Copertura per il Castello di Lagopesole

Lagopesole / Italy / 2022

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Un bene storico di grande valore, un edificio imponente, fulcro di eventi e momenti importanti della storia, un complesso chiamato a ospitare spazi espositivi e percorsi che ne ripercorrano la memoria, le persone, i fatti. Il Castello di Lagopesole in provincia di Potenza ritorna alla piena funzionalità grazie ad un intervento di restauro conservativo ed al rifacimento della copertura, per la quale è stato utilizzato il sistema per tetto ventilato AERcoppo® di AERtetto.


Storia e struttura del castello
Un borgo che prende il nome da un castello, un luogo magico per il paesaggio che lo circonda e per le gesta dei suoi occupanti. Dinastie, re, cavalieri, poi briganti. Dal tredicesimo secolo ai giorni nostri una sequenza infinita di eventi, storie, racconti, intrecci. Il Castello di Lagopesole è un castello federiciano costruito su una roccaforte normanna, collocato su un promontorio a 820 metri d’altezza. Il borgo di Lagopesole, sorto nel tempo attorno al castello, fa parte del comune di Avigliano, in provincia di Potenza, nel cuore della Basilicata. Il nome deriva dall’antico lago presente nelle sue vicinanze e prosciugatosi nel Novecento.


Costruito su una roccaforte normanna il castello vanta una posizione privilegiata all’interno del contesto naturalistico e domina tutta la sottostante valle di Vitalba. La fortificazione lega da sempre la propria storia a quella della dinastia Sveva, in particolare divenne la residenza di caccia preferita del sovrano Federico II che fece ampliare il castello per soddisfare le esigenze della sua corte. Anche il figlio Manfredi soggiornò spesso a Lagopesole, preferendolo addirittura a Palermo, capitale del suo regno. Un luogo riparato, potremmo dire isolato ma protetto, immerso nella natura, tra i fiumi Ofanto e Bradano.


Successivamente Carlo d’Angiò preso il potere, ne modificò parzialmente la struttura e lo utilizzò principalmente come prigione, oltre che residenza estiva, rinchiudendo nelle sue celle anche Elena, la moglie di Manfredi ed i suoi figli. Dopo gli angioini iniziò il lento ma inesorabile periodo di decadenza del castello che torna nelle cronache del nostro paese nell’Ottocento quando diventò il rifugio dei briganti e delle bande comandate da Carmine Cocco. I suoi uomini lo occuparono nel 1861 e alimentarono con le loro gesta molte delle leggende legate al Risorgimento italiano. Oggi il castello, restaurato negli anni ’90, è una sede espositiva e dal 2014 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ne gestisce l’attività tramite il Polo Museale della Basilicata, nel dicembre 2019 divenuto Direzione Generale dei Musei.


Realizzato in conci di pietra arenaria, conserva in larga parte la struttura e l’impostazione originaria con un impianto rettangolare articolato in due cortili. La struttura è imponente e compatta come nella tradizione dei castelli federiciani con pochissime aperture e feritoie. Nel cortile minore in particolare spicca un dongione quadrato, una sorta di torre collocata non in asse rispetto alla struttura. Un elemento fuori contesto, sicuramente pensato in un’epoca diversa, probabilmente precedente, rispetto al resto dell’edificio militare.
Il cortile maggiore, risalente all’ampliamento iniziato da Federico II nel 1242 sui resti di precedenti costruzioni, include una vasta cisterna ed una grande cappella. Una peculiarità unica per i castelli federiciani quella di Lagopesole, una vera e propria chiesa in stile romanico che i restauri effettuati negli anni ‘90 hanno portato alla luce nel suo originario aspetto, con l’abside semi circolare e l’entrata decorata con il motivo dei denti di sega, tipico dell’età angioina.


L’intervento di restauro e riqualificazione del castello
Il Castello di Lagopesole è un complesso articolato, come abbiamo visto, con diverse tipologie di ambienti in una struttura che necessita di una manutenzione ordinaria costante e programmata nel tempo ma anche di interventi straordinari. Una necessità dovuta alla nuova destinazione d’uso, quella di polo espositivo, e all’adeguamento delle normative in tal senso, ma anche alla volontà di ampliare i percorsi di visita recuperando ambienti e stanze mai aperte al pubblico: straordinari scrigni di arte e storia che meritano di essere visti nelle condizioni di massima sicurezza e confort.


Questi gli obiettivi principali dell’intervento coordinato dall’Arch. Giuliano Zerillo del Ministero dei Beni Culturali. Il Direttore Lavori introduce così il progetto di recupero: “Il Castello di Lagopesole è una struttura complessa con enormi potenzialità ed è nostro interesse migliorare ulteriormente la sua capacità attrattiva valorizzando la sua vocazione culturale. Già diventato polo museale importante, non solo a livello regionale, può ampliare la sua capacità grazie a spazi nuovi, recuperati, a servizi moderni, a percorsi accoglienti e ricchi di fascino. Abbiamo organizzato un intervento molto articolato, puntuale su alcuni elementi e più diffuso invece sulle facciate, concentrando la nostra attenzione anche sulla copertura. Per quanto riguarda le partizioni murarie siamo intervenuti con un trattamento delle superfici in pietra con pulitura e restauro delle parti ammalorate per restituire il fascino e la bellezza degli elementi. Abbiamo poi lavorato sul dongione, elemento caratteristico del castello, che abbiamo sottoposto a operazioni di restauro e pulizia approfondita. La struttura era infatti invasa da guano di piccioni e necessitava di un intervento sostanziale per poterla reinserire nel percorso museale. Proprio all’interno del percorso espositivo è integrata la sala conferenze ed eventi sulla quale siamo intervenuti per la pitturazione di pareti e soffitto e la pulitura della pavimentazione. All’interno del complesso c’è un altro spazio architettonico del tutto caratteristico. La cappella inserita nella parte interna del cortile maggiore, che lo divide di fatto dal minore. Sulla chiesa, destinata oggi ad eventi e matrimoni, era necessario un intervento dii sanificazione delle travate lignee della copertura, invase da tarli che ne potevano compromettere la stabilità oltre che deteriorarne l’immagine superficiale. Accanto a questi interventi puntuali abbiamo poi messo a punto un programma di efficientamento della parte impiantistica con un graduale miglioramento delle prestazioni grazie all’introduzione di tecnologie evolute in grado di migliorare il comfort contenendo i consumi”.


Un progetto organico e articolato, per il quale si sono rese necessarie competenze diverse coordinate dall’impresa Nei Restauro e Costruzioni s.r.l. di Genziano di Lucania, guidata dai titolari Pasquale e Donato Nei. Proprio Donato Nei ci sintetizza i lavori principali condotti nel castello: “Come anticipato dal Direttore Lavori abbiamo condotto un lungo lavoro per la rigenerazione delle facciate esterne. Oggi chi transita nel Borgo di Lagopesole può ammirare questo gioiello architettonico in tutto il suo splendore. Chi accede poi direttamente all’interno del castello potrà constatare i risultati dei diffusi interventi di pitturazione che hanno riguardato diversi ambienti e i cortili oltre che camminare su pavimenti carichi di segni e di tracce di storia che abbiamo trattato con prodotti specifici. Inoltre, la nuova centrale termica permetterà una gestione più efficiente degli impianti e conseguentemente un maggiore comfort per chi lavora al museo e per tutti i visitatori che devono essere i veri beneficiari di tutto il nostro intervento”.
AERcoppo®, una scelta efficace per la copertura
La parte più consistente dei lavori ha riguardato la copertura ed in particolare i tre lati dei corpi di fabbrica che definiscono il cortile maggiore. Le condizioni del manto ed i restauri non ottimali che si erano succeduti nel tempo avevano richiesto un intervento urgente che potesse in qualche modo costituire un punto fermo per molti anni, considerando le specificità della posizione geografica del castello che lo sottopone a venti forti e raffiche molto potenti in alcuni periodi dell’anno. Lo sottolinea anche l’Arch. Zerillo: “Il tetto del castello è un elemento sottoposto a forze importanti per la sua collocazione in sommità. La struttura è libera su ogni lato e il manto di copertura è una parte fragile da consolidare per garantire tenuta e sicurezza. Volevamo un intervento risolutivo e allo stesso tempo in grado di assicurarci una garanzia di prestazioni nel tempo. Quando abbiamo rimosso il manto esistente, ammalorato e sconnesso con molte mancanze, ci siamo trovati di fronte a uno strato di 70 cm di cemento che oltre a non garantire la tenuta delle tegole portava un peso davvero eccessivo sulle strutture. Peso ulteriormente aggravato da una rete metallica posizionata sopra i coppi con la funzione di trattenerli in caso di distacco. Abbiamo rimosso la rete e demolito lo strato inutile di cemento riscoprendo il solaio in laterocemento che poggia sulle capriate lignee che abbiamo sottoposto a trattamento antitarlo. Tolto lo strato pesante abbiamo pulito l’estradosso prima di stendere la membrana bituminosa per l’impermeabilizzazione”.


Il Geom. Pasquale Nei conferma le fasi dei lavori e introduce l’utilizzo del sistema per tetto ventilato AERcoppo®: “Lo strato di cemento che abbiamo rimosso era davvero troppo pesante oltre che inutile perché non era riuscito ad assicurare la tenuta del manto e rischiava di minare la stabilità della struttura portante. Una volta livellato il piano con un massetto leggero e stesa la guaina ardesiata siamo passati al posizionamento del manto utilizzando il sistema sviluppato da AERtetto. Un sistema innovativo che abbiamo introdotto come proposta migliorativa in fase di gara con l’obiettivo di risolvere il problema del distaccamento dei coppi dovuto al forte vento che interessa queste zone. La garanzia assicurata dal sistema AERcoppo® ci ha fatto propendere per questa soluzione che abbiamo utilizzato per la prima volta. Ci siamo trovati nel complesso molto bene sin dai primi giorni nei quali abbiamo definito le linee di gronda, i compluvi e i displuvi. Il sistema è efficiente, semplice da usare e leggero da movimentare. Le falde del tetto del Castello di Lagopesole sono piuttosto lunghe ma non presentano discontinuità. Gli allineamenti sono perciò semplici e dopo poco tempo abbiamo preso familiarità e dimestichezza con il sistema. Abbiamo così potuto procedere celermente e senza particolari intoppi procedendo poi all’installazione di coppi nuovi perché non è stato possibile recuperare quelli esistenti. Oggi a copertura conclusa possiamo dire che siamo molto soddisfatti. AERcoppo® ci ha permesso di ancorare al meglio gli elementi sostituendo uno strato molto pesante con una struttura leggera in grado di assicurare anche la ventilazione del tetto con la conseguente salubrità dei materiali che lo compongono”.


Dello stesso avviso l’Arch. Zerillo a cui va la conclusione: “Pensiamo di aver utilizzato la soluzione giusta per il nostro specifico contesto e le numerose referenze di AERtetto in contesti simili, anche se unici, lo testimonia. La leggerezza del sistema è sicuramente un plus quando si opera in contesti storici di grande valore, la garanzia di tenuta degli elementi era condizione indispensabile per noi, inoltre sono molto ottimista per la durata della copertura perché la ventilazione sottotegola oltre a migliorare l’efficienza complessiva della copertura evita il problema di condensa interstiziale e di conseguente ammaloramento dei materiali. Una soluzione che si è rivelata funzionale anche in fase di posa. Non abbiamo riscontrato particolari problemi, AERcoppo® è facile da posare e assicura la perfetta continuità del manto e allineamenti corretti. Oggi il castello di Lagopesole ha una copertura efficiente, sicura e performante che protegge tutti gli ambienti sottostanti e permette ai visitatori di godere dei suoi tesori in totale sicurezza e comfort”.

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    Project details
    • Year 2022
    • Work finished in 2022
    • Status Completed works
    • Type Structural Consolidation / Building Recovery and Renewal
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