Chiesa di S. Francesco d'Assisi Nardò (LE)

Progetto di restauro e risanamento conservativo della chiesa di San Francesco d'Assisi Nardò / Italy / 2022

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Notizie storiche sulla chiesa di San Francesco d’Assisi e convento dei Cappuccini


Il primo insediamento fu avviato per volontà del duca Giovan Bernardino II Acquaviva d’Aragona nel 1569.
Per l’edificazione della residenza cappuccina, la scelta ricadde su un terreno di proprietà della Mensa Vescovile sito in Feudo Imperiali. Con un atto rogato dal notaio Cornelio Tollemeto, il 6 agosto del 1569 Il duca chiese ed ottenne dal vescovo Giovan Battista Acquaviva, in enfiteusi perpetua, il suolo dove erigere il monastero ed annessa chiesa.

Il sito prescelto rispondeva molto bene ai requisiti richiesti dai frati, esso era difatti situato nei pressi di un importante falda acquifera, in un luogo ben ventilato, a circa mezzo chilometro dall’abitato cittadino.

Il precetto della Regola di non usare cavallo o carrozza se non per “manifesta necessita ovvero infermità”, costringeva i frati a lunghe maratone, di qui la necessità di costruire il convento ad una distanza percorribile in un giorno in modo tale da poter svolgere la missione della predicazione e dell’assistenza ai bisognosi e rientrare in convento a sera.

Il luogo così come lo stesso complesso monastico doveva restare di proprietà dei privati; la regola della povertà doveva vigere in modo assoluto così che i frati potessero abbandonarli in qualsiasi momento.
Per l’insediamento del nuovo ordine fu chiamato a Nardò padre Andrea Da Laterza, Vicario Provinciale della comunità dei frati, che eresse e fabbricò il convento secondo la povera forma.
A delineare minuziosamente il carattere dell’edificio, sia dal punto costruttivo, architettonico e distributivo che da quello dimensionale, c’erano le Costituzioni del 1526, 1536 e il Trattato di Antonio da Pordenone del 1603. Tali indicazioni costituivano un vero e proprio vademecum dei frati fabbricieri deputati a erigere il convento, predisponendo il progetto nel luogo prescelto, dirigendone i lavori, evitando le intromissioni di altri frati per improprie modifiche e mostrando, a coloro che erano chiamati in aiuto ai lavori, le tecniche costruttive che assicuravano i valori di povertà del progetto da eseguire.

Una volta terminato il convento, si popolò presto di cappuccini e divenne ben presto sede di noviziato e di studi, di convegni e di tre Capitoli Provinciali negli anni 1613, 1625, 1659. Dopo circa un secolo il complesso monastico versava già in pessime condizioni, tanto da costringere i frati nel 1630 ad abbandonare la struttura, ormai fatiscente, e chiedere accoglienza ai vicini PP. Agostiniani che gli ospitarono per alcuni anni.

Un ventennio più tardi la chiesa e il convento furono rifatti dalle fondamenta. A porre la prima pietra fu il vicario generale del vescovo Fabio Chigi, Giovanni Granafei, il 18 febbraio del 1643, sotto la guida di fra Giuseppe da Galatone guardiano del convento.
Il 4 dicembre 1711 il vescovo Antonio Sanfelice consacrò la chiesa dedicandola a San Fedele da Sigmaringen, minore cappuccino della S. Congregazione De Propaganda Fide nel 1622. A memoria di ciò all’interno della chiesa il vescovo fece apporre un’epigrafe commemorativa in pietra leccese tutt’ora presente sul retro della facciata.

Il 20 febbraio del 1743 un violento terremoto colpì la città di Nardò. I danni furono ingenti, soprattutto per gli edifici religiosi presenti in città. In particolar modo le suore del convento di Santa Chiara e le carmelitane di Santa Teresa, a causa del loro monastero danneggiato, furono costrette a dimorare nel convento dei frati cappuccini.

A seguito del decreto di soppressione degli ordini mendicanti, il 12 febbraio 1812 il convento dei cappuccini di Nardò venne abolito, per essere poi nuovamente ristabilito nel luglio 1816 con la riapertura della chiesa e il ripristino del convento soppresso.
Nel maggio 1867 il complesso monastico venne concesso al Comune di Nardò.

Il 25 luglio 1942 il Podestà di Nardò deliberò di retrocedere, all’ordinario diocesano di Nardò, una parte dell’ex convento dei cappuccini e la chiesa annessa.
Il 10 febbraio 1943 il Podestà incaricò l’ingegnere Marco Colosso di eseguire il rilievo planimetrico dell’intero complesso monastico, allo scopo di stabilire con precisione quale parte dell’edificio sarebbe rimasta di proprietà del Comune e quale quella da retrocedere al vescovo. Di questo accordo stabilito tra le parti ci rimangono una discreta quantità di documenti d’archivio e il disegno originale in cui si evidenziava in rosso la parte ceduta al vescovo Fenizia ed in nero quella comunale destinata ad albergo per i poveri.

Durante l’episcopato di monsignor Corrado Ursi (1951-1961), maturò l'intento di costruire un nuovo Seminario Diocesano, e pertanto alla ricerca di uno spazio per l’edificazione di un nuovo edificio. Il luogo più adatto sembrò essere una porzione di terreno denominato fondo rustico cappuccini, costituito dall’ex giardino dei frati, e il restante complesso conventuale di proprietà del Comune che versava in pessime condizioni statiche. Monsignor Ursi, dall’acquisto dell’ex giardino dei frati, e dalla donazione del Comune di parte del convento, successivamente demolito, riuscì a ricavare il suolo per edificare il nuovo Seminario Diocesano.

Una volta eseguita la demolizione dell’originaria struttura conventuale rimase ben poco, se non alcuni ambienti a piano terra addossati alla chiesa, un lato del chiostro con le arcate murate, ed alcune celle situate al primo piano come al presente esiste.
La chiesa fu riaperta al culto, e l’8 dicembre 1961 fu eretta a parrocchia di San Francesco d’Assisi.

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    Project details
    • Year 2022
    • Work started in 2020
    • Work finished in 2022
    • Main structure Masonry
    • Client Chiesa di S. Francesco d'Assisi Nardò (LE)
    • Contractor Gaballo Restauri S.r.l. - Nardò LE
    • Status Completed works
    • Type Churches / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Restoration of Works of Art
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