ORGANISMI SPONTANEI | Tommaso Franceschi

Carbonia / Italy / 2009

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1.Introduzione


Il tema della riqualificazione delle aree minerarie, come di quelle industriali, risulta di un’importanza strategica, in particolar modo in un territorio come quello della Sardegna, vero e proprio fulcro del Mediterraneo per ubicazione e biodiversità. In particolare il bacino del Sulcis si presenta come un patchwork delle diverse componenti naturalistiche e geologiche che rendono quest’isola unica nel mondo: la macchia mediterranea, con i suoi profumi e i suoi colori, le formazioni rocciose scolpite dal vento, la ricchezza e la varietà della fauna sono stati individuati come i valori ambientali da recuperare e valorizzare.
Nella discarica mineraria di Serbariu abbiamo un esempio eclatante di come un paesaggio sia stato stravolto da un’antropizzazione mirata unicamente allo sfruttamento indiscriminato delle risorse. La ricchezza del sottosuolo ha fatto sì che l’uomo si impadronisse di questo territorio e a partire dall’800 lo depredasse fino ad abbandonarlo a se stesso una volta venute meno le esigenze estrattive. L’evoluzione del concetto di sostenibilità và invece in direzione opposta e rende indispensabile la necessità di ri-naturalizzare questo luogo rimasto privo di identità, al fine anche di dare un impulso nuovo a un’economia locale andata in crisi con l’abbandono delle miniere.


2. Concept

Il progetto si propone di conferire una nuova centralità a quest’area così degradata ma dalle notevoli potenzialità, attraverso una serie di interventi sistematici atti a convertirla in un punto di riferimento europeo per la ricerca.
Lo spirito che ha guidato gli intenti progettuali è stato quello di riconfigurare l’ex discarica conferendogli un disegno organico ispirato dalle forme della natura che andrà ad ospitare, per raggiungere una continuità e un dialogo tra architettura costruita e architettura verde che si riflettono come in un gioco di specchi. Per raggiungere tale obiettivo si è scomposta la materia oggetto di progettazione in tre livelli o layers principali, a loro volta suddivisi in sottolivelli: il sistema del verde, il sistema delle funzioni, il sistema della mobilità. Con un tale approccio si è potuto approfondire singolarmente i vari ambiti di intervento, considerati allo stesso tempo autonomi dal punto di vista funzionale ma facenti parte di un sistema organico complesso basato su relazioni di reciprocità tra le parti. Con questo metodo si è potuto dar vita a un parco dove non esiste una gerarchia prestabilita tra gli elementi, ma piuttosto uno spazio fluido e flessibile che mette al primo posto la libertà di movimento tra ambiti ibridi.

3. Layers

3.1 Sistema del verde

Il sistema del verde costituisce il layer 0, generatore di tutte le forme del progetto. Al fine di limitare al massimo i movimenti di terra si è cercato di assecondare per quanto possibile l’attuale conformazione morfologica, derivata dalla sedimentazione dei materiali di risulta delle miniere. Il tema fondante è il Giardino delle miniere, caratterizzato da un sistema di percorsi che attraversano l’intera area di intervento e si snodano tra allestimenti vegetali composti da piante ad alto fusto, cespugli, arbusti e tappeti erbosi tipici del clima mediterraneo locale. La ricerca progettuale è stata mirata alla realizzazione di un parco all'interno del quale il visitatore venga coinvolto da stimolazioni sensoriali sia cromatiche che olfattive. Metaforicamente le singole aiuole si aprono come lacerazioni in un terreno ferito dall’uso che l’uomo ne ha fatto nel corso degli ultimi due secoli, per divenire sorgenti di una nuova vitalità, rimarcata dal contrasto con l’aridità della terra circostante. Attraverso lo studio
delle tipologie vegetali compatibili con le peculiarità climatiche e morfologiche locali, si è cercato di comporre le singole aiuole caratterizzandole con sfumature cromatiche variabili, identificabili in 4 gruppi: dal bianco al verde, dal rosso al rosa, dal blu al viola, dal giallo all'arancio. Ogni aiuola è stata ipotizzata come un allestimento di composizioni-sculture vegetali opportunamente disposte per creare un effetto scenico apprezzabile sia singolarmente che attraverso una visione di insieme durante tutto l’arco dell’anno. Le piante selezionate inoltre sono state scelte tra quelle capaci di avere un effetto di bonifica sui terreni contaminati da metalli pesanti, propri delle discariche minerarie. I manti erbosi invece sono distinti tra zone d’ombra e zone assolate con macroterme del tipo rispettivamente festuca rubra e paspalum vaginatum.
In continuità con il tema del parco sono i Biomi, all’interno dei quali vengono ricreate le condizioni climatiche ideali per la coltivazione di piante appartenenti ad ecosistemi differenti da quello locale. Questi elementi sono stati ipotizzati come organismi che nascono da un “movimento tellurico”. L'effetto è stato reso con una copertura verde che si staglia a partire dal livello 0 e si trasforma nella struttura di supporto agli elementi trasparenti in ETFE (etiltetraflueretilene). I grandi volumi aperti che rimangono racchiusi all'interno di queste coperture sono stati allestiti come micropaesaggi rappresentativi degli ecosistemi esposti. Il percorso principale che attraversa i biomi trasversalmente a un livello interrato permette ai visitatori di essere catapultati in continenti diversi percorrendo solo pochi passi. In questo senso si è voluto accostare ecosistemi contrastanti tra loro per accentuare lo “shock emozionale” che l'osservatore vive nel passaggio da un bioma ad un altro. Si visiterà quindi prima il bioma della savana tropicale, caratterizzato da una vegetazione a prevalenza erbosa , con arbusti e alberi piuttosto distanziati da non dar luogo a una volta chiusa. Si passerà poi nel bioma della foresta di conifere, tipica dei paesaggi alpini, con alberi ad alto fusto di pini e abeti. Infine si entrerà nella foresta equatoriale, all'interno della quale la vegetazione lussureggiante tipica di questi habitat si fonde con cascate d'acqua e tortuosi percorsi attraverso una giungla di felci e liane.
Il tema del verde assume un ruolo fondamentale anche negli ambiti interstiziali tra i laboratori e i servizi, fra i quali è stata prevista la piantumazione di frutteti di ciliegi, peschi e aranci che con le loro variazioni cromatiche stagionali contribuiscono ad una percezione del parco in un continuo divenire. Particolare attenzione è stata rivolta anche al recupero delle acque sia piovane che reflue. Le prime vengono recuperate attraverso pavimentazioni e coperture drenanti, le seconde attraverso un sistema di fitodepurazione che si attesta lungo il bacino artificiale con vasche dedicate.


3.2 Sistema delle funzioni

Da un punto di vista funzionale l'ecoparco è stato suddiviso in due macroaree: l'area dei laboratori di ricerca e dei biomi e l'area museale.
La prima, prevalentemente destinata a funzioni scientifiche e dimostrative, è costituita dai laboratori di ricerca, all'interno dei quali verranno effettuati studi su piante di particolare interesse per le loro qualità di immobilizzazione e rimozione di sostanze inquinanti. In quest'area, oltre ai biomi precedentemente descritti, avremo degli edifici destinati alla divulgazione e all'insegnamento delle ricerche svolte all'interno del parco. A servizio di queste funzioni avremo spazi dedicati al ristoro, come il bar-caffetteria, e al commercio, come il mercato dei fiori, situato all'ingresso dei biomi. Gli edifici dei laboratori sono stati pensati come architetture che si adeguano alla configurazione morfologica del terreno, assumendo forme sinuose che si avvitano sui pendii naturali, resi internamente fruibili grazie a terrazzamenti.
Per quanto riguarda l'area museale si è deciso di suddividerla in padiglioni separati, ognuno dei quali assume una sua funzione indipendente; Da nord a sud il primo è stato adibito a padiglione interattivo con “exibit” di nuove tecnologie riguardanti l'ambiente e la sua salvaguardia; il secondo con funzione di padiglione fotografico ove saranno effettuate esposizioni temporanee e permanenti di fotografi italiani ed internazionali sul tema della natura; nel terzo, denominato padiglione multimediale, saranno proposte proiezioni di “videoarte” e documentari sempre sul medesimo tema; il quarto sarà dedicato alle funzioni di servizio quali ristorazione e bookshop.
All'interno dell'area museale si è prevista anche la realizzazione i un teatro all'aperto per spettacoli musicali e teatrali nel periodo estivo. Si è scelto di ubicare il teatro nella gola rimasta sulla discarica di nord est, andando a sfruttare la naturale conformazione del terreno per disporre le gradinate.
Il teatro viene messo a sistema con il resto dell'intervento avendo scelto a livello compositivo di trattare questo elemento, come gli altri, in maniera autonoma nei confronti delle altre funzioni ma rendendolo allo stesso tempo visivamente omogeneo con il contesto. Questo risultato è reso possibile dall'utilizzo di grandi coperture dalla forma organica che si “arrampicano” lungo i dislivelli esistenti e vanno a coprire e integrare i singoli episodi architettonici. Dette coperture sono state interpretate come elementi espressivi che si trasformano e si adeguano diventando ora “promenade” dalla quale affacciarsi sul parco e sul panorama circostante, ora elemento tecnologico che contribuisce al contenimento energetico, aprendosi per dare luce agli ambienti sottostanti o aggettando per schermare l'irraggiamento solare. Si è inoltre voluto sfruttare il declivio esposto a sud delle discarica attualmente in funzione per realizzare un parco fotovoltaico capace di produrre 1375 Kwp di energia.

3.3 Sistema della mobilità

Nello studio dei percorsi si è assunto come criterio imprescindibile quello di tenere al di fuori dell'area di intervento la mobilità carrabile per quanto possibile. Quest’ultima viene infatti confinata in percorsi di servizio che comunque servono l'intero parco (realizzati in ecoasfalto), mentre per gli utenti è pensato un grande parcheggio localizzato all’ingresso dell’area di intervento, lungo la statale 126. Nel parco infatti ci si muove a piedi o in bicicletta per poter cogliere a pieno tutti gli episodi naturalistici e architettonici che vengono penetrati dai percorsi. Gli stradelli pedonali/ciclabili sono stati disegnati per garantire la massima fruibilità sia delle funzioni che del parco. Tutte le pavimentazioni di detti percorsi sono state immaginati drenanti, con sistema di raccolta delle acque meteoriche opportunamente convogliate nel bacino.
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    Project details
    • Year 2009
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Research Centres/Labs / Museums / Theme Parks, Zoos
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