Concorso Lungomare di Levante | Andrea Quartarone

Lungomare di Levante - Lotto nord - Isola di Ortigia, Siracusa.
La redazione di una proposta progettuale per un luogo così specifico e particolare come l’isola di Ortigia muove da una attenta quanto necessaria poetica di ascolto dei luoghi in grado di condurre verso una riflessione sulla stratificazione storica presente nell’isola per una lettura di quelle tracce e frammenti del passato capaci di costituirsi come possibili elementi fondativi di una nuova immagine urbana. L’area di progetto si configura come luogo dove si incrociano e si riconoscono sistemi ed elementi appartenenti a differenti misure riconoscibili nella scrittura medioevale determinata dalla scala minuta del quartiere Graziella; nella presenza borbonica, del Carcere, del Forte San Giovannello e delle Mura; nella presenza ottocentesca del quartiere Umbertino e in quella contemporanea data dal sistema infrastrutturale e dal fuori scala determinato dal parcheggio Talete. La necessità di accordare le dissonanze, che come in una stesura cinematografica sembra facciano riferimento a storie e tempi diversi, ha mosso le scelte di progetto per la configurazione di un luogo che risolvendo le esigenze funzionali legate alla accessibilità e alla fruibilità di ambiti spaziali diversificati sia in grado di inscrivere nell’architettura dell’isola una nuova identità riconoscibile, mantenendo visibile la stratificazione storica e in grado di reinserire le differenti scritture in una nuova sceneggiatura unitaria. Particolare attenzione è stata rivolta verso la definizione del vuoto per il riconoscimento di specifiche categorie tipologiche dello spazio pubblico trascritte da una costante articolazione della sezione di progetto, interpretata come strumento di controllo della forma per un raccordo continuo delle superfici in un processo circolare di fluida accessibilità. Tema dominante dell’ipotesi proposta è stato l’uso del verde come materiale di progetto. In linea con numerosi casi internazionali dove il tema del fronte-mare è stato assunto come occasione per risarcire le città di aree verdi, la proposta prevede la realizzazione di un parco urbano in alcuni casi in stretto rapporto col mare. Il giardino, il bosco, il modellato del suolo, l’acqua, assunti come materiali di progetto, hanno condotto verso l’innesto di trame e tessiture in grado di definire nuovi spazi aperti pubblici tra loro in diretta connessione. Infine, altro tema che ha contraddistinto le scelte progettuali ha riguardato la volontà specifica di innestare nell’area un dialogo sinergico con l’opera d’arte intesa non come apparizione improvvisa e straniante ma come diretta continuazione dell’opera architettonica in grado di misurare, in questo caso nel vero senso del termine, possibili distanze tra le diverse identità dell’intervento. Il ricorso ad una metodologia protesa alla riconnessione delle diverse spazialità compresenti nell’area, con l’intento di condurre la continuità della forma dell’esistente verso una progressiva mutazione di senso della sua spazialità, non sottrae all’ipotesi di progetto di ricalcare per Ortigia un immagine visionaria in grado di proiettare l’isola nell’universo mediatico internazionale in linea con gli assunti attuali che dispongono nell’iconografia dell’immagine il dato saliente della contemporaneità.