Recupero di una vecchia Torre | piergavino cherchi

Sono presenti ovunque nell’isola, antichi bastioni eretti per difendere le coste dalle invasioni barbaresche. Difficile trovare un luogo privo di queste mitiche figure, ormai parte integrante di un paesaggio unico. Conci lapidei e rocce appartengono alla stesso sistema, il sistema della natura. Il nostro teorema parte da un paragone piuttosto ardito, se in passato le torri difesero la Sardegna dai saraceni riusciranno nella difesa degli ultimi siti non alterati dalla nostra civiltà post-industriale.
In verità la nostra proposta di museo diffuso nel territorio prende in considerazione un’architettura appartenente al primo periodo dell’insediamento sabaudo, compreso tra la fine del 700 e l’inizio dell’800, secondo quanto evidenziato dalla geometria della torre e dai suoi caratteri architettonici e costruttivi, dalle scansioni delle sue aperture strombate. I forti spessori murari indicano non la risoluzione di particolari problemi statici , ma la necessità di resistere alla potenza delle armi da fuoco.
Il museo diffuso perché? Il territorio della Sardegna è caratterizzato dalla presenza di numerosi monumenti, seguendo il seguente ordine cronologico; nuraghi, vestigia romane e tardo romane, chiese medioevali, torri costiere, fortificazioni moderne senza dimenticare le recenti, ma abbandonate case cantoniere. Il nostro progetto prevede il riutilizzo della torre per inserirvi sale espositive, alcune dedicate alla storia del monumento, in quanto è stato coinvolto in episodi bellici che hanno visto il coinvolgimento del giovane Napoleone Bonaparte, mentre altre saranno dedicate a temi più generali in funzione di un utenza più varia.
Gli interni saranno recuperati inserendo arredi costituiti da piani in vetro e profilati in rame, per non alterare la percezione interna del luogo. Si è pensato di schermare le sottili fessure strombate (costituenti di fatto le uniche aperture della torre), con delle persiane scorrevoli celate nei forti spessori delle mura. Si valuterà dopo uno un attento studio degli ambienti sia sul posto che con la modellistica tridimensionale l’eventuale inserimento di altri elementi tipo tende con colori più espressivi.
Sulla superficie della chiusura orizzontale superiore si trova un’apertura, sopra la quale saranno posizionate dei prismi in vetro, in grado di convogliare all’interno dei locali i raggi solari. La luce proviene dall’alto avvolgendo ed ponendo in risalto l’oggetto esposto contribuendo alla creazione di sensazioni alternative al bianco asettico delle mura di comuni sale espositive.
All’esterno la figura della torre sarà messa in risalto dalla disposizione sinusoidale(a chiocciola) di essenze come il cipresso o simili . Una disposizione nata dall’idea di rompere la rigidità formale della torre ed esaltare una prospettiva in continuo movimento. Per contrastare il verde delle piante a foglia perenne, saranno inseriti arbusti stagionali appartenenti alla macchia mediterranea. Il nostro intento è quello di creare delle “onde vegetali “ che col passare delle stagioni colorano le pendici della piccola altura dove si trova l’architettura del passato.
L’onda del mare trae la sua forza dalle correnti , cosi come le medesime correnti , danno vita alle piante. Suoni colori, e movimento creano il pathos del luogo, dove l’unico elemento fermo, impassibile attore, rimane la torre.