Riqualificazione del waterfront di Torre Melissa

1° classificato ex aequo concorso di idee Melissa / Italy / 2010

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PREMESSA
L’occasione del concorso è circostanza conseguente ad un preventivo impegno amministrativo che, compatibilmente con i suoi programmi o piani periodici nel settore delle opere pubbliche, è riuscita ad individuare , attraverso il corretto dibattito sul ruolo più complessivo della città , un percorso incisivo per reperire risorse finalizzate alla qualificazione più appropriata della città e del suo territorio ; tale percorso non si esaurisce con la realizzazione delle attrezzature di più immediato riscontro e richiede una linea previsionale che va al di là della disponibilità immediata al fine di non determinare flessi realizzativi e gestionali per cui ogni nuovo intervento inficia, anche se solo parzialmente, quanto già realizzato. Tale condizione determina particolare attenzione alla fase manutentiva soprattutto in presenza di circostanze che potrebbero non consentire la realizzazione organica della proposta che, necessariamente, deve inserirsi in un quadro revisionale di assetto definitivo. Nell’impostare un percorso progettuale concepito con l’intento di poter prevedere anche comparti funzionali progressivi, autonomi e nello stesso tempo interdipendenti, le scelte funzionali e l’idea promuovono un assetto formale flessibile che non contrasta con la necessità di espressività dell’opera completa da realizzare, e forniscono comunque indicazioni pertinenti dei costi , congruenti con le richieste a priori dettate e con le eventuali situazioni di successiva attivazione. Su tali convinzioni la proposta soddisfa certamente le richieste funzionali minime ed offre proprio nella sistematicità tecnologico-costruttiva l’opportunità di prefigurare un completamento degli assetti esigenziali per i quali non sarà necessario apportare cambiamenti intrusivi ai manufatti proposti ed al progetto più generale indicativo di assetti il più possibile definitivi. Il significato della proposta trae spunto da fattori esigenziali immediati e nello stesso tempo diventa messaggio che non può esaurirsi nell’arco di pochi decenni, verificata la storia più o meno recente dei luoghi; la forte flessibilità della componentistica costruttiva e tecnologica assolve con piena disponibilità di spazi, funzioni e volumi le indicazioni del bando, ma nello stesso tempo consente qualsiasi adattamento per un nuovo assetto funzionale-strategico.
INTRODUZIONE
Il sistema di equilibri tra configurazione ambientale e processi antropici non è componente marginale rispetto alle aspirazioni di “vivibilità” dei luoghi che caratterizza per gran parte delle nostre realtà insediate un vero e proprio campo di sperimentazione operante alla ricerca di soluzioni idonee a concretizzare indirizzi ed aspettative istruite alla base dei locali programmi amministrativi: la ricerca dei percorsi più idonei per la riqualificazione urbana ed ambientale sta diventando, con frequenza più accelerata, il”territorio” di serrati dibattiti finalizzati comunque al miglioramento della qualità della vita delle comunità. I programmi, e le buone intenzioni, spesso lasciano il passo alle interferenze temporali che non consentono di verificare in periodi controllabili il frutto di operazioni così complesse che il più delle volte ritmano intervalli anche di decenni, e diventa occasione di plauso e nello stesso tempo di consenso partecipato la circostanza per la quale vengono attivati tutti quei meccanismi attraverso cui si possa ipotizzare un’accelerazione alle tappe convenzionali. Su tali premesse si inserisce il concorso di idee promosso e sollecitato dalla amministrazione di Melissa che può a ragione vantare il merito, rispetto a tante analoghe realtà calabresi, di aver intrapreso da tempo la via della riqualificazione urbana portata avanti con insistente continuità ed ammirevole coerenza malgrado le ben note connotazioni del sistema politico più generale che governa con impressionante lentezza le opportunità di supporto finanziario dei vari programmi operativi a livello comunitario, nazionale e regionale. Ma è ancor più da sottolineare l’impostazione culturale della iniziativa che consente il confronto aperto su un tema di tale portata , impostazione che indica una volontà di approfondimento su linee che possano sganciarsi dal consueto provincialismo gestionale ed offrire nuovi indirizzi amministrativi attraverso cui la collettività amministrata, prima ancora degli amministratori designati, prenda coscienza di una diversa partecipazione alle scelte rivolte alla fruibilità e vivibilità dei “luoghi della società” che sono il presupposto di una nuova appropriazione delle memorie identitarie, adeguate alla straripante modernità che il più delle volte assorbe tutti gli equilibri connaturati all’essere “abitanti di quel luogo”. I vari interventi operati dall’amministrazione comunale di Melissa, che probabilmente portano il segno di un lungo e paziente progetto perseguito ben al di là dei normali avvicendamenti politici alla guida della comunità, cadenzano con impressionante periodicità il passo di una crescita sociale che è visibile soprattutto a chi, conoscendo la lunga storia di questi territori, ne ha potuto apprezzare i mutamenti: potevano sembrare al momento interventi occasionali ma chi ha acume critico deve riconoscere che il passaggio da borgo di marina spontaneo a organismo urbano consolidato coincide con quegli interventi. La sistemazione del primo tratto della via Risorgimento fino alla piazza Italia , l’area attrezzata di Villaggio C. Colombo, oggi Piazza Padre Pio, il marciapiede- passeggiata lungo la SS 106, la valorizzazione del Castello Aragonese (da cui Torre Melissa),la barriera frangiflutti, il completamento del corso Risorgimento, la imminente rifunzionalizzazione e ristrutturazione della cantina sociale, ed infine ora il lungomare e l’area costiera, sono tappe di una politica di infrastrutturazione fortemente condizionante la storia sociale che ha scandito il cambiamento e ne caratterizza il processo di miglioramento ambientale. Sono tutti interventi significativi che completano il processo di espansione edilizia che ha portato la cittadina ad essere centro di riferimento dell’intero territorio in cui la città origine,Melissa, mantiene solo significato urbano simbolico , peraltro rafforzato dagli ultimi interventi di recupero attuati nel nucleo antico. La sistemazione del primo tratto di via Risorgimento è il primo segno di attenzione verso un nucleo atipico e isolato le cui potenzialità non erano ancora state scoperte e valorizzate; il luogo era un angolo a sè stante di un nucleo urbano ancora ignorato e forse addirittura emarginato , condizioni tutto sommato di qualità per i suoi abitanti che ne fruivano tutte le qualità. L’area attrezzata di Villaggio C.Colombo, oggi piazza Padre Pio, a ridosso della Chiesa Parrocchiale e degli uffici della circoscrizione comunale, rappresenta il nucleo centrale di cesura tra antica frazione oltre ferrovia e le espansioni lungo la SS 106, segno di una volontà di integrazione di tante parti di città che restavano tra loro senza alcun segno di interdipendenza. La passeggiata lungo la SS 106 è un segno di forte connotazione che indica la volontà di alleviare il contatto con un asse così importante che ha condizionato l’espansione della città, un segno di mediazione tra la funzione di scorrimento veloce dell’arteria stradale e la necessità di interpretarla anche come asse cittadino. La valorizzazione del Castello e dell’area circostante è il segnale forte di recupero identitario tra memoria e modernità, un connubio necessario tra la Torre che ha condizionato l’attenzione verso questa parte di territorio e il nucleo abitato che ne è derivato. L’intervento del sistema di frangiflutti dimostra è stato fondamentale per la migliore agibilità del mare interpretato ormai come volano importante per il richiamo turistico balneare;per proteggere la fascia edificata lungo la costa è stata realizzata nel 2001 portando a un apprezzabile aumento la larghezza della spiaggia in corrispondenza della zona protetta. Il completamento del Corso Risorgimento è la palese attenzione sulle condizioni di maggiore vivibilità del piccolo centro oltre ferrovia che riassume il ruolo di nucleo storico di formazione dell’intera cittadina, negli ultimi ventanni spostata nelle attenzioni verso le edificazioni al di qua della ferrovia e lungo la SS 106. La riqualificazione della cantina sociale in itinere è un altro segnale della volontà di riattivare con nuove funzioni il polo produttivo di maggior richiamo della zona e della comunità melissese con l’intento di rinnovare il messaggio emblematico che la CANTINA ha sempre avuto. Il lungomare è l’ultimo anello in ordine di tempo che tende a completare l’assetto di qualificazione di cui la città è oggetto ; è certamente il luogo di maggior fruizione della comunità allargata agli abitanti del mare , una entità simbolica che raccoglie tutti gli affezionati al luogo, residenti e non, tutti comunque con un legame più o meno antico con esso . L’attenzione verso questa parte di città rappresenta la fase matura del processo di valorizzazione partito da oltre trentanni.
NOTE GENERALI
Proponendo le stesse impressioni che illustri viaggiatori riportavano,spesso con immagini e disegni, dei luoghi visitati, Torre Melissa nella memoria assume toni soffusi legati al piccolo insediamento concentrato tra la linea ferrata ed il mare entro i limiti longitudinali dell’attuale corso Risorgimento: un borgo compatto nato dalla volontà di pochi che scelsero un sito più vicino ai circuiti produttivi e relazionali rispetto ai quali la loro Melissa di origine era paradossalmente lontana come la stragrande maggioranza dei centri abitati del Marchesato ( ma generalmente della Calabria ionica) tra cui la sola Crotone era polo di riferimento: era il periodo delle “tante marine calabresi” forse realizzate casa dopo casa in tempi lunghissimi, rimaste tali fino agli anni sessanta . La memoria non deve andare molto lontano per ricordare quei luoghi e nello stesso tempo controllare le evoluzioni degli ultimi 45 anni. Poche case . un castello ,ancora vissuto secondo gli schemi produttivi del latifondo del’900, una cantina sociale e la piccola stazione che dava giustificazione alle ragioni insediative del luogo: questa in sintesi la Torre Melissa di allora . Oggi è un luogo nuovo che si è trasformato sotto la cadenza disordinata di un’attività edilizia convulsa, il più delle volte governata dall’ordine del buon senso che per lo meno ha consentito, nelle sue espansioni, un ordito dignitoso, spesso sollecitato dal correttivo di interventi pubblici poco amati ma certamente utili a salvaguardare l’iniziale”buon senso”(da citare la lottizzazione che ha governato l’intera espansione degli ultimi venti anni). Questo nuovo stato spinge nuove sollecitazioni produttive che tendono a proporla come piccolo polo turistico: da qui in avanti la storia deve obbligatoriamente intercettare i correttivi che oggi parlano il linguaggio della riqualificazione. In questo veloce e sintetico quadro si inserisce il concorso di idee e la proposta di un percorso proponibile all’interno del microambiente prodotto dalla Torre Melissa della memoria che cerca di adattarsi ad un sistema più aperto di relazioni a partire dal riequilibrio derivante dalla vivibilità ottimale dei fruitori abituali, quelli della cittadina consolidata che vogliono proporsi con qualità nuove ai fruitori stagionali, peraltro non estranei alla storia locale e per la maggior parte legati da storie affettive importanti con la piccola comunità(un modo più sottile per indicare le nuove generazioni di antichi emigranti!).
STATO DI FATTO
La frazione Torre, così denominata per la presenza di un fortilizio difensivo del XVI secolo, è un insediamento in fase di sviluppo: ha una popolazione stabilmente insediata di circa 1800 abitanti ed un volume edilizio di circa un milione di mc. Il centro urbano ,come già riportato, nasce in rapporto al litorale e alla stazione ferroviaria aggregandosi intorno al nucleo di edilizia pubblica e della Cantina Sociale realizzati con finanziamenti della Opera Valorizzazione Sila; si è in seguito ampliato lungo la S.S. 106. Oggi è interessato da un’apprezzabile presenza turistica stagionale legata alla balneazione Il litorale ricadente nel territorio comunale di Melissa è compreso fra Punta Petraia a sud e il fosso di località La Garitta a nord con uno sviluppo complessivo di circa 3.60 Km. La parte urbanizzata è delimitata dalle foci dei torrenti Perticaro e S. Giacomo per uno sviluppo di circa 1.25 Km. A sud, nel primo tratto del litorale, la linea ferrata corre a brevissima distanza dalla costa per discostarsi progressivamente a partire dal ponte sul Perticaro fino a 170 m circa sul confine con il territorio di Cirò Marina. L’intero abitato della Frazione Torre è tagliato longitudinalmente dalla linea ferrata e dalla strada statale 106 ponendo evidenti problemi di attraversamento per raggiungere il litorale. Lungo la ferrovia e a valle della stessa passa la condotta del salinodotto che conduce all’impianto ex Montedison di Punta Alice. La piazza Italia e via Risorgimento ed il lungomare soprattutto nel primo tratto, rappresentano la vita ed il fulcro del vecchio Borgo della marina , asse principale del suo impianto urbano dove , non a caso, ancora si svolge la festa padronale , che una volta avveniva intorno al pozzo posto nella piazza, con tradizionale uscita della madonna con le barche via mare per tutto il tratto che va da sud a nord. All’interno di una filosofia di sviluppo sostenibile il P.S.C. prevede un utilizzo della costa nel rispetto delle proprie caratteristiche fisico-ambientali: sono confermate le indicazioni del precedente strumento urbanistico con l’individuazione di un’area destinata a strutture ricettive complementari, così come definite dalla legge regionale n° 28/86, in località Punta Petrosa-Perticaro, da porre in relazione col parco urbano della Torre Aragonese, e la conferma dell’area di ampliamento turistico-residenziale di località Palazzina Caparra, tracciando la viabilità carrabile, ciclabile e pedonale lungo la costa e definendo le aree a verde a servizio dell’asse viario. Così in sintesi, da un estratto del documento preliminare del PSC, viene descritta la frazione Torre Melissa interessata dall’intervento in oggetto. Più in particolare l’area costiera,indicata dal bando, è quella compresa tra il torrente Perticaro ed il fosso di località La Garritta, che si presenta con caratteristiche non omogenee quasi a scandire, anche fisicamente, i ritmi delle diverse attenzioni che la comunità ha rivolto nel tempo ad un luogo oggi trasformato in “non luogo”, così come appare a chi si volesse avventurare in una visitazione dal mare: un fronte eterogeneo scandito(in fondo è la natura che condiziona) dai quattro corsi d’acqua che penetrano il territorio da monte verso mare , Perticaro-Pontino-S.Giacomo-La Garritta(fosso). Di fatto l’intero “waterfront” si caratterizza con tre comparti tipologicamente differenti che vengono ad evidenziarsi proprio secondo i ritmi dettati dagli intervalli fisici intercettati dai corsi d’acqua: un primo comparto compreso tra il Perticaro ed il Pontino, un secondo comparto compreso tra il Pontino ed il S.Giacomo, un terzo comparto compreso tra il S.Giacomo ed il fosso cosiddetto La Garritta. Per facilità di lettura indicheremo i tre comparti come segue: Perticaro-Pontino comparto A Pontino-S.Giacomo comparto B S.Giacomo-La Garritta comparto CCOMPARTO A – Configura il nucleo storico della frazione Torre e rappresenta la cortina edificata continua che si articola lungo l’attuale passeggiata fronte mare; il luogo-strada riassume in nuce tutte le caratteristiche che si vorrebbe fossero individuate dal lungomare classico ma non ha la capacità dimensionale e funzionale per riuscire ad essere tale. La cortina edificata è il risultato di un rapporto diretto col mare sottostante frazionato da un arenile che sì è sempre più ridotto fino alle conseguenze estreme di determinare una netta frattura, anche rispetto alle quote altimetriche, rafforzata dall’attuale pertinenza stradale che sta a metà tra spazio transitabile e spazio pedonalizzabile, un ibrido funzionale che media in entrambe le direzioni le esigenze minime della piccola comunità(resta comunque la prevalente utilizzazione pedonale in presenza di limitate esigenze legate al flusso carrabile). COMPARTO B – E’ la porzione di territorio fronte mare che proietta secondo direttrici immediate l’edificato oltre cortina, quello che ha per asse di sviluppo la SS 106; ha una cortina edificata eterogenea con grandi pertinenze libere tra gli edifici generalmente arretrati rispetto alla linea virtuale che potrebbe corrispondere alla continuazione della cortina del comparto A. Rappresenta, emblematicamente il risultato della politica di espansione incontrollata soprattutto di residenze e complessi(anche ricettivi) a ridosso degli anni ottanta che ne ha definto anche oggi potenzialità e destinazioni prevalenti a completamento. COMPARTO C – E’ l’area ad ospitare le espansioni dei prossimi decenni in virtù di una qualificazione turistico-residenziale assegnatagli dagli strumenti di pianificazione. Favorita da un sistema orografico meno rigido e tendente in acclività al livello waterfront consente di articolare , tra le destinazioni previste e le capacità dimensionali, un vero asse attrezzato a ridosso dell’arenile: può rappresentare il vero lungomare del domani più remoto, il lungomare più attuale è , e resta, quello classico degli abitanti del luogo che si identificano in esso per le funzioni storicamente ospitate, di fatto il tratto di lungomare del comparto A. Si caratterizza con grandi aree libere lungo lo sviluppo del fronte mare al quale si collegano con terrapieni disarticolati ed il più delle volte attrezzati con prevalente tendenza naturalistica. L’attuabilità di una linea di fruizione continua del lungomare pone , nella sua configurazione, condizioni di forte ostacolo connaturate alle caratteristiche orografiche ed ambientali del suo fronte mare. In funzione di tale assetto urbano ed ambientale la proposta progettuale cerca di assumere una linea di mediazione tra le tante diversità strutturali del sistema antropizzato ponendo a confronto tutte quelle componenti funzionali e formali che consentono di individuare una linea di continuità funzionale individuando scelte ed apparati matrici di forte duttilità nella combinazione necessaria ad intercettare le diversità: un percorso minimalista fatto di punti forti dettati dalla elasticità obbligata per mediare contrasti a volte anche forti tra città consolidata e cortine continue, aggregati estensivi, articolazioni orografiche, presenze a forte contenuto naturalistico,esigenze di nuova funzionalità, indicazioni rivolte ad una progettualità proiettata a medio e lungo termine.
LA PROPOSTA DEL NUOVO LUNGOMARE – IL PROGETTO
Con riferimento a quanto già riportato di fatto il progetto si presenta con l’intento di individuare una linea comune di intervento che, intercettando le insanabili discontinuità e diversità di un luogo divenuto “non luogo”, tenda a restituire il senso e la necessità di unitarietà funzionale a questa parte di territorio che soltanto le scelte irrazionali degli uomini hanno contaminato rispetto all’equilibrio iniziale derivato dal rapporto naturalistico tra il mare, l’arenile e le zone lambite. Un tentativo certamente non facile ma dettato dal sentimento di chi, per quanto poco frequentatore dell’area, riconosce i segnali di tensione derivati dalla voglia di vivibilità del luogo che mantiene comunque il fascino della sua diversità: è compito dell’idea ricostruire le lacerazioni conseguenti all’azione. Questa la linea di interpretazione del richiamo del territorio , urbano ed antropizzato, mantiene vive le sue tensioni ambientali anche quando queste devono tener conto di funzioni ormai consolidate. Il progetto del lungomare intercetta le tre situazioni indicate nel capitolo precedente che sono di forte eterogeneità:la soluzione proposta tende ad unificare attraverso i segni la funzionalità prevalente che deve essere soddisfatta lungo tutta la percorrenza. L’attuale percorso radente la quinta edificata(comparto A) è il “piccolo lungomare “consolidato”; i tratti successivi devono essere attrezzati per ospitare il suo prolungamento fino al confine nord della fascia costiera di località La Garritta. Le condizioni diverse dei tre comparti dettano soluzioni tecnologicamente diverse che hanno il parametro comune della continuità della percorrenza. Nel comparto A prevale il consolidamento dello stato attuale; nel comparto B viene individuata una soluzione che prevede un percorso pensile; nel comparto C esistono le condizioni orografiche ed ambientali per prefigurare ex novo il “lungomare classico”. I punti nodali dell’intero sviluppo longitudinale vengono individuati in coincidenza dei corsi d’acqua ed è in tali cerniere che il progetto detta indicazioni idonee a superare i limiti morfologici ed ambientali. Gli elementi qualificanti del tratto corrispondente al nucleo edificato(comparto A) sono conseguenti alle condizioni preesistenti (interserzione dei percorsi urbani trasversali,visuali comuni con il corso Risorgimento,preesistenze nodali quali lo slargo di testata dell’attuale lungomare, le discese a mare, i servizi usuali di ristoro); gli elementi condizionanti del comparto B sono le condizioni fortemente naturalistiche fra i terreni privati ed il fronte dell’arenile; le componenti di non limite dell’ultimo tratto (comparto C) indicano soluzioni libere il cui unico condizionamento deriva dalle richieste del bando e dalla necessità di continuità del percorso-lungomare a fronte di indicazioni normative previste dagli strumenti urbanistici vigenti. Al di là delle differenziazioni che caratterizzano i tre tratti di lungomare il filo conduttore della proposta sta nell’armonia dei segni che individuano le diverse funzioni di percorrenza; tali segni vengono identificati con i tracciati geometrici pavimentali che rappresentano, anche graficamente, la matrice comune del lungo percorso fronte mare. Va dasè che solo nel tratto A e nel tratto C può ipotizzarsi una fruizione veicolare, mentre per il tratto B viene prevista esclusivamente la fruizione pedonale. Oltre la percorrenza altro valore importante tenuto in considerazione è la sosta che diventa il parametro unificante della “passeggiata a mare”, panche e sedute, in legno e in muratura, si alternano lungo il camminamento marginale che diventa, nella funzione, l’elemento unificante. Comparto A – L’attuale sezione stradale viene unificata nelle parti che lungo il percorso si restringono con minimi aggetti rispetto al muro terminale di sostegno ; in particolare tale operazione diventa più immediata nel piccolo slargo di testata dove viene attrezzato un sistema pavimentale basato sull’intreccio dei comparti geometrici e cromatici di “una spirale aurea” che richiama le regole del segno in una percorrenza dove proprio il parametro del segno diventa l’elemento forte di tutte le direttrici materiche. Di fatto la spirale, a segno pieno o a segno stilizzato, diventa l’elemento geometrico che interpreta forme e funzioni : essa caratterizza tutte le polarità funzionali posizionate sul prolungamento degli assi trasversali che si dipartono dal corso Risorgimento , differenziate in “luoghi del verde arborato”(palme) e “luoghi dei collegamenti a mare”(gradinate avvolgenti). Un disegno morbido che alleggerisce con le sinuosità tipiche delle dune marine(proiettate in verticale) la durezza della continuità lineare delle muraglie di sostegno che vengono così rimodellate. Le direttrici degli assi trasversali che intercettano il segno forte della percorrenza longitudinale, invitano alla differenziazione materica delle pavimentazioni contribuendo alle geometrie dei cromatismi prevalenti prescelti(cls colorato.pietre chare,pietre nere e brune). Lungo la direzione prevalente la sezione stradale, opportunemente regolarizzata ,viene modellata su due livelli differenziati di circa ml.0,60. Tale scelta, oltre ad abbassare l’altezza del muraglione fronte mare (eccessivamente alto nel rapporto con la quinta edificata sovrastante) , consente di individuare due livelli di fruizione; il livello marginale fronte mare, più basso,ha esclusiva utilizzazione per passeggiate e soste perchè il dislivello rispetto alla sezione pavimentale superiore viene attutito con la lunga sequenza di sedute in legno che fanno da limite al citato percorso superiore. Il sistema pavimentale prevede la individuazione di campiture materiche e cromatiche che possono favorire anche utilizzazioni esclusive rispetto all’usuale, quali percorrenze che privilegiano l’uso di biciclette ( rivisitazione urbana della pista ciclabile) senza interferire sui livelli delle superfici pavimentali. Il percorso principale segue il limite definito dalle quinte edificate che in qualche caso presentano piccole discontinuità; in uno di questi slarghi laterali ,il pavimento in blocchetti di cls colorato assume segni cromatici che disegnano un cavalluccio marino, come richiamo al mare oltre muro. La passeggiata corrispondente alla quinta edificata si riduce di sezione in corrispondenza del Pontino da dove , fisicamente, parte il secondo comparto (B) del waterfront in oggetto. Comparto B – Su tale fronte, a prevalente valenza naturalistica come più volte detto,il lungomare prosegue come passeggiata sopraelevata in legno su supporti strutturali metallici non ossidabili . La sezione di tale percorso, impropriamente richiamabile come “passerella”, prosegue in continuità il segno pavimentale della porzione di lungomare precedente(tratto A) corrispondente alla percorrenza anche ciclabile ed alla passeggiata marginale (entrambe hanno una dimensione di ml.3,60). I due settori di fruizione , ad intervalli regolari, si diversificano : quello marginale fronte-mare consente l’accesso diretto all’arenile trasformandosi in rampe finalizzate anche al superamento delle barriere architettoniche; quello interno prosegue mantenendo lo stesso livello iniziale che mantiene con regolarità fino alla intersezione con il fosso S.Giacomo da cui si diparte il terzo comparto ( tratto C ) della fascia interessata. Come detto tale percorso sopraelevato rispetto al profilo dell’arenile è sostenuto da un apparato strutturale in elementi metallici che assumono una particolare sagoma da poter consentirne l’uso, al livelli dell’arenile, di ricovero per barche, riproponendo nella scenografia dell’artifico la memoria operante del mestiere più antico legato al mare ed alla sua produttività. Gli elementi strutturali sono avvolgenti sia al livello basamentale , che al livello sommatale superiore definendosi come supporti ideali del sistema di illuminazione( i corpi illuminanti possono assumere forme compatibili con la componentistica che può prevedere l’uso di pannelli solari per l’assunzione di energia diretta). Comparto C – In corrispondenza del fosso S.Giacomo l’intero percorso sopraelevato su strutture metalliche si trasforma in rampa d’accesso al livello del lungomare vero e proprio che potendo disporre di un apparato territoriale ancora non strutturato può razionalizzare sclete rivolte ad integrare la carreggiata veicolare(ml.7,00) con le aree laterali per la sosta (ml.2,50 per parte) e di larghi marciapiedi che nei punti di maggior flesso della sagoma del terreno non sono meno di ml.3,20. Il lungo percorso che porta fino ai confini del territorio amministrato nella direzione nord(loc.La Garritta) si attrezza con: marciapiedi, piccole rampe di collegamento con la parte stradale o l’arenile,aiuole sagomante con la stessa forma di spirale stilizzata utilizzata nel comparto A, sistema di verde erborato e perde a raso ; nell’articolarsi esso privilegia gli slarghi pavimentati verso mare che assorbono le irregolarità del profilo orizzontale dell’arenile lato monte.. In area indicata dal PSC per tale funzione è prevista una grande area di parcheggio(circa 100 posti macchina) che potrebbe fare da cornice ad una porzione di lotto predisposto, sia per configurazione orografica che per identificazione normativa, alla realizzazione di gradinate naturali che possono definire uno spazio attrezzabile per eventi e manifestazioni (anfiteatro). L’assetto di tale lotto si configura secondo un anfiteatro a più settori che fa da cornice ad uno spazio centrale disegnato da tre cerchi in successione e di dimensioni differenziate. I tre r settori possono essere utilizzati congiuntamente o separatamente ; il cerchio maggiore rappresenta la platea principale che raccoglie tutti gli spettatori, in successione dimensionale gli altri cerchi rappresentano la scena di platee ridotte secondo i settori funzionali individuati dalla sagoma delle sedute sul terreno. L’insieme della proposta progettuale, peraltro supportata dalle previsioni di spesa, comprende la previsione del sistema del verde più complessivo, gli arredi per la raccolta rifiuti e la segnaletica , fontanelle da ubicare in corrispondenza delle sinuosità a spirale di aiuole o collegamenti verticali,servizi pubblici da ubicare in aree idonee reperibili lungo il tracciato , rifunzionalizzazione di servizi di ristoro esistente. Va fatto notare che il sistema integrato dei parcheggi (area monofunzionale , aree lungo il tracciato stradale) può prevedere oltre n.300 posti macchina che contribuiscono ad arricchire l’offerta dei servizi di settore.
STUDIO DI PREFATTIBILITÀ AMBIENTALE
La Legge Merloni (nr.109 11/02/1994) ha introdotto lo studio di prefattibilità ambientale allo scopo di individuare già a livello di progetto preliminare tutte le criticità che l’ambito oggetto dell’intervento presenta. L’area costiera di Torre Melissa è inserita in un contesto ambientale urbano di cruciale interesse socio-economico e culturale, pertanto la sua riqualificazione deve mirare alla soluzione delle problematiche esistenti di fruibilità pedonale e di viabilità circostante senza intercettare pertanto condizioni di non fattibilità. Le caratteristiche insediative, secondo le varie stratificazioni, della cittadina propongono l’area costiera come spazio urbano di assoluto valore funzionale e sociale e, come tale, fulcro di attenzioni di fruizione che devono interagire ricomponendo equilibri anche di carattere ambientale. La realizzazione delle opere previste nel presente progetto non introduce elementi di disagio negli equilibri ambientali esistenti e non produce alcun elemento “inquinante”, sia sul piano fisico che sociale, che possa causare squilibri agli assetti consolidati dell’intero ambito interessato. La costruzione della nuova sede ciclabile e pedonale permetterà una migliore fruizione di tutto il litorale, garantendo l’aggregazione sociale, la nascita di attività antropiche che troveranno culmine nella realizzazione dell’anfiteatro, luogo e sede di attività culturali, ricreative e sociali.
MATERIALI, STRUTTURE E TECNOLOGIE
Gli interventi previsti nella progettazione pertengono la realizzazione prevalente di superfici pavimentali, sedute, strutture di sostegno di percorrenze anche temporanee, aiuole e aree verdi,spazi per parcheggi, nuovi assetti stradali , nuovi corpi illuminanti,un sistema del verde articolato per funzioni ed infine, laddove ipotizzabile la realizzazione, un’ampia area attrezzata per eventi e manifestazioni interpretata come un anfiteatro naturale le cui gradinate sono il sostegno naturale dell’acclività precostituita. La caratteristica della proposta progettuale, nella sua prefigurazione di progetto preliminare,consente in questa fase di poter definire la filosofia dell’intervento, il disegno e le trame funzionali, materiali preferenziali , ma non esclude ulteriori approfondimenti proprio nella direzione delle finiture che possono comunque essere adeguate alle capacità finanziarie realmente praticabili nella fase di progettazione definitiva ed esecutiva. In linea di massima le scelte funzionali proposte individuano materiali naturali (pietre a varie cromie e legno) per “i segni funzionali” di maggiore visibilità, e materiali utili alla tecnologia più usuale( cls, acciaio , leghe metalliche resistenti al microambiente marino) per le componenti strutturali che sole possono risolvere assetti complessi dell’orogrofia e morfologia del luogo. L’operazione complessiva di ridisegno è istruita alla massima semplicità interpretativa e consente la comprensione immediata delle scelte per renderne più agibile l’immediata realizzazione.
STUDIO DELLA VIABILITÀ
Nella parte descrittiva viene già indicata la proposta di una viabilità riorganizzata che prende spunto proprio dalla soluzione planimetrica del progetto: la realizzazione di una percorrenza fruibile con duttilità secondo le esigenze della comunità locale( fruizione pedonale, veicolare limitata, ciclabile controllata, sosta e relax). Di particolare interesse e il camminamento pedonale più a ridosso della spiaggia che consente, con la sua impostazione planimetrica ad una quota più bassa rispetto al percorso principale, di qualificare lo spazio di pertinenza per la sua migliore riservatezza e nello stesso tempo per lenire i forti dislivelli che l’assetto attuale ha nei confronti dell’arenile sottostante; tale camminamento è segnato da lunghe sedute marginali che favoriscono la sosta il relax e la contemplazione del panorama marino, senza smarrire il contatto con il nucleo urbano a ridosso e con la presenza dello spazio sovrastante che di fatto è la vera passeggiata urbana lungomare. Le varie percorrenze intercettano sistemi–guida del flusso pedonale o veicolare (rotatorie) che richiamano l’impostazione formale dell’idea progettuale; esse consentono di semplificare e fluidificare il traffico veicolare, mantenendo al contempo elevati standard di sicurezza sia per le autovetture che per i pedoni.
IMPIANTI
Oltre ai servizi inerenti le infrastrutture primarie della città che sono direttamente interessate alla tipologia di intervento (l’occasione della ripavimentazione offre l’opportunitàdi modernizzare tali urbanizzazioni in questa porzione di territorio), il progetto ha necessità di prevedere un’articolazione impiantistica che rende necessario prevedere i i seguenti impianti: - Elettrico - Idrico-Fognante - Illuminazione Nella presente proposta, da considerarsi alla stregua di un preliminare, vengono indicat le tecnologie strettamente necessarie alla ottimizzazione delle funzioni ospitate come da cronoprogramma (prezziario tipologico); l’ipotesi di impiantistica più specialistica si avvale delle potenzialità che tali strutture hanno di essere ulteriormente caratterizzate da funzioni oggi non richieste.
ASPETTI BOTANICI
La nuova cultura dell’arredo urbano e del verde sta operando scelte coraggiose che spesso portano a soluzioni fantasiose quando non tengono conto del preesistente ma contemporaneamente propongono temi nuovi diretti ad un’utenza in fase di crescita anche culturale a cui può addirittura non bastare più il vecchio sistema relazionale; sono scelte che indirizzate agli scopi dell’utenza possono rigenerare, arricchire, vivificare come possono d’altra parte anche peggiorare, prevaricare lo stato di fatto rivelandosi puro artificio velleitario ed intellettualistico. Di fatto l’aspetto vegetazionale di una ipotesi di intervento svolge ruolo preminente nella caratterizzazione formale del comparto o dei comparti interessati perché riassume in sé sia la componente naturalistica, espressione delle potenzialità dei fattori interagenti biotici e abiotici, sia la componente antropica assegnata dall’uomo alle essenze vegetali presenti. Considerare le caratteristiche dell’ “artificioso naturale” circostante significa armonizzare gli elementi storicizzati (ma anche le nuove soluzioni) con l’intero apparato formale della componente vegetazionale, derivante dalle dimensioni e dalle articolazioni delle specie arboree, dal tipo di copertura utilizzato e dalle loro specificità funzionali, in quanto determinanti ai fini della costruzione della configurazione del “paesaggio urbano” nella sua complessità. Particolare attenzione viene data alla componente espressiva dei micro-paesaggi immaginati in funzione della loro capacità di mitigare la caratterizzazione di alcune componenti visuali utilizzando tipologie di associazioni vegetali che, soprattutto in piccoli casi di impatto per intrusione visiva, possano accentuare le caratteristiche di assorbimento necessarie. La scelta delle specie e varietà adeguate, risulta condizione indispensabile per favorire le usuali operazioni di manutenzione e va assicurata in fase di realizzazione quando anche il controllo della provenienza delle piante da vivaio consente di verificare patrimoni genetici con caratteri di alloctonia che potrebbero renderle vulnerabili a malattie e virosi. Il metodo usato per la scelta delle piante da utilizzare consiste nella individuazione delle caratteristiche climatiche del luogo che, unita alle considerazioni sulle funzioni che le piante saranno chiamate a svolgere, portano alla formazione di una rosa di specie arboree e vegetali capace di resistere al freddo, alla siccità e al vento. Le specie arboree cui si è fatto riferimento nell’intervento progettuale sono, le palme delle Canarie, le palme della California, mentre quelle vegetali sono pitosforo, ligustro, prunus lusitanica,oleandro. A parte il potenziamento e la riqualificazione delle specie anzidette, il sistema verde si completa con l’inserimento coordinato a completamento di piccole distese a prato con caratteristiche naturalistiche tipiche del paesaggio extraurbano; l’inerbimento veloce di tali spazi residuali avverrà mediante idrosemina da realizzarsi ad ultimazione di tutte le opere a prevalente carattere strutturale e formale. Inoltre, l’area interessata dalla sede stradale che lambisce la zona dell’anfiteatro sarà attrezzata con piante grasse.
ASPETTI IDROLOGICI E IDRAULICI
Il modellamento del territorio dipende da diversi fattori fisici: il principale, oltre al vento, che erode i suoli nudi e contribuisce attivamente a plasmare intere regioni, è indubbiamente l’acqua, che modella il pianeta nel modo più efficace e con un lavoro incessante. I fenomeni naturali legati all’acqua, come le precipitazioni, le infiltrazioni, le percolazioni ed i ruscellamenti, agiscono in modo complesso, sia a causa della variabilità dei fattori climatici che li regolano, sia per la natura dei suoli che li subiscono. L’acqua va a formare dei deflussi che possono essere permanenti o temporanei, superficiali o sotterranei, caratterizzati anche da fenomeni chimici di corrosione (carsismo). In un qualsiasi contesto idraulico gli studi preliminari dovrebbero consistere in diverse indagini conoscitive tra le quali si ricordano le principali: a – studio idrogeologico del bacino imbrifero; b – studio morfologico dell’alveo; c – analisi granulometrica dei materiali presenti nell’alveo; d – rilevamento delle portate (misurazione dei livelli di piena e di magra); e – rilievo delle zone di esondazione, di risalita di acque sotterranee e di ristagno superficiale; f – indagine fotointerpretativa dell’evoluzione nel tempo dell’uso del suolo dell’intero bacino. La zona costiera oggetto del presente intervento sarà dotata di impianto di raccolta delle acque bianche che trasferirà le stesse verso il Torrente Perticaro da un lato ed il Torrente San Giacomo dall’altro. La zona della foce dell’ Torrente Porticato e del Torrente San Giacomo sarà bonificata e riqualificata. Il valore della portata prevista alla foce è stato ottenuto a partire dalla curva di probabilità pluviometrica ricavata ipotizzando una legge di distribuzione dei massimi annuali di pioggia di breve durata di tipo a doppia componente (TCEV) al terzo livello di regionalizzazione, con i parametri forniti dalle Linee Guida dell’Autorità di Bacino. Vista la tipologia dei torrenti per contenere il conseguente trasporto di materiale solido è possibile eseguire un intervento di riduzione di tale fenomeno inserendo in alveo una serie di soglie. L’intervento sarà progettato nel rispetto delle “Linee guida sulle verifiche di compatibilità idraulica delle infrastrutture interferenti con i corsi d’acqua, sugli interventi di manutenzione, sulle procedure per la classificazione delle aree d’attenzione e l’aggiornamento delle aree a rischio inondazione” approvate dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Regione Calabria in data 31/07/2002 e pubblicate sul BUR del 31/10/2002.
DISPOSIZIONI STESURA P.S.C.
L’analisi delle condizioni ambientali in cui si collocherà il cantiere è uno dei passaggi fondamentali per giungere alla progettazione del cantiere stesso. E’ possibile, infatti, individuare rischi che non derivano dalle attività che si svolgeranno all’interno del cantiere ma che, per così dire, sono “trasferiti” ai lavoratori ivi presenti. La presenza di un cantiere attiguo, per esempio, potrebbe introdurre il rischio di caduta di materiali dall’alto (qualora si verificasse un problema di interferenza tra le gru presenti) o problemi legati alla rumorosità (per all’amplificazione delle emissioni sonore); la presenza di emissioni di agenti inquinanti (col relativo peggioramento delle condizioni di respirabilità del cantiere) o il flusso veicolare presente sulla viabilità ordinaria contigua al cantiere (con l’amplificazione del rischio di incidenti e/o investimenti), sono alcune tra le possibili situazioni comportanti una modificazione della valutazione del rischio. L’individuazione, dunque, di tali sorgenti di rischio potrà permettere l’introduzione di procedure e/o protezioni finalizzate alla loro minimizzazione. Nei casi citati, ad esempio, andrà predisposto un coordinamento tra i manovratori delle gru (rischio caduta dall’alto), andranno introdotte macchine a limitata emissione sonora e previsto un piano di lavorazione tale da non sovrapporre le lavorazioni più rumorose tra i due cantieri (rischio esposizione al rumore), posizionata opportuna segnaletica agli accessi del cantiere e destinati alcuni operai a favorire l’immissione nella viabilità ordinaria delle auto e degli automezzi provenienti dal cantiere (rischio investimento). Per le lavorazioni che verranno eseguite ad altezze superiori a m 2 e che comportino la possibilità di cadute dall’alto, dovranno essere introdotte adeguate protezioni collettive, in primo luogo i parapetti. Il parapetto, realizzato a norma, dovrà avere le seguenti caratteristiche a) il materiale con cui sarà realizzato dovrà essere rigido, resistente ed in buono stato di conservazione; b) la sua altezza utile dovrà essere di almeno un metro; c) dovrà essere realizzato con almeno due correnti, di cui quello intermedio posto a circa metà distanza fra quello superiore ed il calpestio; d) dovrà essere dotato di “tavola fermapiede”, vale a dire di una fascia continua poggiata sul calpestio e di altezza pari almeno a 15 cm; e) dovrà essere costruito e fissato in modo da poter resistere, nell’insieme ed in ogni sua parte, al massimo sforzo cui può essere assoggettato, tenuto conto delle condizioni ambientali e della sua specifica funzione. Quando non sia possibile realizzare forme di protezione collettiva, dovranno obbligatoriamente utilizzarsi cinture di sicurezza. Disposizioni per il coordinamento dei Piani Operativi con il Piano di Sicurezza I datori di lavoro delle imprese esecutrici dovranno trasmette il proprio Piano Operativo al coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione con ragionevole anticipo rispetto all’inizio dei rispettivi lavori, al fine di consentirgli la verifica della congruità degli stessi con il Piano di Sicurezza e di Coordinamento. Il coordinatore dovrà valutare l’idoneità dei Piani Operativi disponendo, se lo riterrà necessario, che essi vengano resi coerenti al Piano di Sicurezza e Coordinamento; ove i suggerimenti dei datori di lavoro garantiscano una migliore sicurezza del cantiere, potrà, altresì, decidere di adottarli modificando il Piano di Sicurezza e di Coordinamento. L’allestimento del cantiere costituisce la prima fase lavorativa di qualsivoglia costruzione. Dalle scelte che verranno fatte in questo momento, di tipo logistico e funzionale, dipenderà l’andamento del cantiere edile, sia in termini di efficienza che di sicurezza. L’allestimento e l’organizzazione di un cantiere edile, comporta una serie di attività, come quelle di seguito elencate: – la recinzione dell’area d’intervento; – l’ubicazione degli accessi; – la realizzazione degli impianti di cantiere (acqua, elettricità, ecc.); – la realizzazione dell’impianto di messa a terra; – la localizzazione dei servizi sanitari; – la localizzazione dei luoghi di lavoro fissi (banco del ferraiolo, betoniera, molazza, ecc.).
BARRIERE ARCHITETTONICHE
Gli ostacoli fisici non riguardano essenzialmente “l’edificio” ma anche gli spazi esterni di pertinenza come, ad esempio, i percorsi pedonali di accesso ed i parcheggi; gli spazi urbani ed i relativi arredi fissi come cabine telefoniche, fontanelle d’acqua, distributori automatici, etc. Mancati accorgimenti e inidonei sistemi di segnalazione che dunque non permettono l’orientamento e la identificazione dei luoghi, degli edifici e dei mezzi di trasporto e delle fonti di pericolo, in particolare, per i non vedenti, per gli ipovedenti, etc., non costituiscono strettamente barriere architettoniche ma più propriamente «barriere localizzative». Nella progettazione di nuovi edifici è secondario parlare di abbattimento delle barriere architettoniche semmai di studio degli opportuni accorgimenti tecnici per un agevole fruizione della futura costruzione anche da parte delle persone con invalidità motoria e/o sensoriale. La proposta oggetto della presente relazione è dotata di tutti gli accorgimenti necessari a superare ogni tipologia di barriera architettonica: Parcheggi riservati per disabili; Scivolo di accesso e uscita dall’area costiera con pendenza minore dell’8%; Servizi igienici destinati ai disabili.
DESCRIZIONE DEGLI ELABORATI GRAFICI DI PROGETTO
L’idea progettuale nasce dall’esigenza primaria di migliorare la fruibilità pedonale del lungomare svincolandolo il più possibile dalle necessità della viabilità cittadina. La semplicità degli interventi proposti non minimizza assolutamente l’importanza intrinseca degli stessi che proprio per la loro accuratezza mirano a ridare vita ad un luogo che per le sue particolari condizioni allocative deve avere una funzione ben più importante che quella di semplice collegamento fisico tra diversi comparti funzionali. Il lungomare, inteso come luogo di aggregazione per tutti, legato intimamente al tessuto urbano e libero da vincoli di viabilità e caos, và vissuto nella sua personale organicità. La estensione del comparto territoriale interessato ( la fascia costiera di fatto è il limite fisico del territorio amministrato) ha suggerito un’articolazione delle elaborazioni grafiche che consentono di inserire, per le scale richieste dal bando,l’intero comparto interessato distribuito all’interno delle quattro tavole in formato UNI A1 che possono formare un puzzle di facile lettura dal loro assemblaggio in successione. Tale tecnica strumentale ha portato a suddividere l’intero contesto nelle quattro tavole in successione che, seguendo uno schema grafico di facile lettura, consente di integrare per parti le fasi del progetto attraverso le diverse scale di rappresentazione e le restituzioni tridimensionali che ormai fanno parte del bagaglio grafico necessario per la migliore comprensione del percorso di progetto. Tutte le tavole quindi hanno la stessa struttura nei contenuti tecnici e sviluppano in successione l’intera fascia costiera alla scala 1/2000; in ognuna di esse viene approfondito in scala 1/200 lo stralcio planimetrico di maggior interesse e vengono riportate soluzioni renderizzate dei dettagli e degli scorci più significativi della porzione interessata. Sul limite marginale inferiore di ogni tavola viene riportato il profilo reale dell’intera costa che assume significato documentario da un lato ma altamente scenografico dall’altra perché consente di controllare al vero profili ed alzati delle restituzioni planimetriche. Una composizione ricercata per mantenere costante il segno grafico della proposta relazionato al contesto reale che di fatto è lo skyline delle quinte edificate e del territorio in varie forme antropizzato.

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    PREMESSA L’occasione del concorso è circostanza conseguente ad un preventivo impegno amministrativo che, compatibilmente con i suoi programmi o piani periodici nel settore delle opere pubbliche, è riuscita ad individuare , attraverso il corretto dibattito sul ruolo più complessivo della città , un percorso incisivo per reperire risorse finalizzate alla qualificazione più appropriata della città e del suo territorio ; tale percorso non si esaurisce con la realizzazione delle attrezzature di più...

    Project details
    • Year 2010
    • Client Comune di Melissa
    • Status Competition works
    • Type Waterfront / Urban Furniture / Urban Renewal
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