RAK Convention and Exhibition Centre

La sfera accoglie un centro congressi, stanze d’albergo, appartamenti, uffici e spazi commerciali. L’edificio rettangolare più basso ospita un centro espositivo, negozi ed ulteriori camere d’albergo.
L’accesso ad entrambi gli edifici avviene attraverso un nuovo sistema stradale che consente un collegamento diretto con gli edifici della nuova città e con il contesto urbano esistente.

“Cosa ci resta da inventare per la creazione di un nuovo landmark?”. È ciò che si sono chiesti i progettisti di OMA prima di poter immaginare una enorme sfera in vetro e acciaio.
Lo sforzo disperato di differenziare un edificio da quello che sarà progettato successivamente avrebbe portato alla “maniacale produzione di forme stravaganti”. Il risultato porterebbe tuttavia al paradosso di una “sostanza urbana sorprendentemente monotona”, dove il tentativo di differenziazione si traduce in scelte architettoniche prive di senso.

“Il RAK – spiegano dallo studio OMA - è stato confrontato con un’importante scelta: si unisce a tanti altri in questa inutile e folle competizione, oppure si presenta come il primo ad offrire una nuova credibilità?
Il progetto rappresenta l’ultimo tentativo di una differenziazione attraverso l’architettura: non mediante la creazione della prossima immagine bizzarra, ma attraverso il ritorno alla purezza della forma”.

È dunque il ritorno alla purezza della forma ad aspirare la gigantesca sfera di Koolhaas e de Graaf. “La sfera esiste ancor prima dell’uomo..”.