le radici profonde non gelano | piergavino cherchi

riqualificazione piazza San Giorgio Quartucciu / Italy / 2010

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Il progetto attraverso la memoria storica.

La fase di progetto è stata preceduta da una approfondita analisi storica, per capire l’origine del tessuto urbano esistente, non solo legata alle nostre metodologie di lavoro, ma anche perché richiesto da uno strumento urbanistico fondamentale, quando si interviene in un contesto storico. Il piano paesaggistico regionale classifica il centro di Quartuccio all’interno della carta dell’assetto storico nel sistema dei centri medioevali di Cagliari, con Quartu e Selargius, confinante con l’importante sistema Kalaritanòs Kolpòs .
Incrociando le informazioni di carattere storico con la cartografia e consultando la letteratura di riferimento possiamo dire che il primo nucleo del centro sia nato adiacente ad una strada che collegava i centri del cagliaritano con l’interno del Campidano, chiamato percorso matrice che noi identifichiamo con la via Nazionale, successivamente a partire da questo si sono formati dei percorsi secondari di impianto edilizio. L’isolato si chiude con la via San Biagio, che costeggia la parrocchiale raggiungendo un secondo edificio di culto, in sostanza i percorsi definiscono un cuneo (Tav.01), forma abbastanza comune nei centri di origine medioevale. Il cuneo, la sua forma geometrica aspra è stato uno dei riferimenti di progetto, riferimento non solo per la storia dell’ isolato urbano, ma in continium con la memoria del luogo che parla di inumazioni di bambini e adulti, ma anche di profughi di eventi bellici, vogliamo materializzare il ricordo attraverso un disegno, senza privare la piazza della sua quotidianità di incontri piacevoli tra i visitatori ed eventi sia sacri che laici, che continuano la storia della città. E’ stata sempre la storia ha suggerirci di adottare una soluzione ipogea, uno spazio interrato direttamente a contatto con la matericità della terra, quella terra stessa cha ha raccontato le vicende della piazza. Per tale motivo lo spazio coperto e lo spazio aperto nel contesto descritto sono come la notte e il giorno, uno non può esistere senza l’altro, le due diverse parti dell’esistenza umana . Il legame con la terra rappresenta un aspetto importante anche per la religione cristiana, non solo come luogo di sepoltura, ma anche come rifugio in periodi di persecuzioni, le prime chiese erano grotte, caratterizzate dalla scarsa luce e dal suono che le gocce d’acqua provocano incontrando la roccia. L’emergere di piccole colline dal chiaro lastricato, ricorda sia un passato dove il sagrato era costituito da terra battuta, sia un passato ancora più remoto dove le mura della chiesa non erano molto distanti dalla campagna. Le vicende storiche non lontane, hanno originato lo spazio dove domina la mole del campanile, con la chiesa di San Luigi disposta nonostante le modeste dimensioni in una posizione strategica. Con la soluzione studiata abbiamo cercato di valorizzare tutti gli episodi architettonici, considerando il concetto di ingresso, più propriamente di porta dalla via San Biagio, lavorando sia sul lastricato, sia sulla disposizione delle panche si invita il visitatore ad entrare nella piazza, quindi a scoprirla attraverso vedute non statiche ma in movimento in quanto seguono i tempi della natura. Anche in questa situazioni i suggerenti della storia del luogo sono stati importanti, in quanto le fonti consultate citano la presenza di un cancello d’ingresso al cortile della chiesa, circondata sino al settecento da alte mura e dimostrano come un tessuto urbano persiste agli abbattimenti, rimane sempre un qualcosa da riprendere si in chiave moderna, ma senza dimenticare le memorie del luogo.

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    Project details
    • Year 2010
    • Status Competition works
    • Type Landscape/territorial planning
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