h_houSe | francesco ursitti

housing Milan / Italy / 2012

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Lo spazio architettonico è disegnato ed organizzato attraverso un’abile pianificazione capace di restituire all'area un'idea di complessità territoriale decodificata da duplici dialoghi.
Dialoghi in cui il prodotto architettonico media e concilia contesto rurale e contesto urbanizzato.
Dialoghi tra capacità relazionali e produttive; dialoghi tra unitarietà ed alternanza.
Dialoghi tra materia e colore, tra densificazione e valorizzazione ambientale.
Dialoghi tra complessità e contraddizioni.
Dialoghi, linguaggi e codici concretizzati da micro-comunità orientate alla costruzione di spazi attivi; spazi sostenibili e governabili a lungo termine.
Linguaggi in grado di reinventarsi e spazi costantemente pronti a mutare i propri modelli per accogliere una società che implora di essere aperta, accessibile, condivisa, comune, criticabile ed eterogenea.
Dialoghi condivisi da un’architettura che ha voglia di muoversi all’interno di queste coordinate.
Un’architettura quindi, che sceglie la dualità piuttosto che la purezza; un’architettura ibrida dove differenti livelli di significato sono leggibili e fruibili contemporaneamente.
Un’architettura-sensore capace di reagire al variare delle situazioni esterne.
Un’architettura-trasmettitore che vive di contatti, che come un sistema nervoso fragile, è membrana di spazi di transito.
Un’architettura-messaggio contro la cultura caserma, che invita a scoprire il nascosto di un succedersi di quinte.
Un’architettura che tende a comporre ritmi complessi e in contrappunto tra loro piuttosto che ritmi semplici ed univoci.
Un’architettura che sceglie di riconoscersi in una stravagante tipologia d’insieme ma che a sua volta è frammento.
Un’architettura come forma astratta e concreta che acquista significato dalle sue caratteristiche e dal contesto. Un contesto dalle risposte flessibili e polifunzionali. Un’ambiente dalla destinazione d’uso generica anziché specifica.
Un’architettura, che come un organismo naturale complesso, è dotata di un proprio sistema evolutivo, composito e che si articola secondo un progetto contenuto nel suo dna in un sistema aperto.
Un’architettura che vuole contrastare una società divisa ed un territorio frammentato con risposte spaziali che all’invisibile lessico architettonico di corpi immateriali, preferisce mostrare e comunicare aspetti nascosti di una nuova realtà.
Una nuova realtà fatta d’informazione, di nuove strategie; di sensibilità formali, tattili e sonore capaci di relazionare il corpo umano con la materia in una sorta di paesaggio interiore.
L’architettura diventa così il termometro di come viene percepito, pensato e vissuto l’habitat contemporaneo.
Un habitat di penetrazioni deboli, diffuse, leggere ed attraversabili.
Un tessuto concepito come una sorta di favelas ad alta tecnologia.
Solo così lo spazio architettonico si completa con il suo contesto. Solo così il frammento diviene il suo insieme più grande.
Spazi di una piccola parte che avulsa dal suo ambiente non avrebbe nessun significato.
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    Lo spazio architettonico è disegnato ed organizzato attraverso un’abile pianificazione capace di restituire all'area un'idea di complessità territoriale decodificata da duplici dialoghi. Dialoghi in cui il prodotto architettonico media e concilia contesto rurale e contesto urbanizzato.Dialoghi tra capacità relazionali e produttive; dialoghi tra unitarietà ed alternanza. Dialoghi tra materia e colore, tra densificazione e valorizzazione ambientale. Dialoghi tra complessità e...

    Project details
    • Year 2012
    • Work started in 2011
    • Work finished in 2012
    • Client Privato
    • Status Current works
    • Type Multi-family residence / Social Housing
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