RE-USE THE ROMAN RUIN

Un'architettura effimera, simbolo del presente temporaneo e precario di una
società liquida, in contrapposizione alla solida pietra millenaria dell'architettura romana.
Il progetto si configura come un dispositivo unico che mira a valorizzare il rudere esistente
senza alterare la sua percezione generale, attraverso l'uso di sottili e trasparenti
elementi come impalcature e reti di protezione che fanno sembrare l'installazione stessa un'opera d'arte.
All'interno, il sistema di ponteggi funge da percorso museale che guida l'utente all'interno del
cisterna, nella quale, scendendo, si entra in un “mondo sommerso” in cui il
il paesaggio cambia continuamente a seconda della prospettiva. Per evocare l'acqua che
entrati nella cisterna dall'acquedotto del Serino, piccole cascate scorrono lungo le pareti
per raggiungere la Piscina Limaria al piano inferiore, accompagnando l'intero percorso con
il suono e la vista dell'acqua.
Una volta scesi, il percorso sale fino all'uscita, dove il sistema di impalcature forma un
nuovo spazio urbano che si fonde con il paesaggio esterno, all'interno del quale si trovano
la sala conferenze, la caffetteria e gli spazi per l'arte contemporanea.
L'intera terrazza è concepita sia come nuovo attrattore per la cittadinanza che come uno
spazio dedicato alla creatività e alla libera espressione degli artisti, favorendo la
svolgimento di varie attività.
Uno specchio d'acqua copre gli stessi fori da cui un tempo usciva l'acqua della cisterna, generando un suggestivo rapporto visivo di luce e colori tra il dentro e fuori.
Cosa penserebbero gli antichi se vedessero la loro architettura trasformata in questo insolito museo?