UMARI | Francesca Timperanza

UMARI

Umari nasce dal desiderio di fuggire periodicamente dalla città e rilassarsi a contatto con la natura, godersi il mare e la vita ”slow” della campagna siciliana.

E su questi principi, si è cercato e trovato un edificio già esistente, ma allo stato rustico, inserito nello skyline naturale del paesaggio quasi a dominarlo, in un pieno rispetto armonico degli elementi preesistenti, stabilendo con essi un rapporto simbiotico.

A ribadire il connubio materico con la terra, l’edificio si riveste di pietra calcarea come le antiche masserie tipiche del territorio della Sicilia Orientale, questa volta con forme più spigolose, ed attuali, che riescono a creare giochi di luci, esaltati ancora di più dall’illuminazione notturna che enfatizza come in una quinta scenica, il sapiente dosaggio di vuoti e pieni che contraddistinguono l’edificio.

All’orizzonte quasi a ribadire la necessità di seguire i canoni estetici del tempo sospeso, la Fornace Penna, che gli abitanti del luogo chiamano “O Pisciuottu”, fabbrica di laterizi ormai in disuso, esempio di monumento di archeologia industriale dei primi del 900, simbolo e attrazione di questa piccola borgata di Scicli, Sampieri.

In questo progetto l’antico si mescola alla contemporaneità del vivere moderno, alla ricerca di un nuovo equilibrio.

Ulivi, terrazzamenti, massi di pietra, rocce affioranti, macchia mediterranea, mare. Questi sono gli unicum cromatici che dettano il muoversi progettuale dell’intervento, costanti di colore e materia divengono elementi cardine nell’innovazione, pur essendo il risultato di un codice interpretativo e contemporaneo fondato sulla lettura attenta del paesaggio e dei suoi simboli culturali. Tutto il lavoro progettuale incide sul paesaggio senza spezzarne l’armonia.

L’intervento coniuga i materiali e le forme della tradizione per interpretare, in una più moderna chiave, il vivere rurale.

Gli spazi abitativi si sviluppano su due livelli differenti, che si affacciano come usuale nelle case rurali di Sicilia, su un solarium, mentre nella parte retrostante, nodo focale del vivere quotidiano e del fluire degli edifici annessi è il cortile con giardino quadrato, al centro del quale un albero di arance in divenire, tende a simulare un moderno giardino Pantesco.

Trait d’union tra i volumi degli edifici è da una parte il portico aperto ai lati, di forme rigide e lineari. Dall’altro un terrazzamento in massi, funge da giardino per piante aromatiche della macchia mediterranea.

Interno ed esterno, abitare e natura, sono in relazione tra loro in modo da instaurare uno stretto legame col territorio, orientando scorci e visuali sul mare circostante, con vetrate verso l’aperta campagna, amplificando e prolungandolo visivamente fino all'interno della casa, trasformando la zona living, posta a piano terra, un tutt'uno con il solarium con piscina a sfioro per non spezzare la continuità della linea d’orizzonte del mare.

Proprio il blu della piscina, del cielo, del mare, e la loro continuità, diventano essi stessi riferimento cardine per l’uso dei colori all’interno, come da scuola di pensiero dei più famosi quadri della “Scuola di Scicli”; l’utilizzo del colore di antiche maioliche sapientemente recuperate, si integrano sia ai rivestimenti dei bagni e sia al pavimento industriale in cemento, dando un armonia visiva.

Mentre, il bianco del nuovo intonaco, il colore del legno per il solarium, gli inserti in corten utilizzati per infissi, fioriere, la pavimentazione esterna che richiamano il marrone della terra, si sovrappongono alla texture della pietra in un accostamento dove la concretezza del vecchio si fonde con la purezza e la regolarità di linee e volumi più attuali.