sul lato nord entra in contatto con l’adiacente area vincolata. Il vecchio confine, eliminato il precedente muro di cinta, viene definito dal margine del viale pavimentato (con Soil Sement) e dall’allineamento dei pali (Sempre i Tris della ______) che forniscono l’illuminazione artificiale. Questi elementi si alternano a nuovi alberi ad alto fusto inseriti secondo una trama geometrica ortogonale nell’area del giardino ad est, confinante con un ampio cancello di accesso, al termine di un nuovo raccordo stradale.


Sul margine nord, a valle del viale di accesso alla Villa Bonomo, oltre l’area vincolata. si trovano altre due parti dell’area verde pubblica. Quella posta all’angolo nord-est permette l’accesso da via Lenoci, servendo il complesso dell’Executive center e l’area della futura stazione con l’annesso parcheggio di scambio. L’accesso è stato modificato (rispetto al progetto approvato) per tener conto della situazione reale delle aree contermini. Il viale, accompagnato da tre file di alberi, avrebbe dovuto (secondo il progetto originale, proseguire nella zona vincolata fino a congiungersi con il viale della Villa. Eliminata questa parte del percorso in accordo ad una prescrizione della soprintendenza, questo accesso si connette con le restanti aree attraverso la ex “stradella Bonomo” e la piazzetta circolare che, a metà del viale storico, permette l’accesso alle aree laterali e al disegno del nuovo giardino. Potrà permettere, in futuro, l’accesso a nuove aree verdi, che potranno ulteriormente caratterizzare questa parte del giardino.


La seconda area sul margine nord, di forma trapezia, è stata usata per realizzare un “Teatrino di verzura”, una struttura che si trova in molti giardini nobili a partire dal XVIII secolo. Per la descrizione di quest’area si rimanda alla relazione della parte storica (vincolata) dell’area, dove si è ritenuto di doverla collocare, essendo stata pensata come parte integrante del parco storico della Villa Bonomo.


Accessibilità e barriere architettoniche. L’area verde rimane accessibile da vari punti. I principali, accessibili anche da mezzi di manutenzione e chiusi da cancelli di dimensione conforme, sono su via Lenoci e su una deviazione della strada che, sul margine sud, permette il nuovo accesso (privato) alla Villa Bonomo. Rimane facile punto di accesso per la manutenzione il cancello che chiude la ex “stradella Bonomo, conservata con una sola modifica (intorno al palco del teatrino) nel suo percorso. Tutti le parti del giardino, e in particolare le parti terrazzate, sono raggiungibili con rampe pavimentate (Soil Sement) con pendenza e lunghezza a norma. I sentieri sinusoidali (pavimentati con la tecnica Soil Sement) permettono il transito di carrozzine (disabili ma anche bambini) anche alle parti esterne al viale storico. Altre aperture permettono il solo ingresso pedonale dal lato sud, attraverso l’edificio confinante. Un ampio cancello permette l’accesso da via Amendola, ma solo ai pedoni: l’ampliamento della strada e l’alto marciapiede non consentono il passaggio a mezzi gommati di manutenzione, Si raccomannda all’Amministrazionne Comunale l’acquisizione, il restauro e l’apertura del portale monumentale, naturale ingresso alla principale struttura storica del Parco.


Arredi. L’arredo dell’area è costituito essenzialmente dai muretti che delimitano i piani degradanti verso la piazza e i sentieri che, in aggiunta alle scale, permettono una facile accessibilità ai mezzi con ruote, sia dei bambini più piccoli che dei disabili. La loro altezza permette, intorno alla “piazza dei giochi” di sedere, sostituendo il ruolo delle panchine. Altro arredo è costituito dai cestini portarifiuti, di forma semplice, mimetizzati dal colore del corten.


Illuminazione. L’illuminazione artificiale è affidata a pali tris della Ditta, forniti in due misure: gli apparecchi della piazza e disposti lungo i confini dell’area sono alti m 3,60, uguali a quelli dell’area storica. Quelli disposti sui tre terrazzamenti sono di 1,80 metri di altezza. Tutti questi apparecchi illuminanti sono del color ruggine del corten e – da spenti - tendono a confondersi con il colore dei tronchi degli alberi; a smaterializzarsi nella loro luce, nell’oscurità della sera.


Ritrovamenti archeologici durante i lavori. Nessun reperto archeologico è stato rinvenuto nel terreno durante le opere di realizzazione del giardino sopra descritto.


RELAZIONE RELATIVA ALLA PARTE STORICA E VINCOLATA DELL’AREA DI VERDE PUBBLICO (detta “PARCO”)


1 - PREMESSA


Le opere previste dal presente progetto hanno riguardato la realizzazione di aree a standard della residenza sistemato a verde e giardino pubblico quale opera di urbanizzazione secondaria nell’ambito del Piano di lottizzazione n. 196/96 approvato con D.G.C. n. 540 del 26.09.2012. L’intervento riguarda la maglia di terziario - direzionale n. 46 del P.R.G. vigente del comune di Bari situata all’incrocio della via Amendola con la cosiddetta “3^ mediana bis”. L’area interessata dal “progetto del verde pubblico di quartiere” ha una superficie complessiva di circa mq 18.900 ed è in buona parte costituita dal lungo viale di accesso ad una villa ottocentesca (villa Bonomo) sottoposta a vincolo storico culturale notificato ai proprietari (fam. Bonomo) in data 03.07.1990.
Il progetto esecutivo, redatto dal prof. arch. Rocco C. Ferrari e phd arch. Mario Ferrari, è stato approvato con D.G.C. n. 756 del 26.11.2013; ha successivamente ottenuto parere della Soprintendenza MiBAC prot. n. 7203 del 28.05.2015 e Permesso di Costruire n. 48/2014 del 23.09.2016.



2 - DESCRIZIONE AREA DI INTERVENTO


Elemento di maggiore evidenza dell’area vincolata resta, dopo il Portale monumentale, il lunghissimo (m 253) viale di accesso alla Villa, delimitato da 86 pilastrini disposti sui due lati con un passo di circa sei metri, a supporto di grandi vasi ornamentali di terracotta. Tutto il viale è accompagnato da una sequenza di grandi alberi di circa 180 anni di età, piantati con lo stesso passo dei pilastrini Una fitta siepe di bosso collega tra loro i pilastrini, delimitando il viale. A circa metà percorso si apre una piccola piazza rotonda che dà accesso alle due aree laterali del parco. Sui lati del viale il parco comprende infatti due strisce di terreno vegetale di circa 50 metri di larghezza media, delimitate a monte (sud) da un muro in tufo (di confine con Villa Chirico) e a valle (nord) da un viottolo per l’accesso di servizio alla villa (Stradella Bonomo) e da paralleli muri in tufo sul confine di proprietà. Su via Amendola, a fianco del portale, una serie di pilastri delimitano dei pannelli formati da elementi in laterizio disposti secondo un complesso disegno.
Il Piano di lottizzazione ha seguito il perimetro dell’area edificabile per come indicato nel vigente Piano regolatore (aree a destinazione terziario-direzionale) escludendo il portale monumentale e comprendendo solo i primi 224 metri del viale e 77 degli 86 pilastrini. Le aree sono state cedute dai proprietari alla impresa edile secondo questo perimetro, rimanendo privata la proprietà del portale monumentale di ingresso. La presente relazione tecnica farà quindi riferimento alle sole aree vincolate comprese nel perimetro delle aree cedute secondo legge al Comune e, in particolare, alle opere di restauro necessarie per l’attuazione del progetto.


3 - STATO DI CONSERVAZIONE


L’area interessata dal vincolo faceva parte di una grande proprietà privata: costituiva il lungo viale di accesso alla Villa Bonomo, un grande edificio residenziale a due piani, con strutture funzionali annesse, completato da un “aranceto” e immerso in una residua area – al netto della parte ceduta - di oltre due ettari. Il terreno vegetale ai fianchi del viale, non curato, si presentava invaso dalla vegetazione spontanea, alte e fitta da rendere molto difficile il passaggio. A fianco del viale, separata alla vista da un muro, un viottolo (la c.d. Stradella Bonomo) forniva il riservato accesso di servizio alla Villa. Le parti di arredo che accompagnano il viale rappresentano un elemento di notevole interesse costituendo un raro documento della concezione di una villa suburbana da parte della alta borghesia cittadina tra la metà e la fine del XIX secolo. All’inizio dei lavori, la Stradella Bonomo era in stato di abbandono, resa impercorribile dall’alta vegetazione spontanea che la invadeva. Il viale di accesso alla villa – largo 5 metri - era ridotto ad una larghezza inferiore a 3 metri dalla crescita poco controllata delle siepi di bordo, non curate, alte tanto da nascondere i pilastrini delimitanti viale, che aveva la carreggiata coperta con uno strato di asfalto. La bella recinzione su via Amendola vedeva rotti o mancanti una notevole quantità dei pezzi in cotto componenti il suo complesso disegno; le decorazioni dei blocchi di pietra in testa ai pilastri erano quasi illeggibili. Molti dei pilastrini del viale erano stati spinti fuori posizione dalle radici degli adiacenti alberi, a volte troppo vicini. Il loro disegno architettonico spesso quasi cancellato dalla erosione della pietra calcarea.
I muretti in pietra che collegano i pilastrini mantenendo il terreno vegetale lontano dal viale, erano spesso ruotati dalla spinta della terra (il viale è incassato di circa 30 cm rispetto al terreno) o deformati dalle vicine radici degli alberi; mancanti in alcuni punti. Le quattro panchine semicircolari in graniglia che delimitano la piazzetta a metà viale risultavano rotte e lesionate, mostrando i ferri della loro armatura interna. Gli otto pilastrini che le delimitano, leggermente più alti degli altri e dotati di una modulazione più complessa, fortemente erosa.


Anche i pilastrini di supporto lungo il viale, costruiti in tufo e intonacati, presentavano notevoli segni di invecchiamento con profonda corrosione della stessa pietra, fino a rendere difficilmente leggibile l’originale disegno delle modanature. Costruiti con una roccia calcarea, leggera, di media durezza e di facile lavorazione, tendono a decomporsi nel tempo, sia per le caratteristiche intrinseche del materiale, sia per l’incuria. Tutti questi elementi richiedevano operazioni di ripristino e conservazione tramite azioni di pulitura e consolidamento. Si tratta comunque di un’architettura minore: il restauro - nel rispetto della “Carta del restauro” e del “Codice Urbani” - potrà procedere nella ricostruzione della valenza documentaria dell’insieme anche con il ripristino di parti completamente perse.


Tutti i pilastrini della prima parte del viale (dall’ingresso monumentale alla piazzetta tonda) erano privi dei loro vasi ornamentali, probabilmente spostati e concentrati dalla proprietà sul secondo tratto del viale, per sopperire alle rotture quasi certamente provocate dalla caduta di rami dei sovrastanti e non potati pini. I vasi in terracotta, di forma classicheggiante e di fattura artigianale seriale, erano - quelli rimasti - in pessime condizioni: nessuno integro, la maggior parte notevolmente danneggiati o riparati in modo grossolano, tanto da poterne restaurare e salvare solo nove. (Si veda la allegata specifica “Relazione tecnica dell’intervento di restauro dei vasi in terracotta”).


I vasi presentano forma similare. Leggermente differenti anche le decorazioni, nella maggior parte costituite da quattro volti femminili a bassorilievo alternati a palmette. Tutti i vasi si presentano con piccole differenze di forme e misure e mostrano due diversi tipi di terracotta, una tendente al grigio, l’altra chiaramente rossa; differenza forse dovuta a integrazioni già avvenute in tempi passati.


Il sistema vegetativo e in particolare gli alberi ad alto fusto costituiscono la principale componente del parco. Il loro stato viene descritto nella allegata “Relazione tecnica sul restauro del verde”. Il verde ad alto fusto è composto essenzialmente da un lungo doppio filare di pini, molto trascurati. La prima parte del terreno che fiancheggia il viale (dall’ingresso fino alla piazzetta rotonda) era destinato alla produzione agricola, con alberi di ulivo e di mandorlo. La restante parte costituiva il “giardino della Villa con alberi ornamentali anche esotici, nello stesso stato di trascuratezza dei pini. Il terreno era completamente invaso da una vegetazione spontanea alta oltre un metro che nascondeva i residui margini in pietra di stretti vialetti che decoravano l’antico giardino della Villa.


Il parco risultava completamente privo di illuminazione. Alcuni segni facevano intuire la precedente presenza di due fanali su palo nei due semicerchi che formano la piazzetta a metà viale.


4 - INTERVENTO DI RESTAURO


L’intervento edilizio e la cessione al demanio comunale dell’area ne muta il carattere: da parco privato di una delle maggiori ville suburbane di Bari a parco pubblico aperto ai cittadini. Aumenta notevolmente la quantità di persone che useranno giornalmente il parco, per riposare, distrarsi, incontrarsi con gi amici, accompagnare i bambini per farli giocare in un ambiente naturale. Questa modifica (da privato a pubblico, con notevole moltiplicazione degli utenti) induce una serie di problemi, relativi all’accesso, ai percorsi, ai modi d’uso dello spazio e alla sicurezza. Inoltre l’area vincolata del parco si allarga in un adiacente giardino di analoga dimensione contenente aree specificamente attrezzate per i giochi infantili e per le rappresentazioni, che aggiungono altri elementi di richiamo.


Questo aumento dell’utenza determinato dalla apertura del parco al pubblico deve contemperarsi con un attento restauro delle parti vincolate. Per tener conto della nuova situazione, il progetto ha aggiunto ai lati del viale due percorsi serpeggianti, utili per raggiungere dall’accesso da via Amendola l’area del parco esterna al vincolo, offrendo punti attrezzati per la sosta; e, sul lato opposto, per arrivare all’area configurata come “teatrino di verzura” che il Comune potrà attrezzare per incontri e rappresentazioni. Il palco circolare di questa struttura, delimitata da un’alta barriera di allori, interessa solo in parte l’area vincolata.

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    Project details
    • Year 2023
    • Work started in 2021
    • Work finished in 2023
    • Status Completed works
    • Type Parks, Public Gardens / Recovery/Restoration of Historic Buildings
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