CASALE 313 | luca ghiringhelli

Torino, borgata di Sassi. Luoghi fuori dal tempo, dove la città è meno città perchè assomiglia ad un paese coi propri ritmi, luoghi e ricordi. Ai piedi della Collina, in prossimità della Confluenza tra i fiumi Po, Dora e Stura, a Sassi tutto è sottoposto se nno a vincolo storico, perlomeno a quello ambientale. La nostra cascina non fa eccezione, anche se di rurale oggi ne conserva i tratti, perchè al suo interno le stalle hanno lasciato posto alle residenze, ma su ogni preesistenza affiorano ricordi. Ingialliti, stropicciati, come la facciata ad intonaco che trasuda umidità e lentamente si disgrega, sotto il segno del tempo e dei cambiamenti climatici. A Sassi nulla nasce pe caso e nemmeno le case, perlomeno quelle antiche. Uno, al massimo due piani fuori terra, un eleganza talvolta austera, altre volte povera, come nel nostro caso, ma sempre ben presente.

Il tessuto nasce così, su una traccia rosa antico che ancora affiora nella stazione della "dentèra", ai piedi della basilica di Superga, nel palazzo della fioraia ed in quello stile venmtennio su Largo Metastasio. Le stesse tracce di memoria che affiorano anche in quest'interno di Corso Casale, numero 313. Dove il rosa antico riaffiora e prende il posto dei decadenti grigi preesistenti, affiancato da un rosso mattonace, altrettanto diffuso nelle cascine di zona. Un recupero di facciata e tetto, un antico reinterpretato in stile contemporaneo, ivi inclusa la nuova illuminazione che risalta dettagli di architetture ed elementi di paesaggio urbano. Trame e tessuti di una Torino che cambia forse troppo in fretta, rischiando di perdere la propia identità.