prog.x concorso nazionale plesso scolastico | Giacomo Piermattei
concorso di idee per la realizzazione di un plesso scolastico, comprendente scuola dell'infanzia, primaria - palestra, in loc. osteria di colleponi colleponi / Italy / 2007
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esito: 5° classificato / 70
[...] Ponendo quindi come saldo che l’esercizio progettuale non può prescindere da un fine e da un’analisi perché mira a svelare il significato intrinseco che ogni luogo ha, la sua natura, le sue potenzialità e i suoi limiti (l’unico modo per limitare il rischio che poi il futuro lo tradisca) abbiamo cercato di accogliere e interpretare le caratterizzazioni del contesto, indagandone il genius loci, confrontandole con le richieste del bando e mitigandole infine con le esigenze emerse dalle nostre idee e dalle suggestioni che questo ci ha trasmesso.
Ci siamo infatti immersi nel “luogo” Osteria di Colleponi e abbiamo cercato di capirne le necessità, studiando anche i dati statistici fornitici, le indicazioni del p.r.g. e ponendoci domande sul suo sviluppo, sforzandoci di immaginarne il futuro più prevedibile; confrontandolo poi con lo scenario che avevamo immaginato per il nostro plesso ci è mancato qualcosa: la dimensione sociale di quella localizzazione e la vitalità che quindi ne deriva, prerogativa indispensabile per una destinazione d’uso giovane, dinamica e formativa come è una scuola.
Quindi abbiamo deciso di interpretare le richieste del bando - sicuri delle volontà del comune di creare un polo di qualità (più che di quantità) - e di non realizzare un megacomplesso per più di 300 utenti (occupando quasi tutto lo spazio a disposizione), preferendogli una dimensione più “di quartiere” (per 150 utenti; a dire il vero ancora sovradimensionata rispetto alle reali esigenze!), sviluppando però una proposta che “parte da lontano”, dalla scala urbana, che togliendo il superfluo alle scuole si propone di risolvere la prevedibile questione “quartiere dormitorio” e l’apatia che l’accompagna, arricchendo quel contesto a destinazione prevalentemente residenziale con una centralità urbana, poliedrica e flessibile, viva e attiva per tutto l’arco della giornata (anche perché la vocazione a questo ruolo gli è già stata intelligentemente attribuita in ambito di p.r.g., con le zone V3 tutte intorno e le ottime condizioni ambientali offerte - l’area è ampia, aperta, immersa nel verde e facilmente accessibile!) quindi affrontando non solo la progettazione architettonica, ma anche quella in chiave urbanistica, puntando molto sull’aspetto “sociale” dell’intervento.
[...] Ponendo quindi come saldo che l’esercizio progettuale non può prescindere da un fine e da un’analisi perché mira a svelare il significato intrinseco che ogni luogo ha, la sua natura, le sue potenzialità e i suoi limiti (l’unico modo per limitare il rischio che poi il futuro lo tradisca) abbiamo cercato di accogliere e interpretare le caratterizzazioni del contesto, indagandone il genius loci, confrontandole con le richieste del bando e mitigandole infine con le esigenze emerse dalle nostre idee e dalle suggestioni che questo ci ha trasmesso.
Ci siamo infatti immersi nel “luogo” Osteria di Colleponi e abbiamo cercato di capirne le necessità, studiando anche i dati statistici fornitici, le indicazioni del p.r.g. e ponendoci domande sul suo sviluppo, sforzandoci di immaginarne il futuro più prevedibile; confrontandolo poi con lo scenario che avevamo immaginato per il nostro plesso ci è mancato qualcosa: la dimensione sociale di quella localizzazione e la vitalità che quindi ne deriva, prerogativa indispensabile per una destinazione d’uso giovane, dinamica e formativa come è una scuola.
Quindi abbiamo deciso di interpretare le richieste del bando - sicuri delle volontà del comune di creare un polo di qualità (più che di quantità) - e di non realizzare un megacomplesso per più di 300 utenti (occupando quasi tutto lo spazio a disposizione), preferendogli una dimensione più “di quartiere” (per 150 utenti; a dire il vero ancora sovradimensionata rispetto alle reali esigenze!), sviluppando però una proposta che “parte da lontano”, dalla scala urbana, che togliendo il superfluo alle scuole si propone di risolvere la prevedibile questione “quartiere dormitorio” e l’apatia che l’accompagna, arricchendo quel contesto a destinazione prevalentemente residenziale con una centralità urbana, poliedrica e flessibile, viva e attiva per tutto l’arco della giornata (anche perché la vocazione a questo ruolo gli è già stata intelligentemente attribuita in ambito di p.r.g., con le zone V3 tutte intorno e le ottime condizioni ambientali offerte - l’area è ampia, aperta, immersa nel verde e facilmente accessibile!) quindi affrontando non solo la progettazione architettonica, ma anche quella in chiave urbanistica, puntando molto sull’aspetto “sociale” dell’intervento.
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esito: 5° classificato / 70[...] Ponendo quindi come saldo che l’esercizio progettuale non può prescindere da un fine e da un’analisi perché mira a svelare il significato intrinseco che ogni luogo ha, la sua natura, le sue potenzialità e i suoi limiti (l’unico modo per limitare il rischio che poi il futuro lo tradisca) abbiamo cercato di accogliere e interpretare le caratterizzazioni del contesto, indagandone il genius loci, confrontandole con le richieste del bando e mitigandole infine con le...
- Year 2007
- Status Competition works
- Type Kindergartens / Sports Facilities / Leisure Centres
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