Deisign 2010: "Il calice e la patena per la celebrazione ordinaria e per la concelebrazione".
ALZERO' IL CALICE DELLA SALVEZZA Cuneo / Italy / 2010
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Calice per la Concelebrazione
Il Concilio Vaticano II ci ricorda che la concelebrazione eucaristica è il segno più evidente di come l’Eucaristia sia “fonte e culmine” della liturgia e, quindi, della Chiesa stessa.
E’ per questo che abbiamo voluto rappresentare sul calice, con “nobile semplicità”, la collegialità apostolica che, riunita attorno al suo Signore luce e vita, diventa espressione del suo progetto di salvezza per l’umanità.
I dodici apostoli, rappresentati dai dodici diversi listelli d’argento, pur nella loro soggettività e diversità, divengono un tutt’uno. Essi esprimono pienamente la divinità della Chiesa nonostante la propria fragilità umana proprio nel momento in cui celebrano la cena del Signore Gesù che emerge da loro e su di loro come Capo e Maestro di unità.
La coppa d’oro che Lo rappresenta invita ad elevare lo sguardo a Lui, unica certezza di salvezza, partendo però dall’esperienza sensibile della chiesa fatta di uomini santi e peccatori.
Calice per la celebrazione singola
Proprio perché la celebrazione eucaristica è “fonte e culmine” della liturgia, la prassi consolidata della Chiesa Cattolica (diversamente da quella ortodossa) ci porta a celebrare quotidianamente l’Eucaristia, sebbene essa sia espressione della Pasqua, del “dies dominici” del mistero di morte e resurrezione di Gesù.
Senza Dio, lo scorrere del tempo, la scansione dei sette giorni settimanali (cronos), rappresentati dai sette listelli d’argento uguali, rischia di appiattirsi in un grigiore indistinto e senza un fine (telos).
E’ proprio la pietra tombale di Gesù (l’ottavo listello e diverso) che cambia la storia. Sfaldandosi il giorno di Pasqua per la potenza della Resurrezione, raccoglie attorno a sé il tempo e lascia intravvedere il mistero della divinità che si nasconde nell’agire quotidiano dando così un senso a tutta la storia umana.
La celebrazione Eucaristica diventa allora il segno più alto della presenza del Divino nel tempo terrestre, in attesa dell’”ottavo giorno”, della domenica senza tramonto.
Il Concilio Vaticano II ci ricorda che la concelebrazione eucaristica è il segno più evidente di come l’Eucaristia sia “fonte e culmine” della liturgia e, quindi, della Chiesa stessa.
E’ per questo che abbiamo voluto rappresentare sul calice, con “nobile semplicità”, la collegialità apostolica che, riunita attorno al suo Signore luce e vita, diventa espressione del suo progetto di salvezza per l’umanità.
I dodici apostoli, rappresentati dai dodici diversi listelli d’argento, pur nella loro soggettività e diversità, divengono un tutt’uno. Essi esprimono pienamente la divinità della Chiesa nonostante la propria fragilità umana proprio nel momento in cui celebrano la cena del Signore Gesù che emerge da loro e su di loro come Capo e Maestro di unità.
La coppa d’oro che Lo rappresenta invita ad elevare lo sguardo a Lui, unica certezza di salvezza, partendo però dall’esperienza sensibile della chiesa fatta di uomini santi e peccatori.
Calice per la celebrazione singola
Proprio perché la celebrazione eucaristica è “fonte e culmine” della liturgia, la prassi consolidata della Chiesa Cattolica (diversamente da quella ortodossa) ci porta a celebrare quotidianamente l’Eucaristia, sebbene essa sia espressione della Pasqua, del “dies dominici” del mistero di morte e resurrezione di Gesù.
Senza Dio, lo scorrere del tempo, la scansione dei sette giorni settimanali (cronos), rappresentati dai sette listelli d’argento uguali, rischia di appiattirsi in un grigiore indistinto e senza un fine (telos).
E’ proprio la pietra tombale di Gesù (l’ottavo listello e diverso) che cambia la storia. Sfaldandosi il giorno di Pasqua per la potenza della Resurrezione, raccoglie attorno a sé il tempo e lascia intravvedere il mistero della divinità che si nasconde nell’agire quotidiano dando così un senso a tutta la storia umana.
La celebrazione Eucaristica diventa allora il segno più alto della presenza del Divino nel tempo terrestre, in attesa dell’”ottavo giorno”, della domenica senza tramonto.
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Calice per la ConcelebrazioneIl Concilio Vaticano II ci ricorda che la concelebrazione eucaristica è il segno più evidente di come l’Eucaristia sia “fonte e culmine” della liturgia e, quindi, della Chiesa stessa.E’ per questo che abbiamo voluto rappresentare sul calice, con “nobile semplicità”, la collegialità apostolica che, riunita attorno al suo Signore luce e vita, diventa espressione del suo progetto di salvezza per l’umanità.I dodici apostoli, rappresentati dai dodici diversi listelli...
- Year 2010
- Client Diocesi di Cuneo e Fondazione S. Michele
- Status Competition works
- Type Churches
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