Concorso d'idee piazza Nassyria | piergavino cherchi

Canicattì / Italy / 2010

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I)Motivi e scelte.
Storia
L’analisi, anche storica, del sito interessato dal concorso d’idee ha suggerito le principali linee di progetto. Piazza Nassirya si trova all’esterno, rispetto al centro matrice della città di Canicattì, infatti la cartografia satellitare mostra ancora i segni di antiche coltivazioni, suggerendoci come cessata l’attività agricola, i terreni siano stati interessati da uno sviluppo edilizio, secondo fenomeni non diverse dal resto del territorio italiano, con il risultato di perdere l’antico confine tra abitato e campagna perdendo con esso anche l’identità del luogo.
Il progetto tenta di seguire una via di dialogo con gli aspetti suggeriti dalla storia del luogo, senza trascurare la funzione di moderno spazio della città, importante cerniera tra ambito rurale e urbano. Il dialogo col passato si riprende attraverso schemi dove sia protagonista l’Architettura del paesaggio, utilizzando le varietà arboree, arbustive ed erbacee che nel passato hanno colorato le nostre campagne, il biotipo mediterraneo comprende un numero abbastanza importante di essenze sia a foglia perenne che stagionale.
Localizzazione
Piazza Nassirya si trova in quello che un tempo era il confine tra ambito rurale e urbano. Oggi proprio in campo urbano, non di rado capita al progettista di incontrare, superfici residue di antiche lottizzazioni irrazionali “terreni vacui” li avrebbe chiamati Ignasi Sala Morales interstizi compresi tra strade e costruito, riconosciamo nel sito uno di questi esempi. Ma il luogo dove si trova localizzata la piazza può dargli un nuovo ruolo, un punto di riferimento per gli utenti siano essi studenti oppure lavoratori dove aspettare un mezzo, al riparo dalle avversità del tempo, oppure consumando un pasto caldo o una frutta fresca, questo lo deciderà il tempo comunque al riparo del porticato dei chioschi. Aspettare al coperto di un porticato guardando la merce esposta senza essere esposti al freddo oppure al caldo crea qualità urbana e sociale precursori di quella economica che anche se minima non disturba in tempi di crisi. La presenza di un polo ospedaliero sicuramente molto frequentato nelle vicinanze della piazza non fa altro che rimarcare l’importanza dell’inserimento di una nuova cerniera urbana.
Quartiere
In fase di ideazione si è cercato di pensare ad una piazza aperta soprattutto verso il quartiere, ideale luogo di incontro sia per socializzare sia per fare delle attività sportive come rimarcato dal bando stesso. Si è rifiutato il concetto di recinto chiuso con muri oppure altre barriere che rendano difficile l’accesso alle persone diversamente abili, rampe con un inclinazione inferiore oppure uguale all’8% permetteranno il raggiungimento di tutti i punti del sito, da parte di qualsiasi visitatore. Inoltre gli spazi sono stati dimensionati anche per potere essere utilizzati come aule all’aperto per lezioni riguardanti le varie materie legate alla natura.
Memoriale
Il nome della piazza è dedicato alla memoria dei nostri sfortunati soldati e carabinieri caduti durante un missione di pace, questo ha comportato l’inserimento di elementi che diano significato allo spazio, senza appesantirne il contesto. Si sono inserite 23 colonne in metallo tante quanto i caduti in Irak , che fanno da contorno allo specchio d’acqua dove, lievemente rialzata rispetto al livello del liquido si trova la colonna esistente, come mostra una simulazione inserita in una delle due tavole (Tav01).
Sostenibilità
La materia non riguarda solo gli spazi chiusi, ma anche quelli aperti, i temi trattati ed inseriti nella proposta sono vari, vanno dalla raccolta delle acque piovane, all’utilizzo per i lastricati dei pavimenti di materiali naturali, per evitare il surriscaldamento in estate, del microclima locale. Si è scelta una proposta di progetto che riduce al minimo i lavori di movimento terra sia per evitare inutili spese sia per non influire pesantemente sulla naturale giacitura del terreno.
II) Composizione e riferimenti di progetto
Attraverso l’analisi dei segni presenti nel luogo si sono riscontrate due diverse morfologie (Tav02 schemi compositivi), i gradoni con il verde episodico e il lastricato con l’asfalto dove attualmente stazionano i mezzi pubblici, due entità confinanti, ma senza istaurare tra loro nessun tipo di dialogo. Per superare questo aspetto si è deciso di aggiungere delle curve di livello, aumentando la quota del terreno in corrispondenza dell’attuale superficie del sedime stradale, Si raggiunge l’obbiettivo, unificare episodi diversi per ottenere un disegno urbano compiuto. Alla forma sinuosa delle curve di livello, si contrappone la curva regolare che origina lo spazio coperto dei chioschi, si avverte la necessità di creare un’ulteriore contrasto attraverso l’inserimento di una geometria lineare, rappresentata dalle lame d’acqua di differente dimensione, per dare la sensazione del movimento, all’osservatore che percorre il sito. La linearità delle lame d’acqua crea equilibrio aprendo la piazza verso il contorno urbano come già affermato nella premessa della relazione, in un disegno altrimenti troppo sbilanciato verso il centro, attraverso una geometria radiale, rimarcata dalla presenza centrale del memoriale,. In direzione ortogonale rispetto agli specchi d’acqua è stata inserita a protezione dei parcheggi un pergolato coperto da una chiusura orizzontale trasparente, schermata dalla calura estiva, da piante rampicanti del genere a foglia perenne oppure a foglia stagionale. Si è pensato di disegnare la linea delle essenze vegetali sistemate tramite delle bordure, non parallela alla direzione della pergola ma leggermente obliqua, per provocare la necessaria tensione alla composizione. Il visitatore che entra all’interno della piazza da via Pirandello percepisce una prospettiva non statica ma in movimento soprattutto per la relazione esistente tra gli ultimi elementi descritti.
Il disegno urbano trae origine da esigenze diverse; aprirsi verso il quartiere, per questo motivo è stato necessario inserire elementi che creino non solo collegamenti visivi, ma anche aprano vedute su fondali non statici, ma in continuo movimento, occorre dare funzione e ruolo alle curve di livello, ma anche soprattutto valorizzare il memoriale di Nassyria. Il bando del concorso d’idee richiedeva la giusta valorizzazione della colonna esistente. La nostra soluzione ha cercato di instaurare un rapporto più intimo tra il monumento e lo spazio pubblico, la colonna è stata collocata all’interno di un piccolo specchio d’acqua, non immersa ma leggermente sollevata, tramite appositi perni in metallo, il livello dell’acqua stesso si mantiene costante grazie all’introduzione di apposite valvole. La relazione tra acqua e simbolo la troviamo nella storia nella mitologia, si pensi alla saga di Avalom, ma anche al mar Mediterraneo che circonda la Sicilia che ha visto tanti episodi bellici durante i millenni. Associare ad un simbolo un significato aiuta la memoria nel ricordo. Lo specchio d’acqua è circondato da 23 colonne in metallo, tante quanto sono stati i caduti dell’attentato in medio oriente, non sono sistemate a caso come potrebbe sembrare in un primo momento, ma associate al percorso radiale, costruiscono con gli spazi visivi che definiscono vedute diverse sull’intero intorno, dai chioschi alla pista ciclabile sino alla massa degli spazi gradinati. L’osservatore che si avvicina al sito da via Ducezio vede il riflesso delle colonne sull’acqua delle vasche, l’osservatore stesso ha la percezione del memoriale prima di recarsi davanti ad esso. La sensazione di unitarietà tra spazio pubblico e memoriale viene rafforzata dalle pensiline metalliche supportata dalle colonne, per esse è stata studiata una forma quasi neo-futuristica per accentuare la tensione ed il movimento della composizione. Se il centro dello spazio attraverso il memoriale identifica la polis, il resto del sito identificato con la sistemazioni a terrazzamenti identifica l’ethos, cioè tutto quello che inizialmente non era in primo piano è stato recuperato e restituito all’uso urbano e sociale. Le colonne saranno avvolte da piante rampicanti del genere Hedera. Non è un caso che abbiamo pensato a questa pianta, uno degli ornamenti abituali di Dioniso: verde in tutte le stagioni, rappresenta il simbolo della permanenza della forza vegetativa e della persistenza del desiderio. La pianta è anche consacrata a Attis di cui Cibele, la dea della terra e delle messi, era innamorata e rappresenta il ciclo eterno della morte e della rinascita, in una parola il mito dell’eterno ritorno che si sposa assai bene con l’acqua, simbolo della vita.



III) Progetto e Paesaggio
Dall’analisi delle carte satellitari emergono alcuni segni che indicano l’origine rurale del sito. Attraverso gli strumenti dell’architettura del paesaggio è stata formulata una proposta dove i temi principale sono il bosco e la macchia mediterranea, proposte nelle varie fasi di alterazioni dei biotipi per la presenza umana, una soluzione non solo estetica ma anche didattica vista la predisposizione di spazi per lo svolgimento delle lezioni all’aperto nelle giornate dal clima favorevole. Il progetto diventa una lavagna naturale dove le nuove generazioni possono imparare gli effetti negativi dell’antropizzazione umana sul paesaggio, ma anche le meno invasive tecniche legate al mondo contadino, come i terrazzamenti, visti dal vivo rendono maggiormente l’idea dell’ingegno e della fatica rispetto alle immagini virtuali oppure cartacee dei libri.
Il primo livello si trova alla stessa quota della via della Pace, dal lastricato in liste di legno per esterni si ricavano delle tracce da dove emergono alberi del genere Prunus e Punica granaticum, associati a formazioni sempreverdi di Phillyrea e sopratutto arbus unedo, sempreverde quando germogliano i generi Prunus e Punica, creando un contrasto cromatico in tutte e quattro le stagioni. Lo spazio descritto rappresenta il bosco o il frutteto domestico tutte le essenze proposte sono conosciute sin dall’antichità, infatti l’albero Punica granaticum veniva indicato da Plinio come melo feniceo.
Nel livello inferiore successivo, il visitatore accede ad altri spazi funzionali, per passeggiare per fare attività sportive come ginnastica all’aperto, corsa oppure semplicemente collegarsi alla rete senza fili per navigare in internet. In quest’ambito l’arredo vegetale sarà rappresentato da specie appartenenti al bosco mesofilo, sono formazioni vegetali transitorie derivanti dal disturbo umano, tra le principale essenze citiamo Carpinus betulus, Fraxinus ornus, Pyrus communis, Malus domestica e Prunus, mentre tra gli arbusti ricordiamo; Daphne laureola,Clematis vitalba, Corylus avellana, Hedera helix, Lonicera xylosteum, lonicera caprifolium e Cornus mas. Tramite una rampa con una pendenza minima si arriva al livello dove il tema è rappresentato da specie vegetali appartenenti al bosco termofilo, una formazione vegetale transitoria disturbata dalla presenza umana ancora più della prima, anche in questo caso citiamo le principali essenze considerate; Quercus pubescens, Sorbus domestica, Sorbus terminalis,Acer monspessulanum e Quercus cerris, tra gli arbusti ricordiamo; Spartium junceum ,Liqustrum vulgare,Juniperus communis, Prunus spinosa, Viburnum tinus e Ruscus aculeatus. Gli spazi funzionali saranno i medesimi del livello precedente con l’aggiunta di una pista ciclabile panoramica che si innesta sulla via Ducezio, oppure raggiunge i parcheggi dove l’utente può caricare la bici in auto. Scendendo tramite la rampa incontriamo il livello dove si trovano le formazioni arbustive che fanno riferimento alle sclerofille sempreverdi, ossia la macchia mediterranea, è un bioma che rappresenta un determinato ambiente climatico, quello relativo al bacino mediterraneo, caratterizzato da inverni miti e piovosi ed estati calde e siccitose. Le specie vegetali, appartenenti ad essa, sono dotate di particolari adattamenti all'aridità estiva, caratteri per lo più relativi alla istologia e morfologia della foglia, Le piante della macchia mediterranea hanno per lo più una dormienza estiva. Tra le più rappresentative ricordiamo; Rhamnus alaternus,Pistacia lentiscus, Arbus unedo, Phillyrea, Rosa sempervirens,Myrtus communis,Hippocrepis emerus, Asparagus acutifolius, Juniperus oxycedrus e Pistacia terebinthus. Anche nelle stanze verdi descritte non mancano gli spazi facilmente raggiungibili per fare attività sportiva all’aperto, un piccolo spuntino tra i colori e suoni della natura oppure studiare o lavorare con pc portatile. La rampa ci conduce all’ultimo livello dove si trova uno degli aspetti vegetali più degradati provocati dall’antropizzazione umana, la gariga o prateria, uno degli ultimi stadi prima di arrivare, alla nuda roccia. Anche queste formazioni non sono prive di effetti cromatici particolari come; Asphodelus microcarpus, Astragalus massiliensis Lam., Thymus, Daphne gnidium L., Mentha insularis, Erica multiflora L., Erica scoparia L., Cytisus scoparius (L.), Silybum marianum (L.), molte di queste essenze nei secoli passati sono state utilizzate in farmacia e medicina (piante officinali ) oppure in cucina (piante aromatiche), rafforzando la natura didattica del progetto, anche se si eviterà l’eccessiva schematismo delle specie disponendole come le troviamo in natura. L’ultimo terrazzamento non è rappresentato da una curva livello ma dalla chiusura orizzontale che copre lo spazio dei chioschi, coperta con un tetto verde con generi appartenenti principalmente alle graminacee ornamentali, labiatae( Lavandula stoechas L) e verbenacee(Lantana), in modo di creare in primavera un insieme di colori pari alle tonalità dell’arcobaleno. I vari livelli dei terrazzamenti saranno collegati da rampe con una debole pendenza, costruite con il materiale di risulta ottenuto nel luogo, la statica dei muri di sostegno si basa essenzialmente su tecniche di ingegneria naturalistica (muri a gravità). Tra tutti i parametri possibili, il fattore “tempo” per la sua rilevanza all’interno di un progetto del paesaggio, costituisce l’oggetto centrale del lavoro: diversi tempi si sedimentano in un progetto, tempi differenti si lasciano modellare perché l’immagine del loro passaggio, perché i segni del loro fluire siano il paesaggio che si voleva disegnare; tempi ciclici quotidiani e stagionali, con le loro luci diverse e diversamente intercettate dal fogliame; tempi lineari, di crescite successive, tempi che passano assumendo forme differenti, a causa nostra o di altri attori di questa “diversa” costruzione: attori vivi (erbe, arbusti, erbacee ed alberi) e attori inerti, che coesistono, seppure invecchiando in modo diverso.
IV) Progetto e Materiali
La scelta dei materiali è stata fatta tenendo conto delle esigenze di progettazione sostenibile, dell’utilizzo di materiali locali e di risparmio. I chioschi sono costituiti da semplici elementi in acciaio zincato giuntati a secco, la chiusura orizzontale superiore come descritto nel paragrafo precedente ha una parte statica sempre in metallo preferibilmente acciaio zincato, per sostenere un tetto verde, con essenze formate da varietà graminacee, piante richiedenti una manutenzione minima. Per il piano di calpestio strettamente legato all’attività commerciale dei chioschi si è proposto un pavimento facilmente lavabile (ceramica o grès per esterni) e soprattutto funzionale alla esigenze igienico-sanitarie. Ogni chiosco è dotato di un servizio igienico con funzione anche pubblica, costruito con la tecnica della pre-fabbricazione. Soluzione ideale per pavimentare aree esterne in modo semplice ed elegante, sono le liste in legno di tipo teak, di tonalità chiara per creare contrasto con la vegetazione ed evitare il surriscaldamento estivo. Anche i percorsi del sito devono soddisfare le esigenze dei vari visitatori, con l’inserimento nel nuovo paesaggio proposto, si è cercato qualcosa che per aspetto materico e cromatico ricordasse le vecchie strade di campagna, come le pavimentazioni naturali in terra stabilizzata tipo“stabilsana”, caratterizzate da una combinazione di materiali naturali e di origine industriale che impedisce la formazione di fango in caso di pioggia. Le rampe di collegamento tra i livelli del terrazzamento sono costruite con materiale lapideo locale, ottenuto dai lavori di movimento terra, ma valutando se esiste, anche la possibilità di reperirlo da altri luoghi. Con materiale recuperato saranno posti in opera, anche i muri di sostegno dei vari livelli, questa scelta non è vincolante. Non si può prevedere a priori se il materiale lapideo reperito sarà sufficiente per l’esecuzione dei lavori, anche perché come riportato nelle rielaborazioni delle due tavole, i muri sono rifiniti con intonaco di calce di tonalità calda-salmone, oppure di intonaco di coccio-pesto, in quanto l’esigenza figurativa del progetto non è quella di ricostruire, ma re-interpretare. Se il materiale di recupero non è sufficiente per tutte le opere murarie sarà utilizzato solo per le rampe, mentre per le restanti si utilizzeranno conci di materiali comunque eco-compatibili. (Escluso C.A. e derivati).
Le colonne del memoriale sono formate da una struttura resistente in acciaio e un rivestimento in rame e sostengono una pensilina debolmente traforata in alluminio. Sia il rame che l’alluminio in funzione delle loro proprietà termofisiche non subiscono il surriscaldamento estivo, quindi soprattutto l’alluminio è impiegabile ottimamente per schermature solari. La pensilina dei parcheggi è sostenuta da elementi verticali in acciaio zincato, la chiusura orizzontale superiore è in lastre opalescenti schermate da piante rampicanti, e orientati in direzione sud sono stati inseriti i pannelli foto-voltaici inclinabili in funzione della posizione del sole al trascorrere della giornata. E’ stato necessario studiare per le fermate degli autobus un tipo di pavimentazione, oltre che di valenza paesaggistica, anche particolarmente resistente all’usura del tempo e delle macchine, si è scelto un acciottolato in pietrame locale, di spessore e portanza adeguata, su un letto di sabbia adeguatamente rullato e livellato. I punti luci sono costituiti da led di differenti tonalità, alcune variano di colore in funzione della quantità di energia prodotta dai pannelli foto-voltaici della pensilina. Tutte le varietà vegetali presenti nella proposta di progetto appartengono al bioma mediterraneo e richiedono la minima manutenzione.
V) Progetto e sostenibilità
Qualità paesaggistica o architettonica al giorno d’oggi difficilmente possono privarsi della sostenibilità energetica e della progettazione bio-climatica, anche se ci troviamo in uno spazio aperto. Come punto di partenza si è assunto lo studio del clima locale in funzione della topografia, non avendo la città di Canicattì una stazione meteorologica propria si sono assunti i dati medi della stazione di Recalmuto, durante le stagioni, in una durata di nove anni si sono avute una massima di +41 ed una minima di -8. Inserire nello spazio urbano, una pensilina foto-voltaica, permette una potenza complessiva di circa 10kWp a disposizione delle attività commerciali site nei chioschi, e dei punti luce. L’impianto foto-voltaico può anche occupare una superficie maggiore, ma questo potrà essere valutato solo dopo un primo conteggio delle spese. Come l’energia solare, anche la risorse idrica è un punto fondamentale della proposta. Il governo del terreno, attraverso una morfologia a gradoni, facilita disponendo una rete di canali lungo apposite linee di pendenza la raccolta dell’acqua piovana in dei contenitori situati a valle in funzione dell’attività dei chioschi e delle manutenzione legate alla gestione del sito. Lo studio del clima locale in funzione delle variazione delle temperature, ha indirizzato l’approccio progettuale verso lo sviluppo di strategie di raffrescamento naturali efficaci. Durante il periodo primaverile estivo sono presenti principalmente venti direzionali da est. In funzione di tale carattere climatico, il lastricato della piazza superiore (Tavola di progetto 02) è sopraelevato rispetto al terreno di circa 50-60cm, si forma un cunicolo dove diminuisce la temperatura dell’aria, anche per la presenza di piccoli specchi d’acqua. La presenza di condotti permette all’aria resa più fresca, di fluire verso gli spazi aperti inferiori e i chioschi, mitigando il microclima locale, inoltre si evita il fenomeno di formazione di sacche di aria calde nelle aree esposte a sud. In prossimità dei chioschi, una pensilina in acciaio zincato sostiene una copertura verde, dove le essenze più rappresentative sono erbacee appartenenti alle graminacee e alle labiatae, richiedenti una attenzione minima. Sono abbastanza noti i benefici effetti dei giardini pensili sul miglioramento della qualità dell’aria e del microclima locale, inoltre con le pavimentazioni naturali, in legno oppure in terre stabilizzate, si evita in estate il surriscaldamento delle superfici piane. Una superficie in c.l.s. considera in media una temperatura locale di quattro o cinque gradi più alta di una naturale.
L’inserimento di specchi d’acqua non riguarda solo la composizione della spazio, la presenza o la vicinanza di corpi idrici attenua infatti le minime invernali, poiché questi assorbono e cedono calore più lentamente e soprattutto rimangono più caldi nelle ore fredde, moderando le massime estive, sia per effetto dell’evaporazione, che in seguito alla maggiore riflessione.
La riflessione della radiazione solare consente alla sua superficie ed agli strati d’aria con essa a contatto di rimanere più freschi, creando delle correnti d’aria a temperatura minore che si muovono nelle ore diurne verso terra. Le vasche hanno un orientamento ponente-levante, per essere prese d’infilata dai venti primaverili proveniente da est, la presenza dell’acqua svolge la funzione di raffrescamento dell’aria delle correnti che attraversano la piazza. La tecnica descritta di stemperare la calura estiva con l’acqua appartiene al passato, alla cultura araba, come del resto anche il nome della città di Canicattì, da Ayn-al-qattì tradotto dalla lingua medio-orientale significa fonte del tagliatore di pietre", perché il paese era sorto presso cave e fontane. L’idea di progetto attraverso scelte precise tenta di esplorare nuove strade per definire una qualità urbana degli spazi pubblici, applicando le teorie della sostenibilità ambientale su larga scala.
VI) Progetto e normativa di riferimento.
La soluzione da noi proposta è rispettosa della normativa locale e nazionale come del resto chiesto dal bando del concorso d’idee. La soluzione progettuale è pienamente conforme a quanto previsto dalla Legge 13/89 “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”ed al successivo D.M. 236/89 “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche”per i differenti aspetti di seguito illustrati. In riferimento alle Leggi ed alle circolari emanate ed in relazione alle finalità delle norme, si considerano tre livelli di qualità dello spazio costruito: accessibilità, visibilità e adattabilità. Ogni spazio compreso all’interno è accessibile da ingressi e percorsi appositamente dimensionati per le persone con difficoltà motorie, visive e uditive. I collegamenti verticali tra i vari livelli dei terrazzamenti sono assicurati da rampe che come dettano le norme non devono superare l’8% di pendenza, inoltre almeno ogni 10m è presente un ripiano orizzontale per evitare l’eccessivo affaticamento degli utenti, le medesime rampe e le terrazze sono dotate di parapetto di altezza minima di 1,00m, gli elementi verticali o orizzontali della ringhiera sono inatraversabili da una sfera di diametro superiore di 0,1m che consente il mantenimento delle condizioni di sicurezza. Nella planimetria della tavola 01 sono indicati gli spazi di parcheggio destinato agli utenti disabili, collocati rispettivamente nella piazza superiore adiacente presso la via Della Pace e nella piazza inferiore adiacenti alla via Ducezio, un parcheggio dicono le norme, si considera accessibile se è complanare alle aree pedonali di servizio o ad esso collegato tramite rampe o idonei apparecchi di sollevamento. La nostra proposta interpreta la legge in maniera avanzata considerando i parcheggi per disabili punti di partenza di percorsi in grado di raggiungere qualsiasi punto dello spazio pubblico. Le pavimentazioni dei percorsi è realizzata con materiali antisdrucciolevoli ed eventuali differenze di livello tra gli elementi costituenti una pavimentazione saranno contenute in maniera tale da non costituire ostacolo al transito di una persona su sedia a ruote. I percorsi considerano un andamento il più possibile regolare, e le superfici sono rifinite con materiale antisdrucciolevole. I servizi igienici presenti nei manufatti pre-fabbricati del chioschi rispettano le dimensioni minime di legge.
Lo spazio necessario all’accostamento e al trasferimento laterale dalla sedia a ruote alla tazza WC e al bidè ( se previsto ) deve essere minimo di 1,00 m misurati dall’asse dell’apparecchio sanitario;
lo spazio necessario all’accostamento frontale della sedia a ruote al lavabo sarà almeno 0,80 m misurati dal bordo anteriore del lavabo;
i lavabi avranno il piano superiore posto a 0,80 m dal calpestio e saranno sempre senza colonna con sifone preferibilmente del tipo accostato o incassato a parete;
i W.C. e i bidè saranno del tipo sospeso, l’asse della tazza W.C. o del bidè sarà posto ad una distanza minima di 0,40 m dalla parete laterale e il piano superiore a distanza 0,45-0,50 m dal calpestio;
qualora l’asse della tazza risulti distante più di 0,40 metri dalla parete, sarà previsto, a 0,40 m dall’asse dell’apparecchio sanitario un maniglione o corrimano per consentire il trasferimento della persona su sedia a ruote. Tutti gli interventi sono stati pensati in sintonia con gli obbiettivi dell’Agenda 21(ma anche della direttiva europea 2002/91 C.E.E e nazionali D.Lgs 192/05 e D.Lgs 311/06), garantendo la massima sostenibilità: per questo motivo oltre all’utilizzo di specie vegetali autoctone, sono state usate tecniche compatibili con le richieste del disciplinare, protocollo Kyoto, dall’utilizzo di lampade a basso consumo per l’illuminazione, al sistema di raccolta e drenaggio delle acque piovane. Le fermate degli autobus sono state dimensionate nel rispetto della normativa nazionale, tutti gli utenti possono salire e scendere dal mezzo in condizioni di sicurezza, senza effettuare pericolosi attraversamenti del traffico. La sosta dei mezzi pubblici non deve intralciare il passaggio dei mezzi della vicina carreggiata, per uno scorrimento maggiore del traffico suggeriamo l’idea di inserire una rotatoria nell’incrocio prima di via Ducezio al di fuori del perimetro indicato dal concorso. L’area non è sottoposta ad alcun tipo di vincolo storico o paesaggistico come riporta il bando. La nostra proposta cerca di ri-dare nuovi significati urbani e sociali, esplorando la memoria storica del luogo anche se di questa non fanno parte monumenti significativi, ma frutteti ed altre sistemazioni agrarie, che rappresentano il monumento al lavoro dei contadini nella secolare lotta con la terra per ottenere il giusto compenso alla sua fatica.

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    I)Motivi e scelte. StoriaL’analisi, anche storica, del sito interessato dal concorso d’idee ha suggerito le principali linee di progetto. Piazza Nassirya si trova all’esterno, rispetto al centro matrice della città di Canicattì, infatti la cartografia satellitare mostra ancora i segni di antiche coltivazioni, suggerendoci come cessata l’attività agricola, i terreni siano stati interessati da uno sviluppo edilizio, secondo fenomeni non diverse dal resto del territorio italiano, con il risultato...

    Project details
    • Year 2010
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Landscape/territorial planning
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