Riqualificazione aree Q8 nell’area Orientale di Napoli

Naples / Italy / 2007

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Preliminare di Piano Urbanistico Attuativo per l’”Ambito 13- ex raffineria”del PRG di Napoli

Committente: SOCIETA’ NAPOLI ORIENTALE S.c.p.a.

Gruppo di progetto: Società Ecosfera S.p.a, Risorse-RPR S.p.a., Studio Gasparrini

Responsabile scientifico e progettuale Carlo Gasparrini
Coordinatore strategico Gloria Cerliani – Ecosfera S.p.a

Gruppo di lavoro per Ecosfera S.p.a. :
Francesco Rocca, responsabile attività GIS; Ernesto Marinetti, Dario Ferrante, Barbara Cunsolo, responsabili attività ambientali; Giuseppe Labellarte, Hermann Franchini, Pietro Bertelli, verifica attività urbanistiche

Gruppo di lavoro per Risorse-RPR S.p.a.:
Franco Leccese, responsabile dell"Area Progettazione Trasformazione e Valorizzazione Urbana; Giorgio Patti, responsabile di commessa; Paolo Pineschi, coordinatore di progetto; Patrizia Pulcini, coordinatore di progetto; Savino Capobianco, responsabile area Finanza di Progetto; Marco Cerase, Francesca Pace,Chiara Possenti, Francesca Traclò, Pasquale Labianca, collaboratori;

Gruppo di lavoro per lo Studio Gasparrini:
Carlo Gasparrini, Paola D'Onofrio, Massimo Lanzi, Eduardo Mignone Vincenzo Rizzi

Consulenti Specialistici:
Paolo de Stefano, foto aree; ICARO srl, aspetti connessi al Rischio da Incidenti Rilevanti (R.I.R.); Massimo Greco, aspetti idraulici; Francesco Reale, aspetti energetici; SINTRA ingegneria srl, aspetti trasportistici


Piano Urbanistico Attuativo per le aree di proprietà del gruppo Q8 all’interno dell’ “Ambito 13 – ex raffineria” della Variante Generale al PRG di Napoli

Committente: KRC - Kuwait Raffinazione e Chimica

progettista incaricato: Carlo Gasparrini (Studio Gasparrini)

Gruppo di lavoro per lo Studio Gasparrini:
Carlo Gasparrini, coordinamento scientifico e progettuale (urbanistica, architettura, paesaggio);
Massimo Lanzi e Eduardo Mignone, responsabili di progetto;
Paola D’Onofrio, Mirella Fiore, Massimo Lanzi, Eduardo Mignone, Cinzia Panneri, coordinamento operativo;
Rosalba Giannoccaro, Luigi Innammorato, Daniela Mello, Danilo Nappo, Alessia Sannolo, Anna Terracciano; Rodolfo Cipriani; invertimmagine.com (Marcello Parlati, Antonio Negrini), collaboratori.

Consulenti Specialistici:
Edin ingegneria srl, aspetti trasportistici e infrastrutturali e aspetti strutturali; Ettore Cinque, fattibilità economico-finanziaria; Massimo Greco, aspetti idraulici; CDS ingegneria s.n.c., aspetti Impiantistici ed energetici



L’Ambito 13 (“Ex Raffineria”) interessato dal progetto urbano è previsto dalla Variante Generale del PRG di Napoli approvata nel 2004, ha una estensione di oltre 400 ettari e contiene i depositi petroliferi della regione (Q8, Esso, Agip) assieme ad un complesso di aree impegnate da impianti industriali parzialmente o totalmente dismessi o in via di riconversione funzionale. Dopo l’area industriale di Bagnoli ad ovest della città, occupata dalla ex acciaieria dell’Italsider, la rigenerazione dell’area orientale – ad est della stazione ferroviaria e del fascio dei binari – costituisce la più importante scommessa della Variante. Ad essa è infatti attribuito un valore strategico di riconfigurazione di questo ampio settore urbano, anche in virtù della sua posizione di cerniera rispetto alla collina di Poggioreale, il Centro direzionale, l’area di Gianturco e la piana vesuviana. Essa costituiva la più grande area industriale di Napoli che oggi i napoletani vivono come un grande “buco nero”, come una vasta, impenetrabile e pericolosa barriera tra il centro della città e la periferia orientale con i popolosi quartieri di San Giovanni, Barra e Ponticelli. Cominciare ad integrarla con il resto della città dotandola di verde, funzioni urbane, eliminando progressivamente fabbriche inquinanti, ha il valore di una delle sfide più importanti per la città futura.

Per la trasformazione dell’ambito è stata prevista la stesura di uno Schema di assetto territoriale (definito Preliminare dei Piani Urbanistici Attuativi), affidato nel 2007 dalla Società Consortile pubblico-privata “Napoli Orientale”, d’intesa col Comune di Napoli, a Carlo Gasparrini (come coordinatore scientifico e progettuale) e alla società Ecosfera, approvato dal Comune nel gennaio 2009. Si tratta di un vero e proprio strumento di progettazione urbana a valle dell’approvazione della Variante Generale del PRG, che ha il compito di fornire un quadro di conoscenze approfondite, di definire il disegno urbano dell’area, di configurare un sistema di regole morfologiche e funzionali, con funzioni di guida della prevedibile molteplicità di piani e progetti attuativi, e di restituire un quadro della fattibilità economico-finanziaria riferita ad una serie di scenari temporali e attuativi.

La riorganizzazione urbanistica dell’area è basata sulla creazione di due sistemi distinti ma fortemente interrelati: un grande parco di scala urbana e territoriale e gli insediamenti urbani integrati per la produzione di beni e servizi. Il parco avrà un’estensione di 150 ettari mentre gli insediamenti integrati saranno costituiti da circa 1.250.000 mq di superficie di pavimento destinati a residenza, servizi pregiati, attrezzature urbane industrie pulite, a cui si accompagna un esteso e profondo processo di bonifica dei suoli e delle acque e un ripensamento radicale del sistema infrastrutturale.

Il parco, recuperando la matrice agraria della zona, costituisce quindi l’elemento fondamentale per la riqualificazione ambientale dell’area attraverso cui diventa possibile ridisegnare i percorsi delle acque, ristabilendo una relazione fisica, funzionale e percettiva tra la fascia costiera e le aree interne. Il sistema degli insediamenti urbani integrati per la produzione di beni e servizi, invece, consente di creare un’adeguata mixité funzionale senza cancellare la vocazione produttiva dell’area, realizzando un tessuto formato da industrie leggere a basso impatto inquinante, ma anche da attività artigianali, attrezzature e residenze.

Questi due sistemi sono incardinati sia su una rete di infrastrutture stradali sia sul completamento del sistema su ferro, tangente all’area, attraverso la realizzazione di un trasporto pubblico dedicato di superficie in cui particolare rilevanza viene attribuita al nuovo “asse verde” di collegamento tra piazza Garibaldi, in corrispondenza del binario d'arrivo dell'alta velocità, e il quartiere di Ponticelli.

Lo schema di assetto dell’ambito propone un avanzamento concettuale e figurativo del parco e delle regole di riurbanizzazione rispetto a quello del PRG, pur non contestandone i principi strutturanti. Si caratterizza infatti per un più articolato e diffuso disegno degli spazi aperti che, confermando l’idea della “riemersione” del fiume Sebeto, lavora sul reticolo del sistema delle acque da bonificare, sulla rete energetica, sulla complessità e integrazione di diverse tipologie di spazi verdi. In modo complementare, il disegno di suolo della nuova edificazione è organizzato in grandi isolati-polder irregolari caratterizzati da corti aperte e da un’alternanza di edifici alti e bassi. Un nuovo paesaggio urbano, insomma, che entra in tensione dialettica con l’immagine regolare e cardo-decumanica proposta dal PRG.

Nel complesso, dunque, tutti gli interventi dovrebbero perseguire il raggiungimento di un elevato standard di qualità urbana che, soprattutto per quanto riguarda l’ambito produttivo, si traduce in un’attenta scelta delle tipologie di attività da insediare, scelta che non prenderà in considerazione solo gli impatti di carattere strettamente ambientale, ma anche quelli relativi agli aspetti fisici e spaziali prodotti sul territorio.

Tra le iniziative in atto all’interno dell’Ambito 13 figura la proposta di riqualificazione e valorizzazione dell’area di proprietà della Q8 anch’essa affidata già nel 2006, come idea-progetto, a Carlo Gasparrini che ha avuto poi l’incarico nel marzo 2010 di redigere uno specifico Piano Urbanistico Attuativo. Questa proposta ha costituito di fatto il motore, anche dal punto di vista progettuale, del complesso processo di riqualificazione dell’intero Ambito 13 della ex raffineria previsto dallo Schema di assetto territoriale, interessando 95 ettari dei 420 complessivi. Per la sua dimensione e collocazione, quest’area rappresenta una porzione significativa e baricentrica nel processo di trasformazione urbana. Combinare in modo virtuoso bonifica dei suoli inquinati e trasformazione urbana nel tempo rappresenta una soluzione che farà sicuramente da battistrada per tutti gli altri interventi, mostrando che il cambiamento è fattibile.

Le scelte strategiche, in stretta coerenza con lo Schema di assetto preliminare dell’intero Ambito 13, possono essere sintetizzate nelle seguenti:
 il ridisegno infrastrutturale come una rete interconnessa finalizzata ad un’accessibilità diffusa, pubblica e privata, ad elevata porosità nel tessuto edificato
 la realizzazione delle nuove strade come sistema portante di un parco ramificato, con un paesaggio variegato dagli usi pubblici molteplici
 la realizzazione di vie e macchine dell’acqua per governare la falda e disegnare il parco
 la concezione del parco come grande produttore di energia rinnovabile
 l’edificazione del nuovo spazio abitabile attraverso isolati-polder caratterizzati da una ricca articolazione tipologica per realizzare un disegno urbano dalla morfologia riconoscibile
 la previsione di un mix funzionale ricco per la vitalità dell’insediamento urbano e del parco.

La scelta principale si conferma dunque quella di affidare agli spazi aperti, alla loro qualità e pervasività, un ruolo centrale per la rigenerazione ecologica e ambientale e per la riappropriazione di territorio da parte della città. Al parco è affidato il compito di connotare l’identità di questo spazio urbano e di guidare la stessa forma dei nuovi insediamenti edilizi. E di farlo in modo ancor più forte e integrato di quanto è previsto a Bagnoli, nell’area occidentale della città, dove parco e nuovi edifici sono invece nettamente separati. Il disegno urbano del parco introduce deformazioni del suolo e differenze di quota con una erosione “scultorea” che riconfigura un territorio piatto come quello delle ex paludi, attingendo alla peculiare ricchezza morfologica di Napoli, alla costante interferenza tra un sopra e un sotto, tra un dentro e un fuori, che caratterizza la sua forma fisica

Da un punto di vista paesaggistico, elemento centrale e caratterizzante del progetto urbano è il trattamento delle strade e degli spazi aperti come motore della costruzione progressiva del paesaggio del parco, inteso come fattore primario di rigenerazione urbana. Questa strategia di street_landscape affida alle strade un ruolo propulsivo nella riconfigurazione dei drosscapes, immaginando che la loro realizzazione o la trasformazione di quelle esistenti possa progressivamente determinare rilevanti effetti indotti sul sistema degli spazi aperti ad esse connesse in termini di ripermeabilizzazione, rinaturazione e rifunzionalizzazione.

Il percorso di formazione del parco si basa, quindi, su una graduale densificazione degli spazi aperti connessi alle strade, che si adattano alla sequenza dismissione/trasformazione, assecondando la formazione di una rete continua, fruibile in ogni fase della sua costruzione. Assume centralità in tal senso la definizione di sezioni variabili nel tempo nelle quali vengono individuate le parti irrinunciabili degli invasi stradali da realizzare subito e quelle che potranno aggiungersi nel tempo. La relazione che si viene a determinare tra costruzione della rete stradale e parco configura il sistema del verde come una sorta di grande “cretto verde” che innerva l’intera area di trasformazione e si incunea tra gli isolati di progetto, proponendo una stretta integrazione di paesaggio tra spazi aperti e nuova edificazione.

Si tratta di un rovesciamento di priorità rispetto alla costruzione tradizionale della città (e non solo di Napoli), in cui sono sempre stati gli edifici ad essere privilegiati mentre gli spazi aperti si sono ridotti ad essere, nel migliore dei casi, lo spazio residuale tra di essi. In questo progetto invece, gli spazi aperti diventano il motore dei processi di nuova edificazione,

In questo disegno, un ruolo centrale è svolto dall’acqua e dall’energia. Le direttrici dell’acqua attivano e governano un meccanismo virtuoso di controllo e gestione dell’acqua di falda, in grado di dare forma e senso al reinserimento delle acque superficiali nel paesaggio urbano attraverso una rete di canali per usi molteplici. La centralità dell’energia solare fotovoltaica nel progetto del parco e degli isolati urbani è inoltre un motore qualificante della progettazione architettonica e ambientale per garantire elevati rendimenti energetici dei nuovi edifici e l’autosufficienza rispetto al funzionamento delle macchine dell’acqua, dell’illuminazione e delle attrezzature pubbliche. Un investimento anche simbolico rispetto alla presenza del petrolio che da decenni caratterizza in modo pervasivo questo settore urbano,.

Il progetto abbandona il criterio della monofunzionalità delle aree che ha caratterizzato la costruzione delle singole parti della città nel secolo scorso, come nel caso dello stesso Ambito 13 e del suo esclusivo uso industriale a ridosso della città centrale. Ricerca invece un’adeguata mixité funzionale per almeno due ragioni. Perché garantisce quella pluralità di utenti, usi e relazioni in grado di restituire le condizioni di accoglienza, vitalità e sicurezza che siamo soliti associare ad una città vivibile. Ma anche perché questa pluralità consente di immaginare una maggiore flessibilità nel tempo, evitando le conseguenze nefaste prodotte dalla crisi e dall’abbandono di un’unica attività economica e di un’unica destinazione funzionale. Ciò vale per l’industria come per i centri commerciali e per la stessa residenza che, se vive da sola, produce ghetti.

Di qui l’obiettivo di esplorare la coesistenza di una molteplicità di usi in cui la funzione residenziale si intrecci con le attività produttive “pulite”, con un’offerta commerciale composita e un forte peso delle attività relative al tempo libero, soprattutto in campo culturale e sportivo. Una coesistenza che non si basa solo su un equilibrato peso quantitativo di ciascuna funzione, ma anche sul ruolo affidato alla capacità di condensazione dello spazio pubblico come fattore di eccellenza nella rigenerazione urbana, attraverso il quale stimolare l’attrattività di questo vasto settore della città.

In questa direzione, la razionalizzazione e integrazione della rete stradale, il potenziamento del trasporto pubblico e la messa a sistema della rete su ferro è una condizione ineludibile per sollecitare il rilancio urbanistico ed economico dell’area e garantire adeguate condizioni di accessibilità.


A metà gennaio del 2008 il LAE (la Fondazione di Landscape Architecture Europe) - che ha sede in Olanda e il cui board è composto da Meto Vroom (chairman), Wageningen; Annalisa Maniglio Calcagno, Genova; Isabel Figueras Ponsa, Barcelona; Joseph de Gryse, Brussels; Robert Holden, London - nell’ambito della seconda rassegna triennale dei progetti di paesaggio in Europa del 2009, ha selezionato il progetto urbano di Napoli per l’”Ambito 13” assieme ad altri 50 ammessi in tutta Europa (su 350 partecipanti). La giuria era composta da 5 paesaggisti: Michael van Gessel (chairman), Amsterdam; João Gomes da Silva, Lisbon; Lynn Kinnear, London ; Stephan Kuhn, Zürich; Jacqueline Osty, Paris. (Cfr. LAE Foundation, On Site, Birkhauser 2009)
Nella primavera del 2010, il progetto è stato selezionato dall’OICE per partecipare, all’interno di una rappresentanza di circa 50 progetti italiani, all’Expo di Shangai nell’ambito delle manifestazioni previste dal Padiglione Italia.
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    • Year 2007
    • Status Current works
    • Type Adaptive reuse of industrial sites
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