VILLA E | Mattia Colombo

Il progetto di ristrutturazione nasce dalla volontà di ripensare in maniera funzionale tutti gli spazi dell’abitare favorendo il rapporto degli stessi con il panorama a lago ed eliminando nella zona giorno ove possibile le delimitazioni fisse a favore di armadiature e contenitori progettati e realizzati su misura in grado di disegnare e definire spazi e percorsi.

L’edificazione della villa risale all’immediato dopo guerra e stilisticamente la si può collocare nel filone tardo razionalista. E’ posta su un pendio naturale e si affaccia sulla sponda lecchese del lago di Como, immersa in un parco verde con alberi secolari. Dalle sue finestre e dal terrazzo si può godere di un’incantevole vista sul paesaggio lacustre e sulle montagne circostanti dell’alto lago fino alle cime svizzere.

Esternamente si presenta come un volume semplice e pulito, intonacato e tinteggiato di bianco con facciate scandite da serramenti regolari con chiusure ad ante di colore verde. Il massivo fronte rivolto a lago, sottostante la terrazza è pensato invece in contrasto con la purezza dei volumi del fabbricato essendo rivestito di pietra locale scura .

L’abitazione è composta da due piani fuori terra e due parzialmente interrati poiché posta su un declivio naturale. Al piano terra troviamo le destinazioni giorno caratterizzata da ampi spazi aperti in stretta correlazione tra di loro. La cucina abitabile con splendida vista sul lago, l’area living centrale da cui si accede ad un ampio terrazzo e la zona pranzo si susseguono in un unicum spaziale votato alla continuità. Tramite un disimpegno il cui volume è scandito da contenitori su misura su entrambi i lati e porta scorrevole a scomparsa che permette la suddivisione degli spazi, raggiungiamo la scala elicoidale mantenuta come l’originale ma rivisitata come un volume semipieno che ne accentua la plasticità, la quale conduce al piano primo dove ci sono le camere per gli ospiti, un locale di servizio ed il bagno. Un salotto disimpegna i quattro locali e qui fanno bella mostra di sé sculture moderne, oggetti d’arte, quadri ed arredi in un gioco di colori e materiali dal forte carattere identitario.

Il piano sottostante ospita due camere da letto ognuna con bagno dedicato. Il percorso che conduce alle camere è scandito da un contenitore ad ante che funge da quinta sul lato cieco della casa ritmando con regolarità il percorso che conduce alla zona lounge che precede la camera matrimoniale. Una porta pivotante posta a metà disimpegno garantisce la separazione dello spazio notte padronale dal resto del piano.

Il legno protagonista sia negli arredi che nelle pavimentazioni è stato pensato come un tessuto in grado di impreziosire e dare personalità agli ambienti caratterizzati da una pulizia formale di base che non dimentica la praticità d’uso.

Gli interni si presentano ricchi di dettagli che richiamano alla memoria la conoscenza e l’uso sapiente dei materiali e del legno tipico della nostra tradizione artigiana, esaltandone la manualità che ci regala emozioni tattili oltre che visive.

Le tonalità scure ed eleganti del rovere termotrattato utilizzato per la quasi totalità degli arredi e delle boiserie trovano nel calore naturale e nella matericità del rovere usato per i pavimenti il giusto rapporto in grado di esaltare il carattere cromatico di entrambi con forte personalità.

La pavimentazione in legno di rovere francese pregiato  ad olio caratterizza e nobilita tutti gli ambienti della casa. Un dialogo aperto con gli arredi, con le prospettive della casa e con le finiture.

Al piano terra ed al piano primo nelle zone living abbiamo optato per la posa del parquet all’ungherese meglio detta punto d’Ungheria. Il pavimento viene vissuto come un tappeto naturale, tessuto dalla natura, caldo accogliente ed elegante e le cui trame ne impreziosiscono il rapporto con l’ambiente circostante.

Negli altri spazi domestici e per tutto il reparto notte invece ci siamo lasciati ispirare dalla semplicità e dal gusto classico, quasi metafisico delle doghe lunghe e strette del parquet  posato con le fughe continue e non sfalsate così da accentuarne il carattere geometrico dello stesso. Una scelta questa che ha caratterizzato anche gli spazi di servizio e tutti i bagni, questi ultimi impreziositi dall’utilizzo del marmo naturale posato a vena continua con grandi lastre alle pareti utilizzato poi anche per i piani delle docce e per i lavabi. Le rubinetterie e gli accessori del bagno in acciaio inox spazzolato esaltano la naturalità di materiali come il legno ed il marmo il cui accostamento appare stilisticamente riuscito.

La luce naturale e lo studio dell’illuminazione artificiale esaltano infine le scelte stilistiche effettuate donando agli spazi domestici il corretto apporto di luce a seconda delle attività da svolgersi esaltandone inoltre il rapporto tra i pieni e i vuoti.

Vorrei concludere il racconto del mio progetto ricordando un pensiero di Giò Ponti perché sono convinto che per la buona riuscita di ogni progetto sia fondamentale un’idea progettuale forte condivisa con la committenza, ed una sapiente manualità degli artigiani e delle maestranze intervenute, nessuna esclusa, in continua collaborazione alla ricerca del tecnicamente giusto e del bello.

“L’Architetto d’oggi, l’Architetto universitario, impari da tutti gli artigiani: impari dal marmista (le superfici lucide, levigate, a martellina, a bocciarda, a scaglia), impari dal falegname, dallo stuccatore, dal fabbro, da tutti gli operai e dagli artigiani (è bellissimo)“…

“Impari le cose fatte con le mani.
Nulla che non sia prima nelle mani.
Impari anche, l’Architetto, dall’artigiano come si ama il mestiere: com’è bello farlo per farlo.
L’arte per l’arte è lì, non è in una forma di arte senza contenuto, ma è nella felicità di farla“.

Gio Ponti  da ” Amate l’architettura ” 1957

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