Nuovi percorsi nella scrittura urbana | Daniele Tirotta

«5 piazze per Catania» (1a fase) - Piazza Spirito Santo Catania / Italy / 2005

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Isola di tremuori e giganti

Dalla natura alla città. Sculture, sassi, sabbia, sale sono i materiali che appartengono alla naturalità di un luogo urbano. Pietre lavorate, scolpite sono segni a mezzo tra natura e artificio che arricchiscono l'identità di un luogo urbano.
Poi c'é la memoria, le parole conservate che, ancora, "conservano" i luoghi e il loro senso.
E’ il caso del largo di “San Berillo”, descritto nelle ballate della contestazione, a ricordo di un’evacuazione forzata, mantenendo le sue memorie sul selciato e consolidandole nelle sue radici, senza dimenticare Anna l’Accupo e i calzolaifici.

Il progetto non descrive un nuovo, ma modifica permanenze avvicinando storie, tremuoti e giganti.
Etna ed etnie, sono le frequentazioni comuni di una conurbazione larga, adatta ad un patrimonio multi-etnico, geo-antropologia di gestazione e conoscenza degli eventi posti tra folklore e leggende.
L’isola dei giganti e del gigante etneo, sono rappresentazioni di un insieme e sono le sculture di cotta che emergono nella piazza: il Turco, la Principessa e Polifemo.
Quest’ultimo nell’immaginario con l’occhio cavo è identità del vulcano e, nello stesso tempo, il Colosso omerico.
E’ procedendo nella lettura unitaria di uno spazio, rappresentare tre zone indifferenti, nella penombra attenuata dal verde, è stabilire continuità d’insieme su spazi integrati per costituire l’idea che interagisce con spazi legati alla programmazione della viabilità di previsione.
Le trilogie di partizione, in questo caso, possono definire gli ambiti di un progetto unitario, suddiviso in sequenze:


La piazza dei Giganti e della Sciara

E’ lo spazio pubblico che si definisce come il luogo degli sguardi e delle apparenze, in cui l’ombra rotante dei giganti trasferisce direzioni inattese. Figure ricche di luce propria sono le sculture in terra cotta, giganti orientali e miti omerici, amori d’invasione e d’astuzie.
Il plateau noir, la pietra lavica che ricopre il piano ha la dimensione di un piano libero da ostruzioni e alterazioni di superficie.



Segni di eventi distruttivi e di eruzioni, in una natura inattesa, rossi e leggibili, si propongono come indicatori dimensionali di luogo, tempo e sciare, e consentono di poter definire piani di sosta.
Il prospetto della chiesa ortodossa, posto a lato sulla piazza, tra le cospicue altezze dei Giganti, manifesta la fede, si erige a fronte della “culla” del luogo, consentendo l’affaccio ad una finestra, eretta a quota per traguardare gli sguardi delle altere figure in terra rossa.
La terra rossa che mista alle ceneri diviene tributo. Ed intorno processione ed uditorio, sono il contenuto d’ulteriori invasori di contaminazione.

Il giardino delle foglie rade e il salto dell’acqua

Il giardino, romantico ed ironico, vede riassunto il suo senso da una fonte: due personaggi di sembianze mediorientali alludono alla cultura complessa del territorio e trasformano in un uso rituale e allusivo il salto dell’acqua.
In maniera analoga, il rosso continuo di segni di catastrofi, crea interruzioni, opportune.
La sedimentazione eruttiva è posta sotto forma di blocco unitario, di poco sollevato sul fil di terra.
La sciara, ancora una volta, si pone come misura catastrofica di un evento. La sua dimensione coincide con il parametro di antiche, enormi eruzioni.

Lo spazio del ricordo

E' data visibilità al contesto evacuato, ridisegnando, con segni di pavimentazione, blocchi e isolati. E’ un nuovo spazio di suoni e storie per le ballate di San Berillo.
Lo spazio del ricordo, che riemerge nei visi e nei racconti, e da porte e portali rieretti per creare occasioni di vita, come in Von Trier, sono indicatori di un luogo comune e identità smarrite, segnali posti a terra.

Il luogo si arricchisce di indicatori previsti per la viabilità ciclabile e dei luoghi di sosta, allineando vetture che, pur esse, creano un margine di contiguità al movimento e al permanere, tra il chiosco e le quinte, dando rilevanza a ornamenti dello scenario.
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    Isola di tremuori e giganti Dalla natura alla città. Sculture, sassi, sabbia, sale sono i materiali che appartengono alla naturalità di un luogo urbano. Pietre lavorate, scolpite sono segni a mezzo tra natura e artificio che arricchiscono l'identità di un luogo urbano. Poi c'é la memoria, le parole conservate che, ancora, "conservano" i luoghi e il loro senso. E’ il caso del largo di “San Berillo”, descritto nelle ballate della contestazione, a ricordo di un’evacuazione forzata, mantenendo le...

    Project details
    • Year 2005
    • Client Comune di Catania - IN/ARCH Sicilia
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Urban Furniture
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