Proposta per il nuovo polo culturale M9 | Agence Pierre-Louis Faloci

Mestre / Italy / 2010

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Il progetto mira ad affrontare le trasformazioni in atto puntando sulla sostenibilità.
In Italia il XX secolo ha depositato tracce pesanti su un territorio che conserva memorie di una storia unica. Queste trasformazioni violente obbligano a pensare che il compito delle generazioni che verranno sarà quello di ricomporre e ripensare interi brani di territorio, simili alla zona industriale di Mestre.
M9 comprenderà un museo concepito per stimolare l’analisi critica di quanto prodotto dal recente passato e a dare nuovo slancio al miglioramento sociale. Per questa ragione il museo è stato concepito per essere utilizzabile in modo flessibile e semplice, evitando che la sua forma plastica ne condizioni l’uso.
Sono state studiate tutte le possibilità per permettere il facile accesso del pubblico e sono state prese in considerazione le opportunità offerte dall’area al fine di valorizzare le diverse inquadrature dell’intorno che è possibile cogliere dalla nuova costruzione.
Il progetto prende le mosse dai diversi livelli in cui si articola il rapporto tra il nuovo complesso e la città, e configura dei “suoli” sovrapposti, il primo dei quali consiste in una salita formata da un vasto piano inclinato verso la via pedonale e da un’ampia scalinata verso la piazza interna. Nel sottosuolo sono situati i parcheggi, i locali tecnici e i depositi. Un nuovo “suolo” intermedio, accoglie i servizi e l’accesso al piano terra, collegato a una via laterale. Al di sopra si trova uno spazio di accesso al museo, un negozio, vari servizi pubblici e soprattutto una piazza che offre la vista sulla e nella città.
Il museo è sollevato di otto metri rispetto al nuovo “suolo” e di dodici metri rispetto al livello della città. Si è ritenuto di conservare l’aspetto dell’ex caserma ricoprendo la corte interna con una vetrata leggera sorretta da travi reticolari e cavi, mentre è prevista la costruzione di corridoi di vetro traslucido e di una ampia vetrata allo scopo di distribuire al meglio la luce negli spazi commerciali.
L’ingresso del museo è a doppia altezza e consente l’accesso sia dalle strade esistenti sia dal nuovo “suolo” costruito alla quota superiore. Si può entrare nella parte inferiore della costruzione dalla strada lungo il basamento e così raggiungere
un’area che raggruppa tutte le funzioni vicino alla zona d’accoglienza (sale pedagogiche, negozi, mediateca, guardaroba, toilette, accesso basso ai ristoranti o alle sale polivalenti, ecc). Nella parte alta è sistemata la biglietteria con una piccola boutique. L’accesso a doppia altezza non nuoce alla fluidità spaziale della hall e contribuisce a mettere in rapporto i due diversi livelli.
A partire dalla zona d’accoglienza, due scale mobili portano al museo. La scelta di innalzare di dodici metri il piano del museo consente di offrire uno spazio pubblico molto generoso destinato a collegare la via pedonale al centro del lotto. Giungendo al museo il pubblico viene accolto in una sala dove sono annunciati i temi affrontati nelle esposizioni. Tutto il primo livello sospeso è dedicato alle mostre permanenti, mentre quelle temporanee troveranno ospitalità su tre livelli, in spazi incastonati nel basamento. Un percorso esterno permetterà ai visitatori di scegliere quale parte dell’esposizione temporanea visitare, oppure di accedere alla mostra permanente.
Il progetto mira a realizzare una struttura che compare e scompare a seconda delle viste, simile a una vibrante scultura luminosa.
La copertura verde è attraversata dalle canne di un “organo”, ossia da prese di luce verticali che attraversano l’edificio e portano la luce naturale ai piani sottostanti.
Sia dalla mostra permanente sia da quelle temporanee si può osservare una torre di oltre trenta metri, simile alla torre metallica dell’edificio vicino.
Il progetto prevede il totale recupero dell’acqua piovana e il suo trattamento per utilizzarla per la pulizia dei pavimenti, l’annaffiamento delle piante, l’uso nei servizi e per la spruzzatura durante i periodi più caldi; l’impiego di pannelli solari atti a soddisfare in tutto o in parte le necessità del complesso; l’adozione di vetrate in tre strati per garantire l’isolamento termico.
L’edificio dovrà trasmettere una sensazione di leggerezza e per questa ragione si è deciso di ricorrere all’uso del vetro serigrafato per aumentare l’opacità dell’involucro e moltiplicare gli effetti, il gioco dei riflessi, l’alternanza di superfici traslucide e trasparenti che lo caratterizzeranno.


Consulenti
Studio Altieri s.p.a.
Lucas Fornari
Alessandro Melotto
Alberto Maren
Qualitalia
Patrick Amicucci

Plastici
Remi Munier
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